        Aria di cambiamenti in casa Aston Martin, a registrare le indiscrezioni provenienti d'Oltremanica.&nbsp;&nbsp;C'&egrave; uno stile di leadership, di Tobias Moers, amministratore delegato arrivato nell'estate del 2020, provenienza Mercedes-AMG, considerato accentratore, secondo le voci critiche raccolte da Autocar. Dopo l'addio di svariati manager, sotto la gestione Moers, l'annuncio di obiettivi mancati sugli utili previsti nel 2021, per 18 milioni di euro circa, potrebbe essere lo scenario che porter&agrave; un ulteriore cambiamento nell'assetto della casa inglese.  Valkyrie a rilento pesa sugli utili I rumours emergono in una fase nella quale gi&agrave; la divisione Formula 1 di Aston Martin ha registrato l'uscita del suo team principal, notizia inattesa dopo che le indiscrezioni in tal senso erano state smentite a inizio novembre. Sulla possibile uscita di Moers la casa non ha commentato. A impattare i risultati finanziari 2021, gli utili inferiori agli obiettivi, sarebbe stata soprattutto la fase di produzione e consegna della hypercar Valkyrie, andata a rilento per un'assoluta complessit&agrave; tecnica, sempre secondo le voci interne ad Aston Martin riscontrate da Autocar. LEGGI ANCHE - Aston Martin Vantage V12 2022 rivela il frontale Con Moers al comando della casa rilevata da Lawrence Stroll a inizio 2020 sono stati rivisti diversi progetti, dalla cancellazione della creazione di un brand Lagonda specializzato sull'elettrico alla produzione del proprio motore V6 turbo benzina. Il rafforzamento della collaborazione tecnica con Mercedes-AMG, invece, &egrave; stato uno dei punti chiave per scrivere il futuro prossimo della gamma di modelli Aston Martin, ibridi ed elettrici, potendo contare su una tecnologia di vertice senza dover sostenere costi e tempi lunghi legati a progettazione e sviluppo.&nbsp;       

I rumours segnalano una posizione precaria dell'amministratore delegato, dopo l'annuncio di utili inferiori agli obiettivi sull'esercizio 2021

Aston Martin in acque agitate, l'a.d. Moers in bilico

        Sar&agrave; un po' il canto del cigno di un'idea di sportivit&agrave; destinata a diventare rarit&agrave; assoluta (leggi quali modelli nel 2021 adottano ancora un motore V12). Sar&agrave;, Aston Martin Vantage V12, un'edizione speciale e conclusiva del percorso della berlinetta che, nel 2021, ha guadagnato anche il palcoscenico della Formula 1, nelle vesti di Safety Car.&nbsp; Si vocifera ne verranno prodotte 299 di Vantage con i 12 cilindri Aston Martin da 5.2 litri. Probabilmente avr&agrave; una potenza nell'ordine dei 650 cavalli. Dopodich&eacute; si aprir&agrave; un nuovo capitolo nella storia Aston Martin, perch&eacute; nuova Vantage sar&agrave; una sportiva elettrica, attesa nel 2025, cos&igrave; come sar&agrave; a zero emissioni la DB11.&nbsp;La collaborazione tecnica strettissima con Mercedes dar&agrave; accesso al know-how, alla piattaforma elettrica di AMG, sulla quale dar vita al futuro.  Design e aerodinamica, cos&igrave; la V12 Il presente, per fortuna, prospetta ancora una sportivissima ordinaria per la via che sceglie nel cercare la prestazione. Il secondo teaser rivela in frontale, la calandra a listelli orizzontali e pi&ugrave; vicina in assoluto al design iconico Aston Martin. Proprio Vantage ha portato sulla scena il taglio futuristico dell'elemento rispetto alla soluzione di calandra morbida che stilizzava il logo delle doppie ali rovesciate Aston. Come gi&agrave; apparso dai muletti di sviluppo, avr&agrave; un'aerodinamica anteriore perfezionata nel disegno dello splitter la Vantage V12. Dovrebbe trovare conferma anche il cofano motore con griglie di apertura per il raffreddamento. Tra le novit&agrave; attese, un copioso utilizzo della fibra di carbonio per alleggerire parti della carrozzeria. Con un teaser cos&igrave; rivelatore, non dovremmo essere molto lontani dal debutto della Vantage V12.&nbsp;       

Il secondo teaser lancia nuovi indizi sul ritorno del motore V12 abbinato al mondo Vantage. Dal 2025 sar&agrave; un modello elettrico

Aston Martin Vantage V12 2022 rivela il frontale

        Finalmente, &egrave; sulla via della consegna. Ben 5 anni dopo la presentazione, quando ancora il concept era AM-RB 001 nel luglio del 2016, Aston Martin Valkyrie&nbsp;arriva alla fase di assemblaggio nell'impianto di Gaydon, dove ciascun esemplare dei 150 previsti - e tutti ovviamente venduti - richieder&agrave; 2.000 ore di lavoro per essere messo insieme. Valkyrie che nel lasso di tempo corso tra l'annuncio della sua esistenza all'avvio della produzione, ha presentato pi&ugrave; varianti, serie ultralimitate e specifiche come la AMR Pro, a una proposta&nbsp;specifica per la pista e dal peso ridotto. La hypercar prodotta da Aston Martin e con la veste aerodinamica sviluppata da Red Bull e Adrian Newey &egrave; spinta da un V12 Cosworth, aspirato, da 1.155 cavalli. Dettagli in mostra durante l'assemblaggio Ed &egrave; uno spettacolo poter osservare i dettagli della fase di assemblaggio, dal telaio monoscocca nudo all'installazione dei componenti, ldelle sospensioni, del motore; immagini che mettono a nudo la Valkyrie e rivelano la disposizione di ogni singolo componente che permette prestazioni esagerate. "&Egrave; un momento di immenso orgoglio per noi completare la prima hypercar di sempre. Il programma Aston Martin Valkyrie ha messo tutti quanti alla prova, la dedizione al sogno per&ograve; ha prodotto una macchina davvero incredibile, una Formula 1 per la strada", ha commentato Tobias Moers, a.d. Aston Martin. "La Valkyrie &egrave; nata dalla ferma dedizione di un gruppo di ingegneri e tecnici altamente specializzati, che hanno lavorato senza sosta per portare la Valkyrie alla fase della produzione. Sono certo che i nostri clienti saranno entusiasti di ci&ograve; che hanno raggiunto".       

A Gaydon si &egrave; iniziato ad assemblare i primi esemplari dei 150 previsti. Una fase di montaggio che rivela tantissimi dettagli affascinanti della meccanica, nascosti sotto la carrozzeria

Aston Martin Valkyrie, è partita la produzione

Una Aston Martin DB6 elettrica da pi&ugrave; di un milione di euro. Il restomod dell&rsquo;azienda inglese Lunaz, che ha sede al Silverstone, pu&ograve; considerarsi davvero esclusivo.  Non &egrave; la prima &ldquo;esecuzione&rdquo;: l&rsquo;impresa si occupa di elettrificare alcuni delle pi&ugrave; celebri auto storiche inglesi di Aston Martin, Jaguar, Land Rover e Rolls-Royce, tra le quali Phantom V e Silver Cloud, XK120 e ila prima Range.  Stavolta tocca alla DB6, nata nel 1965, utilizzata come dimostratore perch&eacute; Lunaz propone lo stesso &ldquo;trattamento&rdquo; anche per la mitica DB5 e la DB4. Il motore 6 cilindri in linea di 4 litri &egrave; stato sostituito da un propulsore elettrico e da batterie che possono essere da 80 a 120 kWh di capacit&agrave;.  La DB6 di Lunaz &egrave; accreditata di circa 400 chilometri di autonomia. E soprattutto &egrave; tutta originale nella carrozzeria (i modelli sono tutti realizzati da esemplari &ldquo;donatori&rdquo;).  Prezzo stellare  Ovviamente &egrave; largamente personalizzabile, anche se dettagli e dati tecnici non sono stati ancora comunicati. I primi esemplari sono stati annunciati per la fine del 2023, a un prezzo di 900.000 euro pi&ugrave; tasse.  Leggi ora: 007 No Time To Die: l&#39;Aston Martin DB5 di James Bond sfreccia a Roma&nbsp;   

L&#39;azienda inglese mette un cuore elettrico, lasciando intatta la bellissima carrozzeria

Lunaz, restomod elettrico da 1 milione su Aston Martin DB6

        Primi giri al Nurburgring, dove ha rivelato dettagli sostanzialmente diversi da quelli che conosciamo su Aston Martin Vantage (leggi del futuro elettrico che la attende). Arriver&agrave; un aggiornamento di met&agrave; carriera nei prossimi 12 mesi e, con esso, arriver&agrave; una specifica estrema, motorizzata da un V12 di 5.2 litri, secondo i rumours. Motore V12 noto L'unit&agrave; gi&agrave; della barchetta Speedster eroga 700 cavalli ed &egrave; attesa sulla Vantage, insieme ad alcune novit&agrave; aerodinamiche e d'assetto. Il muletto di sviluppo ha carreggiate ampliate, una fascia anteriore completamente ridisegnata, con splitter maggiorato e profili alle estremit&agrave; sagomati simili a deviatori di flusso. Leggi anche: Sfida tra barchette - Ferrari Monza, Aston Speedster e McLaren Elva Il cofano motore presenta generose aperture di raffreddamento, mentre &egrave; al posteriore con il doppio terminale di scarico accentrato che la differenza si fa immediata rispetto alla gamma Vantage "ordinaria". La fase di test in pista condotta attualmente prevede anche un nolder applicato sullo spoiler posteriore, segno di una ricerca di maggior carico aerodinamico soprattutto alle velocit&agrave; medio-basse.        

I muletti di sviluppo anticipano una versione ad alte prestazioni della Vantage, accreditata di un motore V12. Sar&agrave; una specifica in tiratura limitata, da introdurre insieme al "restyling" 2022

Aston Martin Vantage 2022, V12 estrema in arrivo?

Aston Martin toner&agrave; alla Monterey Car Week con una anteprima mondiale. Nella splendida cornice californiana il Marchio inglese, che celebra le sette decadi sul mercato americano, porter&agrave; una versione speciale.  Sar&agrave; rivelata a un evento privato il 12 agosto e poi esposta sullo stand Aston Martin a Pebble Beach, ma sempre e solo su invito.  Una super Valhalla?  Ufficialmente la Casa non si &egrave; spinta oltre, ma si tratta di una vettura ad alte prestazioni. La hypercar Valhalla sar&agrave; presente all&rsquo;evento, ma &egrave; logico supporre che il nuovo modello potrebbe essere una serie iper limitata, con prestazioni ancora pi&ugrave; estreme del modello che ha esordito in pista al GP di Silverstone.    Leggi ora: Aston Martin, DB11 e Vantage le prime a diventare elettriche&nbsp; 

Potrebbe trattarsi di una versione ancora pi&ugrave; estrema di Valhalla

Aston Martin, anteprima mondiale a Pebble Beach

        Il percorso verso l'elettrificazione che affronter&agrave; Aston Martin non &egrave; certo una novit&agrave;. Piuttosto, un'esigenza legata allo scenario industriale e da sfruttare sulla base della collaborazione tecnica rafforzatasi con Mercedes-AMG. Mentre a Silverstone presentava Valhalla, Tobias Moers, a.d. della casa inglese, illustrava i passaggi che porteranno a guidare la prima Aston Martin elettrica nel 2025.  Dai piani Lagonda alla DB11 elettrica Formalmente c'&egrave; gi&agrave; stato un progetto a batterie, quella Rapid-E voluta dal precedente management e che avrebbe dovuto trasformarsi in piccola serie. Altri scenari vennero tratteggiati per il marchio Lagonda, a sua volta l'espressione elettrica di Aston Martin. Su Auto in edicola: Supercar, tradizionale o elettrica? Con la propriet&agrave; di Lawrence Stroll, subentrato a inizio 2020, &egrave; cambiato notevolmente il quadro. Cos&igrave;, toccher&agrave; alle eredi di Aston Martin DB11 e Aston Martin Vantage, per prime, convertirsi all'elettrico. Granturismo e Berlinetta a motore centrale diverranno elettriche, tra il 2025 e 2026, mantenendo le gerarchie, per essere seguite anche dal suv a zero emissioni. 600 km di autonomia Tutto avverr&agrave; potendo contare sul know-how tecnologico di Mercedes, tra architetture modulari, motori, batterie. Moers, nel confermare ad Autonews Europe il percorso delle supersportive a motore anteriore centrale verso l'elettrico, ha anticipato un'autonomia di marcia intorno ai 600 km. Leggi anche - Motori V12, chi &egrave; rimasto sul mercato nel 2021? Fino al 2025 scopriremo per&ograve; anche altri passi del percorso di riduzione delle emissioni, avremo le Aston ibride plug-in, non solo Valhalla che &egrave; prestazione estrema, ma soprattutto il suv DBX (qui trovi il primo test). Per un marchio che punta a chiudere il 2021 con 6.000 unit&agrave; vendute in tutto il mondo e ambisce a centrare quota 10 mila veicoli sul medio periodo (tempistica solitamente orientata ai 5 anni), &egrave; cruciale poter contare su un modello "di volume" come un suv sportivo e lussuoso, tanto pi&ugrave; con una motorizzazione ibrida plug-in.       

Il marchio punta a realizzare 10 mila unit&agrave; vendute all'anno e nel percorso di elettrificazione, oltre al suv ibrido plug-in DBX ci sono le sportivissime granturismo e berlinetta elettriche: Aston Martin DB11 e Vantage

Aston Martin, DB11 e Vantage le prime a diventare elettriche

Se Valkyrie &egrave; il passo pi&ugrave; avanzato e straordinario, una hypercar pura, con Aston Martin Valhalla il marchio rilevato da Lawrence Stroll e affidato alle cure dell&#39;ex a.d. Mercedes-AMG, Tobias Moers, prova a inserirsi nella partita delle supercar a motore posteriore centrale.  Sfida con progetti che sono di casa Ferrari, McLaren, Lamborghini, Porsche (leggi il test della 911 GT3 Touring), per dirne alcuni. Una sfida affrontata con un progetto ibrido plug-in, questo &egrave; Valhalla, da concept a definito modello pronto per un futuro su strada.    Motore, niente V6  La notizia pi&ugrave; attesa, quella intorno alla quale nei mesi scorsi sono circolati i rumours pi&ugrave; disparati, interessa il motore. Aston Martin, nel 2020, annunciava l&#39;avvio dello sviluppo del suo primo motore V6 3 litri, interamente realizzato in casa. Quell&#39;unit&agrave;, attesa su Valhalla, non andr&agrave; sotto il cofano. Sar&agrave; il V8 4 litri biturbo, di origine Mercedes-AMG e personalizzato per Aston Martin, a rappresentare la componente endotermica della supercar. Rientra nelle logiche dell&#39;accordo di collaborazione tecnica, ampliato, tra Aston e Mercedes.&nbsp;  Un motore da 750 cavalli, con albero motore a perni di manovella a 180 gradi, abbinato a due motori elettrici, uno sull&#39;asse posteriore e uno all&#39;avantreno, per una potenza elettrica complessiva di 204 cavalli. Lo schema di trazione &egrave; completato da un cambio doppia frizione 8 marce (Aston ha detto addio all&#39;opzione manuale), con differenziale a controllo elettronico e retromarcia attuata dal motore elettrico anteriore.&nbsp;  La potenza di sistema della Aston Martin Valhalla &egrave; di 950 cavalli e 1000 Nm di coppia motrice, numeri che permetteranno prestazioni nell&#39;ordine dei 330 km/h di velocit&agrave; massima e un&#39;accelerazione in 2&quot;5 da 0 a 100 km/h.  I motori elettrici e l&#39;autonomia  L&#39;ibridizzazione - a 400 volt - opera strettamente in chiave prestazionale, supportando il motore termico e con un impianto frenante del tipo brake-by-wire con dischi carboceramici. &Egrave; anche in grado di muovere la supercar per 15 chilometri in modalit&agrave; puramente elettrica, utilizzando il motogeneratore anteriore: modalit&agrave; dalla velocit&agrave; limitata a 130 km/h.  Telaio e aerodinamica  Poche sorprese dalla tecnica, dove invece il design e la veste aerodinamica sono apprezzabili. Le portiere si aprono ad ali di gabbiano, il frontale ingloba la storica calandra Aston Martin, reinterpretata nelle doppie ali rovesciate.  Il lavoro avviato su Valkyrie si ritrova in alcuni dettagli aerodinamici anche su Valhalla,tra deviatori di flusso dietro le ruote anteriori e una coda dove gli scarichi - il taglio a &quot;fetta di salame&quot; &egrave; distintivo - soffiano sull&#39;ala posteriore per aumentare la deportanza, dal lavoro congiunto con un elaborato diffusore.  Il progetto dichiara una massa a secco di 1.550 kg a fronte di un carico aerodinamico di 600 kg a 240 km/h. Il telaio &egrave; un monoscocca in fibra di carbonio, mentre l&#39;assetto ricorre a sospensioni a controllo elettronico. 

Aston Martin ha scelto la fornitura Mercedes-AMG personalizzata piuttosto che portare avanti il motore V6 3 litri autoprodotto, annunciato due anni fa. Valhalla &egrave; una supercar ibrida plug-in a motore posteriore centrale, in elettrico fa 15 km

Aston Martin Valhalla, l&#39;ibrida plug-in con il V8 di origine AMG

Doveva essere uno sbocco quasi &quot;naturale&quot;, prima che le difficolt&agrave; finanziarie obbligassero al cambio di propriet&agrave; e, con esso, progetti. Aston Martin Valkyrie AMR Pro, oggi, &egrave; una hypercar estrema, pensata di fatto per correre in Classe Hypercar del campionato Endurance. Ma non far&agrave; alcuna apparizione nella serie, perch&eacute; Aston Martin ha riposizionato gli obiettivi, concentrando l&#39;impegno tutto sulla Formula 1.&nbsp;  Correva il 2018 quando la pi&ugrave; evoluta delle Valkyrie si presentava al Salone di Ginevra. Da allora, dal concept AMR Pro, si &egrave; giunti allo sviluppo finale che porter&agrave; alla produzione di 40 esemplari, pi&ugrave; due prototipi, destinati a scendere in pista e raccogliere dati utili allo sviluppo fisico, dopo una lunga fase di simulazioni computerizzate gi&agrave; alle spalle. Contribuiranno a dare indicazioni sulle scelte d&#39;assetto anche Vettel e Stroll, piloti del team Aston Martin.    Aerodinamica&nbsp;  Un progetto, Valkyrie AMR Pro, nato sotto la guida aerodinamica di Adrian Newey e Red Bull Advanced Technologies. Le prime indicazioni tecniche riassumono le modifiche rispetto alla Valkyrie stradale in elementi come il peso e l&#39;aerodinamica ulteriormente evoluta. Il prototipo &egrave; in grado di raggiungere valori di forza G in curva superiori a 3, ovviamente omologato per l&#39;utilizzo esclusivamente in pista.  Un risultato possibile grazie al pacchetto aerodinamico specifico, che incrementa la lunghezza della Valkyrie AMR Pro di 26,6 centimetri, e grazie all&#39;alleggerimento ulteriore.  Motore  Non ha la componente ibrida il V12 6.5 litri aspirato, Cosworth, da 11.000 giri/min di regime di rotazione e 1.013 cavalli. Le vetrature sono sostituite dal Perspex ultraleggero, cos&igrave; come i pannelli della carrozzeria sono realizzati in fibra di carbonio con specifiche ancor pi&ugrave; evolute.&nbsp;  Dimensioni su, peso gi&ugrave;  Pensata per correre in Classe Hypercar, altri elementi della Aston Martin Valkyrie AMR Pro si segnalano per la loro estremizzazione dettata dai regolamenti e dalle possibilit&agrave; aerodinamiche. Il passo &egrave; ben 38 centimetri superiore. Una scelta dettata per migliorare le caratteristiche di drag e bilanciamento aerodinamico. Le carreggiate sono 9,6 centimetri pi&ugrave; ampie all&#39;avantreno e 11,5 centimetri al retrotreno.  Ancora, le sospensioni contribuiscono all&#39;alleggerimento dell&#39;insieme grazie ai triangoli sovrapposti in fibra di carbonio.&nbsp;  Le prestazioni della Aston Martin Valkyrie AMR Pro le scopriremo nei prossimi mesi, verso un debutto posizionato a fine anno, quando i 40 clienti potranno guidarla in pista, in eventi dedicati, &quot;esperienze&quot; che porteranno i proprietari nel mondo Aston Martin in giro per i circuiti internazionali omologati FIA.  Prestazioni che si traducono, proprio come il target della Classe di vertice del WEC, in un tempo sul giro: 3&#39;20&quot; sul tracciato de La Sarthe, il &quot;lungo&quot; della 24 Ore di Le Mans.&nbsp; 

Il progetto destinato alla Classe Hypercar &egrave; stato interrotto ma Aston Martin non ha disperso l&#39;idea, trasformandola in AMR Pro e sviluppando una Valkyrie da pista destinata a 40 clienti del marchio. Prestazioni estreme, genera il doppio del carico di una Valkyrie stradale

Aston Martin Valkyrie AMR Pro, Hypercar da Le Mans per i trackdays

        Cento anni da festeggiare adeguatamente, per Aston Martin A3, il modello pi&ugrave; anziano della Casa di Gaydon ancora esistente. Un'auto nata nel vecchio stabilimento del marchio nel quartiere londinese di Kensington, uno di cinque prototipi creati prima del vero avvio della produzione. Una vettura scoperta da 11 cv ma capace di realizzare record corsaioli all'epoca, come quello della velocit&agrave; massima (136 km/h) nel circuito di Brooklands nel 1923. Conservata oggi dall'Aston Martin Heritage's Trust, &egrave; stata omaggiata con un'edizione limitata di Vantage Roadster realizzata dalla divisione Q.  RICHIAMI ALLO STILE DELLA A3 Ne sono stati costruiti, manco a dirlo, solo 3 unit&agrave;, tutte in nero, con una griglia di forma quadrata e cornice in alluminio davanti che ricorda volontariamente l'aspetto della A3. La nuova auto, dotata del badge Heritage della Casa, presenta dei pannelli laterali fissati con una cinghia in cuoio; un elemento esclusivo che rimanda al raffinato cofano (e alle cinghie di esso) della A3. Inoltre, le pinze dei freni sono in bronzo, mentre una rifinitura in nero lucido riveste le ruote forgiate da 20". All'interno, regnano raffinatezza ed eleganza, e il richiamo alla A3 &egrave; rappresentato dalla presenza di esclusivi quadranti in ottone. Aston Martin: i 10 modelli pi&ugrave; importanti nella storia della Casa inglese Le tre Aston Martin Vantage Roadster "A3" sono ordinabili in esclusiva presso l'agente di vendita HWM Aston Martin, a un prezzo non annunciato ma necessariamente altissimo.        

L'ultima sopravvissuta dei primi cinque storici prototipi della Casa inglese compie cento anni: la divisione Q le rende tributo con un'edizione esclusiva della sua supercar

Aston Martin Vantage Roadster A3, omaggio alla sportiva anni '20

        Aspettando la sportivit&agrave; stradale Valhalla, c'&egrave; un progetto da pista che difficilmente si potrebbe pensare pi&ugrave; estremo. Aston Martin Valkyrie non &egrave; abbastanza, n&eacute; lo &egrave; la AMR Pro, prototipo immaginato lo scorso anno e dal quale il marchio inglese ha evoluto concetti aerodinamici e configurazione. Verr&agrave; presentata tra pochi giorni l'ultima specialissima Valkyrie, pi&ugrave; veloce di lei corrono per&ograve; le anticipazioni sul web e un'immagine sfuggita - dallo stesso portale Aston Martin, tanto da pensare che sia stato un leak ad arte - rivela l'enorme lavoro di affinamento aerodinamico compiuto.  Aerodinamica Aerodinamica curata da Adrian Newey, con Red Bull Advanced Technologies a definire il concetto aerodinamico del progetto Aston Martin Valkyrie. Cambia notevolmente lo sviluppo dell'ala anteriore, di fatto &egrave; un doppio profilo sospeso, con piloni centrali proprio come lavora l'aerodinamica dell'avantreno di una monoposto di Formula 1. Due piani dell'ala, paratie esterne ricurve, aria canalizzata verso il fondo e gestita dai deviatori di flusso evoluti, dietro le ruote anteriori. &Egrave; chiara la conformazione scavata in basso, per guidare l'aria lungo la fiancata e verso la zonta interna alle ruote posteriori. Quella che in una monoposto sarebbe la zona "Coca-Cola", per il restringimento a bottiglia di Coca Cola che si apprezza nella vista in pianta. Lo stesso fondo davanti alle ruote posteriori ha dettagli mirati a ottimizzare l'effetto suolo. Molto pi&ugrave; evidenti sono gli specchietti con supporti ovviamente dalla funzione aerodinamica e l'ala posteriore.  28.06.21 pic.twitter.com/wxJpXMmqzX &mdash; Aston Martin (@astonmartin) June 24, 2021    Ala posteriore Il biplano si estende alle paratie verticali, tutto un unico elemento, sia il piano principale che il flap, a cucchiaio, dietro la pinna longitudinale pensata per migliorare la stabilit&agrave; dei flussi d'aria in curva alle alte velocit&agrave;: lavora meglio l'ala posteriore e si genera una stabilit&agrave; superiore del carico aerodinamico.&nbsp; Restano da scoprire, ancora, i dati relativi alla potenza del motore V12 aspirato e un ulteriore alleggerimento del progetto. Oltre ovviamente alle prestazioni, al carico deportante sviluppato, la forza G generata in curva. Un peccato che Aston Martin, con la nuova propriet&agrave;, abbia fatto un passo indietro sull'iniziale, annunciato, progetto di ritorno nel WEC con una Hypercar.&nbsp;       

Un pacchetto aerodinamico estremo, per la Valkyrie, &egrave; pronto a essere svelato nelle prestazioni e caratteristiche tecniche. Sembrerebbe fatta apposta per correre nella Classe Hypercar, se non fosse per il disimpegno Aston Martin annunciato nel 2020

Aston Martin Valkyrie, oltre la AMR Pro al gusto di Hypercar

        Tra le supersportive, la trasmissione manuale &egrave; una specie pressoch&eacute; estinta. Pochissimi i casi di modelli che regalano l'alternativa della connessione totale guidatore-auto, perch&eacute; questo &egrave; gestire la cambiata e la frizione su auto come Porsche 911 o Aston Martin Vantage AMR. Ecco, Aston Martin nel 2019 annunciava la Vantage con cambio manuale 7 marce, sviluppato dall'italiana Graziano, per un'esperienza di guida totale.  Lo schema ad H e l'innesto della prima "a gamba di cane", verso il basso, il supporto dell'elettronica per cambiate in salita con il pedale del gas gi&ugrave;: niente di tutto questo verr&agrave; pi&ugrave; proposto.&nbsp; Con il prossimo rinnovamento della supercar, Aston Martin abbandoner&agrave; il cambio manuale per offrire esclusivamente trasmissioni automatizzate sui propri modelli. Manuale senza senso A confermare dal 2022 la razionalizzazione dell'offerta, dove il cambio manuale era appena una nicchia di mercato, &egrave; stato Tobias Moers: "A esser sincero, non &egrave; stato un bel percorso quello con la trasmissione manuale. Abbiamo fatto alcune valutazioni su quella macchina e non ci serve pi&ugrave;. Va mantenuto alla luce delle nuove normative, anno dopo anno in relazione alle emissioni, perch&eacute; si tratta di un powertrain specifico e non ha senso", le parole riportate dagli australiani di Motoring. L'unicit&agrave; dello schema tecnico va letta anche nell'ottica della sinergia sempre pi&ugrave; stretta che Aston Martin realizzer&agrave; con Mercedes, introducendo sui propri modelli i sistemi elettrificati di Mercedes AMG, quindi motori e relative trasmissioni, gi&agrave; adottate nelle soluzioni 9G-Tronic.        

Proposto finora su Vantage AMR, immaginata dalla precedente propriet&agrave; come un oggetto da puristi, il cambio manuale 7 marce verr&agrave; eliminato dall'offerta Aston Martin nel 2022. Troppo specifico e di nicchia per giustificarne l'offerta

Aston Martin, addio all'opzione del cambio manuale

Per sentirsi, almeno un po&#39;, i Trintignant, Clark, Moss o Brabham della situazione, baster&agrave; spuntare l&#39;opzione DBR1 all&#39;atto della prenotazione della Aston Martin V12 Speedster. Privilegio per soli 88 fortunati clienti, tanti gli esemplari della V12 Speedster previsti.  Della tecnica &egrave; tutto gi&agrave; noto, il motore V12 5,2 litri twin turbo da 700 cavalli, lo zero-cento orari in 3&quot;4, la velocit&agrave; massima di 317 km/h. Specifiche estreme per un progetto estremo, a partire dalla configurazione di carrozzeria.    Sulle orme della DBR1&nbsp;  La Speedster riceve in dote l&#39;optional DBR1, pacchetto di soluzioni stilistiche ispirate alla Aston Martin DBR1, auto da corsa che deve la sigla a David Brown Racing; i palcoscenici internazionali calcati a partire dal 1956, con gli 800 kg spinti dal motore 6 cilindri in linea da 3 litri e portati al successo alla 24 Ore di Le Mans del 1959, alla 1.000 km del Nurburgring. Alla DBR1 si deve la successiva sigla DB delle Aston stradali.  Aston V12 Speedster, Ferrari Monza, McLaren Elva: barchette a confronto  Design  Appartiene all&#39;era delle corse eroiche, quando le vetture a ruote coperte avevano dignit&agrave; pari alla Formula 1, quando non superiore. A caratterizzare Aston Martin DBR1 V12 Speedster &egrave; anzitutto la colorazione verde Aston Martin Racing, percorsa dal Clubsport White negli spazi sul cofano e le portiere dedicati all&#39;apposizione del numero di gara. Per verniciare ogni singola V12 Speedster sono richieste pi&ugrave; di 50 ore, operazione che avviene un esemplare alla volta nell&#39;impianto di Gaydon.  La calandra &egrave; trattata con una finitura Sebring Silver anodizzata, mentre il set di cerchi da 21 pollici - con attacco center-lock - abbina il nero satinato alla lavorazione diamantata su razze e circonferenza.&nbsp;  Interni  Chicca notevole, l&#39;abbinamento dei caschi per pilota e passeggero nella medesima colorazione dell&#39;auto, alloggiati nello spazio (a vista perch&eacute; trasparente) dietro le strutture di sicurezza dietro i sedili.  L&#39;abitacolo &egrave; impreziosito dalla fibra di carbonio lucida abbinata alla leva del cambio - un automatico ZF 8 marce - in alluminio spazzolato, color argento satinato. I rivestimenti interni sono in pelle color cuoio Conker e un un mix tra pelle e tessuto tecnico in verde Caithness.&nbsp;   

Servono oltre 50 ore per eseguire la verniciatura di ogni singola V12 Speedster, che Aston Martin propone con richiami estetici alla DBR1 da corsa degli anni Cinquanta

Aston Martin V12 Speedster evoca la DBR1 con il pack optional

        Come una Safety Car di Formula 1 ma omologata per girare su strada. Aston Martin Vantage F1 Edition segue pari pari le soluzioni tecniche introdotte sulla nuova auto di sicurezza che debutter&agrave; in Formula 1 a partire dal GP del Bahrain. Interventi mirati a estrarre prestazione dalla granturismo con motore V8 4 litri biturbo, che non ne eliminano il tratto pi&ugrave; rifinito e curato - testimonianza ne &egrave; la massa in gioco - ma affilano il comportamento dinamico. Sar&agrave; coup&eacute; e roadster, su strada da maggio, quando avverranno le prime consegne a seguire una fase di ordini gi&agrave; aperti. Il prezzo di Aston Martin Vantage F1 Edition? Sul mercato tedesco si parte da 162 mila euro per la versione chiusa.  Prestazioni e motore&nbsp; Senza dubbio la pi&ugrave; appagante al volante, perch&eacute; pi&ugrave; leggera - 1.570 kg contro i 1.645 kg della Roadster - e in grado di un allungo da 314 km/h, dove la scoperta di "ferma" a 305 orari. Entrambe assicurano uno zero-cento fulmineo, 3"6 contro 3"7, a vantaggio ovviamente di Vantage F1 Edition coup&eacute;.&nbsp; Cosa cambia, quindi, rispetto a una normale Vantage V8? Anzitutto la taratura del motore, dal quale i tecnici AMG hanno estratto 25 cavalli in pi&ugrave;, per 535 complessivi e con 685 Nm di coppia, valore invariato. La curva di coppia tuttavia ha un'erogazione massima pi&ugrave; ampia. Al cambio 8 marce automatico &egrave; stata abbinata un'elettronica di gestione, una mappatura, modificata nel taglio di coppia durante i passaggi di marcia in salita, per ridurre il vuoto di spinta. in scalata, invece, l'elettronica opera in modo pi&ugrave; efficace nella stabilit&agrave; durante le fasi di frenata pi&ugrave; impegnative.&nbsp; Assetto irrigidito Scenari evidentemente da pista, nei quali apprezzare al meglio le novit&agrave;, anche se Aston Martin assicura percepibili cambiamenti gi&agrave; sulla guida su strada. Di certo la taratura degli ammortizzatori modificata sar&agrave; evidente, con la variazione dei componenti interni a cambiare le caratteristiche di smorzamento - ampliandole - durante le fasi di compressione dell'ammortizzatore ad alte velocit&agrave;; invariato il comfort e il filtraggio delle asperit&agrave; alle basse andature.&nbsp; Aerodinamica, 200 kg extra Gli accorgimenti tecnici proseguono con un telaio irrigidito all'avantreno mentre al retrotreno la barra stabilizzatrice e le molle risultano essere con tarature pi&ugrave; rigide. Altro aspetto modificato su Vantage F1 Edition, l'utilizzo di cerchi da 21 pollici anzich&eacute; 20", mentre il comparto aerodinamico sviluppa 200 kg di deportanza aggiuntiva. Un valore frutto dello splitter con baffo applicato al paraurti, dell'ala posteriore fissa e dei deviatori di flusso applicato nel sottoscocca.        

L'edizione speciale replica le caratteristiche e soluzioni della Vantage che sar&agrave; Safety Car in Formula 1. Pi&ugrave; cavalli dal motore V8, assetto irrigidito, aerodinamica in grado di generare 200 kg di carico aggiuntivo

Aston Martin Vantage F1 Edition, prestazioni da Safety Car

        A meno di una settimana dall'inizio del mondiale di Formula 1, che segna il ritorno dopo 61 anni del marchio inglese, Aston Martin Vantage presenter&agrave; un'edizione speciale al sapore di Safety Car. Luned&igrave; si scoprir&agrave; la scheda tecnica della Vantage introdotta da un teaser, dal quale diversi particolari sembrano ripresi dalla versione che avr&agrave; il ruolo di Safety Car - in alternanza con Mercedes-AMG GT - in Formula 1.&nbsp; I punti pi&ugrave; evidenti, che si discostano dalla Vantage V8 ordinaria, sono nello splitter applicato sulla fascia anteriore, in un volume con la calandra "classica", a listelli orizzontali.&nbsp;Il profilo rivela feritoie dietro le ruote anteriori pi&ugrave; elaborate rispetto alla Vantage V8, con un prevedibile effetto aerodinamico approfondito. Aston Martin, suv elettrico e sportiva a batterie dal 2025 In coda, novit&agrave; "simbolo" della versione speciale, un'ala fissa, con tanto di paratie laterali, proprio come l'elemento applicato alla Vantage Safety Car 2021.&nbsp;        

I dettagli aerodinamici del teaser avvicinano la granturismo alle caratteristiche introdotte sulla Safety Car di Formula 1.&nbsp;

Aston Martin Vantage, novità in arrivo ispirata alla Safety Car

        Progetti ancora di medio termine per la prima elettrica Aston Martin. Riposti nel cassetto i piani della precedente propriet&agrave;, di lanciare con il marchio Lagonda un modello a zero emissioni, la nuova propriet&agrave; di Lawrence Stroll punta sul marchio Aston per le due novit&agrave; a partire dal 2025. Cruciale nella proposta elettrica &egrave; la collaborazione tecnica con Mercedes, a fornire non solo motori termici e ibridi plug-in personalizzati nei prossimi anni, ma anche sistemi elettrici. Quanto sia importante poter fare affidamento su architetture, motori e batterie frutto di un progetto gi&agrave; maturo, oggetto di investimenti e sviluppo, &egrave; noto.&nbsp; L'acquisto da parte di Aston Martin vedr&agrave; comunque elementi di unicit&agrave;, nell'assemblaggio previsto presso l'impianto di St. Athan, dove verranno prodotti sia il suv elettrico che una sportiva idealmente accostabile alla DB11 con motore termico.&nbsp;Assetto, design di carrozzeria e interni, dinamica, avranno tutti un'impronta propria. Dall'architettura Mercedes alla formula elettrica Aston Mercedes ricordiamo come abbia delineato un programma di sviluppo dell'offerta elettrica che vedr&agrave; EQS arrivare sul mercato in estate, EQE - grande berlina equiparabile per segmento a Classe E - presentata a settembre, poi il maxi-crossover EQS. L'architettura modulare EVA sar&agrave; comune a tutti questi modelli ed &egrave; verosimile che venga fornita anche ad Aston Martin. Per potenze in gioco, l'elettrico che introdurr&agrave; Mercedes avr&agrave; potenze anche in eccesso dei 700 cavalli, assolutamente compatibili con una proposta Aston martin che sia granturismo di livello. Secondo quanto anticipato da Lawrence Stroll nel corso di un'intervista al Financial Times, i passi sul progetto elettrico "sportivo" non sono ancora alla fase avanzata di validazione del design, men che meno della sigla, che potrebbe non allinearsi alla storica DB. D'altronde, Aston martin ha chiarito come il futuro rester&agrave; imperniato su una sportivit&agrave; con motore termico, elettrificata, fino oltre il 2030.&nbsp; In attesa che arrivi il suv elettrico nel 2025, nei prossimi mesi verr&agrave; presentata la versione ibrida plug-in di Aston Martin DBX, con un sistema ricaricabile e l'abbinamento del motore elettrico sulla linea di trazione composta con motore V8 biturbo 4 litri e cambio 9G-Tronic. Sar&agrave; lo schema in arrivo in primavera su Mercedes-AMG GT 4 porte 73 S.        

Lawrence Stroll delinea i passaggi che seguir&agrave; Aston Martin nel proporre i primi modelli elettrici, in collaborazione tecnica con Mercedes. Una granturismo e il suv avranno batteria, motore e architettura progettati a Stoccarda

Aston Martin, suv elettrico e sportiva a batterie dal 2025

Due AMR21 in gara, per provare a fare punti e andare sul podio. Una Vantage e una DBX (leggi com&#39;&egrave; andata nel test su strada e off-road) in pitlane, pronte a scendere in pista. Aston Martin fornir&agrave; nel 2021 la Safety Car in Formula 1, una Vantage con motore V8 4 litri biturbo, rivisto e con 25 cavalli in pi&ugrave;, per un totale di 525.  Ma &egrave; soprattutto la cura riservata all&#39;aerodinamica che incrementa le prestazioni rispetto alla versione stradale. Il nuovo avantreno genera 155 kg di deportanza a 200 km/h, grazie a uno splitter molto pi&ugrave; pronunciato e con pinne laterali davanti alle ruote. A dare carico sull&#39;anteriore anche i baffi ai lati della calandra.&nbsp;Quest&#39;ultima ha la lettura stilistica &quot;classica&quot;, a elementi cromati orizzontali, anzich&eacute; la pi&ugrave; futuristica specifica ispirata in origine dalla Vulcan.    Verde Aston Martin e assetto irrigidito  La colorazione &quot;sociale&quot;, il British Green &egrave; un tratto d&#39;ordinanza, con i richiami giallo fluo gi&agrave; apprezzati nelle declinazioni da corsa, Aston Martin Racing, della Vantage. Al posteriore, un&#39;ala fissa &egrave; il dettaglio che contribuisce ad aumentare il carico aerodinamico e bilanciare la pressione tra anteriore e posteriore.&nbsp;  Altri interventi tecnici hanno interessato la taratura delle sospensioni, con ammortizzatori pi&ugrave; rigidi ed elementi di irrigidimento della scocca.  Sondaggio: vi piace la nuova Safety Car?  All&#39;interno, la consueta configurazione della SC guidata da Maylander, con due schermi e la possibilit&agrave; di agganciare il segnale televisivo della F1. Ruolo della Safety Car che chiama delle supercar stradali agli straordinari, impegnate al limite della prestazione per garantire un passo che resta comunque insufficiente alle esigenze delle macchine di Formula 1 per tenere in temperatura le gomme.  La Vantage si alterner&agrave; sui circuiti con la confermata Mercedes-AMG GT, diversa rispetto al passato per la colorazione rossa anzich&eacute; silver, come gi&agrave; proposto - one off - in occasione del Gp del Mugello.  Aston Martin DBX &egrave; Medical Car  Se la Aston Martin Vantage sar&agrave; Safety Car 2021, Aston Martin DBX avr&agrave; il ruolo di auto medica. Lo scorso anno &egrave; stata tristemente celebre, la Mercedes-AMG Classe C, per l&#39;intervento rapidissimo di Alan Van Der Merwe (pilota) e del dott. Ian Roberts nell&#39;incidente sofferto da Romain Grosjean in Bahrain.&nbsp;  Il suv della casa inglese verr&agrave; impiegato nella specifica con motore V8 4 litri - stessa unit&agrave; della Vantage, nonch&eacute; motore realizzato da Mercedes-AMG -, caratterizzato da uno zero-cento orari in 4&quot;3 per il suv da 550 cavalli, per 290 km/h di velocit&agrave; massima. A bordo, la configurazione &egrave; stata modificata per installare quattro sedili singoli, a guscio e con cinture a 6 punti. 

Aston Martin torna in Formula 1 dopo 61 anni e oltre alle due monoposto di Vettel e Stroll schierer&agrave;, pronte all&#39;uso, la safety car Vantage V8 e il suv DBX quale Medical car. Due auto che si alterneranno con le Mercedes-AMG

Aston Martin Vantage &egrave; la nuova Safety Car F1 2021, DBX l&#39;auto medica

        C'era una volta un sogno chiamato Bulldog. Un'mbizione profonda in casa Aston Martin, che alla fine degli anni '70 aveva deciso di entrare nei libri della Storia dell'Automobile con l'intendo di realizzare una macchina che potesse superare le 200 miglia orarie, ovvero 321 km/h, di velocit&agrave;. La nuova Bulldog - una coup&eacute; squadrata simile nelle forme all'iconica DeLorean e potentissima con i suoi 600 cavalli - venne presentata nel 1980 per compiere quell'impresa, salvo poi finire nel club delle supercar dimenticate pi&ugrave; famose. Oggi per&ograve; quel sogno rivive.  TURBOCOMPRESSIONE DA 600 CV Aston Martin Bulldog sta per tornare. E lo fa per raggiungere quel traguardo solo sfiorato. Lanciata 40 anni fa, colp&igrave; per le sue linee inusuali e anche perch&eacute; nonostante fosse un'auto 100% inglese aveva il lato guida a sinistra. Lunga 4,75 metri, la sua motorizzazione era stata concepita con il compito esclusivo di realizzare quel record di velocit&agrave;. Per spingerla, venne infatti utilizzato un V8 5,3 litri biturbo da 600 cv e 673 Nm di coppia. Le portiere ad ali di gabbiano e i mitici fari a scomparsa sono bellissime chicche di quel periodo. Aston Martin: i 10 modelli pi&ugrave; importanti nella storia della Casa inglese La Bulldog riusc&igrave; nell'impresa? No. O meglio, riusc&igrave; a battere il precedente record stabilito dalla Ferrari 512 Berlinetta Boxer (188 miglia orarie) spingendosi fino a 191 miglia. Non sufficiente ad abbattere la soglia dei 200, sebbene a Gaydon avessero promesso una velocit&agrave; di 237 mph. E la delusione fu cos&igrave; enorme che della Bulldog, in origine sviluppata per poter realizzare un numero di esemplari tra le 12 e le 25 unit&agrave;, rimase un solo modello al mondo, venduto nel 1984, trasformando infine l'auto in nulla pi&ugrave; che una concept car. UN PILOTA DA LE MANS PER RAGGIUNGERE LE 200 MIGLIA Quarant'anni dopo, Aston Martin ci riprova aggiornando interamente l'auto, V8 compreso. A capo del progetto, Richard Gauntlett, figlio di Victor, colui che aveva seguito la progettazione del Bulldog originale. A pilotare la macchina per tentare di raggiungere la fatidica soglia delle 200 miglia, sar&agrave; Darren Turner, pilota Aston Martin nel mondiale Endurance, 24 Ore di Le Mans compresa.       

Superare la velocit&agrave; delle 200 miglia (321 km/h) &egrave; l'obiettivo della Casa inglese, che dopo quarant'anni &egrave; pronta a rispolverare la coup&eacute; da 600 cavalli

Aston Martin Bulldog, il ritorno della supercar dimenticata

        &nbsp; Il 15 gennaio 1913 Lionel Martin e Robert Bamford fondano la Aston Martin. Nel 1947 l'imprenditore David Brown nota un annuncio di vendita per una societ&agrave; pubblicato sul The Times. Risponde all'annuncio, scopre che la societ&agrave; in questione &egrave; l'Aston Martin e la compra per 20.000 sterline. Brown ancora non sapeva che negli anni a venire quell'azienda da 20.000 sterline sarebbe diventata un punto di riferimento nella categoria delle granturismo.  La gamma Aston Martin: consulta il listino completo di Auto! Oggi, quella Casa automobilistica compie 108 anni.  108 years old &ndash; and the best is yet to come.#HappyBirthdayAstonMartin pic.twitter.com/7yZoF5XL8r &mdash; Aston Martin (@astonmartin) January 15, 2021    E dopo 108 anni, le auto Aston Martin sono ancora considerate delle vere e proprie icone britanniche. Ripercorriamo insieme tutti quei modelli che hanno contribuito a rendere gloriosa la sua immagine nel mondo delle supercar.&nbsp; ASTON MARTIN DB1  La prima, "vera", Aston Martin della storia. O almeno, la prima sotto la gestione Brown ("DB" sta appunto per "David Brown"). Rilasciata nel marzo 1948, la DB1 nacque come "2-Litre Sports", in quanto sportiva spinta da un 4 cilindri 2 L. Di questa roadster vennero realizzati 15 esemplari.&nbsp; ASTON MARTIN DB2  Presentata a New York nel 1950, DB2 era un'elegante coup&eacute; da 108 cv, successivamente aumentati a 125 con la versione Vantage. Nel 1953 arriv&ograve; anche la DB2/4, pensata per la famiglia.&nbsp; ASTON MARTIN DB4  Svelata a Parigi alla fine degli anni Cinquanta, rappresent&ograve; l'ideale di coup&eacute; sportiva degli anni '60. Era dotata di un 3.7 litri sviluppato appositamente per lei, con una potenza di 240 cv e una velocit&agrave; massima di 160 km/h circa.&nbsp; ASTON MARTIN DB5  Per alcuni, la pi&ugrave; bella Aston Martin mai realizzata. Celebre per essere stata la macchina di James Bond nei film con Sean Connery, aveva molte caratteristiche simili alla DB4, ma con motore dalla cilindrata aumentata a 4 L, un nuovo cambio ZF a 5 marce sincronizzato e freni a disco Girling.&nbsp; ASTON MARTIN V8 VANTAGE  La prima supercar britannica di sempre. Lanciata nel 1977, mostrava linee filanti e sinuose, uno spoiler posteriore, 375 cv di potenza generati dal suo otto cilindri da 5,3 litri. Raggiungeva una velocit&agrave; massima di 273 km/h, accelerando da 0 a 100 km/h in 5,3 secondi.&nbsp; ASTON MARTIN DB7  L'Aston Martin pi&ugrave; venduta di sempre (oltre 7.000 esemplari), progettata sotto il patrocinio Ford e le risorse Jaguar, presentata a Ginevra nel 1993. Il suo motore era un doppio albero a camme in testa in lega leggera, sei cilindri in linea sovralimentato 3.2 L capace di erogare 355 cv.&nbsp; ASTON MARTIN DB9  Erede della DB7, concepita (soprattutto esteticamente) come una GT, ma con prestazioni che non avrebbero sfigurato in pista. Elegantissima, a spingere DB9 ci pensava un V12 da 6 litri da 455 cv, 570 Nm di coppia e 300 km/h di velocit&agrave; massima.&nbsp; ASTON MARTIN VANQUISH  Brutalmente potente, eccezionalmente dinamica, la Vanquish (lanciata nel 2001) &egrave; l'archetipo della supercar ideale. Cosworth, da anni impegnata in Formula 1, "mette mano" al V12 6 litri, e le prestazioni ne risentono in positivo: 520 cv a 7.000 giri/min, 577 Nm di coppia, 321 km/h di velocit&agrave; massima e 4,2 secondi per accelerare da 0 a 100 km/h.&nbsp; ASTON MARTIN DBS  Una sorta di anello di congiunzione tra la DB9 e la sua variante da pista, la DBR9. La motorizzazione &egrave; praticamente quasi identica ai dati tecnici della sua "sorella maggiore" o della Vanquish. Ci&ograve; che la distingue (la sigla DBS &egrave; un rimando al modello originariamente prodotto nel 1967) sono gli accessori in dotazione, tra elettronica e meccanica, che la rendono la granturismo ideale per i viaggi di ogni giorno.&nbsp; ASTON MARTIN DB11  Erede della DB9, lanciata nel 2016, &egrave; alimentata da un nuovissimo motore V12 biturbo da 5.2 L che eroga 600 cv. Accelera da 0 a 100 km/h in 3,9 secondi. Rappresenta fondamentalmente l'inizio di un nuovo capitolo per il Marchio: l'ennesimo di una storia gloriosa. Aston Martin Victor, la one-off inglese si mette in mostra in Belgio       

Il Marchio compie 108 anni: ripercorriamo le auto che hanno contribuito a rendere gloriosa la sua immagine nel mondo delle granturismo e delle supercar

Aston Martin: i 10 modelli più importanti nella storia della Casa inglese

        Arriver&agrave; l&rsquo;elettrico, ma non prima del 2026, e ci sar&agrave; ancora - il che sa di rassicurazione per gli appassionati puri -, una Aston Martin impegnata anche sui modelli con motori esclusivamente termici nel 2030. Cerchi un'auto usata? Sfoglia il listino di Auto L'anno che viene immaginato quasi come uno spartiacque, un prima e dopo, verso una mobilit&agrave; interamente elettrica per come prospettato dalle limitazioni, ad esempio, che verranno introdotte nel Regno Unito, ha contorni &ldquo;reali&rdquo; piuttosto diversi. Una realt&agrave; gi&agrave; nella visione di grandi case, a prospettare una transizione progressiva verso l'uscita definitiva del motore termico: a oggi si discute di prospettive ancora lontane 20 anni, con ovvie applicazioni elettrificate Produzione AMG "firmata"&nbsp; Aston Martin offrir&agrave; modelli con motori benzina, lo far&agrave; nel prossimo futuro certamente con la partnership rafforzata con Mercedes-AMG. Tecnologia in cambio di azioni, dalla quale ritrovarsi motori ad alte prestazioni - saranno termici e ibridi plug-in - come anche architetture elettriche per lanciare la prima Aston a batterie. Lawrence Stroll ha confermato la via che seguir&agrave; il marchio nei prossimi anni, porteranno propulsori e componenti AMG &ldquo;personalizzati&rdquo; e non semplicemente la produzione nelle specifiche definite per i modelli Mercedes. Cos&igrave;, per valori di potenza, coppia e altre caratteristiche, in AMG realizzeranno motori specifici per le applicazioni Aston Martin. Oggi &egrave; il V8 4 litri biturbo il propulsore in dote, prossimo all&rsquo;elettrificazione ibrida plug-in nel 2021 su Mercedes-AMG GT 4 porte 73 S, un motore destinato a essere tra quelli oggetto della futura fornitura. Sfoglia il listino Aston Martin: tutti i modelli sul mercato Restano ancora irrisolti gli interrogativi intorno a motori come il V12 Aston Martin 6 litri e il nuovo progetto TM01, primo motore sviluppato internamente dalla casa inglese dopo molti decenni: il V6 3 litri biturbo, progettato per un&rsquo;applicazione sulla supercar a motore posteriore centrale Valhalla.       

Dalla collaborazione estesa con Mercedes, in futuro arriveranno propulsori AMG con caratteristiche specifiche per potenza e coppia, non semplici forniture delle unit&agrave; ritagliate sui modelli della Stella

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