Speedster in un caso, Spyder nell&rsquo;altro. Entrambe Porsche, entrambe pensate per regalare un&rsquo;esclusivit&agrave; che rinuncia a fronzoli d&#39;intralcio alla connessione intima uomo-macchina, Porsche 911 Speedster &egrave; (per ora) un concept celebrativo; Porsche 718 Boxster Spyder (attenzione, quella in foto &egrave; la&nbsp;Porsche Boxster &#39;base&#39;)&nbsp;si prepara, invece, al debutto. Produzione in serie che non dovrebbe essere distante anche per la pi&ugrave; grande 911, essendo la Speedster gi&agrave; stata avvista in strada, anche in questo caso muletti. Entrambe, nell&rsquo;accezione pura della sportivit&agrave;, ricorrono all&rsquo;aspirato boxer 6 cilindri da 4 litri. Certo, altre potenze in gioco sulla 718 Boxster Spyder 2019, non saranno i 500 cavalli della 911 GT3 a dare la carica.  Si andr&agrave; oltre i 400 cavalli, un bel balzo rispetto ai 365 offerti da GTS (leggi la prova su strada di 718 Cayman e Boxster). Cambia tutto, non &egrave; solo questione di potenza in gioco. Dal turbo benzina si passa (un revival) al boxer 6 cilindri, alla diversa reattivit&agrave;, condita dall&rsquo;eliminazione del peso superfluo, anche se dettato da accessori come il clima o l&rsquo;impianto della multimedialit&agrave;, apparentemente irrinunciabili. Punti di vista.  Al Nurburgring gira senza maschera la nuova Spyder su base Boxster, perlomeno nella carrozzeria, poich&eacute; i contenuti tecnici vengono annunciati molto vicini a Cayman GT4. La configurazione aerodinamica sfoggia un paraurti pi&ugrave; definito e uno splitter marcato, al posteriore il riposizionamento degli scarichi, non pi&ugrave; accentrati, segue l&rsquo;evoluzione del diffusore e completa un volume che ha nel cofano motore con doppia gobba l&rsquo;elemento distintivo, oltre agli occhielli di tensione della capote in tessuto. Ovviamente un&#39;operazione da effettuare manualmente: niente attuatori elettrici, niente struttura ripiegabile, in compenso un&#39;altra sforbiciata sulla bilancia.  Della Porsche 911 GT3 potrebbe riprende non solo il propulsore, nuova 718 Boxster Spyder, ma anche elementi delle sospensioni, pi&ugrave; rigidi e leggeri. L&#39;impianto frenante &quot;esposto&quot; in pista fa affidamento su dischi in ghisa forati e pinze anteriori a sei pistoncini. 

In attesa di scoprire le sorti della 911 Speedster, Porsche affina lo sviluppo della 718 Boxster Spyder, una roadster pura che si affida al motore boxer aspirato 6 cilindri per emozionare

Porsche 718 Boxster, nuova Spyder ancora nel segno del 6

        Porsche torna al rally con 718&nbsp;Cayman. Un tweet di Porsche Motorsport ha mosso le acque. Anzi, ha confermato la notizia. Il pilota e collaudatore ufficiale Romain Dumas sta testando una Cayman RGT bianca, con la scritta sul posteriore &ldquo;Porsche Cayman GT4 Club Sport&rdquo;. I collaudi sono svolti presso il Col du Mont de Fourche, tra Lorena e Alsazia. Il reparto corse ha confermato che la vettura sar&agrave; &ldquo;course car&rdquo;, quindi apripista, al Rally di Germania WRC, in programma dal 16 al 19 agosto. Ma soprattutto dovrebbe diventare una vettura da gara nel 2019. Per i team privati. Una Cayman da rally &egrave; un&rsquo;ipotesi molto evocativa, come non pensare alla Porsche 953 che conquist&ograve; la Parigi-Dakar nel 1984. Il motore non &egrave; ancora noto: certamente boxer, ma potrebbe essere il sei cilindri 3.8 aspirato, oppure il 4 cilindri turbo da 2 o 2.5 litri. Di certo lo sviluppo con Dumas, gi&agrave; trionfatore con Volkswagen I.D. R a Pikes Peak, sar&agrave; speciale. E non &egrave; tutto, esseno 718 Cayman a fine ciclo, il modello da rally potrebbe portare sottotraccia le novit&agrave; della prossima generazione.       

Romain Dumas sta testando una versione da rally: esordio nel 2019?

Cayman da rally, Porsche nel fango e anticipa il futuro di 718?

La Mission E(lettrica) di Porsche si &egrave; trasformata in Taycan, concretezza del prodotto di serie, sulle strade nel 2019. Un passaggio di consegne che dal concept al modello pronto e finito conserva l&rsquo;impianto tecnico di una berlina elettrica ad altissime prestazioni, strada obbligata per il marchio. C&rsquo;&egrave; un lungo lavoro di sviluppo dietro le luci del palcoscenico, centinaia di prototipi marcianti per verificare ogni singolo aspetto operativo della prima elettrica sviluppata a Weissach.  Seicento cavalli, due motori sincroni permanenti, meno di 3,5 secondi per accelerare da zero a cento orari. Sono indicazioni sintetiche delle doti di Porsche Taycan, il riassunto della ricerca sull&rsquo;elettrico ad alto voltaggio. Il pacco batterie agli ioni di litio doveva configurarsi come un elemento in grado non solo di ricaricarsi rapidamente ma cedere l&rsquo;energia altrettanto in fretta, da qui lo sviluppo di un pacco da 800 volt. Scenari che chiamano in causa la necessit&agrave; di un raffreddamento ottimale, che mantenga la temperatura operativa del pacco batterie agli ioni di litio trai 20 e i 40&deg; C. Batteria s&igrave; realizzata da LG Chem, per&ograve; con celle (ciascuna da 4 volt) sviluppate specificamente per Taycan.  In tema di ricarica dalle colonnine rapide, sar&agrave; possibile &quot;fare il pieno&quot; di 400 km di autonomia dopo appena 15 minuti: la carica completa assicura, invece, una percorrenza di 500 km in condizioni ideali. I motori sono posti sui due assi ed &egrave; stata scelto una soluzione con unit&agrave; a magneti permanenti, compatti e ispirati ai motogeneratori dell&#39;ibrido utilizzato da Porsche sulla 919 Hybrid nel campionato endurance fino al 2017. La potenza di sistema arriva a 600 cavalli, valore che permette un&rsquo;accelerazione fulminea non solo sullo zero-cento ma anche un interessantissimo 12 secondi sullo zero-200 km/h, performance completate da una velocit&agrave; massima superiore ai 250 km/h.  Taycan nasce sulla piattaforma J1, destinata a essere condivisa con Audi e la GT e-tron, mentre in una seconda fase Porsche lancer&agrave; la piattaforma PPE &ndash; Premium Performance Electric. Seconda parte del piano di sviluppo elettrico che porter&agrave; il marchio, entro il 2025, ad avere in gamma modelli per met&agrave; ibridi plug-in e per met&agrave; elettrici a batteria. Taycan sar&agrave; l&rsquo;opera prima e gli obiettivi di vendita indicano in 20 mila unit&agrave; l&rsquo;anno il volume da centrare, di fatto un numero che vale due terzi delle vendite della gamma Porsche 911. 

Il debutto &egrave; previsto nel 2019 e avvier&agrave; il processo di elettrificazione completa della gamma Porsche. Taycan &egrave; elettrica sportiva, da 600 cavalli e tempi di ricarica ridotti: 15 minuti per 400 km di autonomia

Porsche Taycan, ecco i dettagli dell&#39;elettrica ad alte prestazioni

        Macan restyling, il suv cambia pelle, strettamente legati al design gli interventi del consueto rinnovo di met&agrave; carriera. L&rsquo;anteriore diverso, l&rsquo;occhio lo percepir&agrave; allargato, grazie alla diversa fascia paraurti. I fari a led a quattro punti si confermano, mentre al posteriore debutta l&rsquo;innovazione stilistica pi&ugrave; rilevante. Di ispirazione Panamera, prossima a diventare anche uno dei tratti distintivi della futura 911. I fari tridimensionali, scavati e con profili in rilievo, sono stati cifra estetica di Porsche Macan sin dal lancio, adesso l&rsquo;unione mediante una fascia luminosa a tutta larghezza d&agrave; ancor pi&ugrave; imponenza al posteriore del suv. Detto dei proiettori full led di serie che potranno arricchirsi del Porsche Dynamic Light System Plus, PDLS per sintetizzare la gestione attiva del fascio luminoso, il rinnovamento di Macan all&rsquo;interno &egrave; chiaramente pi&ugrave; rilevante di quanto non dica l&rsquo;esterno. Da 7 a 11, pollici. L&rsquo;infotainment PCM &ndash; Porsche Communication Management diventa la novit&agrave; centrale intorno alla quale ruotano altre modifiche. Non solo maggior ampiezza del display, full HD, ma anche la possibilit&agrave; di gestire la navigazione con dati Here Cloud, evoluta per quel che riguarda i dati sul traffico e le condizioni lungo il tragitto rilevate dall&rsquo;interconnessione dei dati provenienti da altri veicoli che utilizzano il medesimo sistema (&egrave; tra le novit&agrave; introdotte sulla nuova Audi Q3). La carrellata di chicche hi-tech prosegue con il modulo Connect Plus di serie, che permetter&agrave; l&rsquo;analisi del traffico in tempo reale e il riconoscimento vocale naturale. L&rsquo;integrazione di un diverso infotainment ha rivisitato l&rsquo;intera fascia orizzontale, con il posizionamento delle bocchette del clima in basso, davanti alla leva del cambio. A richiesta, l&rsquo;impianto di climatizzazione &egrave; integrabile con il sistema di ionizzazione dell&rsquo;aria, per un ambiente pi&ugrave; pulito. Altro optional che arriva su Porsche Macan restyling, il parabrezza riscaldabile. Il capitolo dei sistemi di assistenza alla guida conta l&rsquo;introduzione (optional) dell&rsquo;assistente nella marcia in colonna, il traffic jam in grado di gestire &ndash; fino a 60 km/h &ndash; traiettoria, acceleratore e freno cos&igrave; da rendere meno stressanti le fasi in coda. Volante che, tra le mani, richiamer&agrave; le supersportive del marchio nella versione GT, accessorio a richiesta, ispirato al volante di Porsche 911 e con il selettore della modalit&agrave; Sport Response posto sulla razza di destra, quest&rsquo;ultimo parte del pacchetto Sports Chrono, anch&rsquo;esso opzionale. Quanti si cimenteranno in fuoristrada con Macan restyling potranno contare sulla app OffRoad Precision, in grado di registrare i dati di guida in off-road da analizzare successivamente.       

Nuovo look al posteriore e a bordo tante novit&agrave;, di stile e tecnologiche

Porsche Macan, con il restyling cambia pelle

        Cresce la famiglia Porsche, con accenti sportivi, ca va sans dire. Se l&rsquo;evocativa 911 Speedster&nbsp;&egrave; stata un indovinato regalo per il 70&deg; compleanno&nbsp;del Marchio di Zuffenhausen, ci sarebbero in rampa di lancio altre due novit&agrave; di sicuro impatto. Il magazine Auto Guide&nbsp;ha scovato i documenti che parlano di speciali model year per il prossimo anno, dedicati al mercato americano. Per gli amanti delle sportive pure ecco 718 Cayman T&nbsp;col 2 litri boxer turbo. Che potrebbe essere paragonata nella gamma della compatta a motore centrale a quello che Carrera T&egrave; per le 911 al piano di sopra. La potenza non &egrave; stata indicata, ma il peso s&igrave;: 1665 kg, ovvero 30 kg in meno della Cayman &ldquo;base&rdquo;. Si possono ipotizzare nella sospensioni attive e scarichi sportivi nella dotazione Anche l&rsquo;ammiraglia Panamera avr&agrave; una declinazione speciale. Arriva la sigla GTS&nbsp;(Grand Turismo Sport) perla&nbsp; berlina quattro porte e la shooting brake&nbsp;Gran turismo. Dovrebbe portare uno step in pi&ugrave;, per dotazione, look e anche potenza rispetto alla 4S. Ovvero il 3 litri V6 turbo benzina&nbsp; &egrave; atteso erogare pi&ugrave; di 440 cavalli.       

Due nuovi modelli per la sportiva compatta e l'ammiraglia di Zuffenhausen

Porsche allarga la famiglia con 718 Cayman T e Panamera GTS

Un lungo, incessante, applauso. Sin dallo scorso novembre, quando Singer svel&ograve; DLS. Pi&ugrave; di una 964 restaurata. Un progetto, meglio: un Dynamic Lightweighting Study. L&rsquo;anzianit&agrave; sulle spalle di Porsche 964 del 1990 d&rsquo;un colpo va via, torna supercar degna d&rsquo;affiancare la schiera di moderne auto da sogno. E per certi versi in grado di vincere a mani basse. C&rsquo;&egrave; la sapienza di Singer Vehicle dietro al progetto DLS, per la prima volta in pubblico a Goodwood. All&rsquo;esemplare verde col quale il marchio californiano annunci&ograve; una progettazione d&rsquo;avanguardia, con il contributo tecnico di Williams Advanced Engineering, se ne affianca un secondo, ancor pi&ugrave; entusiasmante per gli abbinamenti cromatici.    La tecnica non cambia, la carrozzeria interamente in carbonio, il consistente impiego di magnesio &ndash; cerchi da 18 pollici, scatola del cambio &ndash; con alberi cavi &ndash;, per dire di due componenti, l&rsquo;aerodinamica ritagliata sui numeri restituiti dalle simulazioni CFD, gli interni sartoriali. N&eacute; pu&ograve; cambiare il cuore pulsante della DLS, il motore boxer 6 cilindri aspirato, un 4 litri da 500 cavalli raffreddato ad aria, contraddistinto da valvole in titanio, doppia iniezione, corpo farfallato ultraleggero. Frulla ai 9.000 giri/min in un sound estatico, che fa passare in secondo piano l&rsquo;interrogativo su quanto vada forte laS Singer 964 DLS.   Il salto nell&rsquo;era moderna, dalla Carrera 2 del 1990, si legge anche nella specializzazione dell&rsquo;elettronica sotto forma di ESC, Abs, controllo di trazione, modalit&agrave; differenti di guida, possibilit&agrave; di escludere controllo di trazione e di stabilit&agrave;, sospensioni registrabili e schema a doppi bracci oscillanti in alluminio.   Dopo l&rsquo;esibizione a Goodwood, dinamica oltre che statica, Singer DLS si offrir&agrave; alla vista del pubblico della Car Week di Monterey, il prossimo 23 agosto.  

Il progetto curato da Singer e Williams Engineering raddoppia. Un secondo esemplare affianca quello commissionato da Scott Blattner e presentato nel 2017. Tecnica avanzatissima per un restauro spinto decisamente oltre

Singer DLS sbarca a Goodwood ed &egrave; magia

Porsche&nbsp;s&rsquo;&egrave; fatta un regalo per i&nbsp;suoi 70 anni con l&rsquo;affascinante 911 Speedster Concept. Un evocativo prototipo che ricorda la &ldquo;numero uno&rdquo; di Zuffenhausen, la mitica &nbsp;356 Roadster, omologata l&rsquo;8 giugno 1948. Simbolo dell&rsquo;orgoglio del Marchio, fedele al suo passato, punta ovviamente sulle forme e sul piacere di guida puro.  911 Speedster Concept&nbsp;&egrave; stata sviluppata dal reparto Motorsport, sulla scia di 911 GT2 RS e GT3 RS. La livrea bicolore&nbsp;prende ispirazione dalle prime Porsche da competizione. Presentata in occasione delle celebrazioni dello storico anniversario, ha subito fatto breccia in molti cuori. E&rsquo; piaciuta e non &egrave; detto che la produzione di serie potrebbe essere decisa&nbsp;nei prossimi mesi. Chiaramente servirebbe almeno un anno prima di vederla su strada.  Realizzata su base di 911 ovviamente presenta caratteristiche&nbsp;specifiche. Spiccano le cornici dei finestrini pi&ugrave; corte con un parabrezza pi&ugrave; inclinato e i vetri laterali accorciati. Permettono un profilo ancora pi&ugrave; compatto, che ricorda Porsche 356 1500 Speedster. Una speciale copertura in fibra di carbonio dietro i sedili anteriori nasconde la struttura di protezione in caso di ribaltamento e crea quell&rsquo;andamento a &lsquo;doppia bolla&rsquo; che da sempre caratterizza la linea di queste vetture sportive, sin dalla 911 Speedster del 1988. E&rsquo; dotata di capote leggera al posto del tetto apribile.  Essenziale. Per avere la massima semplicit&agrave; e leggerezza non ci sono il sistema di navigazione, la radio e l&rsquo;impianto di condizionamento. Ma soprattutto sedili &lsquo;a bacquet&rsquo;&nbsp;sono realizzati in fibra di carbonio.  La carrozzeria&nbsp;&egrave; mutuata dalla 911 Carrera 4 Cabriolet. Ma i parafanghi, il cofano anteriore e il carter posteriore sono in fibra di carbonio ultra leggera. Il telaio deriva dalla 911 GT3. Liimpianto di scarico ha terminali in titanio e il motore &egrave; abbinato a un cambio manuale a sei rapporti. Il boxer sei cilindri &egrave; accreditato di una potenza di &nbsp;500 cavalli e sale fino a 9.000 giri. 

Ispirata alla mitica&nbsp;356 Roadster del 1948, celebra il 70&deg; del Marchio e potrebbe avere un futuro di serie

911 Speedster Concept, buon compleanno Porsche

Porsche Taycan, questo &egrave; il nome della prima elettrica al 100% di Zuffenhausen. La sportiva a quattro porte identificata fino a pochi giorni fa come Mission E&nbsp;&egrave; stata battezzata nel corso delle celebrazioni, presso il Museo del Marchio, del 70&deg; anniversario del Brand.  Lo ha comunicato ufficialmente il Ceo, Oliver Blume, indicando quello che sar&agrave; il primo mercato del modello. Il nome Taycan ha origini asiatiche e significa &ldquo;puledro vivace&rdquo;. Un chiaro riferimento al simbolo&nbsp;presente, dal 1952, sullo stemma Porsche. E una promessa di &ldquo;sfondare&rdquo; in Cina, il principale riferimento per le auto elettriche.  Blume ha dichiarato con orgoglio. &ldquo;La nostra nuova&nbsp;sportiva&nbsp;a trazione elettrica&nbsp;&egrave; resistente&nbsp;e affidabile, E&rsquo; una vettura in grado di percorrere lunghe distanze&nbsp;con prestazioni costanti&nbsp;e che si propone come un simbolo di libert&agrave;&rdquo;.  I due motori a sincroni a magneti permanenti&nbsp;di Taycan sono in grado di sviluppare oltre 600 cavalli. L&rsquo;accelerazione da 0 a 100 km/h&nbsp;dichiarata &egrave; inferiore a 3,5 secondi. Ne serviranno meno di 12 per arrivare a 200 chilometri orari. Ma soprattutto l&rsquo;autonomia di Porsche Taycan sar&agrave; superiore a 500 chilometri. La ricarica, dove possibile, grazie alla tecnologia a 800 V&nbsp;potr&agrave; essere compiuta, all&rsquo;80%, in quindici minuti. Numeri importanti per una sportiva speciale.  Blume ha rilanciato i grandi piani di Porsche per la nuova mobilit&agrave;. Il programma &egrave; di investire pi&ugrave; di&nbsp;sei miliardi di euro nelle auto elettriche entro il 2022. In sostanza il doppio della cifra originariamente prevista. Di questo duplicazione circa 500 milioni saranno utilizzati per lo sviluppo di varianti e derivati della Taycan. Un miliardo&nbsp;di euro sar&agrave; impiegato per l&rsquo;elettrificazione della gamma esistente. Inoltre centinaia di milioni per l&rsquo;espansione dei siti di produzione. Infine alle infrastrutture di ricarica e alla smart mobility saranno dedicati circa 700 milioni. Taycan sar&agrave; prodotta a Zuffenhausen&nbsp;in una fabbrica totalmente aggiornata&nbsp;con un nuovo sito produttivo. Che entro il 2020 sar&agrave; in grado di produrre 20.000 esemplari l&rsquo;anno&nbsp;della sportiva elettrica. 

La sportiva a elettroni derivata da Mission E finalmente ha un nome ufficiale

Taycan, il puledro elettrico di Porsche &egrave; pronto

Pronto corsa. O quasi. Porsche 911 GT3 RS si trasferisce in pista, classe GT3, perdendo per strada la S e trasformandosi in 911 GT3 R. Competizioni, senza compromessi. Dal 2019 sar&agrave; proposta ai clienti privati che vorranno cimentarsi nella classe GT3, dove le supercar stradali conservano uno strettissimo legame nel passaggio a progetto da gara. Il balance of performance per equilibrare il confronto tra soluzioni tecniche diverse, motori diversi. Boxer 4 litri aspirato per 911 GT3 R, conserva l&#39;iniezione diretta a 200 bar di pressione, la fasatura variabile lato aspirazione e scarico, cambia, rispetto alla precedente generazione, la guidabilit&agrave; e la fascia di giri utile per la prestazione: motore pi&ugrave; sfruttabile nel complesso.  Quantificare la cavalleria &egrave; un calcolo che chiama in gioco i regolamenti, le restrizioni sull&#39;aspirazione, il BoP appena richiamato. Pu&ograve; arrivare a esprimere 550 cavalli, il boxer: trenta pi&ugrave; della GT3 RS. Diverso, rispetto al doppia frizione PDK di serie, &egrave; il cambio: un sequenziale sei marce con palette al volante e una frizione ad comado elettroidraulico.  L&#39;evoluzione pi&ugrave; significativa, oltre al necessario adeguamento dei sistemi di sicurezza &ndash; rollbar, serbatoio conforme alle norme FIA, cinture a sei punti, estintore &ndash; si registra sul fronte aerodinamico, dal quale passa gran parte della prestazione. Cambia completamente forma l&#39;avantreno, sviluppato intorno a un ampio splitter, completo di flics davanti alle ruote anteriori, nonch&eacute; le esigenze di raffreddamento, con una fascia paraurti specifica. L&#39;esterno veste il CFRP, polimero rinforzato con fibra di carbonio, applicato al tetto, al cofano anteriore, la copertura del motore, gli archi passaruota, le portiere, la coda e la fiancata. Un&#39;operazione alleggerimento abbinata a finestrini in policarbonato, asportabili come le portiere.  L&#39;ala posteriore &egrave; larga 190 centimetri con un profilo principale profondo 40 centimetri, imposta dai regolamenti, elemento che va a stabilizzare il carico aerodinamico supplementare ottenuto all&#39;avantreno, non solo dallo splitter ma anche dalle aperture sugli archi passaruota, grazie alla riduzione della portanza.  Le regolazioni sull&#39;assetto beneficeranno di bracci delle sospensioni forgiati pi&ugrave; rigidi, come lo sono le pinze freno monoblocco (sei pistoncini davanti, con dischi da 390 millimetri di diametro; quattro pistoncini dietro e dischi da 370 millimetri). Quanto alle gomme, il set da 18 pollici BBS calza coperture da 310 millimetri al posteriore, mentre l&#39;avantreno registra un insieme cerchio-gomma dalla circonferenza maggiorata, 680 millimetri anzich&eacute; 650 millimetri. Spalla pi&ugrave; alta, elemento elastico da considerare nella taratura degli ammortizzatori, registrabili a 4 vie.  Porsche 911 GT3 RS, tu non mi basti mai: la prova  Sar&agrave; solo indirettamente un vantaggio per la prestazione, la presenza &ndash; una prima per Porsche 911 GT3 R &ndash; del climatizzatore, non solo raffredda l&#39;abitacolo ma &egrave; collegato direttamente al sedile e al casco. Sedile omologato secondo le specifiche di sicurezza, come lo &egrave; la struttura di assorbimento dell&#39;energia in caso di incidente, applicata sulla portiera lato guida: una schiuma speciale &egrave; inserita all&#39;interno di una struttura in kevlar, carbonio e alluminio.  Le prime consegne delle nuove 911 GT3 R sono previste a dicembre, ordini aperti da subito. Il prezzo? 459.000 euro pi&ugrave; tasse.   

Aerodinamica stravolta, un alleggerimento di tutto l&#39;inutile per inseguire la prestazione. GT3 RS diventa GT3 R, conserva il boxer aspirato 4 litri - in grado di erogare 30 cavalli in pi&ugrave; - e si propone per il debutto in pista nel 2019

Porsche 911 GT3 R, le corse nel sangue RS

Martini Racing&nbsp;&egrave; un&rsquo;icona nel mondo del Motorsport. Riconoscibile a livello globale, una livrea tanto affascinantequanto vincente. Incatenata a Porsche&nbsp;da una storia di vittorie e imprese. Una delle pi&ugrave; celebri e immortali &egrave; stata sicuramente il trionfo del 1971alla 24 Ore di Le Mans con la mitica 917 K.  Porsche proporr&agrave; su tutte le 911&nbsp;le decalcomanie Martini Racing. In verit&agrave; negli anni scorsi era gi&agrave; stata disponibile&nbsp;su alcune versioni di noveundici e di 918 Spyder. Ma ora &egrave; disponibile su tutte le 911 a tetto fisso, quindi eccetto le coup&eacute; a tetto apribile, le Cabrio&nbsp;e le Targa.  Si pu&ograve; accedere alle grafiche Martini Racing tramite il catalogo&nbsp;Porsche Tequipment. Il look &egrave; molto classico, con le strisce&nbsp;dal cofano anteriore a quello posteriore. C&rsquo;&egrave; anche il kit per portiere, con il grande logo. E per i modelli dotati di alettone&nbsp;&egrave; prevista una decalcomania.  Non &egrave; stato ancora ufficializzato su quali colori sar&agrave; disponibile. Sicuramente bianco, probabilmente nero e grigio. 

Debutta tra gli optional la grafica speciale per tutte le noveundici a tetto fisso

Porsche 911 Martini Racing, per sentirsi come a Le Mans

La sensazione si pu&ograve; riassumere cos&igrave;: un giro di chiave, un soffio sul pedale del gas e 700 newtonmetri di coppia motrice a muovere 2,3 tonnellate. La sintesi di cosa voglia dire il supporto del motore elettrico al V6 benzina 3 litri, di quel che &egrave; Porsche Cayenne E-Hybrid. Mancava l&#39;anello verde nella gamma del suv. Arriva il powertrain gi&agrave; apprezzato su Panamera E-Hybrid, schema che abbina un motore termico appena pi&ugrave; potente della generazione di Cayenne ibrida che va a rimpiazzare (l&#39;incremento &egrave; di 7 cavalli) e una parte elettrica che ha compiuto enormi progressi su potenza erogata e capacit&agrave; del pacco batterie agli ioni di litio. La logica di funzionamento del sistema, poi, riprende i concetti espressi su 918 Spyder, di un supporto elettrico sempre presente, specializzato per spingere &ndash; nelle modalit&agrave; Sport e Sport Plus &ndash; a qualsiasi regime di giri. Varia, semmai, tra i due programmi di guida, il modo di ricaricare il pacco batterie. Sport Plus privilegia la velocit&agrave; di ricarica, Sport un processo completo che dia una spinta anch&#39;essa nel pieno potenziale del motore elettrico.  Quanto incide sui 462 cavalli di sistema? Sono 136 quelli &quot;alla spina&quot; (incremento del +43%), unit&agrave; elettrica collegata attraverso una frizione elettromeccanica, concettualmente diversa dalla specifica elettroidraulica con attuatore a mandrino del passato: nell&#39;utilizzo quotidiano si traduce in una maggior rapidit&agrave; di trasmissione della coppia. Come pi&ugrave; rapido, rispetto alla vecchia E-Hybrid, &egrave; il cambio Tiptronic 8 marce, completato da una trazione integrale che, nell&#39;insieme del sistema Porsche Cayenne ibrida plug-in consente di trainare fino a 3,5 tonnellate.  Altre prestazioni, quelle velocistiche, segnalano una punta massima di 253 km/h , limitata a 135 km/h nell&#39;impiego in modalit&agrave; a zero emissioni, scenario nel quale E-Hybrid percorre fino a 44 km, supportato dai 14,1 kWh della batteria raffreddata a liquido, composta da 8 moduli, ciascuno con 18 celle, posta sotto il piano di carico del bagagliaio. Tempi di ricarica tra le due ore e mezza circa &ndash; con caricatore da 7,2 kW e presa a 32A &ndash; e poco meno di 8 ore dalla presa domestica a 10A. L&#39;aggiornamento sullo stato della ricarica e la stessa programmazione si possono gestire sia dall&#39;infotainment Porsche Communicacion Management che dalla app Porsche Connect. I clienti del Servizio Ricarica Porsche, inoltre, potranno accedere alle colonnine pubbliche di ricarica dei diversi gestori senza la necessit&agrave; di registrarsi su ogni singolo provider: l&#39;account Porsche sar&agrave; sufficiente per pagare i servizi utilizzati.  Cronometro alla mano per verificare altri tempi, molto pi&ugrave; celeri, che non quelli di ricarica. I 5 netti scrivono l&#39;accelerazione da zero a cento, in modalit&agrave; ibrida, pi&ugrave; tranquillo lo scatto in elettrico puro, 6&rdquo;3 per lo 0-60 orari. Altri riferimenti: 11&rdquo;5 da 0 a 160 km/h, 19&rdquo;1 da 0 a 200 km/h, in entrambi i casi potendo contare sull&#39;intera potenza del sistema ibrido. Alla voce consumi dichiara 3,4 litri/100 km nel ciclo combinato NEDC e 20,9 kWh nell&#39;impiego elettrico.  Porsche Panamera E-Hybrid, la prova: quando l&#39;elettrico conta  La dotazione di serie di Porsche Cayenne E-Hybrid comprende tanto il climatizzatore a controllo remoto, indipendente, quanto l&#39;assetto attivo PASM, a richiesta, invece, le barre antirollio attive. La presentazione della variante ibrida plug-in, in Italia offerta con un prezzo a partire da 93.402 euro (lancio sul mercato europeo a maggio) &egrave; l&#39;occasione per segnalare un aggiornamento degli accessori sull&#39;intera gamma Cayenne. Si spazia dall&#39;head up display a colori al parabrezza riscaldato, dai sedili massaggianti al Porsche InnoDrive con cruise control adattivo, fino al set di cerchi ultraleggeri da 22 pollici. 

Da maggio su strada, con prezzi da 93.402 euro, &nbsp;riprende l&#39;abbinamento tra il 3 litri benzina V6 e l&#39;unit&agrave; elettrica adottato dall&#39;ammiraglia

Porsche Cayenne E-Hybrid, plug-in formato Panamera

Sei e 47, sei e 56, sei e 57. Tre Porsche da meno di 7 minuti al Nurburgring e, l&#39;ordine, non &egrave; quello che si potrebbe facilmente immaginare. Porsche 918 Spyder per prima ha abbattuto il muro che &egrave; &ldquo;psicologico&rdquo; ma soprattutto prestazionale, sui 20,6 km della Nordschleife. Pochi mesi fa &egrave; toccato a Porsche 911 GT2 RS stampare un sensazionale 6&#39;47&rdquo;3, adesso &egrave; il turno della 911 GT3 RS, fresca di debutto al Salone di Ginevra con il suo boxer aspirato 4 litri da 520 cavalli. Quattro giri, due piloti al volante, il miglior tempo &egrave; arrivato in 6&#39;56&rdquo;4, gli altri con differenze quantificabili in pochi decimi, tutti i run sotto i 7 minuti.  Quel che colpisce maggiormente non &egrave; tanto il dato assoluto, quanto il miglioramento ottenuto rispetto alla precedente generazione di Porsche 911 GT3 RS. Sulla stessa pista, ha girato 24 secondi pi&ugrave; rapida, oltre 1&rdquo; di miglioramento al chilometro, ottenuto da un progetto che ha attinto a piene mani dall&#39;esperienza Porsche nelle competizioni, dalla GT3 R ad esempio.  A Lars Kern, pilota di sviluppo della casa di Stoccarda, si &egrave; alternato Kevin Estre, ufficiale Porsche motorsport, impegnato nel mondiale WEC alla guida di una 911 RSR; ha centrato il miglior tempo con una temperatura dell&#39;asfalto di 18&deg; C: &laquo;Questo giro &egrave; stata per me un&rsquo;esperienza sensazionale. In particolare sulle curve veloci e in frenata le prestazioni della GT3 RS sono incredibilmente simili a quelle dalla nostra GT3 R da gara. Questo lo si deve anche alla nuova generazione di pneumatici sviluppati per le sportive omologate da strada. Il propulsore della GT3 RS mi piace moltissimo. Arrivare fino a 9.000 giri al minuto con un sei cilindri &egrave; semplicemente fantastico. Il rombo fa sognare e la coppia motrice &egrave; fenomenale&raquo;.    Gomme dalle quali passa una fetta importante della prestazione e, per il tentativo, sono state impiegate delle Michelin Pilot Sport di serie: ancor pi&ugrave; grip promettono le Pilot Sport Cup 2 R, prossime di omologazione e disponibili per i clienti GT3 RS. 

Dopo 918 Spyder e 911 GT2 RS, tocca alla GT3 RS volare sui 20,6 km del Nurburgring. Gomme di serie per la sportiva spinta dal boxer aspirato 4 litri, risultata pi&ugrave; veloce della hypercar ibrida. A breve la prova di Auto al Ring

911 GT3 RS, terzo colpo al muro del Nurburgring

Si fa presto a dire fibra di carbonio. Mansory, che della lavorazione del materiale composito ne fa un&#39;opera seguita passo passo, dalla progettazione dei componenti alla realizzazione degli stampi, fino alla &ldquo;cottura&rdquo; nelle autoclavi, presenta un pacchetto di soluzioni pensato per Porsche 911 Turbo S. Ben 15 diverse trame possibili, non solo differenze nell&#39;intreccio delle pelli di carbonio, ma alternative nell&#39;impatto visivo della trama. In funzione delle applicazioni, delle esigenze di resistenza e rigidezza, variano le lavorazioni della fibra.  Il pacchetto sviluppato su Turbo S interessa il cofano anteriore, le cornici dei fari, quelle intorno alle prese di raffreddamento sul muso e laterali, proseguendo con lo splitter e le soglie sottoporta. Tutte visivamente con l&#39;effetto del carbonio forgiato, diverso dalle note maglie intrecciate pi&ugrave; o meno ravvicinate.  Uguale trattamento &egrave; riservato all&#39;ala posteriore, non solo in carbonio a vista ma pi&ugrave; ampia e con le estremit&agrave; ricurve verso il basso rispetto alla specifica di serie; le applicazioni intorno alle aperture sul paraurti e l&#39;inserto simil-diffusore completano l&#39;elaborazione esterna Mansory, alla quale abbinare interni che possono seguire il tema del materiale tecnico oppure ricorrere alla personalizzazione con svariate tipologie di pelle, anch&#39;essa lavorata direttamente dall&#39;azienda elvetica.  Porsche 911 Turbo S Exclusive, 607 cv di sartoria: la prova 

Un pacchetto di soluzioni in grado di ridurre il peso e firmare il look con l&#39;effetto della fibra di carbonio forgiata. Dall&#39;ideazione alla manifattura, il percorso &egrave; tutto interno all&#39;azienda

Porsche 911 Turbo S, abito forgiato Mansory

Porsche&nbsp;pare andr&agrave; molto oltre al pur ambizioso e dispendioso piano di elettrificazione&nbsp;a medio termine. Oltre ai sei miliardi prospettati solo a febbraio.  A rivelarlo non insider, ma il comandante in capo. Ovvero Oliver Blume, Ceo&nbsp;della Casa di Zuffenhausen. Le dichiarazioni sulla newsroom media ufficiale&nbsp;di Porsche, sono piuttosto chiare.  &nbsp;&ldquo;Azzarderei a prevedere che, dal 2030, le Porsche pi&ugrave; sportive avranno alimentazione elettrica. Forse, magari in quel momento&nbsp;anche la nostra auto pi&ugrave; iconica, la 911, sar&agrave; elettrica&rdquo;.  Di solito un Ceo non si avventura in proiezioni del genere. A meno di non avere prospettive abbastanza chiare. Blume ha parzialmente ritrattato dicendo &ldquo;Sar&agrave; impossibile fare a meno dei motori a combustione nel futuro prossimo. Ma non possiamo perdere l&rsquo;occasione di impegnarci a fondo nell&rsquo;elettromobilit&agrave;. Prima di lasciare benzina e Diesel, i prossimi dieci anni saranno caratterizzati dall&rsquo;uso parallelo dei motori a combustione e delle alimentazioni alternative&rdquo;. Fiducia cieca, o quasi, nel progresso delle batterie quindi. 

Previsioni nette e ufficiali di Oliver Blume, Ceo&nbsp;della Casa di Zuffenhausen

Svolta Porsche: dal&nbsp;2030 solo elettriche.&nbsp;Ma piacer&agrave;?

Il fascino &egrave; senza tempo, poco importa che venga reinterpretata in chiave moderna, infarcita di materiali compositi, di cavalli, di appendici aerodinamiche evidenti. Il mito Porsche 911 si apprezza anche nelle forme di una RS del 1973, restaurata da Makellos Classics. Non una RS pura, piuttosto, un abbinamento di componenti diversi per estrazione, migliorie apprezzabili, per un modello riletto dall&#39;azienda californiana.  Il motore 2.7 litri boxer 6 cilindri sviluppava, nel 1972 del debutto di Porsche 911 RS, 210 cavalli, abbinati a una massa inferiore alla tonnellata,alla quale contribuivano i lamierati assottigliati, il cofano e le portiere in alluminio. Il particolare pi&ugrave; in vista, all&#39;esterno, nella coda d&#39;anatra accentuata. Makellos Classic conserva invariato il look, non senza l&#39;adozione del paraurti anteriore della 911 S, frontale che, per esigenze di omologazione negli States, caratterizzava le 911 esportate per l&#39;impiego di una struttura d&#39;assorbimento degli urti differente dalle specifiche europee.   Il restauro della RS, ribattezzata Hot Rod, registra il rifacimento della trasmissione manuale, l&#39;adozione di un differenziale posteriore a slittamento limitato e di una leva del cambio a corsa corta. Dettagli che si abbinano a sospensioni modificate, con ammortizzatori Koni, barre antirollio e boccole pi&ugrave; rigide. I quattro freni a disco sono tutti forati, dietro cerchi Fuchs, mentre a bordo l&#39;unica concessione alla modernit&agrave; &egrave; in uno stereo dal look vintage ma il minimo tecnologico della connessione Bluetooth, oltre all&#39;adozione di nuovi sedili a guscio.  Per i nostalgici, telefonare Makellos Classics ore pasti.  &nbsp; 

Il restauro di Makellos Classics non stravolge l&#39;essenza di 911 RS, se non per alcune migliorie secondarie. Il fascino della sportivit&agrave; light con &quot;appena&quot; 210 cavalli

Porsche 911 RS Hot Rod, nostalgia canaglia anni &#39;70

Settant&#39;anni dalla produzione del primo modello, il prossimo giugno per Porsche. Omaggia il passato, lo ripropone con istantanee reali, dal vivo a Berlino, sede della mostra che traghetter&agrave; verso l&#39;anniversario dell&#39;8 giugno. La 356-01 delle origini, 1948, per individuare il punto di partenza - la fondazione del marchio, invece, risale al 1931 - un programma serrato di novit&agrave; all&#39;orizzonte per indicare la via futura. Supportata da investimenti raddoppiati, dai 3 miliardi di euro ai 6 che verranno impegnati procedendo verso il 2022, accelerando su temi chiave qual &egrave; l&#39;elettrificazione della gamma attuale e marcando il debutto nel mondo totalmente elettrico.  I fronti aperti sono molteplici, dal lancio sul mercato di Porsche Mission E, prestazionale berlina elettrica, sviluppata su un pianale ad hoc, J1, all&#39;espansione dell&#39;offerta Cayenne con la variante ibrida. Senza dimenticare il prossimo capitolo del racconto Porsche 911, per procedere, ancora toccando il tasto della gamma elettrica, con le derivazioni coup&eacute; e cabrio di Mission E per le quali sono stati stanziati 500 milioni di euro, tra i 6 miliardi di investimenti. La sfida della sportivit&agrave; alimentata a batterie passer&agrave; anche da una nuova architettura, sviluppata congiuntamente ad Audi, ribattezzata PPE &ndash; Premium Platform Electric, che vedr&agrave; il debutto a fine 2021 con i primi modelli.  Se appaiono orizzonti lontani, di fatto un medio periodo, quanto anticipato con Parigi sullo sfondo ha il sapore della visione di lungo termine. Dal Porsche Style alla realizzazione di modelli in scala 1:3, suggerimenti su stilemi forse in arrivo e richiami al glorioso passato.  E&#39; uno sguardo ben oltre l&#39;orizzonte della concretezza relativa, delle show car con un ciclo di trasformazione in prodotto di serie tra i 2 e i 4 anni. Con Porsche Model 90X, Model Opulence, Model Supercar e Model Thesis la proiezione va oltre. Esercizi di stile, nient&#39;altro. Dalla Opulence, gli indizi forse pi&ugrave; realistici di un progetto di berlina elettrica futura. Model 90X, invece, &egrave; un richiamo alle forme dei prototipi da corsa, il frontale basso tra gli archi passaruota sembra richiamare la 917, il posteriore riprende 918 Spyder. Model Supercar, invece, si segnala per la particolarit&agrave; del corpo vettura scavato tra gli assi: a met&agrave; tra hypercar e jet, l&#39;impatto visivo. Infine, Porsche Model Thesis, con alla base l&#39;idea di una connessione diretta tra abitacolo e ambiente urbano, realizzata mediante vetrature ampie, pannelli delle portiere compresi. I quattro concept di design sono stati fotografati da Eric Otto, maestro della fotografia su auto in scala.   

Quattro modelli in scala, esercizi di design, offrono una visione sul lungo periodo. L&#39;attualit&agrave; e il futuro prossimo, invece, tra Mission E, Cayenne ibrida e nuova 911

Porsche Style, futurismo in miniatura

Mission E, la quattro porte elettrica di Porsche arriver&agrave; sul mercato tra un anno. Per toccarla con mano e vederla su strada bisogner&agrave; aspettare. Ma a Zuffenhausen&nbsp;assieme a Google hanno trovato un modo per stuzzicare i curiosi. E dare anche qualche informazione in pi&ugrave;.  Mission E Augmented Reality &egrave; una app che anticipa il 2019: su Google Play a Apple Store, ovviamente per Android e iOS si potranno scaricare gratuitamente a breve. Una piccolo antipasto di una delle vetture pi&ugrave; attese degli ultimi anni.  Kjell Gruner,&nbsp;vicepresidente marketing Porsche, racconta come si potr&agrave; avere un&#39;anticipazione del modello. &quot;Mission E Augmented Reality offrir&agrave; un assaggio virtuale agli appassionati della nostra prima sportiva al 100% elettrica.&nbsp;La tecnologia della realt&agrave; aumentata ci offre il modo di rappresentare i complessi aspetti tecnici della vettura in maniera chiara ed emotiva. E&rsquo; importante che i nostri clienti si possano immergere nella tecnologia di domani condividendone con entusiasmo ogni passaggio, in ogni luogo e in ogni momento.&quot; 

Arriver&agrave; su strada tra un anno, per ora la si pu&ograve; vedere sul telefono grazie a un app sviluppata in collaborazione con Google

Porsche Mission E sullo smartphone con la realt&agrave; aumentata

La MissionE elettrica di Posche inizier&agrave; nel 2019 dalla berlina sportiva quattro porte, il progetto su piattaforma J1. Primo passo di un cammino che incontrer&agrave; altre tappe, immaginate nelle caratteristiche di massima. L&#39;architettura dedicata ai powertrain elettrici si presta a pi&ugrave; declinazioni di carrozzeria e sul tavolo del responsabile dello sviluppo dei veicoli elettrici Porsche, Stefan Weckbach, un modello due porte e una convertibile non sono da escludere. Attenzione: coup&eacute; due porte elettrica non vuol dire assolutamente 911 elettrica. Il modello icona a Stoccarda potr&agrave; percorrere la strada dell&#39;elettrificazione con la generazione 992 e solo in una fase successiva al lancio.  I muletti di Mission E continuano a macinare chilometri su chilometri nelle condizioni meteo pi&ugrave; difficili, test che risultano ancor pi&ugrave; importanti quando si parla di vetture elettriche, per la verifica delle condizioni operative ideali dei pacchi batterie. Il design della berlina resta strettamente legato al concept, al netto degli ovvi adeguamenti, per l&#39;industrializzazione e il rispetto delle normative: leggi, specchietti tradizionali al posto delle telecamere.  Dalla piattaforma J1, sviluppata appositamente per le Porsche elettriche, si sono ottenute le caratteristiche fondamentali per trasmettere le sensazioni di una vera Porsche, in termini di dinamica di marcia trasversale e longitudinale, anche se alimentata a batterie. Rispetto al pianale impiegato all&#39;interno del gruppo Volkswagen da Audi, che sfocer&agrave; nel suv e-tron - destinato a produrre sinergie con Porsche solo sul medio periodo -, il pacco batterie risulta installato in una posizione pi&ugrave; bassa, come differenti si annunciano le specifiche di motori elettrici impiegati. Per una berlina votata alla prestazione, la necessit&agrave; di garantire ripetutamente performance elevate si lega direttamente&nbsp;alla gestione termica del powertrain e ha portato alla scelta di motori a magneti permanenti. Wechback che non si &egrave; fatto sfuggire una frecciata alla concorrenza, indirettamente individuata in Tesla, fulmine in grado di abbattere ampiamente il muro dei 3&quot; nello scatto da zero a cento orari: &laquo;Ma solo due volte, al terzo tentativo fallir&agrave;, con il sistema strapazzato. Chi guider&agrave; una Porsche non dovr&agrave; preoccuparsi, non accadr&agrave; nulla di tutto ci&ograve;. La Mission E offrir&agrave; prestazioni riproducibili e una velocit&agrave; massima che potr&agrave; essere mantenuta a lungo. Non &egrave; tutto, la dinamica longitudinale e trasversale sar&agrave; tipica di una Porsche e rappresenta un vera gioia per ogni guidatore&raquo;.  Se la berlina sportiva che arriver&agrave; su strada dalla Mission E &ndash; difficilmente manterr&agrave; il nome del concept, il modello di serie &ndash; fa affidamento su due unit&agrave; installate sugli assi, Weckbach prospetta come probabile l&#39;offerta di versioni con un singolo motore e due ruote motrici, posteriori ovviamente. Un vantaggio per il peso evidente (Mission E di serie risulter&agrave; grossomodo pesante quanto una Panamera), tuttavia, da abbinare alla necessit&agrave; di un recupero d&#39;energia che sia altrettanto efficiente. 

Il primo modello ad arrivare sul mercato sar&agrave; la sportiva berlina quattro porte, ma&nbsp;la piattaforma J1 consentir&agrave; consente enormi sviluppi

Porsche, l&#39;elettrico oltre Mission E: gi&agrave; al lavoro sulle varianti coup&eacute; e cabrio

Riavvolge il nastro del tempo, RUF. Un anno fa, CTR per tornare indietro di 30 anni, alla Yellow Bird. Oggi, RUF SCR evoluta. Progetto 2018 che debutta in scena a 40 anni di distanza dalla prima interpretazione, a sua volta introdotta poggiando sulla piattaforma offerta da Porsche 911 SC nel 1977. I canoni classici della 911 immutati, da gustare con i tocchi di modernit&agrave; offerti dalle luci a led, la costruzione in fibra di carbonio ma, soprattutto, il sound del boxer 6 cilindri aspirato. Cos&igrave; al Salone di Ginevra.    Il presente, quello destinato a rappresentare il canto del cigno del boxer aspirato in casa 911, &egrave; interpretato da Porsche con la GT3 RS, prima mondiale in terra elvetica. Uguale cubatura adotta il sei cilindri installato al retrotreno di RUF SCR, alloggiato in un telaio con elementi in alluminio ancorati alla vasca monoscocca in fibra di carbonio che &egrave; cellula abitacolo, con l&#39;integrazione di un rollbar tubolare. Carrozzeria interamente in carbonio, come la SCR del 1978 &egrave; la fascia paraurti anteriore a dettare le differenze estetiche principali, nei condotti di raffreddamento dell&#39;impianto frenante. Le maniglie a filo con la carrozzeria, la coda con doppi terminali di scarico ovali, i grandi cerchi in lega, altri particolari che catturano l&#39;attenzione.  Porsche 911, prima visione sul progetto 992  Poi c&#39;&egrave; la sostanza, fatta dei 510 cavalli e 470 Nm espressi dal sei cilindri 4 litri, esuberanza assicurata tanto pi&ugrave; se il dato si legge abbinato ai 1.250 kg di massa complessiva. Il rigore old style impone la fedelt&agrave; al cambio manuale 6 marce, a coprire un allungo fino ai 320 km/h, punta velocistica massima di SCR. Pregiate sono anche le sospensioni, schema identico sui due assi: triangoli sovrapposti con puntone ad azionare gli ammortizzatori posti orizzontalmente. 

La nuova interpretazione di RUF del progetto SCR 2018 parte da motore da 4 litri. Tanta fibra di carbonio e prestazioni da supercar agile nel vestito anni Settanta

RUF SCR, 40 anni dopo sempre fedele al boxer aspirato

Diesel, non tutto &egrave; perduto. La stretta delle ultime settimane pareva da ko. Ma qualcosa ancora si muove. Al momento, con l&rsquo;uscita di scena di Macan a gasolio, non ci sono Porsche con questa alimentazione in produzione. Ma torneranno. Di sicuro sui SUV di Zuffenhausen.  Lo ha confermato Detlev von Platen, membro del board esecutivo della casa e capo vendite e marketing. Le sue parole ad Automotive News sono state piuttosto chiare. &ldquo;Non abbiamo detto che stiamo abbandonando il Diesel. Al momento i nostri piani prevedono motori a gasolio per Cayenne e probabilmente anche per Macan. Per gli sport utility vehicle il Diesel ha senso quando i clienti chiedono autonomia e coppia.&rdquo;  Parole abbastanza chiare. Per Cayenne, giunta alla nuova generazione, il V6 di 3 litri Diesel dovrebbe essere disponibile entro il 2018. Poco dopo la versione ibrida plug-in. E tempi non molto diversi dovrebbe avere la versione di Macan. Von Platen non ha negato che le ibride plug-in stanno assurgendo a grandi protagoniste. &ldquo;C&rsquo;&egrave; una grossa domanda per questo powertrain. Specialmente da quando l&rsquo;autonomia solo elettrica &egrave; arrivata a 50 chilometri.&rdquo; D&#39;uopo ribadire che Porsche sta puntando moltissimo sull&#39;elettrificazione.  La Casa tedesca ha annunciato di duplicare i suoi investimenti entro il 2022 per la gamma elettrificata. Per un totale di 6 miliardi di euro. La punta di diamante sar&agrave;&nbsp;la berlina sportiva elettrica Mission E, con un investimento di&nbsp;500 milioni di euro. Ma serviranno anche un&nbsp;miliardo di euro per elettrificare la gamma attuale e&nbsp;700 milioni di euro&nbsp;per&nbsp;potenziare infrastutture adeguate&nbsp;e per la smart mobility. 

Versioni a gasolio per i SUV medio e grande: &quot;I clienti chiedono autonomia di viaggio e coppia&quot;

Porsche

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