Un po&#39; come accade a ridosso del lancio dell&#39;ultimo capitolo di una saga cinematografica da leggenda, a ripercorrere le origini, cos&igrave; Mini&nbsp;introduce a New York un esemplare unico a 12 mesi da una prima volta che sar&agrave; storica per il marchio: l&#39;arrivo dell&#39;elettrica a batterie. Una MINI Cooper restaurata magistralmente non avrebbe niente di speciale: rossa, bande bianche sul cofano, fanaleria supplementare degno omaggio ai trascorsi rallystici, gli iconici cerchi. Un dettaglio tradisce la novit&agrave;, di quello che &egrave; ovviamente un pezzo unico, irripetibile. Quel logo giallo che non c&#39;era nei Sixties. Anni di Un Colpo all&#39;italiana (1969), poi The Italian Job (2003) nel revival moderno: ecco, cambia anche la cornice, inedita New York sullo sfondo. La E stilizzata del logo &egrave; anche una spina, alla quale collegare la Cooper elettrica per fare il pieno.    L&#39;esemplare d&#39;epoca, convertito alla trazione elettrica, fa da perfetto traino tra il primo tassello che ha scritto la storia del marchio e il futuro oramai alle porte. Non &egrave; un caso che venga introdotto a New York il resturo alimentato a batteria. Gli USA, al pari dei paesi nordici in Europa, si prospettano essere le due aree sulle quali trovare terreno pi&ugrave; fertile per la diffusione del verbo elettrico. Mobilit&agrave; sostenibile che si legge s&igrave; come progetto a zero emissioni, ma anche nella pi&ugrave; ampia visione di flotte destinate al car sharing.  La proverbiale leggerezza Mini&nbsp;delle origini, scelta per essere abbinata alla propulsione elettrica. Le caratteristiche di guida, il go-kart feeling da preservare anche nel passaggio ad altri schemi tecnici. Riuscire nell&#39;impresa vorr&agrave; dire fare ampio ricorso a materiali leggeri sulla MINI a batterie che verr&agrave;, sviluppata partendo dal progetto Cooper 3 porte.  Corsi e ricorsi storici, per dire come 10 anni fa arrivava sulla scena il primo concept di Mini&nbsp;E, 600 veicoli composero la flotta che port&ograve; dati, chilometri e conoscenze poi sfociate nel progetto BMW i3. Quella Mini&nbsp;venne proposta, al tempo, in prova a privati proprio nell&#39;area di New York, oltre che a Los Angeles.&nbsp;  Strada verso la commercializzazione di Mini&nbsp;elettrica che segue un processo di elettrificazione del marchio avviato con la Cooper S E Countryman ALL4 (leggi la prova su strada). 

A meno di un anno dal debutto della nuova Mini a zero emissioni, il marchio presenta un esemplare unico, che abbina la storia alla novit&agrave; della propulsione a batterie

Mini, a New York c&#39;&egrave; The Italian Job in salsa elettrica

Tra funzionalit&agrave; ed estetica, tra un&#39;illuminazione adattiva con tecnologia Matrix led e il vezzo dei fari posteriori a replicare la Union Jack. Sono due delle novit&agrave; introdotte dal restyling 2018 di MINI, sull&#39;offerta con carrozzeria 3 e 5 porte, affiancate dalla Cabrio. Le principali per quel che riguarda l&#39;esterno, pure arricchito dalla possibilit&agrave; di sostituire le cromature con elementi color Piano Black, a richiesta, oppure, la proiezione del logo MINI sull&#39;asfalto da un led integrato nelle calotte degli specchietti. Tre colori di carrozzeria extra, tutti metallizzati: Emerald Grey, Starlight Blue e Solaris Orange. Maggior variet&agrave; nello stile dei cerchi in lega e delle proposte di rivestimenti in pelle all&#39;interno, oltre a portare al debutto il nuovo logo MINI.  La sostanza del restyling, per&ograve;, passa altrove. Dai proiettori a led, optional, poich&eacute; di partenza verranno offerte lampade alogene con portalampada nero. Cambia la grafica dell&#39;anello luminoso, adesso c&#39;&egrave; la chiusura perfetta del cerchio, rispetto alla porzione aperta in basso della MINI fino a oggi sul mercato. Le luci a led Matrix con tecnologia adattiva sugli abbaglianti &ndash; oltre i 70 km/h &ndash; rappresentano un sostanziale miglioramento, perch&eacute; completi della funzione anti-accecamento, gestita dalla telecamera frontale, in grado di escludere selettivamente le aree (quattro, separate orizzontalmente) nelle quali &egrave; scomposto il proiettore. Massima luminosit&agrave; senza disturbare gli altri automobilisti. In funzione del percorso affrontato &ndash; citt&agrave; o autostrada &ndash; come delle condizioni di visibilit&agrave;, le luci a led adattive regolano l&#39;intensit&agrave; e il fascio luminoso.  Altri accorgimenti degni di nota hanno interessato i propulsori. L&#39;1,5 litri benzina installato su MINI One First (75 cavalli) e MINI One (102 cavalli), guadagna 10 Nm di coppia, adesso a 160 e 190 Nm rispettivamente. Ottimizzazioni che riguardano una pressione del carburante incrementata a 350 bar dai precedenti 200 sulle unit&agrave; benzina, mentre i diesel salgono a 2.200 bar nel caso di MINI One D e 2.500 bar su MINI Cooper SD, di serie con il cambio automatico Steptronic 8 marce (optional le palette al volante).  Al manuale 6 marce si affianca, a richiesta, il doppia frizione Steptronic 7 marce, abbinato a MINI One, Cooper, Cooper S e Cooper D. Detto della nuova copertura del motore, realizzata in CFRP e delle modifiche alle palette del turbocompressore, migliorate nella resistenza alle alte temperature, MINI 2018 riscrive in parte gli interni, nelle finiture, nella Union Jack proposta sulla plancia, nel volante multifunzione adesso di serie, come l&#39;impianto di infotainment radio a colori da 6,5 pollici, completo di presa USB e connettivit&agrave; Bluetooth. A richiesta, invece, l&#39;infotainment touchscreen in versione radio o con navigatore satellitare. Debutta l&#39;optional della ricarica induttiva dello smartphone.  Infine, accanto al coasting in modalit&agrave; di guida MID o GREEN, l&#39;intervento dello start&amp;stop risulta ottimizzato dall&#39;incrocio dei dati del navigatore satellitare e della telecamera anteriore, cos&igrave; da spegnere il propulsore solo nei frangenti nei quali &egrave; effettivamente utile per le condizioni di traffico e del percorso. 

Il restyling 2018 coinvolge MINI berlina e cabrio. Novit&agrave; sui motori, pi&ugrave; coppia sulle versioni One benzina; i fari adattivi con led Matrix affiancano una grafica delle luci diversa e con la Union Jack in coda

MINI, leggeri ritocchi in stile British

Pi&ugrave; brio sulle Mini, rispettando la caratteristica storica del modello, ma con uno strumento moderno. Arriva il cambio a doppia frizione, per dare pi&ugrave; rapidit&agrave;, efficienza e divertimento. E&#39; lo Steptronic a sette marce,che per il momento sar&agrave; disponibile su alcune versioni della MINI 3 porte, 5 porte e Cabrio. Nello specifico negli allestimenti&nbsp;ONE e&nbsp;Cooper D. In gamma MINI quindi tiene quattro cambi in gamma:&nbsp;6 marce manuale, automatico 6 marce, automatico a 8 marce e il nuovo doppia frizione a 7 rapporti.  A voler fare subito un appunto, positivo, per chi guida d&#39;attacco, plaudiamo la scelta, non abituale ma logica, di aver messo sulla leva del cambio il&nbsp;&quot;pi&ugrave;&quot; indietro e il &quot;meno&quot;&nbsp;in&nbsp;avanti, in linea con l&#39;istinto di molti automobilisti.  Il nuovo doppia frizione a sette rapporti va sostituire l&#39;automatico a sei marce&nbsp;con convertitore di coppia. Promettendo tempi di passaggio inferiori fra una marcia e l&rsquo;altra. Non &egrave; (solo) un rapporto in pi&ugrave; a fare la differenza (promette infatti migliori prestazioni e consumi pi&ugrave; bassi), ma sono stati ripresi anche alcune caratteristiche positive della trasmissione precedente. Ad esempio il&nbsp;crawl che sempre molto comodo nelle manovre strette, permettendo di avanzare un poco la MINI quando si rilascia il freno. E&#39; presente volano bimassa utile a ridurre&nbsp;le vibrazioni e a favorire un comfort acustico migliore. Tecnicamente &egrave; formato da&nbsp;due gruppi di ingranaggi che gestiscono le marce pari e dispari. Ogni albero ha una&nbsp;frizione a bagno d&#39;olio distinta. Come noto, questo sistema permette di accorciare i tempi di cambiata e di rendere le accelerazione pi&ugrave; progressive.  Un cambio intelligente. Lo&nbsp;Steptronic a sette marce lavora in sinergia con la&nbsp;funzione Start&amp;Stop del motore. Esteticamente &egrave; pi&ugrave; sportivo: la&nbsp;leva di comando &egrave; pi&ugrave; compatta e torna nella posizione originaria dopo aver scelto la modalit&agrave;. C&#39;&egrave; una modalit&agrave; per la guida sportiva e pu&ograve; essere usato come sequenziale, sempre &quot;chiamando&quot; la funzione dalla leva. 

La nuova trasmissione a sette marce inizialmente andr&agrave; solo su alcuni allestimenti: la Mini tiene in gamma due automatici, un manuale e un DCT

Mini, divertimento maxi con il cambio a doppia frizione

Vivacit&agrave; da John Cooper Works, con il pacchetto di interventi MINI su Cooper S e Cooper S ALL4. Arriva al SEMA 2017 il JCW Tuning Kit, negli USA in vendita dal prossimo gennaio a 1.950 dollari (1.700 euro), e interviene introducendo una centralina elaborata e una linea di scarico in acciaio, con tanto di valvole a controllo remoto &ndash; via Bluetooth &ndash; legate a due modalit&agrave; di guida: Sport per l&rsquo;impiego su strada, Sport+ rivolto alla pista, causa voce che si fa pi&ugrave; alta e incompatibile con le norme del Codice della strada.&nbsp;  Il kit potr&agrave; applicarsi tanto a MINI Cooper S quanto a Clubman Cooper S (leggi la prova su strada) e Countryman. Il 2 litri Twin Power Turbo incrementa cavalli e coppia, dai 192 cavalli di serie si passa a 210 cavalli e&nbsp;dai 280 Nm a 1.250 giri/min ai 300 Nm a 1.350 giri/min. Incrementi sostanziali per le Cooper S, uno step a met&agrave; strada dalla JCW &ldquo;vera&rdquo;, forte di 231 cavalli e 320 Nm.  MINI John Cooper Works, la prova  Centralina a parte, lo scarico in acciaio potr&agrave; completarsi con terminali dalle cover in carbonio o JCW Chrome.  La seconda proposta MINI al SEMA &egrave; l&rsquo;edizione speciale Ice Blue, sempre su base Cooper S tre porte. Colorazione speciale, tinta carrozzeria blu ghiaccio con inserti arancioni, molto Gulf style. Cerchi con razze in nero lucido e coprimozzo arancione. A bordo, MINI Connected di serie.  LA GAMMA MINI E IL LISTINO PREZZI 

Il JCW Tuning Kit sostituisce la centralina elettronica e lo scarico, il motore guadagna 18 cavalli e 20 Nm di coppia. Novit&agrave; MINI Ice Blue Special Edition

MINI, al SEMA la Cooper S per sentire un po&#39; di JCW

Mini John Cooper Works GP Concept, al Salone di Francoforte ci sar&agrave; la quintessenza del Marchio. Un prototipo, realizzato per celebrare le vittorie al rally di Montecarlo, dedicato esclusivamente al piacere della guida sportiva. Una visione di una versione dedicata alle gare. Col numero 0059 che evoca il 1959, l&rsquo;anno in nacque la piccola e dinamica enfant terrible britannica.  Di carne al fuoco ce n&rsquo;&egrave; parecchia, anche se al momento non &egrave; stato rivelato nulla riguardo powertrain e prestazioni. Al Salone tedesco far&agrave; coppia con la   Una Mini davvero racing, dotata di un abitacolo con rollbar e numerosi dettagli corsaioli. Come l&rsquo;head up display e la ricerca del massima leggerezza. Sedili in carbonio, con cinture a cinque punti e pannelli porta realizzati in stampa 3D. Un concentrato di tecnologia votata alla prestazione e alla leggerezza.   

Il prototipo esprime la sublimazione del concetto di sportivit&agrave; per l&#39;iconico modello

Mini John Cooper Works GP Concept, omaggio alle corse

Dopo la prima MINI ibrida, la Cooper S E Countryman, sar&agrave; nel 2019 che accoglieremo la prima MINI elettrica a batterie. Toccher&agrave; alla variante 3 porte il battesimo delle zero emissioni, passo verso un futuro che, dalla prossima generazione, grazie a una nuova architettura, permetter&agrave; l&#39;espansione dell&#39;offerta ad altri modelli. ll gruppo motore-trasmissione verr&agrave; realizzato in Germania mentre l&#39;installazione in vettura avverr&agrave; nell&#39;impianto MINI di Oxford.&nbsp;  Saranno gli impianti tedeschi di Landshut e Dingolfing a fornire il powertrain della MINI elettrica, Dingolfing oggi fabbrica dalla quale escono, tra le altre, le versioni plug-in hybrid di Serie 5 e Serie 7. Se il passo di una MINI full electric &egrave; il pi&ugrave; ardito e proiettato in avanti, il Gruppo BMW ha annunciato come oggi tutti i modelli della propria gamma siano elettrificabili, ovvero, si possa ricorrere a soluzioni varie di assistenza al motore termico, fino alla completa conversione in elettriche pure a batteria.&nbsp;  Secondo le stime BMW, nel 2025 il volume di vendita di veicoli elettrificati varr&agrave; per il gruppo tra il 15 e il 25% del totale. Stime influenzabili, ovviamente, dagli sviluppi normativi, dalla disponibilit&agrave; di stazioni di ricarica e dagli incentivi all&#39;acquisto, scenari fortemente variabili tra un mercato e l&#39;altro, anche nel medesimo continente. L&#39;obiettivo &egrave; di rispondere presente alla sfida su pi&ugrave; campi. Coprire l&#39;intera gamma di soluzioni, dalle classiche vetture con motore termico, alle soluzioni plug-in hybrid, fino alle elettriche; per questo, in futuro, gli impianti BMW verranno adattati per la realizzazione sulla medesima linea di montaggio di pi&ugrave; varianti diversissime nella tecnica.&nbsp;  Volvo: dal 2019 solo auto elettrificate  Altri due appuntamenti seguiranno il lancio della MINI elettrica 3 porte nel 2019: nel 2020 sar&agrave; la volta della BMW X3 full electric, poi toccher&agrave; alla nuova generazione di elettriche BMW i, con la BMW iNEXT nel 2021.&nbsp;  LA GAMMA MINI E IL LISTINO PREZZI 

Il Gruppo BMW traccia i piani futuri per l&#39;elettrificazione, dalla MINI elettrica alla futura architettura che permetter&agrave; la trasformazione di altri modelli in full electric

BMW: nel 2019 la prima MINI elettrica

La Cooper S E Countryman All4 ibrida &egrave; ora disponibile sul mercato italiano a prezzi compresi tra 38.050 e 41.300 euro, identici a quelli della Cooper SD All4 a gasolio, che pi&ugrave; veloce ma meno scattante e ben pi&ugrave; assetata di carburante (almeno secondo i dati ufficiali che, per&ograve;, vanno presi con le pinze).&nbsp;  La Countryman bimotore ha dalla sua parte anche una straordinaria flessibilit&agrave; di utilizzo, perch&eacute; le varie combinazioni di funzionamento tra il 1.500 tre cilindri turbobenzina da 136 CV che aziona le ruote anteriori e l&rsquo;elettrico posteriore da 65 kW (88 CV) collegato al retrotreno permettono, secondo le circostanze, di massimizzare il funzionamento elettrico (raggiungendo anche i 125 km/h), di scegliere un lavoro pi&ugrave; sinergico (in tal caso si arriva a 80 km/h &ldquo;elettrici&rdquo;) oppure di salvaguardare la carica degli accumulatori ed, eventualmente, anche di rifornirli in movimento.  La batteria pu&ograve; essere caricata da zero in poco pi&ugrave; di tre ore da una normale presa domestica o anche in un tempo minore se si utilizzano le colonnine pubbliche o un wallbox. Con un pieno di energia, comunque, questa Countryman promette una quarantina di km autonomia a &ldquo;zero emissioni&rdquo;. Quando si sfrutta tutta la potenza disponibile, l&rsquo;auto stupisce per la spinta davvero energica fin dai regimi bassissimi e non sembra affatto che la &ldquo;power unit&rdquo; debba portarsi appresso oltre 1.700 kg, mentre se non si d&agrave; fondo al gas la marcia &egrave; fluidissima, perch&eacute; il motore elettrico omogeneizza l&rsquo;erogazione e toglie lavoro alla trasmissione automatica con convertitore a sei rapporti, e spesso anche decisamente silenziosa, dal momento che sono frequentissime le occasioni nelle quali ci si muove a motore termico spento.  Gli effetti del peso elevato e del baricentro arretrato nel misto stretto si traducono in una maggiore inerzia nei cambi di direzione, soprattutto nella parte posteriore, ma l&rsquo;assetto saldo e lo sterzo tradizionalmente pronto permettono di divertirsi - e anche di esagerare un po&rsquo; - senza forzare la natura dell&rsquo;auto, ma non bisogna aver la pretesa di emulare la John Cooper Works anche se, sulla carta, la differenza di potenza sembra risibile. 

Con 224 CV totali, quasi 200 km/h e 6&rdquo;8 sullo 0-100 ha un temperamento sorprendentemente vivace e anche 42 km di autonomia elettrica

Mini Cooper S E Countryman ALL4, ecco come va l&#39;ibrida plug-in

        La gamma della Mini Countryman si allarga dal basso. A luglio infatti arriveranno&nbsp;le due versioni entry level One e One D. Ma su tutta la gamma arriveranno aggiornament dedicati al design, alle funzionalit&agrave; e all&rsquo;infotainment. Ovvero un pannello strumenti sviluppato con un nuovo design per la visione notturna e un display del livello carburante che offre maggiore precisione. Ottimizzata la funzionalit&agrave; di Mini Driving Modes e del Mini Head-Up-Display. Su Clubman e Countryman ci sar&agrave; la compatibilit&agrave; Apple CarPlay, mentre l&rsquo;Attention Assistant sar&agrave; disponibile in futuro anche per le 3 porte, le 5 porte e per le Cabrio. Le Mini Countryman&nbsp;One e la One D hanno entrambe un tre cilindri di 1,5 litri. Ovviamente un benzina e un diesel. Il primo&nbsp;unisce la turbocompressione e l&rsquo;iniezione diretta della benzina a un controllo variabile dell&rsquo;albero a camme. La potenza massima &egrave; di 102 cavalli, con la trasmissione manuale a 6 velocit&agrave; di serie accelera in 11,8 secondi da zero a 100 km/h. La velocit&agrave; massima &egrave; di 180 km/h. I consumi medi di carburante si fermano a 5,8-5,5 litri/100 km. Il motore a gasolio ha un turbocompressore con geometria variabile dell&rsquo;alimentazione e un&rsquo;iniezione diretta common rail, con iniettori delle valvole a magnete che generano una pressione massima di 2000 bar. La potenza &egrave; di 116 cavalli, l&rsquo;accelerazione 0-100 km/h si compie in 10&Prime;9, la velocit&agrave; massima &egrave; di 190 km/h e il consumo medio di 4,3/4,1 litri di carburante per 100 km. Adatti a una guida elastica, ma tranquilla.       

A luglio&nbsp;su tutta la gamma arriveranno anche aggiornamenti dedicati al design, alle funzionalit&agrave; e all'infotainment

Mini Countryman, per l'estate arrivano la One e la One D

MINI Cooper S E Countryman ALL4, ecco la prima ibrida della storia MINI. Capace di 224 cavalli totali e 385 Nm di coppia&nbsp;e con un prezzo di listino che parte da 37.350 euro. Il powertrain &egrave; composto dal&nbsp;motore tre cilindri turbo benzina di 1.5 litri da 136 cavalli e 220 Nm di coppia e dal propulsore elettrico da 88 cv e 165 Nm.&nbsp;  Il benzina regala potenza all&#39;asse anteriore, con il cambio automatico a sei marce. Il secondo al posteriore con trasmissione a rapporto singolo. Ecco quindi la ALL4, la trazione integrale.&nbsp;  Si tratta di una plug-in, quindi capace di percorrere fino a 42 km solo elettrica (le batterie sono da&nbsp;7,6 kWh) e capace di consumi ridotti a 2,1 litri/100 km. Ovvero una percorrenza teorica di quasi 50 km/litro.  Le prestazioni sono elevate, ma meno di quanto ci si aspetterebbe: il peso gioca a sfavore. Comunque notevole l&#39;accelerazione da 0 a 100 km/h in 6&quot;8, mentre la velocit&agrave; massima &egrave; di 198 km/h.  Sono tre le&nbsp;modalit&agrave; di guida: Auto eDrive, Max eDrive e Save Battery. Nella prima il propulsore elettrico lavora da solo fino ad 80 km/h, nella seconda fino a 125 km/h. Con Save Battery lavora anche il tre cilindri ricaricando le batterie. Ovviamente quando si chiede la massima potenza, lavorano sempre entrambe.    &nbsp; 

224 cavalli totali, prezzo a partire da 37.350 euro

MINI Cooper S E Countryman ALL4, la prima ibrida della famiglia

Per amanti dell&#39;avventura, per quanti alla &quot;solita&quot; tenda da piantare in terra preferiscono trascorrere la notte a due metri o poco meno d&#39;altezza. Quelli del tetto di nuova MINI Countryman, che si trasforma in funzionale soluzione per dormire con la tenda da tetto Autohome Maggiolina. L&#39;azienda italiana ha sviluppato una proposta leggera e pratica installabile sulla Countryman. In 58 kg - tanto pesa la Maggiolina - si avr&agrave; spazio per un letto da 210 centimetri di lunghezza per 130 di larghezza (le soluzioni domestiche pi&ugrave; compatte raggiungono i 140 centimetri con il letto alla francese), completato da un perimetro in tessuto resistente e traspirante Airtex, un &quot;tetto&quot; e una base in fibra di vetro con isolamento termico e acustico.  L&#39;installazione poggia sulle barre longitudinali offerte di serie con Countryman, da completare con le barre portatutto optional. Il sistema Autohome si aggancia a quest&#39;ultime e nella configurazione chiusa occupa poco pi&ugrave; di 30 centimetri in altezza, dal profilo aerodinamico. L&#39;apertura avviene rilasciando i lacci di sicurezza, autonomamente grazie alle quattro molle a gas che sollevano la porzione superiore del guscio e la portano a 94 centimetri dalla base.  MINI Countryman, primo contatto  Per accedere all&#39;interno della tenda &egrave; prevista una scala telescopica in alluminio. I &quot;comfort&quot; della zona notte di fortuna comprendono due porte per l&#39;ingresso (richiudibili con cerniera), due finestre - entrambe con zanziariera -, una luce a led Osram alimentata a 12v, reti portaoggetti varie. Il volume complessivo del vano &egrave; di circa 271 litri e il prezzo della soluzione Autohome per MINI Countryman &egrave; di 2.836 euro.&nbsp;  LA GAMMA MINI E IL LISTINO PREZZI   

La tenda da tetto firmata Autohome offre un materasso da 210 centimetri per 130, isolamento termico e acustico dall&#39;esterno, il tutto in 58 kg

Mini Countryman, camera con vista... sul tetto

Challenge Pro e Challenge Lite per scendere in pista. Sei appuntamenti, quelli del MINI Challenge 2017. MINI John Cooper Works Petrolhead Edition, invece, dedicata ai &quot;malati&quot; incurabili delle quattro ruote, i Petrolhead, appassionati duri e puri. Fanatici e cultori dell&#39;auto ai quali si rivolge l&#39;edizione esclusivissima della MINI, per prezzo e tiratura. Solo sei esemplari proposti sul mercato italiano, un settimo, lo 00, rester&agrave; in BMW Italia. Gli ordini sono aperti dal 27 aprile e sar&agrave; necessario staccare un assegno importante per far parte della ristretta cerchia dei Petrolhead: 50 mila euro (il listino della JCW &quot;ordinaria&quot; parte da 31.350 euro).&nbsp;  La personalizzazione estetica &egrave; evidente ma non costituisce il fattore determinante. Tinta carrozzeria Red Chili, nessun&#39;altra alternativa. Tetto con Union Jack tono su tono, nero lucido su nero opaco, proseguendo con le bande adesive sul cofano motore, le cornici dei fari anteriori e posteriori nere, il numero dell&#39;esemplare riportato sulla portiera lato guida. Andando oltre troviamo elementi in fibra di carbonio, dalle cover delle maniglie alla cornice della presa d&#39;aria sul cofano, fino ai terminali di scarico e l&#39;inserto sul paraurti replica di un diffusore. Il tappo del serbatoio e le calotte degli specchietti sono anch&#39;essi realizzati in fibra.  Il vero Petrolhead apprezzer&agrave; maggiormente i cerchi in lega alleggeriti, 2,5 kg in meno su ciascuna ruota, da 17&quot; e nella versione Evo Corse Sanremo, gommati con pneumatici semi-slick Pirelli Trofeo R nella misura 205/45 R17. Grip extra, masse ridotte, da abbinare a un assetto regolabile, John Cooper Works Pro, dall&#39;altezza registrabile tra -10mm e -30 mm. Della linea PRO anche lo scarico con valvole a controllo remoto per variare la tonalit&agrave;.  MINI John Cooper Works, la prova  L&#39;abitacolo sfoggia sedili sportivi in pelle e microfibra Dinamica, poggiatesta integrati e logo Petrolhead Edition inciso, lo stesso proposto sui tappetini, accanto al numero dell&#39;esemplare in questione. La plancia adotta modanature in carbonio nella fascia centrale e sui pannelli porta. Per tenere sotto controllo la prestazione, invece, largo al Chrono Cockpit, posto dietro il tachimetro e composto dal manometro del turbo, l&#39;indicatore di pressione dell&#39;olio e il cronometro per registrare i tempi sul giro.&nbsp;  LA GAMMA MINI E IL LISTINO PREZZI 

Solo sei esemplari, proposti a un prezzo decisamente impegnativo. Cerchi alleggeriti, dettagli in fibra di carbonio e assetto regolabile sono tra i plus della JCW pensata per gli appassionati irriducibili

Mini JCW Petrolhead Edition: 6 esemplari per &quot;assatanati&quot;

Un tuffo negli anni Cinquanta e Sessanta, con i contenuti e la cura artigianale al dettaglio del 2017. David Brown Automotive reinterpreta la Mini storica, la trasforma e nasce Mini Remastered. Un oggetto di culto, fedele al progetto di sir Alec Issigonis, modificato estensivamente per migliorarne le caratteristiche tecniche e introdurla alle chicche (e comodit&agrave;) tecnologiche del nuovo millennio. Da fine anno le prime consegne, produzione rigorosamente a mano, su ordinazione, esclusiva di per s&eacute;, ricercatissima per quanti opteranno per la Mini Remastered Inspired by Caf&eacute; Racer o Inspired by Monte Carlo.&nbsp;  Varianti che verranno prodotte ciascuna in 25 esemplari. Il concetto di versione base &egrave; sconosciuto, perch&eacute; si potr&agrave; personalizzare a piacimento ogni dettaglio della Mini: 11 colorazioni classiche, 2 tinte metallizzate, tetto ovviamente a contrasto o in tinta, 6 diverse sfumature per i rivestimenti interni in pelle, 7 diversi disegni di cerchi in lega. E&#39; solo l&#39;inizio di un processo che pu&ograve; portare a una &quot;tailor made&quot; per la quale servono 1.000 ore/uomo di lavoro.  Solo per la verniciatura - gi&agrave; detto che viene stesa a mano? - servono 4 settimane. Esteriormente spiccano i loghi (repetita iuvant: fatti a mano) David Brown Automotive, la calandra in alluminio, come le cornici dei fari a led posteriori e le calotte ogivali degli specchietti, con luce a led integrata per illuminare l&#39;accesso a bordo. I rinforzi strutturali migliorano la rigidit&agrave; della Mini, il lavoro si &egrave; concentrato sui montanti, posteriori e anteriori, questi ultimi uniti tra loro alla base, al di sotto della plancia, da due traverse in acciaio.&nbsp;  Plancia che integra un sistema infotainment con schermo da 7 pollici, compatibilit&agrave; Apple CarPlay e Android Auto, oltre alla connettivit&agrave; Bluetooth, USB, Aux. I particolari in alluminio lavorato si sprecano, dai comandi del climatizzatore alle bocchette d&#39;aerazione, al portabottiglie davanti alla leva del cambio. Mini che si potr&agrave; aprire e chiude da remoto, grazie a un blocchetto in alluminio, che fa anche da sistema keyless start.  Il motore &egrave; un quattro cilindri 1.3 litri, rivisto in pi&ugrave; componenti, dalla potenza complessiva incrementata del 30% e accreditato di 100 cavalli nella versione Inspired by Monte Carlo (79 cavalli e 123 Nm di coppia per la Mini Remastered standard). Il doppio terminale di scarico accentrato &egrave; uno dei tratti distintivi della Monte Carlo. Quanto alle prestazioni, David Brown dichiara uno zero-cento da 11&quot;7 e 145 km/h di velocit&agrave; massima per la Remastered, il cui peso &egrave; di 740 kg.&nbsp; 

David Brown Automotive propone una personalizzazione totale della Mini storica, con elementi hi-tech, dai fari a led all&#39;infotainment, un motore pi&ugrave; potente e dettagli artigianali ricercati

Mini Remastered,&nbsp;il mito scopre una nuova modernit&agrave;

&quot;La mia convinzione che sta diventando una mia regola fissa &egrave;: le Mini non sono soltanto auto, rappresentano un qualcosa di unico, sono iconiche e devono essere pensate e disegnate come piccole invenzioni piene zeppe di segni distintivi. Questo il punto di partenza del mio lavoro sulla Countryman 2&rdquo;.  Chi parla con entusiasmo genuino e una voglia di differenziare il proprio prodotto dalle altre auto di oggi &egrave; Oliver Sieghart, designer delle city-car inglesi, il &ldquo;pap&agrave;&rdquo; degli interni della Countryman 2 che ha debuttato al recente Salone di Los Angeles.  TEST SU STRADA DELLA MINI COUNTRYMAN  La Countryman, e questo &egrave; il primo aspetto che ha colpito tutti, non ha pi&ugrave; niente a che vedere con la precedente in fatto di dimensioni ed ergonomia interna: ha una lunghezza maggiore di 20 cm rispetto a quella uscita nel 2010 (passa da 410 a 430 cm), &egrave; pi&ugrave; larga di tre e ha un passo superiore di 8 cm. Sieghart sorride, questa mania di grandezza che &egrave; diventata una &ldquo;smania&rdquo; &egrave; paragonabile a una simpatica ossessione: &ldquo;La Countryman &egrave; la prima Mini che pu&ograve; essere la... prima auto, e non la seconda, in una famiglia. Tutti mi chiedono: come avete lavorato, dal punto di vista estetico, per soddisfare le richieste ingegneristiche e tecniche di un&rsquo;auto che doveva diventare pi&ugrave; grande rispetto alla precedente? Semplice, mi sono detto: davanti al foglio bianco dovremo lavorare su una Countryman che volti pagina con il passato e passi da un segmento all&rsquo;altro. Quattro metri e 30 centimetri la collocano, per dimensioni, equilibri stilistici e ingombri, in un altro settore, in quel segmento C occupato da rivali che devono essere combattute, per&ograve;, con le consuete armi Mini. Ovvero l&rsquo;originalit&agrave;, la freschezza del design interno, la tradizione&rdquo;.  Nel mirino c&rsquo;&egrave; &mdash; inutile nasconderselo &mdash; la Audi Q2. E Sieghart lo ammette, senza problemi: &ldquo;Certamente, non lo nego e sarebbe assurdo farlo. Per&ograve; aggiungo: la Q2 ha una sua griffe stilistica, la Countryman viaggia con altre idee, rigorosamente Mini. Il frontale &egrave; pi&ugrave; aggressivo e sfrontato rispetto a prima e la una griglia &egrave; molto... Cooper anche nelle versioni basiche. Pensate, poi, agli interni e osservateli bene: la caratteristica strumentazione Mini resiste ma &egrave; cambiata, ha dettagli e finiture diverse rispetto a prima. E poi le bocchette d&rsquo;aerazione, non sono pi&ugrave; tonde, ma quasi rettangolari per riprendere il design dei fari posteriori&rdquo;.  Il lato iconico delle Mini nasce negli anni &lsquo;60, secondo Sieghart, tedesco di nascita ma grande annotatore di quel mondo: &ldquo;Recentemente ho visto alcune vecchie fotografie delle prime Mini in mano a personaggi celebri di quel favoloso decennio, dai Beatles a Peter Sellers. E mi sono convinto che la Mini di Issigonis sia stata un fenomeno sociale e di costume: non era soltanto un&rsquo;automobile ma un piacere della vita. Noi abbiamo l&rsquo;obiettivo di perseguire questa filosofia. Speriamo di farcela con questi modelli del nuovo millennio. Countryman in testa&rdquo;.  Il lavoro stilistico sulla Countryman 2 &egrave; nato s&igrave; da un foglio bianco ma anche dallo studio di modellini tridimensionali: &ldquo;Abbiamo incominciato a studiare la Countryman 2 quattro anni fa, nel 2012, quando il mondo stava apprezzando molto la prima generazione. E ci siamo detti: migliorarla non deve essere facile. Uno schizzo &egrave; pur sempre il primo strumento per disegnare un&rsquo;auto ma poi amo molto studiare ed evolvere un progetto all&rsquo;interno di celle 3D dove riesco a valutare le proporzioni e gli ingombri in modo ideale. Cos&igrave; sono nate le nuove bocchette d&rsquo;aria di forma non pi&ugrave; rotonda ma rettangolare per riprendere la forma dei fari. Lavorare su questo aspetto virtuale &egrave; uno dei segreti del mio staff. L&rsquo;introduzione di un display touch a centro plancia, inoltre, ci ha fatto valutare molte cose e, cos&igrave;, siamo arrivati al nuovo strumento con cornice luminosa a Led e abbiamo introdotto una grafica aggiornata per visualizzare meglio le informazioni di bordo&rdquo;.  BMW 2 Active Tourer 225xe, la prova  Anche l&rsquo;idea di introdurre una versione ibrida &mdash; la Cooper S E All4 che adotta lo stesso power-train della &ldquo;cugina&rdquo; BMW 2 Active Tourer 225xe, con tecnologia plug-in (il tre cilindri 1.5 turbobenzina da 136 cv &egrave; abbinato a un motore elettrico sincrono da 88 cavalli per una potenza complessiva di 224 cavalli) &mdash; ha coinvolto Sieghart e il suo staff: &ldquo;Dove siamo intervenuti in questa versione per differenziarla? In pochi ma fondamentali dettagli: per esempio nella zona del bocchettone, sulla griglia frontale e nel portellone dove abbiamo disegnato un logo specifico. Ma non chiedetemi se in in futuro ci sar&agrave; anche una Countryman sportiva a due porte, stile coup&eacute;. Ho sentito anche questa, in giro. Vi assicuro che in questo momento non stiamo lavorando su una Countryman con queste caratteristiche&rdquo;. 

Oliver Sieghart proviene dal Centro Design Bmw e lavora in Mini dal 2008

Countryman, la Mini pi&ugrave; grande raccontata da chi l&#39;ha fatta

Oxfordshire, Gran Bretagna - Dopo la Clubman, ormai diventata una station wagon quasi di dimensioni standard, la chiamata verso una pi&ugrave; sentita attenzione alla praticit&agrave; di utilizzo familiare arriva anche per la best-seller Countryman.  Che dunque abbraccia l&rsquo;&rdquo;extra large&rdquo; crescendo sensibilmente nelle dimensioni, e non di poco: 20 centimetri in pi&ugrave; nell&rsquo;ingombro longitudinale, 4 in pi&ugrave; in larghezza. Lunga ormai 4,30 metri, la Suv Mini cambia nel look: resta immediatamente individuabile, come in precedenza, ma tra mancorrenti sul tetto e maggior presenza, il look ha perso un po&rsquo; di tono dinamico lasciando spazio ad una maturit&agrave; pi&ugrave; &ldquo;paciosa&rdquo;.  All&rsquo;interno, i centimetri in pi&ugrave; invece non guastano. Davanti, l&rsquo;accoglienza &egrave; rialzata il giusto e contraddistinta da poltrone piacevolmente distanziate, anche se ancora leggermente pi&ugrave; compatte &ndash; a sensazione &ndash; nelle dimensioni di schienale e piano seduta. Finiture e materiali sono di qualit&agrave; e sono tutti presenti i classici stilemi retr&ograve; della tradizione Mini, incluso il grande elemento rotondo a centro plancia con impianto multimediale di qualit&agrave;.  Dietro, &egrave; apprezzabile l&rsquo;accresciuta libert&agrave; di movimento per le gambe, che combinata al divano scorrevole longitudinalmente (come in precedenza) per 13 cm, permette una pi&ugrave; versatile configurazione degli spazi. Convince, finalmente, anche il vano di carico, maggiorato di circa 100 litri per offrire (vano sotto il ripiano incluso) fino a 450 litri di cubatura con cinque persone. A richiesta il simpatico optional &ldquo;picnic bench&rdquo;, pratico cuscino a scomparsa sul quale sedersi a bagagliaio aperto.  Per il test su strada &egrave; disponibile solo il 2.0 Turbo benzina da 193 cv della Cooper S (qui il listino e la scheda tecnica), combinato a cambio automatico a otto rapporti e trazione integrale ALL4 a inserimento automatico. Si parte da un assetto piuttosto &ldquo;solido&rdquo;, come ci aspetta dalla Countryman top di gamma in attesa della speciale John Cooper Works da 231 cv, che tuttavia tranne che su qualche sconnessione improvvisa, non risulta troppo rigido per l&rsquo;uso quotidiano. Il rollio resta ridotto, la sensazione di guida diretta e piuttosto maneggevole nonostante una mole maggiore di circa un quintale.  Il motore conferma elasticit&agrave; e piacevolezza a tutto campo, senza per&ograve; picchi di spinta: manca forse un po&rsquo; di carattere, ma garantisce un buon dinamismo (0-100 km/h in 7&rdquo;2, punta massima di 222 km orari) combinato agli otto rapporti automatici rapidi e fluidi. Tanto pi&ugrave; selezionando le modalit&agrave; di funzionamento Mid e Sport, nelle quali cresce anche il rombo del motore&hellip; ma solo artificialmente, attraverso le casse dell&rsquo;impianto hi-fi.  Il confort di marcia &egrave; invece giusto piacevole, perch&eacute; fruscii aerodinamici e rombo di rotolamento dei pneumatici si fanno distintamente sentire gi&agrave; a partire da 120 km/h. La nuova Countryman &egrave; in distribuzione dal 18 febbraio con numerose motorizzazioni e prezzi a partire da 27.450 euro, in attesa della Hybrid plug-in che arriver&agrave; un po&rsquo; pi&ugrave; avanti.  MINI COUNTRYMAN LA GAMMA E IL LISTINO PREZZI   

Primo contatto su strada con la nuova generazione, pi&ugrave; grande e pi&ugrave; ricca ricca di contenuti tecnici e tecnologici

MINI Countryman, sempre pi&ugrave; Suv: primo contatto

        Mancava un tassello per poter dire che la famiglia era al completo. Accanto alle versioni benzina, diesel e la novit&agrave; ibrida, &egrave; il turno dell'immancabile John Cooper Works. Nuova MINI Countryman si regala la personalizzazione gi&agrave; apprezzata sulla MINI 3 porte, la cabrio e la Clubman. Un frontale ridisegnato, paraurti con ampie aperture, la griglia centrale a richiamare la calandra, a sua volta evidenziata dalla cornice rossa. Sono i dettagli che la rendono riconoscibile al primo sguardo, insieme alle barre longitudinali sul tetto di serie, il doppio terminale cromato al posteriore e le targhette JCW. Se la precedente Countryman John Cooper Works si fermava a 218 cavalli, il 2 litri turbo benzina adesso va oltre, si attesta sui 231 cavalli e 350 Nm di coppia, erogata tra i 1.450 e 4.500 giri/min. Valore di coppia identico alla Clubman, 30 Nm pi&ugrave; della MINI JCW tre porte, e non &egrave; l'unico dettaglio ad accomunare il crossover alla wagon, visto il medesimo schema di trasmissione ALL4, con differenziale posteriore a controllo elettroidraulico. L'attivazione avviene in funzione dei livelli di aderenza registrati: alla perdita di grip dell'avantreno, la coppia viene ripartita al posteriore attraverso la chiusura di una frizione multidisco. Motore a parte, John Cooper Works significa ritrovarsi un assetto con molle e ammortizzatori pi&ugrave; rigidi, personalizzabili attraverso il MINI Driving Modes, di serie. In modalit&agrave; Sport l'elettronica velocizza la cambiata dello Steptronic 8 marce - alternativa al manuale 6 marce di serie - rende la risposta del motore pi&ugrave; pronta, irrigidisce gli ammortizzatori, interviene sulla taratura del servosterzo e modifica il timbro allo scarico, contraddistinto dalla presenza di valvole a controllo remoto. Sa anche essere efficiente sul fronte consumi, quando serve. Nella modalit&agrave; Green, infatti, il coasting tra i 50 e 160 km/h porta a disaccoppiare motore e trasmissione.  Quanto va forte Countryman John Cooper Works, in soldoni? I numeri dicono di un'accelerazione da 0 a 100 km/h completata in 6"5 con trasmissione manuale e di una velocit&agrave; massima di 234 km/h. I consumi sono pari a 7.4 litri/100 km, salvo ridursi a 6.9 litri con il cambio automatico. Tra gli interventi tecnici capaci di distinguere la JCW dalle altre Countryman, oltre alla pressione del turbo a 2.2 bar e l'adozione di un radiatore supplementare, troviamo l'impianto frenante Brembo con pinze anteriori a 4 pistoncini. MINI John Cooper Works, la prova Il design beneficia dei cerchi in lega da 18 pollici di serie - proposti in due differenti soluzioni stilistiche -, oltre l'opzione del set da 19, luci a led di serie, inserto specifico sulle minigonne, paraurti posteriore con elemento simil-diffusore e un abitacolo nel quale svettano i sedili sportivi, quelli anteriori con poggiatesta integrato. L'offerta multimediale parte da uno schermo da 6.5 pollici, il MINI Visual Boost, espandibile ricorrendo alle numerose soluzioni per la personalizzazione, dall'audio alla navigazione, fino ai servizi di assistenza personale MINI Connected. La prima in pubblico sar&agrave; a Shanghai, in aprile, a seguire la commercializzazione.       

Sistema ALL4, impianto frenante Brembo, debutter&agrave; al Salone di Shanghai poi subito su strada

MINI Countryman, arriva la John Cooper Works

La Mini Countryman 2 &egrave; un modello rivoluzionario per il design pi&ugrave; aggressivo rispetto a quello della prima serie (ha una doppia cornice per i fari a Led, griglia stilizzata, indicatori di direzione a forma di freccia, luci posteriori di forma verticale), per essere la prima Mini ibrida plug-in e per le sue manie di... grandezza.  La Countryman, difatti, ha una lunghezza maggiore di 20 cm rispetto a quella uscita nel 2010 (passa da 410 a 430 cm), &egrave; pi&ugrave; larga di tre e ha un passo superiore di 8 cm. Una rivale dell&rsquo;Audi Q2, quindi, con aspirazione da vera &ldquo;grande&rdquo; come nessuna Mini in passato. Basta misurare gli spazi interni e i centimetri ora a disposizione di gambe e braccia, anche di chi siede sul nuovo divanetto posteriore. Il bagagliaio ora ha una capacit&agrave; base di 450 litri (prima erano soltanto 350) che salgono a 1.390 con il divanetto posteriore, frazionabile, abbassato.  Pi&ugrave; versatile di prima, la Countryman ha una panchetta denominata Picnic Bench applicabile a bordo bagagliaio e funzionale durante le soste o al termine di una seduta di footing. Questa &ldquo;smania&rdquo; pi&ugrave; che mania di grandezza che ha preso quella che &egrave; la Mini commercialmente pi&ugrave; appetibile sul mercato insieme alla 3 porte dalla quale &egrave; nata l&rsquo;intera famiglia &mdash; composta dalla Cabrio, dalla 5 porte e dalla Clubman (Paceman, Coup&eacute; e Roadster non sono pi&ugrave; prodotte) &mdash; nobilita la simil-Suv che arriver&agrave; a marzo in quattro allestimenti: Boost, Hype, Jungle e Business.  Ma con prezzi lievitati: ci vogliono&nbsp;27.450 euro per la Countryman Cooper 1.5 Boost a due ruote motrici (l&rsquo;attuale parte da 21.750 euro). Al top, c&rsquo;&egrave; la Cooper SD All4 Jungle: 41.200 euro. Un listino che sottolinea il salto in avanti, in tutti i sensi, della Countryman 2 i cui prezzi sono in linea con quelli della rivale diretta Audi Q2, in vendita a partire da 27.900 euro. Quattro i motori, due turbobenzina e due turbodiesel. Si va dal 1.5 tre cilindri 136 cv della Cooper al quattro cilindri 2.0 da 192 cv della Cooper S.  Il due litri diesel ha 150 cv sulla Cooper D e 190 cv sulla Cooper SD. I cambi: manuale a sei marce e automatico Steptronic a sei e otto rapporti (ma soltanto per la Cooper S). Per tutte le versioni la trazione integrale All4 &egrave; disponibile a richiesta.  Tante, poi, le novit&agrave; tecnologiche e hi-tech introdotte su questa seconda generazione della Countryman. Della ibrida plug-in che arriver&agrave; per&ograve; non prima della seconda met&agrave; del 2017, ne parliamo nel box a parte. Detto dei motori, c&rsquo;&egrave; da sottolineare che debuttano gli ammortizzatori regolabili Dynamic Damper Control mentre sono tre le modalit&agrave; di guida selezionabili dall&rsquo;apposito selettore Mini Driving Modes che agisce sul pedale dell&rsquo;acceleratore e sullo sterzo: &egrave; possibile scegliere tra i settaggi Mid, Sport e Green.  Sul versante dell&rsquo;hi-tech, poi, debutta a centro plancia il nuovo display da 8,8 pollici di tipo touch (di base c&rsquo;&egrave; lo schermo da 6,5&rdquo;): il nuovo schermo, governabile sia con un dito sia mediante il pomello posto dietro la leva del cambio, fa parte del pacchetto Wired che comprende il sistema di navigazione Mini professional, l&rsquo;aggiornato Mini Connected in grado di sincronizzare telefoni, smartwatch e altri dispositivi mobili, il Mini Country Timer che assiste durante le escursioni in off-road oltre al Mini Find Mate. Questa funzione localizza, sia sul display della Mini che sul proprio smartphone, oggetti personali a rischio di smarrimento o di furto quali borse, zaini e portachiavi. Ed &egrave; in grado &ldquo;guidarvi&rdquo; tramite segnali acustici nel luogo dove questi oggetti si trovano.  Trattandosi di una Mini, &egrave; stato poi dato ovviamente libero sfogo alle personalizzazioni. La scelta dei colori per la carrozzeria e i possibili abbinamenti sono molteplici, e questa non &egrave; certo una novit&agrave;. Lo &egrave; per&ograve; il Mini Interiors Style che offre tre possibilit&agrave; per scegliersi l&rsquo;abitacolo preferito optando su materiali, rivestimenti e un pack di illuminazione interna che gioca su luci e faretti a Led pluricromatici.  E All4: la prima Mini ibrida plug in.&nbsp;Siglata Cooper S E All4, la prima versione ibrida della lunga storia della Mini adotta lo stesso powertrain della &ldquo;cugina&rdquo; BMW 2 Active Torer 225xe, con la quale condivide anche il medesimo pianale UKL. Tecnologia ibrida plug-in che abbina il tre cilindri 1.5 turbobenzina da 136 cv a un motore elettrico sincrono da 88 cv (la cui autonomia del pacco batterie &egrave; di 40 chilometri), posto sull&rsquo;asse posteriore, per assicurare il &ldquo;tiro&rdquo; delle ruote posteriori. La trazione integrale, infatti, &egrave; data dalla disposizione dei due motori, termico ed elettrico, sui due assali. La potenza combinata &egrave; di 224 cv, il consumo dichiarato di 20 km/litro, le emissioni di CO2 di 49 g/km. Il cambio &egrave; l&rsquo;automatico sei marce Steptronic. 

Pi&ugrave; lunga di 20 centimetri, pi&ugrave; tecnologica, anche ibrida plug-in. E parecchio pi&ugrave; cara

Mini

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