        Lagonda, ovvero, il marchio elettrico di Aston Martin. E' la specializzazione che appare all'orizzonte, prima tappa fissata al 2021, quando sulla scena arriver&agrave; il suv extra-lusso. A confermarlo &egrave; Andy Palmer. Non rester&agrave; l'unico modello del rilancio di un nome storico, entrato nella famiglia Aston Martin nel 1947, che ha toccato i punti pi&ugrave; alti della produzione automobilistica negli anni Settanta ed &egrave; stato ripescato nel 2015 per proporre l'esclusivissima Taraf. Dal progetto di stile, da Lagonda Vision Concept, si partir&agrave; per creare uno sport utility che dica qualcosa di unico sulla scena: &laquo;Il suv Lagonda sar&agrave; il primo della sua specie: spazioso, con prestazioni 4x4 elevate che con successo mettono insieme l'amore per la tecnologia, il lusso e lo stile&raquo;. Cos&igrave;, Palmer, nel creare l'attesa (e curiosit&agrave;) intorno al progetto. &laquo;Nel far rivivere uno dei nomi pi&ugrave; iconici nel mondo delle auto, abbiamo creato un'opportunit&agrave; unica. Che ci consente di mettere da parte un approccio ereditato dal ventesimo secolo e progettare le auto intorno alle esigenze e desideri del ventunesimo secolo&raquo;. Dopo il suv &egrave; attesa una grande berlina di lusso, sempre con propulsione elettrica e uguale piattaforma, una missione per il brand Lagonda. Sul versante Aston Martin arriver&agrave; un progetto di sport utility dalle caratteristiche molto diverse, il 2019 &egrave; visto quale l'anno possibile del debutto sulla scena e i contenuti che &egrave; destinato a riproporre, evoluti, sono quelli del concept DBX. Punter&agrave; tutto sull'esclusivit&agrave;, tecnologica e non solo, Lagonda. E Marek Reichmann, responsabile dell'area creativa di Aston Martin, assicura non andr&agrave; dispersa l'impostazione di stile data con il Vision Concept: &laquo;Manterr&agrave; quella sfrontatezza. Lagonda &egrave; un marchio di lusso ma anche un marchio che affonda le radici nella tecnologia. Sar&agrave; un suv come nessun'altro alla guida, il suo aspetto deve riflettere la nuova realt&agrave; e servire quale pioniere verso un futuro nel quale ci sar&agrave; ancora posto per le auto di maggior prestigio e pi&ugrave; desiderate&raquo;.       

Andy Palmer ha confermato il lancio del suv elettrico nel 2021, primo modello di una gamma che conter&agrave; unicamente veicoli a zero emissioni. Reichmann assicura: il prodotto di serie conserver&agrave; l'audacia del Vision Concept

Lagonda, il verbo elettrico di Aston Martin: un suv per ricominciare

Nel segno di una lettera: V. Dalla piattaforma all&#39;architettura del propulsore, dal modello alla serie specialissima, commissionata da un appassionato alla divisione Q by Aston Martin &ndash; Commission e occasione buona per offrire 14 unit&agrave; di Aston Martin Vantage V600. La sigla non &egrave; nuova, nel 1998 arriv&ograve; sul cofano dell&#39;allora Vantage, rendendola allora la pi&ugrave; potente presente in gamma. Differenze di genere nette con il progetto odierno. Anzitutto il cuore. Dal V8 sovralimentato con volumetrico a un V12 aspirato da 6 litri: 600 cavalli e un timbro inconfondibile.    Altra V, nella piattaforma VH. L&#39;ultimo capitolo Vantage &egrave; fresco di presentazione, la realizzazione del desiderio di far rinascere la V600, cos&igrave;, si sviluppa intorno alla precedente generazione, prodotta ricorrendo al pianale VH Generation 2. Gli interventi distintivi si contano anzitutto sullo stile, il frontale resta fedele al corso di design che per tutti gli anni Duemila ha caratterizzato i progetti del marchio di Gaydon. Forme morbide, fari arrotondati, una calandra ampissima. Visivamente d&agrave; l&#39;impressione di esserlo ancor di pi&ugrave; per il motivo adottato dalla griglia brunita, a maglie strette, il richiamo &egrave; ovviamente alle doppie ali del marchio. Elemento di una carrozzeria interamente in fibra di carbonio che ha nel cofano scolpito nella parte centrale e nei fori di evacuazione del calore, altri particolari distintivi. Come dettagli peculiari sono gli sfoghi dietro le ruote anteriori, il doppio dam sullo splitter, l&#39;estrattore in fibra di carbonio, i cerchi forgiati e del tipo centre-lock. Cos&igrave;, Vantage V600 nel 2018.  Nuova Vantage V8, la prova: ambizioni aggressive  In controtendenza con qualsiasi corso tecnico, salvo rarissime eccezioni, la trasmissione accoppiata al V12 vede un cambio manuale 7 marce spuntare sul tunnel in fibra di carbonio, materiale impiegato in abbondanza nella personalizzazione degli interni, insieme all&#39;alluminio anodizzato e brunito, la pelle forata sui sedili ultraleggeri. Leva del cambio che &egrave; lavorata dal pieno, per un tocco di ricercatezza estetica e produttiva notevole. Non meno curato &egrave; il poggiabraccio sul tunnel, realizzato a mano e in cuoio.  La divisione Q by Aston Martin &ndash; Commission realizzer&agrave; sette esemplari coup&eacute; e sette esemplari roadster di Vantage V600, con le prime consegne previste nel corso del terzo trimestre del 2018.   

La divisione Q by ha soddisfatto le richieste di un cliente e riproposto i contenuti della V600 del 1998. Motore V12 aspirato da 600 cv e&nbsp;carrozzeria in carbonio.

Aston Martin Vantage V600, a volte ritornano

        Aston Martin DBS Superleggera, una delle prossime sportive pi&ugrave; affascinanti (dal retaggio vintage) &egrave; stata beccata al Nurburgring&nbsp;da Automotive Mike. L&rsquo;erede della bellissima Vanquish, anticipata solo da alcuni teaser, dovrebbe essere presentata tra un mese. Un prototipo nelle fasi di sviluppo finali &egrave; stato intercettato nell&rsquo;Inferno Verde. Con camuffature&nbsp;evidenti, ma l&rsquo;ispirazione presa dalla DB11, la GT dai due volti, appare palese. Anche se DBS Superleggera si presenta con un aspetto e un piglio decisamente pi&ugrave; sportivo, con calandra pi&ugrave; importante e quattro scarichi, e ancorato a terra. Non sono trapelati ulteriori dettagli sulla ottimizzazione del peso. Il pianale &egrave; quello della DB11 e il motore di certo sar&agrave; della stessa provenienza. Il V12 5.2 litri twin-turbo, che per&ograve; potrebbe passare da 608 a circa 700 cavalli.       

La GT derivata dalla DB11 intercettata nell'Inferno Verde. Sar&agrave; presentata a Giugno: con 700 cavalli?

GT al Ring, "pizzicata" Aston Martin DBS Superleggera

Superleggera e DBS bastano da sole per rimandare immediatamente alla Carrozzeria Touring e Aston Martin, senza necessit&agrave; di sottolineare un&#39;appartenenza logica e scontata per i cultori del verbo GT. Aggettivo e sigla in grado di far storia a s&eacute;. Appuntamento a giugno per scoprire il nuovo capitolo scritto con Aston Martin DBS Superleggera, una generazione che arriva a 51 anni dalla prima David Brown Sports, spiegazione di una sigla legata intimamente alla propriet&agrave; subentrata nel 1947.&nbsp;  Il contributo della Carrozzeria Touring si concretizza non solo nell&#39;applicazione della targhetta Superleggera sui passaruota anteriori, anticipa le soluzioni di alleggerimento che caratterizzeranno la granturismo sviluppata partendo dal pianale e dal motore V12 5.2 litri twin-turbo di Aston Martin DB11. Proporzioni immutate, diverso stile avr&agrave; il frontale, la calandra si far&agrave; pi&ugrave; ampia e ruber&agrave; spazio alla fascia paraurti in basso, al posteriore invece scopriremo gruppi ottici dall&#39;andamento probabilmente modificato. Quattro terminali di scarico, un diffusore specifico, sono altri contenuti attesi sul top di gamma che conclude il rinnovamento dell&#39;offerta Aston Martin.  Avr&agrave; una veste aerodinamica molto pi&ugrave; sviluppata che non sulla DB11, dalla quale riprende le aperture dietro le ruote anteriori. Forme diverse avranno le minigonne, lame alimentate dai vortici d&#39;aria estratti dal vano ruota, lo splitter anteriore sar&agrave; molto pi&ugrave; pronunciato e sul cofano motore troveremo due griglie di evacuazione dell&#39;aria pi&ugrave; ampie rispetto a DB11, per un migliore smaltimento termico. Indiscrezioni legate alla potenza che sar&agrave; in grado di erogare il V12 twin-turbo dicono di una soglia prossima ai 700 cavalli, dai 608 del modello dal quale trae ispirazione.  Aston Martin V8 Vantage, ambizioni aggressive: la prova 

La sigla venne usata per la prima volta nel 1967 e torner&agrave; per individuare una super GT sviluppata partendo da DB11 e con il contributo della Carrozzeria Touring per un&#39;operazione alleggerimento a vantaggio delle prestazioni

Aston Martin DBS Superleggera, una super GT dal profumo vintage

Oltre Vantage, Valkyrie, Vulcan. Oltre la sportivit&agrave; nelle forme pi&ugrave; avvenenti, da granturismo o estreme hypercar, per Aston Martin il futuro prossimo riserver&agrave; altri importanti tasselli nella gamma, buoni per ampliare gli orizzonti e proporre il DNA del marchio con carrozzeria suv. Su orizzonti diversi, si conteranno due proposte, con marchi e caratteristiche tecniche differenti. Con ordine. la prima tappa si ferma in Galles, a St Athan, un&#39;ex base aeronautica dove i lavori per la realizzazione di un nuovo impianto procedono spediti. Sar&agrave; lo stabilimento responsabile della produzione del suv Aston Martin, atteso nel 2019, evoluzione del concept pi&ugrave; ritagliatoverso l&#39;idea di crossover, che fu DBX nel 2015.  Diversamente da quel modello, non avr&agrave; propulsione elettrica - motori posti sulle ruote - n&eacute; tantomeno conserver&agrave; la sigla. Le indiscrezioni che circolano in Gran Bretagna, riportate da Autocar, puntano all&#39;adozione del nome Aston Martin Varekai, un&#39;altra V da affiancare alle gi&agrave; citate, nonch&eacute; alla prossima Vanquish. La transizione da DBX a Varekai necessariamente porter&agrave; con se una carrozzeria con alcuni interventi di grande impatto, anzitutto le quattro porte, un diverso andamento della linea del tetto, conservando al tempo stesso gli stilemi Aston Martin: un design inequivocabilmente Aston, prima ancora dei necessari adeguamenti per declinare il verbo suv correttamente.  Sar&agrave; interessante scoprire quale interpretazione del frontale verr&agrave; offerta, se quella pi&ugrave; ancorata alla tradizione, della calandra in posizione rialzata, o la visione futurista introdotta con Vantage, pi&ugrave; bassa. Dettagli. Cruciale, invece, scoprire cosa proporr&agrave; sotto al cofano un prodotto che dovr&agrave; misurarsi con Lamborghini Urus, Maserati Levante, per citare alcuni riferimenti ad altissime prestazioni, non gli unici. L&#39;idea di un sistema ibrido &egrave; contemplata nella gamma Aston Martin Varekai, un ibrido per la performance, non un sistema plug-in,&nbsp; scartato da Andy Palmer, a.d. del marchio, allo scorso Salone di Ginevra. C&#39;&egrave; di pi&ugrave;. Detto di una piattaforma in alluminio, evoluzione di quella impiegata su DB11 e Vantage, Palmer ha scandito concetti chiari: le Aston Martin del futuro saranno probabilmente tutte con un motore termico a V, con o senza un supporto elettrico secondario. Vale anche per il suv.  Le prospettive di auto elettrica, invece, verranno coltivate con un brand separato. Sar&agrave; Lagonda, che a Ginevra ha prodotto una visione sul futuro con un concept elettrico e a guida autonoma di livello avanzato. Il centro stile diretto da Marech Reichmann ha inserito nel concept il linguaggio di stile destinato alla berlina da produrre dopo il 2021 e al suv, mentre sullo stand ginevrino erano presenti le realizzazioni in scala dei modellini di suv e coup&eacute;. Non limitarsi a modelli elettrici &ldquo;annacquati&rdquo; in un&#39;offerta tradizionale, finanche fosse con modelli ibridi, bens&igrave;, seguire la strada di un marchio specializzato nei progetti 100% a batteria. E&#39; la visione di Palmer, a richiamare quanto fatto da Tesla.  Storia che affonda le radici a inizio Novecento, entrata a far parte di casa Aston nel 1947, introdotta allora da David Brown. Nel recentissimo passato ha visto una piccola produzione in serie della grande ammiraglia Taraf. 

Dal concept DBX ad Aston Martin Varekai, individuato quale possibile nome del primo suv del marchio. Arriver&agrave; nel 2019, non sar&agrave; l&#39;unico. Da Lagonda una visione simile ma con propulsione elettrica, dopo il 2021

Aston Martin Varekai, il suv nel segno della V

La battaglia delle hypercar &egrave; senza quartiere. Una febbre che ha coinvolto i Costruttori pi&ugrave; prestigiosi e anche gli specialisti. Ora tocca ad Aston Martin, che dopo aver mostrato a Ginevra&nbsp;Valkyrie AMR Pro, progettata e disegnata Adrian Newey, il mago di Red Bull F1, &egrave; pronta a lanciare la sfida a McLaren e&nbsp;Ferrari. Ma anche Mercedes-AMG Project One.  L&#39;obiettivo &egrave; a medio termine. Il 2021 &egrave; l&#39;anno indicato per la nuova &quot;mid engine&quot;, che, grazie anche al contributo fornito da Newey, avr&agrave; un&#39;aerodinamica molto sviluppata. Il primato da pista, o nella raffinatezza della tecnologia, &egrave; diventata una sorta di ossessione.  Il Ceo di Aston Martin, Andy Palmer, lo ha confermato ad Autocar.&nbsp;&ldquo;Confermo. Stiamo lavorando, ma a pi&ugrave; di&nbsp;un progetto con motore centrale. E pi&ugrave; di due se consideriamo la Valkyrie. La nuova vettura beneficer&agrave; di &nbsp;tutto il nostro know-how incamerato con la Valkyrie. Creeremo una nuova nicchia di mercato&quot;.  In Gran Bretagna gi&agrave; la chiamano&nbsp;&ldquo;Brother of Valkyrie&ldquo;. Di certo la collaborazione con Red Bull permette di avere un vantaggio teorico sulla pur avanzatissima concorrenza. L&#39;auto dovrebbe costare circa 2 milioni di euro, al livello della concorrenza pi&ugrave; altolocata.  Palmer per&ograve; con il suo &quot;pi&ugrave; di due, se consideriamo la Valkyrie&quot; ha messo un&#39;altra pulce nell&#39;orecchio. C&#39;&egrave; un altro modello in scaletta. Sempre a motore centrale, stavolta per&ograve; in rotta di collisione con la Ferrari 488 Pista, Porsche GT2 RS e compagnia cantante. E pure per questa Red Bull fornir&agrave; preziosi indirizzi. 

Entro il 2021 sar&agrave; presentata la rivale delle future &quot;prime punte&quot; di Woking e Maranello

La guerra delle hypercar, Aston Martin sfida McLaren e Ferrari

Quando la fantasia ha libero sfogo nella ricerca delle prestazioni e non &egrave; imbrigliata da ferrei vincoli regolamentari, ecco che la massima sintesi prende le forme di&nbsp;Aston Martin Valkyrie AMR Pro, ovvero, 25 esemplari pensati per l&#39;esclusivo impiego in pista. Oltre, di parecchio, il potenziale garantito dalla Valkyrie stradale. Una sintesi dei concetti aerodinamici pi&ugrave; spinti, per creare un prototipo degno di confrontarsi con una vettura a ruote coperte di Classe LMP1 o, addirittura, con una monoposto moderna di Formula 1. La presentazione dal vivo del modello al Salone di Ginevra &egrave; stata accompagnata dai primi numeri della scheda tecnica, ancora tanti particolari arriveranno prima della consegna, attesa nel 2020, una produzione gi&agrave; interamente assegnata.  Dal progettista pi&ugrave; geniale della Formula 1 moderna, da Adrian Newey, non ci si poteva attendere altro che una maniacale ricerca sull&#39;aerodinamica del veicolo. Valkyrie AMR Pro ha una carrozzeria pi&ugrave; larga e leggera, grazie a una diversa lavorazione della fibra di carbonio, ali modificate e ampliate. Simile solo all&#39;apparenza, perch&eacute; scendendo nel dettaglio si scopre quanto sia diverso il disegno dell&#39;ala anteriore, con uno sbalzo maggiore rispetto al muso e due pinne verticali sul piano principale. Cambiano le soffiature dietro le ruote anteriori, il fondo &ndash; nella zona davanti alle ruote posteriori - adotta tre aperture tipiche delle monoposto da gran premio, poi spazio a un&#39;ala a tutta larghezza al posteriore, collegata ai canali esterni del diffusore. Non meno evidente, la pinna posta sull&#39;airscope. Interventi che, tutti insieme, garantiranno un carico aerodinamico superiore ai 1.000 kg, pi&ugrave; del peso stesso della Valkyrie AMR Pro, di poco inferiore alla tonnellata.&nbsp;  Deportanza fondamentale per ottenere valori superiori ai 3G di forza laterale in curva, vero aspetto cruciale per la prestazione, pi&ugrave; della velocit&agrave; massima. Nella configurazione da massimo carico aerodinamico, Aston Martin dichiara una punta di 360 km/h. Quel che &egrave; vietato in Formula 1 se lo concede Valkyrie AMR Pro, ovvero, l&#39;aerodinamica attiva, con un funzionamento rivisto alla luce delle esigenze di un progetto destinato esclusivamente all&#39;impiego in pista. Come &egrave; diversa la logica di gestione del motore, liberi dai vincoli sulle emissioni inquinanti. Motore aspirato V12 da 6,5 litri, supporto ibrido nel recupero dell&#39;energia &ndash; repetita iuvant: ERS riprogrammato &ndash;, il sistema offrir&agrave; una potenza superiore ai 1.115 cavalli, per un rapporto peso-potenza ampiamente inferiore al kg per cavallo.    L&#39;abbattimento del peso &egrave; stato ottenuto non solo attraverso l&#39;utilizzo di materiali compositi lavorati all&#39;estremo, si &egrave; fatto ricorso a un parabrezza e vetri laterali in policarbonato, il primo con elementi riscaldanti integrati, cos&igrave; da poter rinunciare all&#39;impianto di riscaldamento nell&#39;abitacolo. I triangoli delle sospensioni sono in fibra di carbonio, lo scarico risulta alleggerito, i sedili &ndash; come su Valkyrie stradale - &ldquo;affogati&rdquo; nella monoscocca dell&#39;abitacolo, ovviamente non &egrave; presente il sistema di infotainment. Il lato information si legger&agrave; dalla telemetria ai box, l&#39;aspetto entertainment sar&agrave; ampiamente soddisfatto dall&#39;esperienza al volante. 

Arriver&agrave; solo nel 2020, 25 esemplari gi&agrave; tutti venduti. Dalla Valkyrie stradale alla AMR Pro con numeri da corsa: prestazioni esaltate dall&#39;aerodinamica e dal rapporto peso-potenza record

Aston Martin Valkyrie AMR Pro: guerriera da pista

Una accanto all&#39;altra, due sculture declinate per impieghi agli antipodi, nonostante il DNA comune. Aston Martin Vantage e Aston Martin Vantage GTE - fresca di annuncio di sponsorizzazione TAG-Heuer nel mondiale WEC 2018 - debuttano in pubblico al Salone di Ginevra. Nuova generazione che non potrebbe essere pi&ugrave; diversa dai canoni stilistici e tecnici che hanno caratterizzato le precedenti Vantage. Tratti esaltanti nel disegno della coda, il frontale reso pi&ugrave; aggressivo e spigoloso con la reinterpretazione della storica calandra Aston Martin, abbassata fino a legarsi allo splitter.  Esercizio di forme in perfetto equilibrio che si sposa a un&#39;ottimizzazione aerodinamica mai cos&igrave; curata su una Vantage, grazie all&#39;efficienza superiore dell&#39;insieme fondo piatto-estrattore, proseguendo con i passaruota ventilati, dietro le ruote anteriori.  La modernizzazione delle linee coinvolge, profondamente, anche l&#39;interno, abitacolo che compie un radicale passo in avanti, sottolineato dal diverso raggruppamento dei pulsanti della trasmissione, posto alla base della plancia. Svetta l&rsquo;infotainment con schermo da 8 pollici, il sedile del guidatore &egrave; posto 10 millimetri pi&ugrave; in basso e, a richiesta, si potranno avere sedili e volante sportivi con lo Sport Plus Collection. Pelle e Alcantara sono i materiali d&#39;elezione per la Vantage nella proposta standard, da personalizzare ricorrendo alle diverse varianti di pelle e al pacchetto con inserti in fibra di carbonio.  Nasce intorno al telaio in alluminio, condiviso con la sorella maggiore Aston Martin DB11, ovviamente accorciato: 28,4 centimetri in meno in lunghezza, 10 solo nel passo, rispettivamente per 4 metri e 46 centimetri e 2 metri e 70 centimetri: sono indizi sufficientemente chiari per tratteggiare l&#39;impostazione pi&ugrave; agile e snella della nuova Vantage, che pur nascendo da una costola della DB11 non rinuncia a offrire l&rsquo;unicit&agrave; del 70% degli elementi strutturali realizzati appositamente.  Sul palco di Ginevra si offre al pubblico nella versione con motore V8 twin-turbo, 4 litri di cubatura, i cui natali riportano ad Affalterbach, casa Mercedes-AMG. E&#39; il punto di partenza, rispetto al quale i tecnici Aston Martin sono intervenuti sul versante dell&#39;aspirazione, dello scarico e la gestione elettronica, in modo da personalizzare il V8 perch&eacute; esprimesse sound e carattere del marchio.  Dichiara 1.530 kg a secco&nbsp;nella configurazione pi&ugrave; leggera &ndash; comprensiva di cerchi in lega forgiati, un optional rispetto al set da 20 pollici -, masse ripartite &nbsp;50:50 sui due assi:&nbsp;motore posizionato pi&ugrave; in basso e accentrato possibile, ovviamente entro il passo, accoppiato a un cambio ZF 8 marce automatico&nbsp;in blocco al posteriore, dove debutta il differenziale a controllo elettronico, in grado di passare da una configurazione completamente aperta al bloccaggio al 100% in pochi millesimi di secondo.  Dai 510 cavalli e 685 Nm di coppia si estraggono prestazioni riassumibili, in modo parzialissimo, nei 314 km/h di velocit&agrave; massima e l&#39;accelerazione in 3&rdquo;6 da 0 a 100 km/h.  Lo schema tecnico segnala anche sospensioni adattive Skyhook con tre profili di utilizzo (Sport, Sport Plus e Track), servosterzo elettrico con demoltiplicazione variabile &ndash; 2,4 giri di volante lock-to-lock &ndash; e impianto frenante con dischi in acciaio, da 400 mm di diametro all&rsquo;aventreno e 360 mm al retrotreno. Da Ginevra, nuova Aston Martin Vantage punter&agrave; dritta la strada: commercializzazione dal secondo trimestre dell&#39;anno, con un prezzo di riferimento fissato in&nbsp;154 mila euro. 

Prima mondiale per la nuova Vantage con motore V8 twin-turbo. Rivoluzione stilistica per la piccola-DB11, affiancata dalla variante da corsa Vantage GTE, prossima all&#39;esordio in gara nel mondiale Endurance

Nuova Aston Martin Vantage, V8 e GTE in scena a Ginevra

Bussare al #2229 del Palaexpo di Ginevra, nuova residenza al Salone di Aston Martin, mai come l&#39;edizione 2018 presente in forze, con tutte le ultime novit&agrave; stradali e non solo. La pi&ugrave; recente, Aston Martin Vantage (presentata sul numero di Auto in edicola). Una generazione che interpreta la formula GT del marchio inglese con canoni stilistici del tutto rinnovati. Prima mondiale in pubblico, come lo sar&agrave; per la versione corsaiola Vantage GTE, alle ultime battute del programma di sviluppo che la porter&agrave; a esordire in gara, il prossimo maggio, nel mondiale WEC a Spa Francorchamps.  Il nuovo stand al Salone di Ginevra offrir&agrave; ad Aston Martin lo spazio vitale per esporre un&#39;altra accoppiata. Di taglia superiore, ugualmente esaltante nelle prestazioni. La gamma DB11, coup&eacute; e Volante, ovvero roadster per quanti hanno poca dimestichezza con il marchio di Gaydon. Prima uscita delle due proposte DB11 sulla stessa scena.  Il marchio &egrave; vivace su pi&ugrave; fronti, la strategia di prodotto Second Century continuer&agrave; a sviluppare i propri frutti, prossimamente con la declinazione elettrica della Rapid-E, prospettiva alla quale sommare&nbsp;gli accordi di collaborazione nell&#39;area asiatica, Cina in particolare, mercato sul quale il marchio &egrave; impegnato nel potenziamento della rete commerciale.  C&#39;&egrave;, poi, la partita del motorsport, non solo Aston Martin Vantage GTE per sfidare Ferrari, Ford, Porsche, Corvette e BMW, ma anche la presenza diventata pi&ugrave; rilevante in Red Bull Racing con il ruolo di title sponsor della scuderia. Formula 1 osservata con attenzione nelle scelte tecniche che la categoria decider&agrave; di adottare, che potrebbero portare un impegno del marchio nelle vesti di motorista dopo il 2020. A Ginevra verr&agrave; esposta una Red Bull con livrea 2018 a rimarcare il forte legame.  &laquo;Ginevra &egrave; un momento clou del calendario dell&#39;industria automobilistica, un Salone con una lunga storia e grande atmosfera. L&#39;adozione di un nuovo stand per il 2018 &egrave; segno della crescita intrapresa da Aston Martin, ci garantir&agrave; lo spazio supplementare che ci serve per esporre la nostra gamma in espansione. Sono particolarmente emozionato di scoprire come le persone reagiranno alla vista della nuova Vantage. Abbiamo di recente anche presentato la bellissima DB11 Volante e sono sicuro che gli appassionati dell competizioni saranno entusiasti nel vedere la Aston Martin Red Bull Racing di Formula 1 e la nuova Vantage GTE del WEC. Chiss&agrave;, magari a Ginevra potremmo anche avere un altro paio di sorprese in serbo&raquo;, ha anticipato Andy Palmer, a.d. Aston Martin. 

Uno spazio pi&ugrave; ampio per Aston Martin al Salone, nel quale esporre in prima mondiale la nuova Vantage, la declinazione da corsa GTE, la gamma DB11 e la monoposto di Formula 1 Red Bull, team del quale il marchio &egrave; title sponsor

Aston Martin, i Vantage di uno stand pi&ugrave; grande a Ginevra

Cambio generazionale pi&ugrave; netto non poteva esserci, nel passaggio alla nuova Aston Martin Vantage. Stilemi annunciati dalla DB10, linee che si fanno tese, specialmente sul frontale, dove la rivoluzione arriva con la calandra Aston Martin abbassata fino a raccordarsi con lo splitter. Si intravedono richiami della hypercar Vulcan, mentre i gruppi ottici a led sono tra i pochi dettagli che conservano ancora il ricordo delle linee morbide. Appuntamento al secondo trimestre del 2018, quando arriveranno le prime consegne della Vantage V8.&nbsp;  Telaio in alluminio, rispetto alla DB11 la lunghezza si accorcia di 28,4 centimetri, 10 in meno nel passo, rispettivamente per 4 metri e 46 centimetri e 2 metri e 70 centimetri; una parentela che non rinuncia a offrire l&rsquo;unicit&agrave; di elementi strutturali (il 70%) dedicati. Le forme&nbsp; della carrozzeria molto pi&ugrave; attillate si abbinano a una cura dell&rsquo;aerodinamica mai cos&igrave; sviluppata su una Aston Martin, anticipano i tecnici. Fondo piatto per alimentare al meglio il diffusore, di aria pulita e priva dei disturbi generati dalle ruote, flussi separati e gestiti attraverso le aperture dietro i passaruota anteriori e posteriori, su una coda che brilla per la sottolineatura data allo spoiler attaverso il raccordo luminoso tra i fari a led.  Diffusore e derive in tinta carrozzeria saranno un optional, come i cerchi in lega forgiati, alternativa al set da 20 pollici di serie. Dichiara 1.530 kg a secco nella configurazione pi&ugrave; leggera, masse ripartite &nbsp;50:50 sui due assi: motore V8 twin-turbo 4 litri posizionato pi&ugrave; in basso e accentrato possibile, entro il passo, cambio ZF 8 marce automatico in blocco al posteriore, dove debutta il differenziale a controllo elettronico.  Motore di origine Mercedes-AMG, sviluppa 510 cavalli e 685 Nm, numeri in grado di portare la nuova Vantage fino ai 314 km/h e in 3&rdquo;6 da zero a 100 km/h. Gli interventi Aston Martin si sono concentrati sull&rsquo;aspirazione, lo scarico e la gestione elettronica del propulsore, per assicurare un timbro e comportamento in linea con la storia del marchio.  Lo schema tecnico segnala anche sospensioni adattive Skyhook con tre profili di utilizzo (Sport, Sport Plus e Track), servosterzo elettrico con demoltiplicazione variabile &ndash; 2,4 giri di volante lock-to-lock &ndash; e impianto frenante con dischi in acciaio, da 400 mm di diametro all&rsquo;aventreno e 360 mm al retrotreno.  Ai radicali cambiamenti stilistici della carrozzeria si abbina la rivoluzione proposta all&rsquo;interno. Un ambiente molto pi&ugrave; moderno, per accostamento dei materiali e forme movimentate della plancia; svetta l&rsquo;infotainment con schermo da 8 pollici, insieme alla consolle sul tunnel che raggruppa i pulsanti del cambio automatico intorno all&rsquo;accensione e i tasti secondari. Il sedile del guidatore &egrave; posto 10 millimetri pi&ugrave; in basso e, a richiesta, si potranno avere sedili e volante sportivi con lo Sport Plus Collection. Pelle e Alcantara sono i materiali d&#39;elezione per la Vantage nella proposta standard, da personalizzare ricorrendo alle diverse varianti di pelle e al pacchetto con inserti in fibra di carbonio.&nbsp;  Il prezzo di nuova Vantage V8 &egrave; stato fissato in 154 mila euro, indicazione relativa al mercato tedesco. 

Debutta con il motore V8 twin-turbo da 510 cavalli, prime consegne dal secondo trimestre 2018. Stile e interni radicalmente diversi

Nuova Aston Martin Vantage, rivoluzione inglese

Ancora un traverso, prima di presentarsi, composta, alla prima mondiale. Nuova&nbsp;Aston Martin Vantage scoprir&agrave; tutte le carte il 21 novembre. Andremo oltre l&#39;analisi chirurgica delle linee anticipate dai muletti. Che sono, poi, la trasposizione nel mondo reale della finzione cinematografica, della Aston DB10 protagonista di 007 - Spectre. Dal concept al prodotto di serie, progettato intorno all&#39;architettura interamente in alluminio, opportunamente modificata, gi&agrave; alla base della DB11.&nbsp;  Sar&agrave; 10 centimetri pi&ugrave; corta nel passo, per un valore di 2 metri e 70 centimetri. Quanto al peso, 1.530 kg a secco. Numeri snocciolati nell&#39;ultimo video diramato dalla casa inglese, con Max Verstappen al volante, a saggiare le doti della granturismo.  Al pari della sorella maggiore, si legge un netto cambio nel registro stilistico del marchio, che rinuncia alle abbondanti forme morbide per tracciare linee pi&ugrave; scolpite.&nbsp;  La prima in pubblico &egrave; attesa con il motore V8 twin-turbo da 4,0 litri, fornito da Mercedes-AMG e personalizzato da Aston Martin: avr&agrave; 500 cavalli e 685 Nm di coppia. In un secondo momento toccher&agrave; alla proposta V12 5,2 litri twin-turbo.&nbsp;  La gamma Vantage andr&agrave; oltre la granturismo stradale. Diverr&agrave; progetto per la pista - da tempo impegnato nei test - per l&#39;impegno Aston Martin Racing nel mondiale Endurance e un&#39;alternativa destinata ai clienti pi&ugrave; sportivi, con la possibilit&agrave; che arrivi una proposta AMR Pro, sviluppata dal reparto corse della casa di Gaydon.&nbsp;   

Anteprima il 21 novembre, con i tratti del concept DB10 trasformati in prodotto di serie. GT stradale con motore V8 e, in seguito, V12, andr&agrave; anche in pista nel mondiale Endurance

Nuova Aston Martin Vantage, meno peso e pi&ugrave; cavalli

E&rsquo; necessario fissare nuovi termini di paragone, per dare un senso alla definizione di hypercar estrema, di per s&eacute; iperbolica. Aston Martin Valkyrie rientra appieno nella categoria, per i contenuti aerodinamici sviluppati come mai si era visto prima su un&#39;auto comunque stradale. Ed &egrave; la naturale conseguenza dell&rsquo;apporto di Adrian Newey e Red Bull Technology. Cos&igrave;, per misurare Aston Martin Valkyrie AMR Pro, la variante per l&rsquo;uso esclusivo in pista, devono scomodarsi i prototipi da corsa. Non teme l&rsquo;azzardo del confronto, Aston Martin. E rilancia: dalle simulazioni condotte, risulta veloce quanto una LMP1 e all&rsquo;altezza delle monoposto di Formula 1 recenti. Bel sostenere. E i numeri, rilasciati con il contagocce, sono l&igrave; a dare consistenza a tali affermazioni.  Prestazione registrata&nbsp;sono forma di forze G sviluppate in staccata (3,5G) e in curva (3,3G), abbinate a una velocit&agrave; massima prossima ai 400 km/h.&nbsp;  La AMR Pro sar&agrave; pi&ugrave; leggera, grazie a una differente lavorazione della fibra di carbonio impiegata sulla carrozzeria, ricorrer&agrave; a parabrezza e finestrini in policarbonato, rinuncer&agrave; ai display dell&rsquo;infotainment a bordo, al sistema di riscaldamento e ai pochi vincoli che, ancora, imbrigliavano la proposta omologata per la circolazione su strada: scarico libero e addio ai sistemi di controllo delle emissioni, a beneficio anche del peso.  Cos&igrave;, il motore Cosworth V12 da 6,5 litri guadagna cavalli. Quanti, Aston Martin non lo ha ancora rivelato. Conferma, invece, il sistema di recupero dell&rsquo;energia Rimac, riprogrammato nell&rsquo;unit&agrave; di controllo. Le prime consegne sono attese nel 2020, 25 esemplari gi&agrave; tutti venduti e, oltre all&rsquo;arma per divertirsi in pista, il pacchetto milionario comprende la preparazione atletica, le sessioni di guida al simulatore e il training in pista: tutto con il supporto e nelle strutture Red Bull Racing, per sentirsi veri piloti.    &laquo;Pur essendo dotata di prestazioni straordinarie, &egrave; stato di vitale importanza per me che la Valkyrie si comportasse bene come una vera auto stradale e questo ovviamente si ottiene con dei vincoli. Con la Valkyrie AMR Pro specifica per la pista, abbiamo la libert&agrave; di creare un&rsquo;evoluzione estrema che non fa concessioni. Sebbene gli elementi fondamentali della stradale e della versione da pista siano condivisi, ogni aspetto della AMR Pro &ndash; l&rsquo;aerodinamica, il telaio, il powertrain e il peso &ndash; sono stati ottimizzati per incrementare i limiti prestazionali. Assicura un tale livello in pista, da essre significativamente oltre qualsiasi altra auto due posti chiusa&raquo;, ha commentato Adrian Newey.  Resta ancora tanto da scoprire della Valkyrie AMR Pro. Red Bull Technology e Aston Martin hanno rivisto le sospensioni, con nuovi portamozzi e triangoli in fibra di carbonio; l&rsquo;impianto frenante &egrave; interamente in carbonio, i cerchi da 18 pollici hanno un diametro ridotto rispetto al modello stradale e montano la stessa specifica di gomme Michelin utilizzata dai progetti di LMP1.&nbsp;  Dallara Stradale, un barchetta fatta come un&#39;auto da corsa  Ma &egrave; soprattutto la configurazione aerodinamica e sviluppare nuove soluzioni, come se non fosse gi&agrave; sufficientemente estrema la Valkyrie. In coda spunta la pinna stabilizzatrice, un&rsquo;ala biplano con elementi verticali raccordati ai passaruota, l&rsquo;intera zona intorno alle ruote anteriori&nbsp; &egrave; stata riprogettata, con deviatori di flusso pi&ugrave; elaborati; rendering della AMR Pro che anticipano anche modifiche al fondo, davanti alle ruote posteriori. 

La versione pistaiola della Valkyrie si fa pi&ugrave; leggera, potente ed estrema nella configurazione aerodinamica. Adrian Newey non teme confronti. I numeri sono da prototipo di LMP1

Aston Martin Valkyrie AMR Pro: libera da vincoli

A Gaydon, convertibile si scrive da tradizione&nbsp;Volante. Aston Martin DB11 si presenta con la carrozzeria ideale per la bella stagione e, sul mercato, arriver&agrave; nel primo trimestre del 2018, con motore twin-turbo V8 4 litri da 510 cavalli, l&#39;unit&agrave; di casa Mercedes recentemente lanciata sulla DB11 chiusa. Stile immutato nei tratti salienti, cambia il volume posteriore, con la necessaria apertura per ospitare la struttura della capote in tessuto nel bagagliaio, una soluzione resa pi&ugrave; compatta rispetto alla DB9 Volante, tanto da incrementare lo spazio utile del 20%.&nbsp;  E&#39; tra i rarissimi casi di convertibile che, in configurazione aperta o coup&eacute; non perde nulla del proprio fascino. Per la trasformazione occorrono 14 secondi appena, tempo di apertura del tetto, anche in marcia, fino a 50 km/h e, assicurano in Aston Martin, anche con un vento contrario che soffia a 50 km/h. Ipotesi pi&ugrave; teorica che pratica, visti i dubbi sulla reale voglia di viaggiare capelli al vento con raffiche da America&#39;s Cup.  L&#39;isolamento termico e acustico dell&#39;abitacolo &egrave; garantito dagli 8 strati della capote, disponibile in tre colorazioni: Red Bordeaux, Black Silver e Grey Silver. La chiusura avviene in 16&quot; ed &egrave; comandabile anche dal telecomando, come l&#39;apertura. Nel programma di sviluppo della DB11 Volante, Aston Martin ha abbinato ai test in fabbrica, con oltre 100 mila attivazioni della capote nell&#39;arco di un mese -&nbsp;praticamente la simulazione dell&#39;utilizzo in 10 anni - a prove su strada a temperature estreme, dal caldo della Valle della morte al gelo del Circolo polare artico.  Le soluzioni di personalizzazione all&#39;interno dell&#39;abitacolo spazieranno tra molteplici finiture, comprese quelle dei gusci dei sedili anteriori, proposti in legno o in fibra di carbonio. Non emergono ancora dettagli sul potenziale velocistico della DB11 Volante, in un comparto tecnico che vede il cambio automatico 8 marce collegato al V8 4 litri e un telaio pi&ugrave; rigido del 5% rispetto alla DB9 Volante, con un risparmio di peso di 26 kg.&nbsp;  Aston Martin DB11, la prova su strada  Il temperamento della convertibile passer&agrave; da tre differenti modalit&agrave; di guida, che interverranno su telaio e gruppo motore-trasmissione. Il prezzo &egrave; stato fissato in 199 mila euro sul mercato tedesco.   

Affianca la gamma DB11 coup&eacute; e sar&agrave; sul mercato dalla prossima primavera con motore V8 twin-turbo. Otto strati della capote per garantire&nbsp;un comfort da vera GT

Aston Martin DB11 Volante, GT dai due volti

Debutta in acqua, lo yacht Aston Martin AM37S. Prima uscita per i due prototipi usciti dai cantieri Quintessence al Monaco Yacht Show, dove i rendering anticipati oltre un anno fa si sono tramutati in realt&agrave; dai tratti unici, a cominciare dal parabrezza in un singolo pezzo, lavorato a mano e con doppia curvatura. La fibra di carbonio abbinata al teak del ponte e alla pelle presente nel cockpit e in cabina. Aston Martin AM 37S &egrave; un 37 piedi (11,30 metri) che sa offrire anche la comodit&agrave; sottocoperta di un sof&agrave; trasformabile in letto doppio, un bagno con doccia e una piccola cucina.  Yacht pensato per essere vissuto all&#39;esterno, sfoggia pannelli motorizzati in fibra di carbonio, comandati anche a distanza, via app, per coprire interamente in pozzetto quando ancorato in porto. Paratie mobili anche per svelare la piscina e in tendalino bimini.  A Monaco sono stati svelati due prototipi che serviranno per accompagnare gli ospiti in un tour guidato nella Baia di Monaco, nel quale illustrare le caratteristiche dell&#39;AM37 S. Ovviamente personalizzabile in ogni aspetto, a cominciare dalle colorazioni. Diavolo Red e Ocellus Teal (un blu-verde) per lo scafo, abbinato il primo a rivestimenti in pelle color crema di tartufo con cuciture rosse, il secondo a pelle Foglizzo specifica per l&#39;impiego in ambienti marini, color avorio.&nbsp;  Il ponte di comando replica gli stilemi Aston Martin sul volante, rivestito in pelle, dietro al quale una strumentazione interamente digitale &egrave; completata dal touchscreen da 15 pollici, orientato verticalmente, che racchiude le informazioni sulla navigazione, i dati del monitor di controllo e le soluzioni di intrattenimento. Non manca l&#39;ancora a comando elettronico, comandabile dal display.  Tre diverse soluzioni al capitolo motori. Le versioni Granturismo sono proposte con due motori Mercury diesel da 370 cavalli ciascuno, oppure a benzina e da 430 cavalli. Il top di gamma &egrave; motorizzato Mercury Racing, due unit&agrave; benzina per 1.040 cavalli in totale. Un terzo esemplare di Aston Martin AM37 S &egrave; in fase di allestimento nei cantieri Quintessence Yachts. 

La collaborazione tra la casa di Gaydon e il cantiere Quintessence Yachts produce un&#39;imbarcazione 37 piedi, immersi nel lusso

Aston Martin AM37S debutta al Monaco Yacht Show

Aston Martin Vanquish Zagato Speedster e Shooting Brake. Due modelli speciali al Concorso d&#39;Eleganza di Pebble Beach. Una sportiva aperta, un classico e la shooting brake. Che non &egrave; una station wagon, si tratta di un modello dinamico e adatto al prestigio del Marchio (una su tutte, la Ferrari FF di qualche anno fa). Ma rimane pur sempre una sorpresa.  A firma del designer milanese, che ha centrato l&#39;obiettivo di due modelli originali. La Speedster sar&agrave; realizzata in 28 pezzi, che saranno ovviamente ambitissmi. Si presenta con un design muscoloso, di sicuro impatto, con il classico muso personalizzato da Zagato. Una due posti secchi speciale, che sar&agrave; spinta dal V12 di 5.9 litri da 600 cavalli. Un aspirato eccezionale, capace di 640 Nm di coppia. La base meccanica &egrave; quella, da sportiva pura, della Vanquish S. Cambio automatico a otto marce e ovviamente trazione posteriore.  Ancora pi&ugrave; &quot;speciale&quot; la &nbsp;Shooting Brake. Con le stesse caratteristiche tecniche, ma forte di uno stile ben diverso. La coda tronca ovviamente &egrave; la caratteristica distintiva. Si tratta di una quattro posti, dotata di un profilo davvero notevole. La Shooting Brake non mancher&agrave; nell&#39;obbiettivo di trovare facoltosi estimatori. 

Sorprese a firma del designer italiano al Concorso d&#39;Eleganza di Pebble Beach

Nuove Aston Martin Vanquish Zagato Speedster e Shooting Brake

E&#39; giunta pressoch&eacute; allo stadio definitivo dello sviluppo, Aston Martin Valkyrie. Il progetto curato nei concetti aerodinamici da Adrian Newey pu&ograve; considerarsi completo al 95%. E sembrerebbe identica alla concept car Aston Martin Red Bull AM-RB 001, se non fosse per accorgimenti raffinati, sviluppati per incrementare il carico aerodinamico. In particolare sono le aperture ricavate all&#39;interno dei passaruota, estesi verso la cellula dell&#39;abitacolo, a rappresentare l&#39;elemento visivo pi&ugrave; marcato e al tempo stesso dai vantaggi maggiori.&nbsp;  I dati delle simulazioni e della galleria del vento hanno indicato un netto incremento della deportanza all&#39;anteriore&nbsp;con la presenza degli sfoghi d&#39;aria, evidentemente funzionali a ridurre la portanza e gestire i flussi in modo ottimale, sia quelli del sottoscocca che le turbolenze generate nel vano ruota. Dai riscontri della galleria del vento, dalle esigenze di Newey, l&#39;integrazione stilistica &egrave; toccata ai designer Aston Martin. Primo intervento.  Rispetto al concept, anche il profilo dell&#39;ala anteriore si presenta leggermente modificato alle estremit&agrave;, con una parte superiore rettilinea pi&ugrave; ampia, prima dello scalino esterno, evoluzione anche per i profili secondari collegati all&#39;ala. Il frontale sfoggia, poi, i gruppi ottici definitivi, in grado di sviluppare un fascio luminoso pi&ugrave; potente del 40% rispetto alla soluzione migliore disponibile finora in casa Aston Martin. Luci full led, abbaglianti e anabbaglianti, ancorati a una struttura in alluminio anodizzato.&nbsp;  Oltre all&#39;esaltazione dell&#39;aerodinamica, un passaggio cruciale nel progetto Valkyrie &egrave; legato al contenimento delle masse. Per dare un&#39;idea dell&#39;estremizzazione, il logo lacewing tipico del marchio inglese ha uno spessore di appena 70 micron, ovvero, &egrave; il 30% pi&ugrave; sottile di un capello umano. Il tutto conservando le fattezze di una placca perfettamente integrata sulla carrozzeria e rinunciando all&#39;adozione di uno sticker che sarebbe stato poco idoneo visto il profilo della hypercar.  Detto dei cerchi carenati con soffiaggi per gestire il raffreddamento dell&#39;impianto frenante, Valkyrie svela in anteprima gli interni. Due posti, con un risultato di abitabilit&agrave; pari al 98 percentile. Tradotto in termini pi&ugrave; comprensibili, significa che il 98% dei soggetti che sieder&agrave; all&#39;interno trover&agrave; spazio ed ergonomia adeguati alla propria struttura fisica.&nbsp;  Sedili direttamente ancorati alla vasca monoscocca in fibra di carbonio, le regolazioni si effettueranno sulla pedaliera. Si star&agrave; seduti con le gambe sollevate, necessit&agrave; che richiama s&igrave; le monoposto da gran premio, ma soprattutto ha consentito di scavare notevolmente la zona inferiore della Valkyrie, liberando spazio per far correre al meglio i flussi d&#39;aria verso il diffusore. Di serie i clienti avranno le cinture a 4 punti, a richiesta a 6 punti.  Volante estraibile, con schermo OLED, tutti i comandi a portata di mano e un abitacolo che definire essenziale &egrave; poco. Tre schermi supplementari sono dedicati alle immagini delle telecamere che sostituiscono gli specchietti retrovisori e alla consultazione di dati legati immaginiamo alla prestazione, davanti al passeggero.&nbsp;  &laquo;Siamo partiti da una posizione nella quale credi che sia impossibile ottenere una certa cosa e abbiamo lavorato finch&eacute; non abbiamo trovato un modo perch&eacute; funzionasse. Abbiamo lottato per ricavare millimetri in ogni dove, ma &egrave; stata una battaglia che ha ripagato, perch&eacute; vedere i clienti provare le sedute &egrave; stato fantastico. Si sono innamorati del rituale di ingresso e come si sta seduti al volante&raquo;, ha spiegato Matt Hill, Aston Martin Creative Director of Interiors.&nbsp;  Un ultimo dettaglio spiega bene la miniaturizzazione di ogni elemento, ad esempio la luce superiore di stop, integrata nella deriva posta sull&#39;airscope, con una sagomatura specifica sul tetto per convogliare al meglio l&#39;aria. La luce a led ha dimensioni ridottissime, larga appena 5,5 millimetri e alta 9,5 millimetri.&nbsp; 

Aston Martin rivela nuovi particolari sulla hypercar progettata da Adrian Newey. Carrozzeria modificata per incrementare la deportanza e primo sguardo all&#39;interno

Aston Martin Valkyrie, abitacolo da F1

Sono gli interventi che, solitamente, caratterizzano lo sviluppo dei prototipi da corsa pi&ugrave; estremi. Affinamenti di particolari la cui forma incide clamorosamente nella prestazione complessiva. Aston Martin Vulcan AMR Pro sposta ancor pi&ugrave; in l&agrave; il limite della gi&agrave; Vulcan &quot;standard&quot;, tra le mani dei 24 fortunati proprietari che, prima ancora di misurare in pista il potenziale della loro Aston Martin sono stati adeguatamente catechizzati e formati con una serie di corsi di guida.&nbsp;  Il pacchetto AMR Pro verr&agrave; installato direttamente da Aston Martin e le prime Vulcan trasformate in AMR Pro usciranno dalla fabbrica in autunno. Anteprima al Festival di Goodwood sulla configurazione aerodinamica rivista, insieme a rapporti del cambio accorciati. Dall&#39;avantreno al retrotreno cambia l&#39;intera gestione dei flussi, per sviluppare maggior carico, per l&#39;esattezza quantificato in 4.000 Nm contro i 3.150 Nm valore di partenza. Aston Martin, recente vincitrice della 24 Ore di Le Mans in Classe GTE Pro, spinge sul confronto con la Vantage impegnata sul tracciato della Sarthe confrontandone i valori di carico, con la GTE Pro che si &quot;ferma&quot; a 3.104 Nm.&nbsp;  Sul muso troviamo un nuovo splitter, con deviatori di flusso (non visibili poich&eacute; nella zona inferiore) che aiutano a incrementare il carico sull&#39;anteriore e migliorare la reattivit&agrave; dell&#39;asse ai comandi impartiti al volante. Nella stessa direzione vanno i baffi davanti alle ruote, due pinne svergolate che provano a generare carico verticale oltre l&#39;asse anteriore. Per ridurre la pressione frutto della rotazione delle ruote all&#39;interno dei passaruota, questi ultimi risultano aperti con due griglie di sfogo dell&#39;aria e conseguente diminuzione della portanza.&nbsp;  Proseguendo verso il posteriore, tutta nuova l&#39;ala, da un elemento monoplano a un&#39;ala biplano. Il piano principale non cambia molto nella forma, sempre scavata al centro. Cambia nell&#39;adozione di un Gurney flap, un profilo alto 20 millimetri e installato sul bordo d&#39;uscita, utile per generare carico alle velocit&agrave; pi&ugrave; basse a fronte di un basso incremento della resistenza aerodinamica. Un altro Gurney flap (prende il nome da Dan Gurney, ex pilota di Formula 1, sebbene il brevetto di una soluzione simile risalga gi&agrave; al 1931) &egrave; posizionato verticalmente (15 millimetri di estensione) sulle paratie verticali dell&#39;ala, a loro volta modificate con l&#39;adozione di tre aperture. In piano inferiore dell&#39;ala, invece, &egrave; scomposto in tre parti e si raccorda ai supporti centrali.&nbsp;  La diversa configurazione aerodinamica ha portato, come conseguenza, un centro di pressione modificato, collocato in posizione pi&ugrave; centrale, a vantaggio di una maggior trazione, miglior inserimento dell&#39;anteriore e aderenza dell&#39;avantreno. Gi&agrave; che c&#39;erano, i tecnici Aston Martin hanno ottenuto un risparmio di peso di 5 kg sul cofano motore, grazie a una diversa disposizione delle pelli di carbonio. Gli interventi tecnici si sposano al motore V12 7 litri aspirato dalla potenza invariata: sempre 831 cavalli a spingere la Vulcan AMR Pro.&nbsp; 

Il pacchetto AMR Pro sar&agrave; offerto ai 24 possessori della Vulcan. Cambia la veste aerodinamica, la rapportatura del cambio e si fa un&#39;inezia pi&ugrave; leggera. Cos&igrave; promette prestazioni ancor pi&ugrave; elevate in pista

Aston Martin Vulcan AMR Pro, sviluppo da Formula 1

Saranno due proposte molto diverse tra loro e non solo per la dote di cavalli a disposizione. Forse &egrave; il particolare che salta all&#39;occhio per primo, essendoci quasi 100 cavalli di differenza tra la Aston Martin DB11 con il V12 da 5.2 litri e l&#39;ultima arrivata, la DB11 con motore V8 4 litri, sfornato ad Affalterbach, sede Mercedes-AMG e trasferito a Gaydon per ricevere affinamenti di dettaglio, dall&#39;aspirazione allo scarico, fino alla mappatura differente. Oltre ai cavalli c&#39;&egrave; un nuovo equilibrio, figlio dei 115 kg di peso risparmiati con il pi&ugrave; compatto V8 twin-turbo, due turbocompressori montati internamente alla V.&nbsp;  Il trapianto di cuore si accompagna all&#39;adozione di supporti del motore modificati, una coppa dell&#39;olio ridisegnata per consentire l&#39;alloggiamento pi&ugrave; in basso possibile nel vano. Dal cofano motore si potr&agrave; riconoscere al volo se la DB11 che si ha di fronte &egrave; spinta dal V12 o dal V8: quattro aperture di raffreddamento la prima contro le due della seconda. La scheda tecnica dell&#39;otto cilindri dice 510 cavalli e 675 Nm, contro i 608 cavalli e 700 Nm del vu-dodici.  I tecnici Aston Martin hanno ritagliato regolazioni delle sospensioni ottimizzate in relazione alla massa ridotta, 1.760 kg dichiarati. Modifiche ad ammortizzatori, molle, boccole dei triangoli, barre antirollio, fino alla taratura dell&#39;ESP. Quanto va forte la DB11 frutto dell&#39;accordo con Mercedes-AMG? Riesce a staccare uno zero-cento da 4 secondi netti, 1 decimo pi&ugrave; &quot;lenta&quot; della V12, mentre in velocit&agrave; massima raggiunge i 300 km/h, perdendo 20 km/h nel confronto. Le prime consegne sono attese nell&#39;ultimo trimestre del 2017, c&#39;&egrave; gi&agrave; un prezzo di riferimento e sono i 184 mila euro fissati sul mercato tedesco.  Aston Martin DB11 vs Bentley Continental GT: derby inglese  Secondari gli interventi stilistici, tra cerchi in lega, lenti nere dei fari anteriori e diversi terminali di scarico. 

L&#39;unit&agrave; 4 litri twin-turbo &egrave; fornita da Mercedes-AMG, assicura 510 cavalli e consente un importante risparmio di peso, con relativa ridefinizione dell&#39;assetto

Aston Martin DB11 V8: l&#39;alternativa light al V12

Due anni fa venne scelta quasi quale manifesto del made in Britain, Aston Martin RapidE concept. Visione di mobilit&agrave; elettrica firmata Aston con il know-how tecnologico di Williams Advanced Engineering. Fece da sfondo all&#39;incontro Gran Bretagna-Cina, con l&#39;obiettivo di attrarre investimenti dall&#39;oriente. Investimenti di fatto non concretizzatisi, che avrebbero dovuto vedere protagonista il brand LeEco, Aston Martin RapidE si trasformer&agrave; nella prima auto elettrica del marchio inglese. Sar&agrave; solo nel 2019 che inizier&agrave; la produzione di una piccolissima serie dell&#39;ammiraglia, appena 155 esemplari, ancora una volta con il supporto tecnologico Williams sul fronte dell&#39;elettrificazione.  Specialisti nella realizzazione di pacchi batterie per le monoposto di Formula E, la branca industriale del gruppo Williams che conosciamo per l&#39;impegno - 40 anni celebrati quest&#39;anno - in Formula 1 aveva progettato anche l&#39;elettronica di potenza sul concept svelato nel 2015.&nbsp;  &laquo;RapidE rappresenta un futuro sostenibile nel quale i valori Aston Martin di uno stile seducente e massime prestazioni non coesistono semplicemente accanto a un nuovo gruppo motopropulsore a zero emissioni, ma vengono amplificate dallo stesso.  Per pi&ugrave; di un secolo il motore a combustione interna ha rappresentato il cuore Aston Martin e continuer&agrave; a esserlo negli anni a venire. RapidE anticiper&agrave; la visione Aston Martin, il desiderio e la capacit&agrave; di affrontare con successo un cambiamento radicale&raquo;, il commento di Andy Palmer, presidente e AD Aston Martin.&nbsp;  Non sono ancora note le caratteristiche tecniche del progetto che andr&agrave; su strada, n&eacute; tantomeno l&#39;autonomia. Sappiamo unicamente la derivazione stilistica dalla Aston Martin RapidE AMR esposta al Salone di Ginevra. Il bozzetto che ha accompagnato l&#39;ufficialit&agrave; della produzione in serie si segnala per la calandra Aston Martin chiusa, un cofano motore con ampie feritoie e un&#39;aerodinamica evoluta: dallo splitter anteriore alle minigonne fino al diffusore.  Rifacendoci alle indiscrezioni che accompagnarono la presentazione della RapidE concept nel 2015, allora vennero prospettate diverse configurazioni possibili, da quattro motori elettrici per esaltare le prestazioni a una variante pi&ugrave; equilibrata, due ruote motrici e poco meno di 500 cavalli, che avrebbero consentito un&#39;autonomia superiore ai 300 chilometri.&nbsp;  Aston Martin Vantage AMR, arrivano 604 cavalli 

Confermata la produzione in serie dal 2019. Due anni fa la presentazione del concept e, come allora, il supporto tecnologico sull&#39;elettrificazione arriver&agrave; da Williams Advanced Engineering

Aston Martin RapidE sar&agrave; la prima Aston elettrica

Sempre esclusiva ed affascinante, ecco l&#39;ultima perla di Gaydon. L&#39;Aston Martin Vantage AMR passa dalla pista alla strada: &egrave; un esordio. Questa edizione speciale&nbsp;&egrave; il primo modello Aston Martin Racing a entrare in produzione.  La Vantage AMR&nbsp;sar&agrave; disponibile in versione roadster e coup&eacute;, con due motori per i 300 esemplari prodotti. Per 200 di questi il propulsore sar&agrave; il V8 da 4.7 litri e 436 cavalli, invariato rispetto alle versioni classiche. Le 100 unit&agrave; pi&ugrave; spinte monteranno invece il V12 da 5.9 litri, la cui cavalleria &egrave; passata da 572 a 604 cavalli. Entrambe le versioni sono abbinabili al cambio automatico con paddle al volante o al manuale. L&rsquo;auto, ispirata alla V8 Vantage GTE che partecipa al Mondiale Endurance, verr&agrave; presentata il prossimo weekend, durante la 24 Ore di Le Mans. Le consegne partiranno da fine 2017, il costo 126.995 euro per il mercato tedesco.  Saranno quattro i colori, in linea con la tradizione. Bianco Stratus (con grafiche arancioni), Nero Ultramarine (grafiche blu), Blu Zaffre (grafiche rosse) e Argento Scintilla (grafiche grigie). Poi lo &ldquo;Halo Pack&ldquo;, in onore della Vantage GTE campione del mondiale Endurance. Per questa versione, la tinta &egrave; Verde Sterling con grafiche verde lime e la possibilit&agrave; di dipingere la Union Jack nel logo Aston Martin. Tutto estremamente british e classico.  La&nbsp;Vantage AMR &nbsp;sar&agrave; altamente personalizzabile. Il pacchetto aerodinamico Aero Kit &egrave; di derivazione corsaiola e sviluppato con AMR. Tanto utilizzo di fibra di carbonio in numerosi componenti estetici e aerodinamici. I cerchi che riprendono quelli della Vantage AMR Pro mostrata a Ginevra quest&rsquo;anno. Lo scarico in titanio &egrave; 14 kg pi&ugrave; leggero rispetto a quello di serie. Un accessorio che sar&agrave; sicuramente apprezzato. 

Primo modello Aston Martin Racing a entrare in produzione. Duecento esemplari col V8 e cento col V12 che beneficia di un&#39;iniezione di potenza

Aston Martin