        La Ferrari d'epoca pi&ugrave; rock di sempre &egrave; pronta a essere battuta all'asta. Parliamo della Dino 246 GT con carrozzeria Scaglietti appartenuta a Keith Richards, chitarrista dei Rolling Stones e leggenda della musica. &Egrave; proposta da RM Sotheby's per una quotazione che va dai 400.000 ai 500.000 dollari (al cambio, da 365.000 a 455.000 euro). F-Racer Junior, la Ferrari F40 kart da 40mila euro  Ferrari Dino 246 GT Scaglietti: caratteristiche L'auto, numero di telaio 03354, specifica per il mercato statunitense, &egrave; un esemplare della "Serie E" che rappresenta la 246 GT nella sua forma finale e meccanicamente pi&ugrave; avanzata. Il suo motore V6 da 2,4 litri eroga 192 cv ed &egrave; abbinato a un cambio manuale a cinque marce. Datata 1972, la vettura &egrave; rifinito in Argento Metallizzato su pelle Nero Connolly. Richards la acquist&ograve; in California nel giugno 1972 tramite la concessionaria Modern Classic Motors, per poi spedirla in Inghilterra tre anni dopo. Pare che abbia usato l'auto come mezzo di trasporto personale durante le tourn&eacute;e europee dei Rolling Stones, accumulando oltre 40.000 km. Venduta a una collezione privata in Giappone, la Dino in questione &egrave; tornata in Europa nel 2014, acquistata dal musicista Liam Howlett, co-fondatore del gruppo britannico di elettronica The Prodigy. Poco dopo, la Ferrari &egrave; stata affidata al noto specialista Joe Macari Performance Cars di Londra per la ricostruzione del 6 cilindri.La Ferrari &egrave; stata mantenuta con cura nel corso degli anni, e si presenta come quando fu acquistata da Richards nel 1972. Ancora rifinita negli stessi colori dell'epoca, monta cerchi in lega Cromadora con pneumatici Michelin XWX, con una ruota di scorta sotto il cofano. Cerchi una Ferrari d'epoca? Consulta il listino dell'usato di Auto       

Questa coup&eacute; del 1972 fu acquistata dal chitarrista dei Rolling Stones, che pare la utilizz&ograve; durante i tour europei. La carrozzeria &egrave; firmata Scagliatti, prezzo medio di 400mila euro

Ferrari, asta rock: in vendita la Dino 246 GT di Keith Richards

Ferrari F40, un sogno irrealizzabile per molti. Le quotazioni attuali dell&rsquo;iconica supercar di Maranello hanno raggiunto, infatti, cifre superiori ai 2 milioni di euro. C&rsquo;&egrave;, per&ograve;, la possibilit&agrave; di averne una &ndash; molto particolare &ndash; al prezzo di un normale crossover (meno di 40.000 euro). Stiamo parlando della F-Racer Junior, go-kart esclusivo all&rsquo;asta da RM Sotheby&rsquo;s.  Ferrari F40 go-kart: ecco la F-Racer Junior    La F-Racer Junior, &nbsp;cos&igrave; denominata per evitare qualsiasi conflitto legale con la Casa del Cavallino Rampante, &egrave; una riproduzione sorprendentemente accurata della Ferrari F40 del 1987. Realizzata in un unico esemplare, il kart misura 2,6 metri di lunghezza e 1,6 metri di larghezza, per un peso di soli 250 kg grazie anche all&#39;adozione di fibra di carbonio. Niente propulsore V8 turbo da 2,9 litri e 478 cv: la F-Racer Junior ospita sotto la copertura in lexan posteriore (fedele all&rsquo;originale) un modesto motore benzina da 270 cc, che consente di raggiungere circa 56 km/h di velocit&agrave; massima. Ricordiamo che la F40 era in grado di toccare i 324 km/h: ci&ograve; la rendeva la vettura pi&ugrave; veloce al mondo al momento del lancio. Sofisticata la meccanica, con quadrilateri indipendenti e coilover ammortizzati a olio, differenziale posteriore e freni a disco con impianto idraulico.  Due posti e tetto removibile    La configurazione biposto, con sedili simili al modello da cui prende spunto, consente di ospitare in abitacolo fino a due passeggeri (due bambini oppure un adulto). Il pannello del tetto removibile, poi, rende all&#39;occorrenza la &quot;mini F40&quot; una vettura di tipo targa.&nbsp;Come anticipato, l&#39;esclusivo kart sar&agrave; messo all&#39;asta da RM Sotheby&#39;s - senza riserva - a Monterey, California, dal 17 al 19 agosto. Il prezzo stimato va dai 27.500 ai 36.500 euro.   

Il go-kart F-Racer Junior, esteticamente fedele alla Ferrari F40, sar&agrave; messo all&#39;asta da Sotheby&#39;s il 17 agosto. Prezzo stimato 36.500 euro.

F-Racer Junior, la Ferrari F40 kart da 40mila euro

        Ricevere una casa in eredit&agrave; &egrave; sempre gradito. Ma se all&rsquo;interno della casa in questione si trova un tesoro ancora pi&ugrave; grande, la vittoria &egrave; doppia. E questo &egrave; il caso di due agenti immobiliari statunitensi che, ereditata l&rsquo;abitazione di un vecchio zio, hanno fatto un&rsquo;incredibile scoperta, ma all&rsquo;interno del garage: una Ferrari 250GT Lusso del 1963. Andiamo con ordine. La scoperta La casa del defunto zio (che in vita era stato scienziato per la Lockheed Martin, azienda di ingegneria aerospaziale militare che fornisce aerei, strumentazioni e armamenti militari all'esercito degli Stati Uniti) &egrave; a due piani, per un totale di 157 metri quadrati, a pochi metri dalla spiaggia nella cittadina di Santa Cruz, in California. La vista sull&rsquo;oceano quindi non manca. Dopo essere stata completamente ristrutturata, la casa &egrave; stata messa in vendita al prezzo di circa 2,2 milioni di euro. Ma c&rsquo;&egrave; di pi&ugrave;. All&rsquo;interno del garage della casa le due nipoti ereditiere hanno trovato la Ferrari. Inizialmente, non essendo esperte del settore, non hanno capito il valore dell&rsquo;auto e hanno dunque contattato uno specialista. E qui sono iniziate le vere rivelazioni. L&rsquo;uomo, dopo attente ricerche, ha scoperto che lo zio, nei primi anni 2000, aveva restaurato completamente la vettura che quindi si presenta ora in ottimo stato e funzionante. Elegantissima e raffinata, la Ferrari 250GT Lusso del 1963, disegnata da Pininfarina e costruita nella famosa carrozzeria Scaglietti di Modena, &egrave; stata prodotta in appena 350 esemplari. A spingerla c&rsquo;era il V12 Ferrari da 3 litri (che lo zio ha completamente revisionato). Per quanto riguarda l&rsquo;esemplare trovato in garage, l&rsquo;esperto ha poi scoperto che oltre a essere intestato al defunto, e quindi fa parte dell&rsquo;eredit&agrave; lasciata alle nipoti, non &egrave; mai appartenuto a nessun altro. Elemento, questo, che ne accresce ulteriormente il valore, che dovrebbe essere stimato tra 1,3 e 2,3 milioni di euro. Ferrari, che numeri nel secondo trimestre 2023: &ldquo;Risultati eccezionali&rdquo;       

All&rsquo;interno dell&rsquo;abitazione di un vecchio zio, due sorelle trovano una 250GT Lusso del 1963 che potrebbe valere fino a 2,3 milioni di euro

Ereditano una casa sul mare ma in garage c’è una rara Ferrari

&Egrave; un mese di agosto ricco di opportunit&agrave; per i (ricchi) collezionisti di auto d&#39;epoca, vere perle rare che verranno battute all&#39;asta nel corso della Car Week di Monterey. Dopo aver raccontato la Ferrari 250 LM del 1964, protagonista all&#39;asta il 19 agosto, tocca a un&#39;altra straordinaria e ancor pi&ugrave; rara Ferrari.  Il 16 agosto Sotheby&#39;s batter&agrave; all&#39;asta la Ferrari 250 GT LWB Berlinetta Tour de France Zagato del 1957.  Se non &egrave; sufficiente sapere come si tratti di uno dei soli 5 esemplari prodotti con passo lungo e carrozzati da Zagato, l&#39;esclusivit&agrave; &egrave; ancora pi&ugrave; alta se si pensa che si tratta dell&#39;ultimo dei tre esemplari prodotti con il tetto a doppia bolla, tratto distintivo della carrozzeria di Ugo Zagato.&nbsp;  &Egrave; l&#39;unica, infine, 250 GT passo lungo Tour de France Zagato doppia bolla ad avere i fari carenati. Il valore all&#39;asta &egrave; atteso nell&#39;ordine delle decine di milioni di dollari. Basti penare ai 13,2 milioni di dollari realizzati in passato da una relativamente meno rara 250 GT LWB Berlinetta TdF carrozzata Scaglietti e con la carrozzeria dotata degli sfoghi&nbsp; d&#39;aria dietro le ruote anteriori.&nbsp;    Motore originale come nella Mille Miglia del 1957  L&#39;esemplare oggetto dell&#39;asta ha il telaio, la trasmissione e l&#39;asse posteriore originali, gli stessi prodotti tra il gennaio e l&#39;aprile del 1957, prima della consegna da parte della Ferrari a Camillo Luglio e la moglie Cornelia Vassalli. Luglio corse il Giro di Sicilia, poi la Mille Miglia del 1957, arrivando sesto nella classifica generale e secondo di Classe. La 250 GT Zagato LWB &egrave; spinta dal V12 Colombo, il 3 litri da oltre 250 cavalli, come altre (numerose) applicazioni nella famiglia Ferrari 250.  L&#39;appellativo Tour de France venne abbinato alla 250 GT Berlinetta dopo la vittoria del marchese Alfonso De Portago nel 1956, una corsa su 6.000 km e 7 giorni, tutta in terra di Francia. Nel 1957 della partecipazione di Luglio&nbsp; con la 250 GT Berlinetta passo lungo Zagato, De Portago trov&ograve; la morte a Guidizzolo, insieme a 9 spettatori e al copilota Edmund Nelson.  Il telaio all&#39;asta, in una produzione complessiva delle Tour de France che conta 77 esemplari, carrozzati Scaglietti su disegno Pininfarina, oltre alle 5 carrozzate Zagato, &egrave; il numero 0665 GT. Una rarit&agrave; che torna a essere offerta in un&#39;asta pubblica dopo quasi 25 anni. 

Nella settimana dell&#39;auto di Monterey, in California, Sotheby&#39;s batter&agrave; all&#39;asta una rarissima Ferrari 250 TdF, protagonista nella 1000 Miglia del 1957 e con una serie di caratteristiche uniche

Ferrari rare, all&#39;asta la 250 GT LWB Berlinetta Tour de France Zagato unica

        Una consistente fetta degli appassionati di motori sostiene che Ferrari abbia costruito le sue macchine pi&ugrave; belle negli anni '60, sia per quanto riguarda le stradali che le vetture da competizione. Una tesi che trova forza in modelli come la 250 GTO, per intenderci, ma non solo. A rafforzare tale convinzione concorre anche la 412 P. Pi&ugrave; che un'auto, un'affascinante unione di stile e meccanica, bellezza e potenza. Ferrari e Pininfarina, un duo che insieme ha creato vere e proprie opere d'arte, tra cui questo prototipo del 1967 che Bonhams proporr&agrave; all'asta il prossimo 18 agosto.  Ferrari 412 P: un po' di storia La 412 P era nota anche con il nome P3/4, ed era una berlinetta destinata ai team privati che correvano con le Ferrari, ovvero NART, Scuderia Filippinetti, Ecurie Francorchamps e Maranello Concessionaires. Erano sostanzialmente le P3 della stagione 1966 aggiornati con carrozzeria, sospensioni e ruote in lega della P4. Anche il V12 da 4 litri risaliva all'annata precedente: aveva quindi due valvole per cilindro ed era sprovvisto di sistema d'iniezione, essendo alimentato dalla consueta batteria di carburatori Weber. Una Ferrari da 35 milioni di euro Questo esemplare - numero di telaio 0854 - ha corso con il team del Col. Ronnie Hoare, che decise di verniciare la 412 P nel caratteristico rosso da corsa italiano con un muso blu Cambridge. Era una delle due vetture private che gareggiavano in quell'anno. Questa, nello specifico, era guidata da Richard Attwood e Lucien Bianchi, che si classificarono terzi assoluti alla 1.000 km di Spa, assicurando alla Ferrari il titolo Marche per la stagione 1967. Ha anche partecipato alla 24 Ore di Le Mans e alla 6 Ore di Brands Hatch. Ad acquistarla &egrave; stato poi il pilota britannico David Piper, che la port&ograve; alla 1000 km di Parigi, alla 9 ore di Kyalami e alla 3 ore di Citt&agrave; del Capo. L'auto riusc&igrave; a conquistare numerose vittorie, tra cui la 200 km di Norimberga del 1968, la Solituderen di Hockenheim e il Gran Premio di Svezia. Nel 1969, Chris Cord ritir&ograve; la vettura, che nel corso degli anni pass&ograve; pi&ugrave; volte di mano a rinomati collezionisti come Lord Anthony Bamford, Sir Paul Vestey, John McCaw e Bruce McCaw. L'attuale proprietario ha dedicato nove anni al restauro dell'auto. La carrozzeria &egrave; originale, cos&igrave; come la livrea dell'epoca. Gli esperti stimano che questa 412 P potrebbe essere venduta all'asta per circa 40 milioni di dollari, pari a poco pi&ugrave; di 35 milioni di euro. Certe bellezze meritano cifre del genere. Ferrari 250 LM Scaglietti, all'asta l'esemplare di Le Mans 1968       

Servono circa 35 milioni di euro per portarsi a casa il prototipo del 1967 protagonista nel Mondiale Marche con i team privati e disegnato da Pininfarina

Ferrari 412 P, fascino da pista dal valore milionario

        Un pezzo raro della storia Ferrari si prepara ad andare all'asta, il prossimo 19 agosto, battuto da RM Sotheby's all'annuale evento tenuto nella settimana dell'auto di Monterey. Si tratta della Ferrari 250 LM, un esemplare del 1964, il numero 22 dei 32 realizzati. Insieme alla GTO e alla Testa Rossa, la Le Mans compone la trilogia delle Ferrari 250 e l'esemplare in questione pu&ograve; vantare d'aver corso nel 1965 e nel 1968 la 24 Ore di Le Mans (edizione dalla quale si &egrave; ritirata per problemi al cambio) e di trovarsi con il motore (numero 6167) e il transaxle utilizzati in quella gara. Aste: ecco il prezzo di partenza per un tavolino "motorizzato" Ferrari  Restaurata e certificata, ecco quanto vale Nel 2021, la 250 LM telaio 6053 stata oggetto di un restauro certificato da Ferrari Classiche e l'esemplare che andr&agrave; all'asta &egrave; tra i pochi a non aver subito incidenti importanti. Quanto varr&agrave; mai una 250 LM del 1964, carrozzata Scaglietti? RM Sotheby's stima un valore d'asta tra i 18 e i 20 milioni di dollari per il progetto iscritto in Classe Prototipi nelle corse degli anni Sessanta e spinto dal motore V12 3.3 litri progettato dall'ingegner Colombo. La storia di un Prototipo che voleva essere GT L'idea di trasferire dal progetto Ferrari 250 P, prototipo con il V12 3 litri Colombo, a una "GT" come la 250 LM trovo l'ostacolo della mancata omologazione da parte della Commissione sportiva internazionale della FIA, che alla 250 LM riconobbe lo "status" di Prototipo, non ritenendola quella che oggi chiameremmo una GT da corsa derivata dalla serie. Produzione in pochi esemplari, motore oltre il limite previsto per la Classe GT, furono alcune delle limitazioni che portarono alla decisione di un'omologazione Prototipo. Una scelta che fece infuriare Enzo Ferrari, al punto da rimettere momentaneamente la licenza per correre e lasciare che fossero squadre private (Ecurie Francorchamps, NART, Filipinetti) a gestire le 250 LM in gara. Il V12 Colombo da 3.3 litri &egrave; alimentato da 6 carburatori Weber da 38, per una potenza di 320 cavalli. Le specifiche dell'auto all'asta sono, ovviamente, fedeli al progetto originale. Quindi, colorazione Rosso Cina, cerchi a raggi Borrani e interni in panno Bleu. Ferrari 308 GTB Scaglietti, all'asta una specialissima "Vetroresina"       

Motore e transaxle sono gli stessi con cui l'esemplare numero di telaio 6053 ha corso l'edizione della 24 Ore di Le Mans del tempo. Ecco quanto vale una delle rarissime 250 LM&nbsp;

Ferrari 250 LM Scaglietti, all'asta l'esemplare di Le Mans 1968

        &Egrave; possibile acquistare una Ferrari Purosangue a soli 14.000 euro. Naturalmente, non parliamo del vero Suv di Maranello: per quello servono 390mila euro di base. Ma gli appassionati di motori e modellismo che si possono permettere il lusso di spendere la cifra che in genere serve per un'utilitaria per un modellino, allora possono rivolgersi ad Amalgam e alla sua Ferrari Purosangue in scala 1:8.  Ferrari Purosangue di Amalgam: caratteristiche Amalgam &egrave; un'azienda britannica specializzata in modellini automobilistici di qualit&agrave; elevata, riproduzioni fedeli in tutto e per tutto di diverse auto di lusso e supercar sparse per il mondo. E infatti i prezzi non sono di certo per tutte le tasche. La Ferrari Purosangue di Amalgam, come accennato, &egrave; in scala 1:8. Lunga 62 cm, per realizzarla sono stati utilizzati i disegni CAD originali, i codici della verniciatura e le specifiche dei materiali della Ferrari, per 3.000 ore complessive di lavoro che hanno dato vita a 199 esemplari naturalmente costruiti a mano. Una Purosangue per Piero Ferrari: verde come l&rsquo;auto del padre Enzo Il prezzo, come detto, &egrave; quello di una citycar reale, ovvero 15.995 dollari, pari a circa 14.000 euro, e comprende il Purosangue verniciato in rosso con interni neri. Ma &egrave; disponibile anche l'edizione Bespoke, ancora pi&ugrave; esclusiva, in cui &egrave; possibile scegliere il colore della vernice, degli interni, delle pinze e lo stile dei cerchi. Il prezzo ovviamente aumenta a 20.795 dollari, 18.500 euro. La gamma Ferrari: consulta il listino completo di Auto       

Amalgam e il suo modellino in scala 1:8 della Purosangue: realizzato interamente a mano e fedelissimo al Suv originale, ha lo stesso prezzo di una citycar reale

La Ferrari che costa 14.000 euro

L&#39;esclusivit&agrave; della Ferrari 308 GTB del 1977 proposta in vendita privata da RM Sotheby&#39;s non &egrave; certo nel modello in s&eacute; n&eacute; nel suo valore economico. &Egrave; il modello simbolo della serie tv Magnum PI, d&#39;accordo, ma c&#39;&egrave; altro.  L&#39;esclusivit&agrave; della &quot;comune&quot; 308 GTB &egrave; nel far parte di una serie di 712 esemplari realizzati dalla Carrozzeria Scaglietti e con carrozzeria in vetroresina. Ancor pi&ugrave; esclusiva lo &egrave; per la colorazione in questione: Oro Chiaro metallizzato.&nbsp;  Se di recente la sfumatura color oro &egrave; tornata attuale grazie ai programmi di personalizzazione Tailor Made Ferrari, nel 1977 non era cos&igrave; usuale scegliere una Ferrari come la 308 GTB in tale tinta. RM Sotheby&#39;s riassume in una manciata il numero di 308 GTB Vetroresina in Oro Chiaro metallizzato prodotte al tempo.  Particolare di serie, poi la trasformazione e il restauro  Nata in Oro Chiaro, consegnata al cliente tedesco nel 1977, la storia della Ferrari 308 GTB Vetroresina Scaglietti, numero di telaio 20695, passa per gli Stati Uniti. Negli anni Ottanta subisce, evidentemente, la moda del Rosso Ferrari Magnum PI e il proprietario californiano decide un&#39;operazione di verniciatura che nasconder&agrave; il colore originario fino al 2009.  Merito al cliente canadese che ha avviato il restauro della 308 GTB, per aver prodotto un intervento che riportasse alle specifiche originali il modello. Premiata nel 2018 e riconosciuta nell&#39;originalit&agrave; dal Ferrari Club of America, ha all&#39;attivo appena 99 mila chilometri. Il restauro ha rigenerato il motore, non il cambio, poich&eacute; non necessario.  L&#39;unico dettaglio diverso dalla specifica originale &egrave; la presenza dello spoiler anteriore nella versione europea e optional nel 1977.&nbsp;  All&#39;eleganza della carrozzeria in vetroresina, color Oro Chiaro metallizzato, si abbina un interno altrettanto degno di nota, grazie ai sedili in pelle Connolly color cuoio, con inserti neri. Il prezzo d&#39;asta parte da 295 mila dollari. 

Un intervento di restauro ha riportato l&#39;esemplare alle specifiche originali. La &quot;Ferrari di Magnum PI&quot; ha due motivi di esclusivit&agrave; e uno &egrave; il materiale impiegato per la carrozzeria

Ferrari 308 GTB Scaglietti, all&#39;asta una specialissima &quot;Vetroresina&quot;

Al capitolo Opere d&#39;arte, frutto del lavoro del Centro Stile Ferrari, &egrave; il momento di accogliere l&#39;ultimo Progetto Speciale: Ferrari KC23. Facile intuire come dietro quella sigla ci sia il nome del fortunato cliente-committente.  La KC23 nasce per essere unica, destinata a mostrarsi al pubblico al Festival di Goodwood tra il 13 e 16 luglio, poi tra il 1 agosto e il 2 ottobre ai visitatori del Museo Ferrari. Infine, andr&agrave; nelle mani del legittimo proprietario, con una missione unica: girare in pista.  Sotto alle forme magistrali, per il gioco armonico dei volumi morbidi, si nasconde la tecnica della Ferrari 488. Non &quot;una qualsiasi&quot;, bens&igrave; le specifiche della 488 GT3 Evo. One-off da pista, intorno al telaio e al motore V8 biturbo ecco realizzata l&#39;opera di scultura che d&agrave; forma alla KC23.    Tre richiami di stile  Il frontale richiama i fari della Hypercar 499P, mentre le portiere si aprono verso l&#39;alto, come LaFerrari. In coda, la striscia a tutta ampiezza riprende un dettaglio del concept Vision Gran Turismo.  L&#39;ala appariscente - rimovibile - &egrave; la conseguenza di un progetto pensato per dare il meglio in pista, dove andr&agrave; con cerchi da 18 pollici, riservando il set da 21 e 22 alle occasioni di esibizione come sar&agrave; la presenza a Goodwood e al Museo Ferrari. Cerchi da 18 e gomme con maggior spalla sono l&#39;abbinamento ottimale per lavorare con le sospensioni e coniugare le regolazioni degli ammortizzatori alla &quot;morbidezza&quot; di una spalla pi&ugrave; alta che non su cerchi da 21 e 22 pollici.  Un colore tante sfumature  Detto della colorazione in quattro strati Gold Mercury, su base alluminio, con sfumature di colore variabili in funzione dell&#39;angolazione della luce sulla carrozzeria, &egrave; l&#39;aerodinamica attiva e l&#39;integrazione con il design che prende il sopravvento.  Superfici mobili, tra prestazione e pulizia di stile    Il raffreddamento della Ferrari KC23 nasce intorno a specifiche esigenze e beneficia di superfici mobili che variano l&#39;apertura delle prese laterali. Un dettaglio ulteriore di aerodinamica attiva &egrave; posizionato dietro le ruote anteriori, dove lavora come un deviatore di flusso.  La configurazione priva di ala fissa posteriore e con superfici aerodinamiche interamente chiuse, sviluppa forme della KC23 che paiono come lavorate, cesellate, dal pieno.  All&#39;interno, il cockpit ha i tratti della postazione dell&#39;auto da corsa, abbinata a un materiale di pregio come l&#39;Alcantara, rivestimento applicato ai due sedili. 

Colpisce inevitabilmente la perfezione del design sull&#39;ultima creatura della divisione Progetti Speciali Ferrari. La KC23 &egrave; un&#39;auto destinata alla pista, ecco dove sar&agrave; possibile vederla dal vivo

Ferrari KC23, un Progetto Speciale unico per andare oltre la 488 GT3 Evo

        I rumours che hanno accompagnato verso la presentazione della Ferrari SF90 XX Stradale suggerivano la possibilit&agrave; che la hypercar potesse rendere omaggio alla vittoria alla 24 Ore di Le Mans ed essere battezzata SF90 LM.&nbsp; Dopo 58 anni dall'ultima vittoria nella classifica assoluta della 24 Ore, a 50 anni di assenza dalla Classe regina, la Ferrari 499P &egrave; riuscita nell'impresa di vincere la gara simbolo dell'Endurance. L'equipaggio numero #51 composto da Pier Guidi-Calado-Giovinazzi in trionfo, senza dimenticare la pole position della numero #50 con l'equipaggio Fuoco-Molina-Nielsen, quarti al traguardo.             Visualizza questo post su Instagram  Un post condiviso da SF90 XX Stradale / Spider (@sf90.xx)      Per pochissimi fortunati la SF90 XX Stradale replica 499P Una livrea esclusivissima, replica dei colori 499P, sar&agrave; disponibile per un club ristretto di clienti, secondo l'anticipazione diffusa su Instagram da sf90.xx, beninformato sui fatti di Maranello, avendo tra l'altro diffuso la primissima immagine della SF90 XX Stradale senza veli. I membri dell'Hyperclub potranno accedere alla livrea "Ferrari 499P", con la speciale tonalit&agrave; di rosso abbinata alle bande gialle su cofano, tetto, portiere. Giallo che caratterizza anche l'ala posteriore, le calotte degli specchietti e parte degli inserti all'interno. Non mancano i rimandi espliciti al WEC con tanto di tabella e numero 50 o 51       

La grafica ispirata al prototipo vittorioso alla 24 Ore di Le Mans &egrave; un tocco di ulteriore esclusitiv&agrave;, riservato ai membri dell'Hyperclub

Ferrari SF90 XX Stradale, specialissima con la livrea Ferrari 499P

Non c&#39;&egrave; limite all&#39;estremo. Cos&igrave; si potrebbe riassumere il concetto ingegneristico e di stile che si cela dietro le nuove Ferrari SF90 XX Stradale e SF90 XX Spider. Che rendono possibile ci&ograve; che si credeva non potesse essere fatto: rendere pi&ugrave; performanti la SF90 Stradale e la SF90 Spider.  Una evoluzione che si legge tutta nel nome. Dove la doppia &ldquo;X&rdquo; che rimanda alle versioni speciali (vedi FXX) esclusive per l&#39;impiego in pista, segna un nuovo inizio: queste sono infatti le prime auto della gamma XX ad essere targabili e quindi utilizzabili in strada. Ci&ograve; significa che il focus dell&#39;elaborazione che ha portato ai due nuovi modelli sia stato proprio quello racing. Obbiettivo rendere l&#39;esperienza di guida equiparabile a quella di un&#39;auto da corsa. I cavalli sono saliti a quota 1030 (0-100 km/h in 2,3 secondi) e tutta la componentistica segna nuovi standard in termini di performance. Anche l&#39;immagine &egrave; stata modificata di conseguenza, con una profonda rielaborazione da parte del centro stile capitanato da Flavio Manzoni. Certo l&#39;ala fissa posteriore risalta rispetto ad altri elementi, ma anche le scelte cromatiche e le novit&agrave; di colori, sono specifiche per le nuove SF90 XX. Singolare come il design posteriore sia mutato cos&igrave; profondamente, essendo spariti i doppi gruppi ottici in favore di una barra luminosa orizzontale.  Liberi di sognare, ma sappiate gi&agrave; che gli ordini per le 799 SF90 XX Stradale e le 599 SF90 XX Spider, sono gi&agrave; esauriti. Peccato perch&eacute; il prezzo era di soli 770.000 euro per la prima e 850.000 euro per la seconda.    L&#39;elettrificazione evolve la meccanica  Come vedremo sotto il cofano le nuove SF90 XX Stradale e Spider sono cambiate. Ma lo schema che comprende motore V8 biturbo e tre propulsori elettrici &ndash; uno tra V8 e cambio doppia frizione a 8 rapporti, due all&#39;asse anteriore &ndash; &egrave; rimasto invariato. Sono i componenti ad essersi evoluti, con l&#39;ovvia finalit&agrave; di alimentare l&#39;esperienza di guida di un&#39;auto da corsa.  Il trittico di motori elettrici, che vanta una potenza complessiva di 233 cavalli (171 kW) presenta l&#39;inedita funzione extra-boost. Che nel modo di guida Qualifyng fornisce un&#39;ulteriore spinta in uscita dalle curve. Mentre il V8 da 3.990 cc presenta nuovi pistoni e una differente &ldquo;finitura&rdquo; della camera di combustione che ha permesso di aumentare il rapporto di compressione. Si &egrave; fatto pure pi&ugrave; leggero di 3,5 kg, ma soprattutto arriva a 797 cavalli di potenza, ovvero 200 cv/litro. E beneficia poi di un migliore raffreddamento grazie a nuovi radiatori anteriori. Inoltre &egrave; stato stravolto il sistema di raffreddamento della componente elettrica, ribaltando nel vero senso della parola il layout del radiatore dedicato.  A mantenere l&#39;ordine tra propulsore a combustione e unit&agrave; elettriche il cambio doppia frizione a 8 rapporti, che riceve su SF90 XX Stradale e SF90 XX Spider delle nuove logiche di funzionamento, ovviamente incentrate sull&#39;esperienza racing. Derivano da quelle gi&agrave; introdotte dalla serie speciale Ferrari Daytona SP3.  Carico, carico, e ancora carico  Che si tratti di un&#39;auto da corsa o di una sportiva stradale, il carico aerodinamico &egrave; indubbiamente una &ldquo;componente&rdquo; fondamentale. E se il riferimento sono i due nuovi modelli SF90 XX, il carico verticale massimo &egrave; raddoppiato. Per questo, partendo dalla SF90 Stradale, lo studio dei flussi &egrave; stato completamente rielaborato.  Il colpo d&#39;occhio, indipendentemente dalle competenze aerodinamiche di ciascuno, cade sulla nuova ala fissa posteriore. Sviluppata grazie alla sinergia tra il centro stile e il fronte tecnico della casa di Maranello, unitamente allo uno spoiler mobile dalla forma a cuneo denominato shut-off Gurney &ndash; ulteriormente evoluto &ndash; sviluppa un carico aerodinamico posteriore pari a 315 kg a 250 km/h. Parlando di kg, come non citare il peso della coppia di SF90 XX: la variante chiusa fa fermare l&#39;ago della bilancia a 1560 kg, quella aperta a 1660 kg.&nbsp;  La sezione anteriore si dota di uno splitter pi&ugrave; grande, che convoglio l&#39;aria in fondo vettura completamente inedito. Allo stesso tempo il diffusore anteriore di nuova fattura assicura un aumento di deportanza di oltre 45 kg a 250 km/h.    Handling da corsa, anche in frenata  Tutto l&#39;impianto di sistemi di controllo di dinamica del veicolo si rivolge alla pista. La novit&agrave; pi&ugrave; rilevante &egrave; l&#39;ABS Evo, debuttante sulla recente 296 GTB. Dispositivo che di fatto migliora la distribuzione della frenata in condizioni di massima aderenza e quando il manettino si trova nella modalit&agrave; Race. Cuore di ABS Evo il sensore 6W-CDS che fornisce una variet&agrave; di informazioni maggiori rispetto a quello impiegato sino a questo momento.  A livello di assetto, le nuove SF90 XX presentano rigidezze elastiche e angoli cinematici dedicati. Tanto &egrave; che il miglioramento delle prestazioni in termini di tenuta laterale &egrave; stato incrementato del 9% rispetto alla SF90 Stradale.  A bordo a fare la differenza sono i nuovi sedili monoguscio, che hanno una struttura tubolare in fibra di carbonio. Lo stile segue la funzione, grazie ad una serie di grafiche dedicate del cluster Ferrari. 

La potenza sale a quota 1030 cavalli, aerodinamica maggiorata, nuova ala fissa posteriore. 799 esemplari per la coup&eacute; e 599 per la spider, ovviamente gi&agrave; tutti con un legittimo proprietario

Ferrari SF90 XX Stradale e SF90 XX Spider, il limite &egrave; stato superato

        Quanto la Ferrari Enzo occupi un posto speciale nella sequenza di hypercar del Cavallino Rampante &egrave; noto. Ragioni tecniche, oltre al peso del nome che accompagna il punto pi&ugrave; alto delle prestazioni Ferrari nel 2002, anno della presentazione. All'asta &egrave; finito uno dei 399 esemplari prodotti, esclusivissimo perch&eacute; trattasi della Enzo "Scocca numero 1". La prima. Non basta? Esclusivissima ancor di pi&ugrave; perch&eacute; &egrave; appartenuta a Fernando Alonso, che dalla propria collezione privata l'ha affidata a MonacoCarAuctions perch&eacute; andasse all'asta nell'evento L'AstaRossa.  Tra le Enzo stradali di maggior valore Quanto ha realizzato, la Enzo di Alonso? &Egrave; stata battuta per 5,4 milioni di euro, un valore tra i pi&ugrave; alti in assoluto tra &nbsp;le &nbsp;Enzo. Nel 2005, infatti, l'esemplare donato dalla Ferrari a Papa Giovanni Paolo II, venne battuto per 6,05 milioni di dollari e il ricavato donato in beneficienza (un valore che deve considerare il differente tasso di cambio al tempo, ovviamente, e si riflette in un controvalore odierno ancora maggiore).&nbsp; La Ferrari Enzo Scocca n&deg; 1 ha uno status certificato dal libro Ferrari Classiche, che assicura l'esemplare quale il primo assemblato sulla prima scocca prodotta. Quanto alle condizioni della Enzo, al contachilometri segna appena 4.800 km percorsi. Fernando: "Prendetevene cura" A tutti i partecipanti all'asta di MonacoCarAuctions, prima dell'avvio delle offerte, &egrave; arrivato un videomessaggio di Alonso: "Per me &egrave; un'auto che significa molto e ho passato grandi momenti con lei, &egrave; un magico pezzo d'arte. So che andr&agrave; in buone mani, per favore prendetevi cura dell'auto e godetevela".&nbsp; Non ci stupiremmo se la Enzo "Scocca n&deg; 1", da 5,4 milioni di euro di valore, finisse custodita in una preziosa e scenografica esposizione domestica, pi&ugrave; che ritrovarla su strada.       

L'esemplare &egrave; stato battuto all'asta insieme a un lotto di Ferrari, tra cui la 250 GT Boano da 1,5 milioni di valore, una 559 GTO da 784 mila euro. Un videomessaggio di Alonso ha aperto le offerte

Ferrari Enzo, ecco quanto vale la Scocca n° 1 appartenuta ad Alonso

        Cos&rsquo;hanno in comune la nuova Ferrari Purosangue di Piero Ferrari e la 400 Superamerica del padre Enzo? Il Verde Dora, una tonalit&agrave; di certo inusuale ma viva nei ricordi di Piero, che per personalizzare la sua auto (la prima a Marchio Cavallino Rampante ad avere le porte posteriori) ha scelto proprio il colore della vettura che il padre ha tenuto con s&eacute; dal 1961 al 1962. Vettura che si distingueva dai modelli di serie per numerosi dettagli, come il design delle sospensioni anteriori e posteriori. E pure il motore, il V12 da 340 CV progettato da Gioachino Colombo con una cilindrata di quasi 4.000 cc, aveva alcune differenze, oltre al diverso gruppo cambio differenziale.  Purosangu e 400, similitudini e dettagli Tra le similitudini tra la 400 Superamerica dell&rsquo;epoca e la Purosangue di oggi c&rsquo;&egrave; anche la volont&agrave; di differenziarsi dalle altre supersportive, rompendo la tradizione. Nonostante sia atipico, il Verde Dora &egrave; ancora un colore contemporaneo, che ben si sposa con le linee della Purosangue (nel percorso di personalizzazione, Piero Ferrari si &egrave; affidato ai designer del programma Tailor Made). Si aggiungono il tetto in carbonio, che sostituisce il classico tetto panoramico in vetro, e gli speciali cerchi forgiati con trattamento diamantato, in tinta opaca Winter Grey. Ancora similitudini con la 400 Superamerica nell&rsquo;abitacolo, dove si trova la pelle marrone Jade, in questo caso arricchita dagli inserti in fibra di carbonio del cruscotto e della fascia, con bordi in rame. Piero Ferrari ha poi voluto lasciare le fiancate della Purosangue senza i tradizionali stemmi del Marchio: un modello unico, ma allo stesso tempo inconfondibilmente Ferrari. Questa Purosangue rappresenta anche l&rsquo;occasione per lanciare il nuovo concept Couture Selection, all&rsquo;interno del programma Tailor Made: ogni nuovo modello avr&agrave; una Couture Selection fatta su misura, per un prodotto sempre pi&ugrave; esclusivo e cucito addosso al nuovo proprietario. Ferrari SF90 Stradale Rosso Le Mans celebra la 499P       

Il Verde Dora &egrave; lo stesso della 400 Superamerica che il Commendatore aveva posseduto dal 1961 al 1962

Una Purosangue per Piero Ferrari: verde come l’auto del padre Enzo

        Una Ferrari 308 con motore Honda sovralimentato? Sebbene possa sembrare un'eresia, &egrave; esattamente ci&ograve; che ha fatto Mike Burroughs, fondatore di StanceWorks, officina californiana specializzata in preparazioni auto. Denominata &ldquo;Ferrari 244 GTK&rdquo;, la vettura, presentata al SEMA 2022, ha ora mosso i suoi primi (e aggressivi) passi su asfalto: lo dimostra il video caricato sul canale ufficiale del preparatore, che potete vedere in questo articolo. Ferrari 308 con motore Honda turbo: i primi giri della 244 GTK Per chi non conoscesse il progetto, tutto &egrave; iniziato con una Ferrari 308 GTBi del 1981, declinazione a iniezione del modello che faceva scendere la potenza del motore, un V8 da 2,9 litri, da 240 a 205 CV (valori relativi alla versione destinata al mercato americano; quella europea erogava rispettivamente 255 e 214 CV). Per questo motivo, Mike Burroughs, fondatore di StanceWorks, ha deciso di effettuare lo &ldquo;swap&rdquo; con un propulsore K24 Honda i-VTEC da 2,4 litri dalla potenza analoga (meno di 210 CV). Il motivo della scelta risiedeva, ovviamente, nello straordinario potenziale del motore giapponese, leggero e compatto. La vettura &egrave; stata presentata lo scorso anno al SEMA Show di Las Vegas, dove ha riscosso un grande successo di pubblico. Nel video pubblicato sul canale possiamo vedere il primo test su strada della supercar:  Vettura pronto gara Ma vediamo, nello specifico, le modifiche effettuate che hanno consentito di raggiungere valori da hypercar. Il motore Honda K24, oltre all&rsquo;abbinamento con una trasmissione sequenziale Quaife a cinque rapporti, &egrave; stato potenziato con un nuovo turbocompressore Garrett: ci&ograve; ha permesso di ottenere oltre 810 CV di potenza alle ruote, come dimostrato dai test effettuati al banco. Il team di StanceWorks, tuttavia, non si ferma qui. L&rsquo;obiettivo &egrave; quello di raggiungere la soglia dei 1.000 CV, alzando ulteriormente l'asticella del propulsore nipponico senza compromettere l&rsquo;affidabilit&agrave;. Oltre alla meccanica, la Ferrari 244 GTK ha subito anche modifiche estetiche / funzionali: spiccano il bodykit aerodinamico con splitter, diffusore ed enorme alettone posteriore fisso, oltre a cerchi Rotiform a cinque razze e impianto frenante maggiorato AP. Anche la dinamica di guida &egrave; stata migliorata, con sospensioni racing H&amp;R. Tutto questo ha un preciso fine: le competizioni. La&nbsp;vettura parteciper&agrave;, infatti, al World Time Attack GCG Open Class di Sydney, in Australia.        

Si chiama Ferrari 244 GTK il progetto di StanceWorks: il motore Honda K24 modificato permetter&agrave; di raggiungere i 1000 CV di potenza

Ferrari 308 GTBi, 1.000 CV grazie al motore Honda K24 turbo

Una collezione di 20 rarissime Ferrari d&#39;epoca, rimasta nascosta per oltre un decennio in un fienile di Speedway, nello stato dell&rsquo;Indiana (USA), &egrave; stata scoperta in seguito al devastante uragano Charley del 2004. Oggi, le incredibili auto d&rsquo;epoca sono pronte per essere battute all&#39;asta da RM Sotheby&#39;s.    La storia  Secondo RM Sotheby&#39;s, questa incredibile avventura &egrave; iniziata in Florida, dove le 20 auto erano ricoverate in un capannone dal 1990. Nel 2004, quando l&#39;uragano Charley ha scatenato il caos in Florida, causando il crollo parziale del fienile che ospitava le auto e conseguenti danni alle vetture, queste sono state trasferite nel magazzino di Speedway. La collezione &egrave; a dir poco impressionante. Come ha sottolineato la casa d&#39;aste, per un profano si potrebbe trattare solo di un bel numero Ferrari. In realt&agrave;, alcune di queste meraviglie italiane hanno partecipato a gare celebri come 24 Ore di Le Mans, Targa Florio e Mille Miglia. Una delle vetture, inoltre, era un tempo il bene prezioso di una famiglia reale,. RM Sotheby&#39;s metter&agrave; all&#39;asta questa spettacolare collezione, senza riserve, durante la Monterey Car Week 2023, prevista ad agosto. Di seguito le tre pi&ugrave; interessanti tra le 20 meraviglie italiane.  Ferrari 250 GT Coup&eacute; Speciale (1956)    La prima del lotto, una Ferrari 250 GT Coup&eacute; Speciale di Pinin Farina datata 1956, &egrave; appartenuta al re Mohamed V del Marocco. Si tratta di uno dei soli quattro modelli del 1956 dotati di carrozzeria in stile &quot;Superamerica&quot;. Nonostante condizioni non proprio &quot;da vetrina&quot;, la Coup&eacute; di Maranello vanta un motore V12 originale (i numeri combaciano con quelli del telaio) e potrebbe aumentare il proprio valore in maniera esponenziale in seguito a un restauro ben eseguito. Secondo Sotheby&#39;s, il prezzo potrebbe superare i 2 milioni di euro.  Ferrari 275 GTB/6C Alloy di Scaglietti del 1965    Altro pezzo incredibile, una Ferrari 275 GTB/6C Alloy di Scaglietti del 1965 rossa. Questo modello debutt&ograve; al Salone dell&#39;Auto di Torino prima di partecipare alla Targa Florio del 1966. Si dice che sia la &quot;prima 275 GTB &#39;a muso lungo&#39; a essere dotata di una carrozzeria in lega leggera e di sei carburatori&quot;: ci&ograve; contribuisce al suo considerevole valore d&#39;asta, stimato tra 1,9 e 2,3 milioni di euro.  Ferrari 500 Mondial Spider (1954)    Sebbene sia la pi&ugrave; danneggiata (l&#39;aspetto &egrave; quello di un vero e proprio rottame), la Ferrari 500 Mondial Spider prima Serie (1954) di Pinin Farina &egrave;, probabilmente, la pi&ugrave; interessante di tutto il lotto. Condizioni a parte, questo esemplare vanta la storia da corsa pi&ugrave; lunga tra tutte le auto della collezione. Originariamente dotata di carrozzeria Pinin Farina Spider, fu acquistata dal direttore della Scuderia Guastalla Franco Cornacchia per l&#39;ex pilota della Scuderia Ferrari Franco Cortese. Cortese guid&ograve; la vettura fino al quarto posto di classe (14&deg; assoluto) alla Mille Miglia del 1954. L&#39;auto fu poi riallestita da Scaglietti e continu&ograve; a correre, prendendo parte anche anche alla Targa Florio del 1956. Si prevede che il modello possa raggiungere cifre vicine a 1,5 milioni di euro.  &nbsp;Ferrari all&rsquo;asta da Sotheby&rsquo;s, la lista completa  Di seguito, tutte le 20 Ferrari classiche che saranno battute all&rsquo;asta, ordinate secondo l&rsquo;anno di immatricolazione:    1954 Ferrari 500 Mondial Spider Serie I di Pinin Farina  1956 Ferrari 250 GT Coup&eacute; Speciale di Pinin Farina  1956 Ferrari 410 Superamerica Coup&eacute; Serie I di Pinin Farina  1960 Ferrari 250 GT Coup&eacute; Serie II di Pinin Farina  1964 Ferrari 250 GT/L Berlinetta Lusso di Scaglietti  1965 Ferrari 275 GTS di Pininfarina  1965 Ferrari 275 GTB/6C in lega di Scaglietti  1965 Ferrari 330 GT 2+2 Serie I &quot;Interim&quot; di Pininfarina  1966 Ferrari 330 GT 2+2 Serie II di Pininfarina  1967 Ferrari 330 GTS di Pininfarina  1968 Ferrari Dino 206 GT di Scaglietti  1969 Ferrari 365 GT 2+2 di Pininfarina  1971 Ferrari 365 GTB/4 Daytona Berlinetta di Scaglietti  1972 Ferrari 365 GTB/4 Daytona Berlinetta di Scaglietti  1972 Ferrari 365 GTC/4 di Pininfarina  1976 Ferrari 308 GTB &quot;Vetroresina&quot; di Scaglietti  1977 Ferrari 400 Automatica  1978 Ferrari 512 BB Competizione  1980 Ferrari 512 BB  1991 Ferrari Testarossa  

Rimaste ferme in un capannone, tra le rarissime Ferrari classiche spiccano 250 GT Coup&eacute; Speciale, 500 Mondial Spider e 275 GTB/6C Alloy Scaglietti

20 Ferrari all&rsquo;asta da Sotheby&rsquo;s, il clamoroso &quot;barn find&quot;

Tempismo perfetto. Quasi in contemporanea con lo storico trionfo della 499P al ritorno della Casa di Maranello nella 24 Ore di Le Mans, proprio in occasione del centenario della mitica competizione arriva Ferrari SF90 Rosso Le Mans.  Una livrea speciale per la hypercar elettrificata di Maranello, dedicata a un numero estremamente circoscritto di clienti.  Ispirato col Rosso Le Mans e con il Giallo Modena alla vettura che ha trionfato della gara-archetipo delle competizioni endurance.  Una SF90 ancora pi&ugrave; speciale  Evocativa &egrave; dir poco, il fil rouge con la 499P numero 50 guidata da Antonio Fuoco, Miguel Molina e Nicklas Nielsen &egrave; certificato anche dai tricolori sui paraurti e sul volante, dal logo del World Endurance Championship (WEC) sulle portiere col numero 50.&nbsp;  In gara ha vinto la numero 51, guidata da Pier Guidi, Calado e Giovinazzi, pi&ugrave; che probabile un aggiornamento nell&#39;offerta...    Le caratteristiche tecniche restano le stesse: motore V8 4 litri bi-turbo da 780 cavalli e 800 Nm di coppia con l&rsquo;aggiunta dei 220 cavalli dei tre propulsori elettrici, per arrivare a quota 1.000 CV.  &nbsp;  La trazione &egrave; integrale elettrica, il cambio a doppia frizione a otto marce: questa super PHEV pu&ograve; viaggiare 25 chilometri in modalit&agrave; completamente elettrica.  Al momento il numero degli esemplari Rosso Le Mans resta sconosciuto.  Potrebbe interessarti: Ferrari SF90 Stradale Assetto Fiorano, 1.000 cv alla carica&nbsp;  &nbsp; 

La hypercar ibrida di Maranello omaggia la vettura trionfarice al centenario della gara di endurance per antonomasia

Ferrari SF90 Stradale Rosso Le Mans celebra la 499P

        Nel futuro della Ferrari ci sar&agrave; anche l'elettrico, con una data gi&agrave; fissata, appuntamento per scoprire il primo progetto a batteria. Nel futuro della Ferrari non ci sar&agrave; solo l'elettrico. Benedetto Vigna, intervenuto al Italy Capital Markets Forum di Bloomberg, ha sottolineato il dettaglio, confermando l'impegno della Ferrari a trasferire tecnologia dalle corse ai modelli stradali. Tre linee di prodotto con il dna Ferrari "Abbiamo detto come in Ferrari avremo tre tipologie di vetture. Le Ferrari con motore termico, le ibride e le elettriche. Non credo che l'unico modo di procedere in futuro sia una Ferrari solo elettrica. Sono convinto che avremo combustibili carbon neutral che potranno aiutare a realizzare delle Ferrari che rispettino l'ambiente", ha commentato Vigna. Gli e-fuels e il legame corse-auto stradali Parole che si sommano alla posizione espressa durante la presentazione dei risultati del primo trimestre del 2023, quando Vigna ha sottolineato come i modelli della casa di Maranello siano gi&agrave; in grado di funzionare alimentati da e-fuels. Una materia che, nei prossimi anni, vedr&agrave; saldarsi completamente quel legame corse-prodotto con il passaggio dei motori di Formula 1 ai combustibili a impatto ambientale neutro. E-fuel che verranno impiegati dalla massima categoria del motorsport a partire dal 2026. "Chiamateli e-fuel, io li chiamo carbon neutral. Chiaramente l'elettrico &egrave; un importante passo avanti, stiamo lavorando e siamo nei tempi, inizieremo nel 2024 ma non credo che in momenti di transizione ecologica ci sar&agrave; una sola tecnologia vincente", ancora Vigna. L'e-building, ovvero, la struttura che curer&agrave; la produzione di componenti fondamentali per le Ferrari elettriche, tra cui l'assemblaggio delle batterie, con differenti composizioni chimiche che troveremo sui futuri modelli elettrici e ibridi plug-in, sar&agrave; operativo dal giugno del 2024. Due anni dopo l'annuncio della sua realizzazione e un anno prima della presentazione della Ferrari elettrica.       

L'impegno della Ferrari &egrave; verso l'elettrico come anche l'ibrido e i motori termici alimentati da carburanti sintetici. L'a.d. Vigna ribadisce l'impegno della Rossa, nel 2024 operativo l'e-building

Ferrari, Vigna: non solo l'elettrico in futuro, aperti a più tecnologie

        "Una Ferrari elettrica? Mi sento male solo a pensarlo, mi viene l'orticaria". Non usa mezzi termini Luca Cordero di Montezemolo, ex presidente del Cavallino Rampante, nel commentare il possibile arrivo sul mercato di una Rossa a zero emissioni. E anche per quanto riguarda le auto di tutti i giorni, il manager di Bologna ha espresso posizioni molto critiche, aprendo invece a soluzioni alternative come l'ibrido e nuove tipologie di carburanti. Ferrari F167, l'erede della 812 Superfast avvistata a Maranello Montezemolo contro la Ferrari elettrica Presidente di Ferrari dal 1991 al 2014, Luca Cordero di Montezemolo &egrave; sempre stato contrario alla realizzazione di una vettura del Cavallino completamente elettrica. E a distanza di ormai 9 anni, in piena transizione ecologica, la sua opinione non sembra essere cambiata, come ha confermato nel corso del suo intervento al Festival dell'Economia di Trento. "Per me l'elettrico al 100% &egrave; per la citt&agrave;, l'ibrido per fuori e poi tanti carburanti alternativi" ha detto ancora Montezemolo. Nel frattempo, Ferrari &egrave; al lavoro sul suo primo modello elettrico, che potrebbe vedere la luce gi&agrave; nel 2025, mentre sono gi&agrave; due i modelli ibridi plug-in in gamma (SF90 Stradale e 296 GTB). Benedetto Vigna, attuale amministratore delegato del Cavallino, ha comunque chiarito che invece la Ferrari non punter&agrave; sulla guida autonoma. Le Rosse &ldquo;non si guideranno mai da sole&rdquo; ha ribadito in pi&ugrave; occasioni. Ferrari riapre gli ordini sul Purosangue, avanti la ricerca su elettrica ed e-fuels       

L'ex presidente del Cavallino boccia senza mezzi termini l'idea di una Rossa 100% elettrica. Ma apre all'ibrido e ai carburanti alternativi

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