        La citt&agrave; di Mesa, in Arizona, ha inaugurato un'autopompa completamente elettrica dedicata alle operazioni dei vigili del fuoco. Prodotto da E-One, il primo camion dei pompieri a zero emissioni dell'Arizona fa parte della strategia della metropoli americana per raggiungere la neutralit&agrave; carbonica entro il 2050.&nbsp; E-One Vector, camion dei pompieri elettrico  L'E-One Vector, introdotto nel 2022, presenta un'architettura all'avanguardia a 800 volt abbinata a pi&ugrave; pacchi batteria, con una capacit&agrave; totale di 327 kWh. Tale combinazione consente al carrello di pompare quattro tubi flessibili a oltre 2800 litri al minuto per quattro ore con una sola carica. Inoltre, il modello &egrave; dotato di un motore diesel opzionale per l'estensione dell'autonomia, che garantisce l'affidabilit&agrave; durante le emergenze come blackout, terremoti e uragani, ricaricando le batterie quando necessario. Durante i periodi di inutilizzo, il camion elettrico sar&agrave; parcheggiato nella stazione dei vigili del fuoco 221 nel sud est di Mesa. La struttura &egrave; dotata di un caricatore ad alta potenza (non dichiarata) in grado di fare il "pieno" di energia in circa 3 ore e mezza. L'impegno di Mesa per ambiente e pubblica sicurezza Il camion E-One Vector rappresenta un passo significativo nell'implementazione di pratiche innovative per la salute e la sicurezza. Riducendo le emissioni di anidride carbonica e, al tempo stesso, l'esposizione alle tossine per i vigili del fuoco, il veicolo si allinea perfettamente all'impegno dei Dipartimenti della citt&agrave; statunitense verso pratiche all'avanguardia e agli obiettivi climatici. Anche il sindaco John Giles ha sottolineato l'impegno di Mesa per la sicurezza pubblica e l'innovazione, considerando l'autopompa elettrica come una testimonianza della leadership nelle operazioni cittadine sostenibili. L'autopompa, costata alla citt&agrave; oltre 1,2 milioni di euro (1,4 milioni di dollari), &egrave; stata finanziata con il fondo generale della citt&agrave; e con le obbligazioni approvate dagli elettori nel 2018.             Visualizza questo post su Instagram  Un post condiviso da mesafiredept (@mesafiredept)            

I vigili del fuoco della citt&agrave; di Mesa possono, ora, contare su un E-One Vector, autopompa full electric con architettura a 800 Volt

In Arizona arriva il camion dei pompieri 100% elettrico

        Che l'elettrificazione stia guidando il futuro dell'industria automobilistica &egrave;, ormai, un dato di fatto. Tuttavia, rimane il problema delle emissioni inquinanti prodotte dai vecchi veicoli a combustione, ancora in circolazione sulle strade di tutto il mondo. A tal proposito Alexander Burton, giovane ingegnere australiano, ha proposto una progetto geniale e innovativo: con l'ambizioso obiettivo di trasformare questi veicoli in ibridi senza spendere troppo, il kit REVR (Rapid Electric Vehicle Retrofits), con un prezzo incredibilmente contenuto, potrebbe rappresentare un&rsquo;ottima soluzione nel difficile percorso della transizione energetica. Si tratta di un sistema &ldquo;plug &amp; play&rdquo; installabile direttamente sulle ruote, tra cerchio e disco freno, senza bisogno di costose modifiche e componenti aggiuntivi. Il kit, poi, non compromette il funzionamento del motore a combustione, n&eacute; dei sistemi ausiliari. REVR, idea rivoluzionaria &nbsp; L'ingegnoso kit REVR nasce da un'idea di Alexander Burton della RMIT University ispirata al motore a flusso assiale YASA utilizzato su un aereo Rolls-Royce a fine 2019. &nbsp;Al centro del suo progetto, infatti, un motore a flusso assiale con struttura a &ldquo;sandwich&rdquo; che, grazie a conformazione e dimensioni compatte, si fissa direttamente al mozzo della ruota. Citando l&rsquo;inventore &ldquo;Grazie a un motore outrunner a flusso assiale piatto con un'ampia cavit&agrave; interna, &egrave; possibile montare REVR direttamente tra la ruota e il freno a disco dell'auto. Poich&eacute; questi ultimi sono montati sul rotore del motore e sono, quindi, liberi di girare, l'assale e i sistemi originali dell'auto, la frenatura idraulica e il motore a combustione interna sono ancora in grado di funzionare. Lo statore (parte fissa) del motore riceve la sua leva di coppia dai punti di montaggio del telaio sul mozzo della ruota dell'auto. Il motore offre i vantaggi dell'azionamento diretto, dell'alta efficienza e del peso ridotto, mentre l'installazione richiede solo pochi minuti e nessuna conoscenza specialistica.&rdquo;             Visualizza questo post su Instagram  Un post condiviso da Alexander Burton (@revretrofits)      Test promettenti Sul fronte della praticit&agrave;, i test preliminari di Burton utilizzando una Toyota Corolla sono promettenti. I motori installati sulle ruote posteriori dell'auto, abbinati a una batteria da 15 kWh posizionata strategicamente nel vano della ruota di scorta, possono garantire un'autonomia completamente elettrica fino a 100 km in utilizzo urbano. &Egrave; interessante notare, poi, che il sistema REVR &egrave; progettato per funzionare indipendentemente dal motore endotermico. Ci&ograve; significa che entrambi i sistemi possono funzionare contemporaneamente, ottimizzando l'efficienza e riducendo il consumo complessivo di carburante. Inoltre, quando il sistema REVR &egrave; in modalit&agrave; completamente elettrica, &egrave; in grado di gestire funzioni essenziali come il mantenimento della carica della batteria a 12 Volt e l'alimentazione di componenti come luci e ventole della climatizzazione. Vincitore australiano del James Dyson International Award Come ogni progetto pionieristico, anche il REVR di Burton deve affrontare una serie di sfide. Dalla taratura della dinamica del pedale dell'acceleratore al perfezionamento dei vari componenti elettrici, la strada da percorrere &egrave; ancora lunga e tortuosa. Tuttavia, l'ingresso nella Top 20&nbsp;e la vittoria a livello nazionale del prestigioso James Dyson National Award&nbsp;(alleghiamo il video della presentazione a fine articolo)&nbsp;testimonia il potenziale e la genialit&agrave; del progetto. Il riconoscimento ottenuto ha spinto ulteriormente la visione di Burton, che intende lanciare una campagna di crowdfunding su Kickstarter e puntare a un kit pronto per il mercato entro la fine del 2024. Il prezzo? Con una cifra di lancio vicina ai 5.000 euro, il giovane ingegnere prevede un calo fino a circa 3.000 euro una volta avviata la produzione su larga scala.        

L'idea di un giovane ingegnere australiano potrebbe rivoluzionare la mobilit&agrave;: il motore elettrico assiale si installa sulle ruote di qualsiasi auto

REVR, geniale kit di conversione ibrido "plug & play"

        &Egrave; considerato uno dei calciatori pi&ugrave; forti della sua generazione e uno dei migliori attaccanti della storia del calcio. Parliamo di Zlatan Ibrahimovic, campione svedese di origini jugoslave con una carriera strabiliante alle spalle. Soprannominato "Ibracadabra" per le sue prodezze quasi magiche con il pallone, il fuoriclasse svedese &egrave; diventato un idolo per intere generazioni di appassionati. Ma Zlatan non &egrave; solo questo. Come lui ama ricordare, con aria beffarda, si definisce spesso "Dio". Un'auto-proclamazione audace che riflette una personalit&agrave; altrettanto audace, capace di osare, sorprendere e affascinare. Nato nel 1981 a Malm&ouml;, Ibrahimovic ha scalato i vertici del calcio mondiale, lasciando il segno in club come Ajax, Barcelona, Paris Saint-Germain, Manchester United e AC Milan. La sua capacit&agrave; di adattarsi a diverse culture calcistiche, la sua voglia di vincere e quella personalit&agrave; tanto discussa hanno fatto di lui un vero e proprio fenomeno. Ma, al di l&agrave; dei riflettori dei campi da calcio, Ibra ha un'altra grande passione: le auto di lusso, in particolare le Ferrari. Proprio come in campo, anche nella sua collezione automobilistica, Ibrahimovic ricerca eccellenza, perfezione, prestazioni ai vertici e unicit&agrave;. Dalla Purosangue - suo ultimo acquisto - alla gi&agrave; iconica Daytona SP3, vi presentiamo le "rosse" pi&ugrave; interessanti ed esclusive del campione. &nbsp; Ferrari Purosangue Apriamo con l&rsquo;ultimo acquisto di Zlatan Ibrahimovic. Annunciato pochi giorni fa con un post sui suoi profili social, in occasione del 42&deg; compleanno (&ldquo;Happy Birthday to Zlatan&rdquo;, una sorta di tradizione che prosegue dal 2018), la foto dell&rsquo;abitacolo &egrave; inequivocabile: i quattro sedili sportivi singoli sono quelli della Ferrari Purosangue, primo &ldquo;Fuv&rdquo; (Ferrari Utility Vehicle) del Cavallino Rampante spinto dal V12 a 65&deg; da 6,5 litri in grado di sprigionare 725 cv e 716 Nm di coppia, scaricati su entrambi gli assi. Numeri che garantiscono 310 km/h di velocit&agrave; massima e uno 0-100 km/h coperto in 3,3 secondi. Il nome &egrave; stato scelto per confermare il DNA &ldquo;di razza&rdquo; della vettura: nonostante il baricentro rialzato, la Purosangue &egrave; una sportiva vera, caratterizzata da soluzioni tecniche ai vertici e prestazioni impressionanti. In primis il sofisticato assetto, con sospensioni attive TASV regolate da quattro motori elettrici a 48 Volt, (uno per ruota) che minimizzano i trasferimenti di carico adattandosi in tempo reale in base a fondo stradale e condizioni di guida. Il prezzo? Si parte da 390.000 euro, personalizzazioni escluse. E siamo piuttosto certi che il calciatore non si sia accontentato di un allestimento "base"... &nbsp; L'articolo continua nella prossima scheda &nbsp; Ferrari 812 Competizione Proseguiamo con 812 Competizione, declinazione estrema della 812 Superfast realizzata in 999 unit&agrave;. Ibrahimovic si &egrave; regalato un esemplare di berlinetta V12 di Maranello lo scorso anno, in occasione del suo 41&deg; compleanno, assieme a un&rsquo;altra &ldquo;rossa&rdquo; ancora pi&ugrave; esclusiva (di cui parleremo nella prossima scheda). Incredibilmente aggressiva nell&rsquo;estetica, la vettura adotta soluzioni aerodinamiche strettamente derivate dai modelli da competizione (nomen omen&hellip;), come la &ldquo;lama&rdquo; che attraversa il cofano, lo spoiler posteriore maggiorato e lunotto con generatore di vortici, che massimizzano la deportanza e al contempo contribuiscono al contenimento delle temperature di esercizio del propulsore. Si tratta dell&rsquo;iconico V12 aspirato da 6,5 litri, posizionato anteriormente, ora in grado di erogare ben 830 cavalli e 692 Nm di coppia massima, con limitatore fissato a 9.500 giri al minuto. La massa, inferiore di 38 kg rispetto alla 812 &ldquo;base&rdquo;, consente prestazioni ancora superiori: 0-100 km/h in 2,85 secondi, o-200 in 7,5 secondi e oltre 340 km/h di punta. Completano il quadro asse posteriore sterzante &ndash; denominato &ldquo;Passo Corto Virtuale 3.0" -, differenziale posteriore elettronico e cerchi in carbonio con pneumatici semi slick Michelin Cup 2R dedicati. Una vera belva da pista, proposta a partire da circa 580.000 euro. &nbsp; L'articolo continua nella prossima scheda &nbsp; Ferrari Daytona SP3 Come anticipato, alla 812 Competizione Ibra ha affiancato un modello decisamente pi&ugrave; esclusivo: una splendida Ferrari Daytona SP3 (l'acronimo sta per Special Project) bianca, vettura di tipo targa parte del progetto Icona. Si tratta del&nbsp;secondo modello dopo la Monza SP1/SP2 (anche quest'ultima presente nella collezione del calciatore). Plasmata nelle forme dal Centro Stile del marchio capitanato da Flavio Manzoni, la Daytona SP3 si caratterizza per estetica "commovente" (pensate che, come dichiarato dal Direttore Marketing Ferrari Enrico Galliera, alcuni dei clienti si sono messi a piangere per l'emozione durante il primo incontro con la vettura) e prestazioni al top. Svelata a novembre del 2021, l'auto rende omaggio a tre vetture V12 vincitrici della prima gara del Campionato Mondiale Sport Prototipi (330 P3/4, 330 P4, 412P) alla 24 ore di Daytona del 1967. Prodotta in soli 599 esemplari - tutti gi&agrave; venduti addirittura prima della presentazione ufficiale, al prezzo di 2 milioni di euro - la Ferrari Daytona SP3 &egrave; spinta dallo stesso V12 aspirato da 6,5 litri della 812 Competizione: posizionato posteriormente, il propulsore eroga 840 cv e 697 Nm di coppia massima, permettendo alla vettura di raggiungere i 100 km/h da ferma in soli 2,8 secondi.&nbsp;  L'articolo continua nella prossima scheda &nbsp; &nbsp; Ferrari Monza SP2 Altra vettura riservata a pochi eletti - solo 499 gli esemplari prodotti - la Ferrari Monza SP2 si rif&agrave; alle prime, rarissime barchette da corsa del Cavallino (750 Monza e 860 Monza): la biposto (ricordiamo che la versione SP1 pu&ograve; accogliere a bordo il solo pilota) non ha&nbsp;tetto n&eacute; parabrezza, ma prestazioni elevatissime garantite dal "solito" V12 aspirato da 6,5 litri posto sotto al cofano anteriore (l'auto &egrave; realizzata sulla base tecnica della 812 Superfast). Il propulsore &egrave; in grado di raggiungere 810 cavalli a 8.500 giri al minuto, garantendo accelerazioni da 0 a 100 km/h in meno di 3 secondi anche grazie alla massa contenuta in 1.520 kg. Esteticamente, la Monza SP2 si distingue per linee eleganti e pulite, con frontale aggressivo e posteriore attraversato da una sottile luce led. Nella configurazione nera con interni rossi scelta da Ibra, fa intendere ancor di p&ugrave; la vocazione da sportiva pura: le sedute, divise dal tunnel centrale, sono letteralmente "incassate"nell'abitacolo, come quelle delle auto da gara. Nel video di seguito, caricato 3 anni fa da Stockholm Carspotting, potete vedere il campione alla guida per le strade della capitale svedese.  L'articolo continua nella prossima scheda &nbsp; Ferrari Enzo Continuiamo con una delle supercar pi&ugrave; iconiche di tutti i tempi, la Ferrari Enzo: una vettura che &egrave; anche al centro di un celebre aneddoto legato a Ibrahimovic. Prodotta in soli 399 esemplari tra il 2002 e il 2004, la denominazione onora il fondatore della Casa italiana, Enzo Ferrari. Alimentata da un motore V12 da 6,0 litri, rigorosamente aspirato, la Enzo pu&ograve; vantare 660 cavalli di potenza e una velocit&agrave; massima di oltre 350 km/h: numeri impressionanti, soprattutto in relazione a quegli anni. Zlatan, ovviamente, non poteva farsi scappare una vettura cos&igrave; prestazionale e appariscente. L'episodio che ha come protagonista la Enzo risale al 2009, quando Ibra arriv&ograve; al Barcelona allenato da Pep Guardiola. Al loro primo incontro, l'allenatore gli disse: "Ricorda, qui nessun giocatore arriva in Ferrari". Il fuoriclasse, ovviamente, si present&ograve; il giorno dopo a bordo della sua Enzo rossa fiammante. Il solito Ibra...   L'articolo continua nella prossima scheda &nbsp; Ferrari SF90 Spider  Chiudiamo con l'ennesimo regalo destinato a se stesso: la versione a cielo aperto della Ferrari SF90 Stradale &egrave; stata acquistata da Ibrahimovic in occasione dei 40 anni. La SF90 Spider, scelto in tinta dorata, &egrave; offerta a partire da 500.000 euro e rappresenta la Ferrari cabriolet stradale pi&ugrave; potente mai prodotta. Come sulla versione coup&eacute;, il powertrain sviluppa ben 1.000 cv e 800 Nm di coppia massima. Merito dell'accoppiata V8 biturbo da 4 litri - gi&agrave; in grado di erogare, da solo, 780 cv - e di tre motori elettrici, due all'anteriore (in grado di muovere in maniera indipendente le due ruote) e uno al posteriore, che si sommano all'unit&agrave; endotermica garantendo la trazione integrale. Il modello &egrave;, infatti, il primo ibrido di serie prodotto dalla Casa di Maranello. Nello specifico, il sistema plug-in consente percorrenze a zero emissioni fino a 25 km e alla velocit&agrave; massima di 135 km/h grazie all'accumulatore al litio da 7,9 kWh. Dubitiamo fortemente, per&ograve;, che Zlatan scelga di spostarsi senza il V8 in sottofondo.&nbsp;       

Da Ferrari Monza SP2 e Daytona SP3 all'ultimo acquisto, il super Suv Ferrari Purosangue, le auto del Cavallino pi&ugrave; esclusive di Ibracadabra

Zlatan Ibrahimovic, passione rossa: le Ferrari del campione

        Amici di Auto, eccoci per il consueto appuntamento con la rubrica "Spettacolo &amp; Motori", raccolta delle pi&ugrave; interessanti collezioni appartenenti a personaggi del mondo della musica, dell'arte, del cinema, della moda...Oggi vi mostriamo la seconda parte dedicata alle vetture dello stilista Ralph Lauren, uno dei 200 uomini pi&ugrave; ricchi del pianeta (circa 7 miliardi di euro di patrimonio). Dopo icone come Mercedes SSK &ldquo;Conte Trossi&rdquo;, Bugatti Type 57SC Atlantic, Ferrari 250 GTO e Alfa Romeo 8C 2900 B Spider Corsa Mille Miglia, parte dell'impressionante garage da oltre 300 milioni di euro, &egrave; giunto il momento di rivelarvi altre "chicche" automobilistiche del magnate della moda statunitense, dalla McLaren F1 alla splendida Mercedes 300 SL Roadster. Buona lettura! McLaren F1             Visualizza questo post su Instagram  Un post condiviso da Ralph Lauren's Garage (@ralphlauren_garage)      Apriamo con una delle auto pi&ugrave; iconiche nella storia dell'automobilismo, la McLaren F1, sviluppata con il grande Gordon Murray e, ancora oggi, l'auto a motore aspirato pi&ugrave; veloce mai prodotta in serie (quasi 387 km/h). Celebre anche per la configurazione a tre posti - con il pilota seduto centralmente, per massimo controllo e visibilit&agrave; durante la guida - lo stilista americano ne possiede addirittura tre. La pi&ugrave; famosa (ma non la pi&ugrave; rara, primato appartenente alla Ameritech)&nbsp;&egrave; sicuramente la F1 LM color arancio "papaya", realizzata in soli cinque esemplari (106 quelli totali dal 1993 al 1998): un'edizione limitata che omaggia il fondatore dell'azienda, Bruce McLaren, utilizzando la colorazione delle vetture di Formula 1 di quegli anni e dotata di enorme alettone posteriore. A quel tempo, la supercar poteva vantare soluzioni tecniche e tecnologiche avanti anni luce rispetto alla concorrenza: era la prima volta, ad esempio, che una vettura stradale adottava un telaio autoportante in carbonio. Doveroso parlare del motore, un V12 di 60&deg; aspirato da 6,0 litri di derivazione BMW (sigla s70/2), con fasatura variabile degli alberi a camme e realizzato in leghe leggere come l'alluminio (utilizzato per i pistoni). Il propulsore, abbinato a cambio manuale a sei marce, era in grado di erogare da 627 a 680 cavalli di potenza (a seconda della versione); solo la declinazione GTR, per questioni di regolamentazioni sportive, era limitata a 600 cv. Altro aspetto piuttosto interessante riguarda il prezzo: nel 1992, anno di debutto, la supercar era proposta a 540.000 sterline (circa 750.000 euro). Nel 2008, le quotazioni gi&agrave; superavano i 2 milioni di euro, pochi anni dopo 10 milioni: basti pensare che Lewis Hamilton ne ha acquistata una all'asta da Bonham's a circa 15 milioni, mentre Rowan Atkinson ha venduto il proprio esemplare color viola a oltre 10 milioni. Oggi, il valore di una McLaren F1 &egrave; vicino ai 20 milioni di euro. Decisamente un buon investimento... L&rsquo;articolo continua nella prossima scheda &nbsp; Jaguar XK120 (1950)  Altra vettura britannica, la Jaguar XK120 rappresenta un modello estremamente importante per la Casa: si tratta, infatti, della seconda "vera" sportiva prodotta (preceduta dalla SS100 del 1936). Strettamente derivata dal prototipo presentato al Salone di Londra del 1948, che aveva riscosso enorme successo, la roadster &egrave; stata costruita fino al 1954 in poco pi&ugrave; di 12.000 unit&agrave; (12.055). Il numero "120" si riferisce alla velocit&agrave; di punta dichiarata, 120 miglia orarie (193 km/h). In realt&agrave;, la XK120 superava le 130 mph (quasi 210 km/h): al momento del lancio era, quindi, la pi&ugrave; veloce auto di serie al mondo. Quella dello stilista, ovviamente, risulta essere una versione incredibilmente rara: si tratta, infatti, di uno dei sei esemplari con carrozzeria in alluminio&nbsp;che Jaguar realizz&ograve; nel 1950 per le competizioni. A proposito, le sei vetture ebbero anche grande succeso in gare come l'Alpine Rally e la 24 Ore di Le Mans. Inoltre, le XK120 si fregiarono di numerosi record realizzati sull'ovale della pista sopraelevata di Montlh&eacute;ry, vicino a Parigi: nel 1950, Leslie Johnson e il grande Stirling Moss guidarono per ben 24 ore a una velocit&agrave; media di 172,94 km/h (compresi i tempi di pit stop per rifornimento e cambio gomme). L'anno successivo, lo stesso esemplare di Jaguar XK120 percorse oltre 212 chilometri in 60 minuti, quello dopo ancora una versione coup&eacute; viaggi&ograve; per un'intera settimana (sette giorni e sette notti) a 161,43 km/h.  il tempo per effettuare gli stop per il rabbocco di carburante e per le gomme. Nel 1951, la stessa vettura percorse 212,16 km in un'ora, mentre l'anno successivo una XK120 coup&eacute; viaggi&ograve; alla velocit&agrave; media di 161,43 km/h per 7 giorni e 7 notti. Le XK120 registrarono numerosi record nell'ovale della pista sopraelevata del circuito di&nbsp; L&rsquo;articolo continua nella prossima scheda &nbsp; Porsche 918 Spyder  Passiamo a una vettura tedesca, nientepopodimeno che la Porsche 918 Spyder, prima ibrida della Casa di Stoccarda. Si tratta del primo approccio di Porsche verso l&rsquo;integrazione tra motore termico ed elettrico. La progettazione &egrave; iniziata nel lontano 2008, sfociando nella presentazione in veste prototipale al Salone di Ginevra del 2010 e in forma definitiva ad Atlanta nel 2013. Sono stati prodotti solo 918 esemplari fino al 2015, anno in cui termin&ograve; la produzione in quel di Zuffenhausen. &Egrave; sviluppata a partire da una monoscocca in CFRP (plastica rinforzata con fibra di carbonio), oltre a elementi strutturali in acciaio e alluminio. Il powertrain &egrave; composto da un V8 da 4,6 litri aspirato a ciclo Otto da 608 cavalli &ndash; derivato da quello della Porsche RS Spyder LMP2 &ndash; abbinato a due motori elettrici, posti uno per ogni asse, rispettivamente da 156 e 129 CV. I valori complessivi sono strabilianti ancora oggi: 893 cv e 1.275 Nm di coppia, con uno 0-100 km/h coperto in soli 2,7 secondi, fino a 345 km/h di velocit&agrave; massima. Con un prezzo di listino di circa 778 mila euro, ad oggi le quotazioni la vedono in forte risalita, intorno al milione e mezzo di euro, ma alcuni esemplari ben tenuti possono anche sfiorare i due milioni di euro. L&rsquo;articolo continua nella prossima scheda &nbsp; Porsche 550 Spyder 1000-1500 Da grande amante delle Porsche, lo stilista Ralph Lauren non poteva farsi sfuggire un altro modello di altissimo valore della casa tedesca. Si parla della celebre 550 Spyder, l&rsquo;ennesimo prodotto stradale derivato dal mondo delle corse, una prassi piuttosto comune tra la fine degli anni &rsquo;50 e l&rsquo;inizio del decennio successivo. Presentata come prototipo al Salone di Parigi del 1953, la realizzazione della 550 Spyder fu affidata alla carrozzeria Rometsch. 550 indicava il numero progressivo delle progettualit&agrave; dall&rsquo;inizio della storia di Porsche; il propulsore era un&rsquo;unit&agrave; Typ 547: si tratta di un 1.5 4 cilindri boxer collocato in zona centrale-posteriore, capace di toccare anche i 7.000 giri/min. I primi prototipi erano in grado di sviluppare 112 cv, che poi divennero circa 135 nella vettura da competizione e solo 75 per quella stradale. Era estremamente leggera, soli 590 kg e poteva staccare lo 0-100 km/h in meno di 10 secondi fino ad una velocit&agrave; massima di 220 km/h. Dal 1954, l&rsquo;auto ebbe un cos&igrave; grande successo che Ferry Porsche si convinse a realizzarne una versione stradale, denominata appunto &ldquo;550 Spyder&rdquo;, generalmente definita &ldquo;550A&rdquo;, di cui ne furono realizzati circa 90 esemplari. Nel 2022, alcune unit&agrave; sono state battute all&rsquo;asta per valori tra i 3,5 e i 4,3 milioni di euro. Leggi anche:&nbsp;75 anni di Porsche, le cinque auto pi&ugrave; importanti di Zuffenhausen L&rsquo;articolo continua nella prossima scheda &nbsp; Mercedes-Benz 300SL Roadster  Chiudiamo questa seconda parte dedicata al garage di Ralph Lauren con un altro pezzo da novanta. Si tratta di una delle Mercedes pi&ugrave; preziose di sempre, la 300 SL Roadster. Identificata con il codice W198, la versione coup&egrave; &egrave; nota anche come &ldquo;Gullwing&rdquo; o &ldquo;Ali di Gabbiano&rdquo;, proprio a causa del meccanismo di apertura delle portiere. Ripresa l&rsquo;industria pesante in Germania dal 1950, Daimler-Benz decise di rilanciare il nome a livello internazionale grazie ad un&rsquo;auto immediatamente riconoscibile. Questa fu la 300 SL, dapprima come auto sportiva nel 1952 e poi come auto stradale dal 1954. Il telaio a traliccio in tubi la rendeva resistente ma incredibilmente leggera, spinta poi dal 3.0 sei cilindri in linea M198, da ben 215 cv, una cifra incredibile per quell&rsquo;epoca. Le prestazioni vantavano ben oltre 230 km/h di velocit&agrave; massima, con uno 0-100 km/h inferiore a 10 secondi. Dal 1957 viene proposta anche in variante Roadster, per la quale cambiava il frontale e l&rsquo;apertura delle portiere, oltre alla potenza incrementata a ben 225 cavalli. Dal 1958 fu disponibile anche l&rsquo;hard-top come optional e dal 1961 arriv&ograve; anche un nuovo blocco in alluminio del motore. Furono costruiti solo 3.258 esemplari dal 1954 al 1963, ragion per cui le quotazioni per un modello in ottimo stato possono sfiorare il milione di euro. Nel 2022, durante un&rsquo;asta di Sotheby&rsquo;s, un'edizione speciale &egrave; stata venduta a ben 6 milioni di euro.       

La seconda parte del'incredibile garage di Ralph Lauren: McLaren F1, Jaguar XK120, Porsche 918 Spyder, 550 Spyder e Mercedes 300 SL Roadster

Le auto di Ralph Lauren, collezione da sogno (parte 2)

        Addormentarsi mentre si &egrave; al volante, anche solo per pochi secondi, pu&ograve; mettere seriamente a rischio il conducente e i suoi passeggeri. Viaggiare su un'autostrada a 120 km/h e chiudere gli occhi per soli due secondi, ad esempio, significa percorrere una distanza equivalente a due campi di calcio. Il sonno e la stanchezza eccessiva sono i nostri principali nemici quando ci mettiamo alla guida. Secondo i dati riportati da una ricerca di Parclick, la principale piattaforma di prenotazione di parcheggi online in Europa con pi&ugrave; di 3 milioni di utenti attivi, la sonnolenza &egrave; correlata al 20% degli incidenti stradali che si verificano nel nostro Paese.  Gli esperti di Parclick.it elencano alcune delle alterazioni che possiamo subire a causa della sonnolenza:  &nbsp;Minore tempo di reazione: se abbiamo sonno, il nostro tempo di reazione diminuisce. Gli incidenti di tamponamento sono molto comuni in questi casi, quando l'auto davanti frena e non siamo in grado di reagire prontamente, causando una collisione. &nbsp;Difficolt&agrave; a mantenere la concentrazione: guidare con sensazione di sonnolenza su una strada monotona, come un'autostrada, pu&ograve; rendere difficile mantenere la concentrazione. &nbsp;Movimenti pi&ugrave; lenti e automatici: su strade con un alto volume di traffico, il sonno e la stanchezza possono rendere i movimenti e le reazioni pi&ugrave; lenti. Inoltre, aumenta la probabilit&agrave; di commettere errori. &nbsp;Calo della vista e alterazioni motorie: il sonno altera le funzioni sensoriali, principalmente la vista, rendendo difficile la messa a fuoco e causando visione sfocata e, talvolta, affaticamento degli occhi. Inoltre, i muscoli tendono a rilassarsi e i movimenti diventano meno precisi. &nbsp;Apparizione di microsonni: i microsonni, che durano di solito pochi secondi, arrivano senza che l'individuo ne sia consapevole. Il conducente si disconnette da tutto ci&ograve; che accade sulla strada, il che pu&ograve; portare a incidenti gravi.  &nbsp; Le cause della sonnolenza sono molteplici. Avere mangiato troppo, Aver assunto alcolici o alcuni farmaci o non aver dormito a sufficienza la notte prima possono provocare situazioni pericolose. &nbsp; I consigli per non cedere a sono e stanchezza Ecco alcuni consigli e trucchi forniti dagli esperti di Parclick.it per evitare di assopirsi alla guida: &nbsp; Meglio di giorno e con pause Guidare di giorno &egrave; sempre pi&ugrave; conveniente che farlo di notte, poich&eacute; durante le ore diurne la sonnolenza tarda pi&ugrave; tempo a manifestarsi. Che si viaggi di giorno o di notte, &egrave; comunque consigliabile fare delle pause ogni due ore o ogni 200 chilometri per ridurre l'affaticamento. &nbsp; Evitare le ore pi&ugrave; pericolose Le ore pi&ugrave; pericolose sono tra le 3:00 e le 5:00 del mattino e tra le 2:00 e le 4:00 del pomeriggio. Anche avendo riposato bene in preedenza, in queste ore &egrave; probabile che sopraggiunga il sonno, poich&eacute; il corpo &egrave; abituato a rimanere a riposo in queste specifiche fasce orarie. &nbsp; Fare una pausa se necessario Non appena si avvertono i primi sintomi di sonnolenza, &egrave; opportuno fermarsi e riprendersi. Se necessario, &egrave; possibile fare un riposino di 20 minuti. A tal fine, &egrave; consigliabile cercare una zona sicura, come un'area di sosta.  &nbsp; Attenzione durante i tragitti brevi I conducenti tendono a pensare che il sonno si manifesti solo nei viaggi lunghi, ma pu&ograve; comparire anche nei tragitti pi&ugrave; brevi, specialmente se si percorrono autostrade, dove la guida &egrave; pi&ugrave; monotona. &nbsp; Riposare la notte precedente Prima di intraprendere un viaggio su strada, &egrave; fondamentale riposare la notte precedente. L'ideale &egrave; dormire almeno sette ore. &nbsp; Non rilassarsi troppo Durante la guida, non bisogna adottare una postura eccessivamente rilassata. Per mantenere il tono muscolare, &egrave; consigliabile tenere la schiena dritta ed entrambe le mani sul volante. &nbsp; Mantenere una temperatura adeguata nell'auto Il riscaldamento &egrave; nemico della sicurezza. In un veicolo troppo caldo, &egrave; pi&ugrave; facile sentirsi assonnati. In tal caso, &egrave; consigliabile accendere il l&rsquo;aria condizionata, regolandola in modo che l'aria arrivi al petto o alle mani del conducente. Un'altra opzione &egrave; aprire i finestrini per alcuni secondi, in modo che la temperatura interna dell'abitacolo diminuisca di qualche grado e ci sia un ricambio d&rsquo;aria.  &nbsp; Scegliere la musica giusta Scegliere musica troppo rilassante &egrave; il preludio per&hellip; un bel sonnellino. Allo stesso modo, ascoltare le nostre canzoni preferite pu&ograve; contribuire all'automatizzazione della guida. &nbsp; Non mangiare abbondantemente I pasti abbondanti provocano sonnolenza. Durante un viaggio su strada, &egrave; meglio evitare cibi che causino una digestione pesante. &Egrave; meglio optare per frutta e verdura o un pasto leggero. &nbsp; Idratarsi durante il viaggio Bere a sufficienza &egrave; il modo migliore per idratarsi e allo stesso tempo evitare l'affaticamento muscolare, che pu&ograve; portare alla sonnolenza. &nbsp; Fare attenzione agli stimolanti Le bevande energetiche o contenenti caffeina, come caff&egrave; o bibite gassate, devono essere assunte con cautela, poich&eacute; possono avere un &ldquo;effetto rimbalzo&rdquo;.  &nbsp; Stabilire turni di guida Se il viaggio in auto viene fatto insieme a una persona dotata di patente, &egrave; buona idea stabilire turni di guida. In questo modo, si alternano i periodi di attenzione alla strada e di riposo, cos&igrave; da essere sempre in perfette condizioni. &nbsp; Attenzione alle persone anziane Le persone anziane tendono a soffrire di pi&ugrave; di sonnolenza alla guida. Pertanto, &egrave; necessario prestare molta attenzione e saper che al minimo segno di sonnolenza &egrave; meglio fermare l'auto per riprendersi. &nbsp; Cantare e parlare con il passeggero Cantare a voce alta pu&ograve; essere un buon rimedio se si guida da soli. Se il viaggio viene fatto con un passeggero, &egrave; bene avvisarlo affinch&eacute; possa intrattenere una conversazione con il conducente. &nbsp; Rinfrescarsi con acqua o salviettine Rinfrescarsi il viso con acqua o utilizzare salviettine umidificate &egrave; un buon metodo per ridurre la fatica, ma bisogna tenere presente che &egrave; solo un rimedio momentaneo e non risolver&agrave; la sonnolenza. &nbsp; Sgranocchiare qualcosa o prendere gomme da masticare Prendere una caramella o masticare una gomma da masticare aiuta a restare svegli. &Egrave; necessario, in questi casi, non staccare mai gli occhi dalla strada per evitare distrazioni che possono portare a incidenti.  &nbsp; App che rilevano la sonnolenza Sul mercato ci sono applicazioni che riconoscono le espressioni del viso o i movimenti degli occhi, allo scopo di avvertire il conducente di qualsiasi gesto fuori dalla norma. Altre emettono avvisi sonori, luminosi o vibrazioni o chiedono al conducente di dire una parola o una frase a caso ogni tanto per mantenerlo sveglio. &nbsp; Approfittare della tecnologia del veicolo Alcuni veicoli hanno gi&agrave; di serie la tecnologia di riconoscimento facciale per avvisare il conducente nel caso si addormenti. Ci sono auto che segnalano quando non si sono effettuate le soste opportune e altre che si affidano agli assistenti di corsia per prendere il controllo del veicolo nel caso in cui il conducente sembri distrarsi troppo. &nbsp; Stretching all'interno dell&rsquo;auto Quando si sente sonnolenza, si possono fare esercizi di stretching durante le fermate ai semafori o in caso di ingorghi, per mantenere il tono muscolare, come muovere la testa da sinistra a destra e dall'alto verso il basso. Sono molto efficaci anche gli stretching delle braccia con le mani intrecciate e i palmi delle mani rivolti verso l'esterno, e le rotazioni delle spalle. &nbsp; Esercizi al di fuori del veicolo Per svegliarsi, &egrave; possibile parcheggiare l'auto in un'area sicura e fare esercizi fuori dall&rsquo;auto. La cosa migliore &egrave; fare una breve passeggiata, ma ci sono altre opzioni, come poggiare una gamba sul paraurti e allungare l'altra, appoggiare le mani sul cofano e mettersi in punta di piedi o fare stretching delle braccia. &nbsp; Prenotare il parcheggio nella nostra destinazione Quando si effettua un viaggio lungo, &egrave; meglio essere previdenti e prenotare un parcheggio nei pressi della destinazione, in modo da non aggiungere minuti di guida alla ricerca di un posto dove parcheggiare. &nbsp;&nbsp; Ester Stivelli, Squad Lead di Parclick, ha dichiarato: "La sicurezza e la responsabilit&agrave; sono due elementi fondamentali quando ci mettiamo alla guida e la stanchezza &egrave; uno dei principali fattori di rischio. Dobbiamo avere chiaro che se lottiamo contro il sonno, questo ha sempre molte probabilit&agrave; di vincere la partita. Invece di confidare nella nostra capacit&agrave; di rimanere svegli, &egrave; pi&ugrave; sicuro fermarsi e dormire qualche minuto. Un solo secondo &egrave; pi&ugrave; che sufficiente per mettere noi stessi e gli altri in una situazione di pericolo che, nel caso della sonnolenza alla guida, possiamo evitare facilmente adottando semplici accorgimenti".       

Purtroppo secondo le statistiche due incidenti su dieci che avvengono nel nostro Paese sono causati dalla sonnolenza, ecco qualche consiglio per non addormentarsi mentre si guida

Stanchi? Ecco come non addormentarsi alla guida

        Quando lo sport incontra elettrificazione e sostenibilit&agrave;: Enel &egrave; il nuovo Official Energy Partner del Torino, con il club granata che potr&agrave; approfttare di tutti i servizi e le soluzioni avanzate di elettrificazione dei consumi proposti dall'azienda energetica. Enel X, all'aeroporto di Fiumicino in arrivo un imponente impianto fotovoltaico Attraverso questo accordo, Enel sar&agrave; anche Training Kit Partner della societ&agrave; piemontese, con il logo presente nel front dei training kit e pre-match kit, accompagnando i granata nei minuti prima delle partite di Serie A e Coppa Italia e tutta la settimana negli allenamenti allo Stadio Filadelfia. Enel fa il suo ingresso anche nello Stadio Olimpico Grande Torino comparendo con il logo sui LED a bordo campo, sui maxischermi e sui backdrop utilizzati per le interviste pre e post-partita. Clienti e stakeholder dell'azienda, insieme alle proprie famiglie, avranno accesso a pacchetti personalizzati messi a disposizione dal club. Passione e sostenibilit&agrave; "Costanza nel raggiungere gli obiettivi, passione e sostenibilit&agrave;: sono questi i valori dello sport che condividiamo con il Torino Football Club con il quale annunciamo oggi questa importante collaborazione", le parole di Roberto Deambrogio, Head of Communications di Enel. "Iniziamo una nuova avventura con un partner di alto livello del calcio italiano al quale ci affianchiamo con entusiasmo e impegno sul campo, portando tutte le nostre offerte integrate di servizi e prodotti che facilitano la vita delle persone e consentono un utilizzo dell&rsquo;energia pi&ugrave; consapevole ed efficiente". Lorenzo Barale, Direttore Commerciale Torino FC, ha aggiunto: "Con grande entusiasmo siamo felici di dare il benvenuto a Enel tra i nostri partner. Questa &egrave; una collaborazione di grande significato per il Torino FC, in quanto per la prima volta nella storia del Club un Training Kit Partner accompagner&agrave; la squadra negli allenamenti quotidiani allo Stadio Filadelfia e nel Warm Up pochi minuti prima dei match della squadra. Una partnership innovativa e di valore per il club che, grazie al supporto di Enel, avr&agrave; il modo di rafforzare il proprio impegno rivolto alla sostenibilit&agrave;". Clicca qui per leggere le ultime notizie sulla transizione verso la e-mobility       

L'azienda energetica &egrave; il nuovo Official Energy Partner e Training Partner del club calcistico granata

Il Torino si fa "elettrico" con Enel

        Nel futuro, ancora distante perch&eacute; guarda al medio periodo, sar&agrave; anche elettrica la gamma Porsche 718. Il presente, invece, dice di una fase di sviluppo della Boxster pi&ugrave; viva che mai. Nello specifico &egrave; la 718 Spyder RS che si prepara al debutto. Gli ultimi giri al Nurburgring - su una Nordschleife che va verso la chiusura invernale - immortalano la pi&ugrave; evoluta tra le 718 su base Boxster, gi&agrave; estremamente specializzata con la trasformazione in Spyder (in foto). Il tetto? Semplicemente una copertura in tessuto da rimuovere a mano e mettere da parte, poich&eacute; &egrave; pensata per essere guidata da barchetta il pi&ugrave; a lungo possibile.  Come cambia 718 Spyder per diventare RS &Egrave; grazie allo scatto diffuso su Instagram da Andreas Mau di race356 che &egrave; possibile registrare i cambiamenti pi&ugrave; evidenti al progetto 718 Spyder.             Visualizza questo post su Instagram  Un post condiviso da Andreas Mau (@race356)      L'aerodinamica sfoggia uno splitter pi&ugrave; esteso e con la parte centrale sagomata, mentre alle estremit&agrave;, davanti ai convogliatori di flusso, &egrave; completato da pinne verticali. Le prese dinamiche sulle fiancate hanno una copertura pi&ugrave; accentuata nei volumi, mentre &egrave; del tutto inedita la presa posta immediatamenmte dietro il finestrino lato guida. Sul muso, poi, spazio a due prese Naca. Le novit&agrave; del pacchetto aerodinamico comprendono i passaruota con estrazione dell'aria dal vano ruota - dove si creano turbolenze dalla rotazione della ruota stessa, teoricamente negative sulla creazione di carico aerodinamico -. In coda, la 718 Spyder adotta un'ala mobile mentre la RS (leggi il test della 911 GT3 RS) anticipa un profilo molto pi&ugrave; accentuato nella posizione chiusa.&nbsp; Assetto gi&agrave; "pronto corsa" Dal motore boxer 6 cilindri aspirato, 4 litri di cilindrata e zona rossa a 8.000 giri minuto, potrebbe arrivare un ulteriore extra di cavalli rispetto ai 420 della 718 Spyder.&nbsp; Un progetto gi&agrave; orientato verso soluzioni da corsa sull'assetto, prevedendo braccetti delle sospensioni su Uniball, geometrie ispirate all'impegno Porsche&nbsp;(qui trovi i modelli sul mercato dell'usato)&nbsp;nelle competizioni, ammortizzatori dotati di regolazione elettronica e un differenziale posteriore meccanico.       

Rispetto alla proposta Spyder avr&agrave; un pacchetto aerodinamico pi&ugrave; curato ma anche dal motore si attendono prestazioni superiori: le prese d'aria tradiscono novit&agrave; in arrivo

Porsche 718 Spyder RS, il muletto anticipa le novità tecniche

        Sebbene il loro motore non faccia rumore - o meglio, non produca "sound" - e non sia presente la frizione, &egrave; possibile driftare anche con un'auto elettrica. Nel 2020 l'aveva dimostrato Porsche Taycan, che era riuscita a entrare nel Guinness dei Primati per aver percorso 42 km consecutivi in derapata. Oggi, il record &egrave; stato battuto dalla cinese Zhiji L7. Zhiji L7: la macchina del record La L7 &egrave; una berlina premium 100% elettrica che ricorda in molti aspetti la stessa Taycan. Del resto, Zhiji (conosciuta anche come IM Motors) appartiene al Gruppo SAIC, che insieme a Volkswagen ha rilanciato il marchio MG. Insomma, l'ispirazione &egrave; palese, e infatti anche la L7 ha un'architettura a trazione integrale o posteriore, come Taycan. 43 km di fila in derapata: il video Zhiji L7 ha percorso ben 43 km di fila in drift, sul bagnato, per un totale di un'ora e 6 minuti, dopo aver effettuato 258 giri circolari. Al volante, il pilota ufficiale della Casa, dal nome d'arte di Panda. Gli addetti ai lavori sostengono che l'elemento che abbia contribuito maggiormente a far registrare il primato sia stato il perfetto bilanciamento della L7, che &egrave; 50:50. Ecco il video del record.             Visualizza questo post su Instagram  Un post condiviso da Guinness World Records (@guinnessworldrecords)      Cerchi un'auto nuova? Consulta il nuovo listino completo di Auto       

La Zhiji L7 ha superato il primato registrato da Porsche Taycan nel 2020 e ha derapato per un'ora e 6 minuti sul bagnato, compiendo 258 giri in cerchio. Ecco il video

Auto elettrica in drift per 43 km di fila: il record mondiale è di una cinese

Hyundai Seven Concept &egrave; la novit&agrave; della Casa coreana al Salone di Los Angeles. Si tratta di un grande Suv elettrico che prefigura Ioniq 7, nuovo elemento della gamma a batterie. Battezzato com Suev, acronimo di Sport Utility Electric Vehicle.  Modello inedito per stile e concessione, nasce da Ioniq 5 (qui la prova di Auto) dalla quale mutua design e piattaforma, la E-GMP, che ha permesso una vettura ben diversa. Spicca infatti il passo di 3,2 metri, da grande ammiraglia.&nbsp;  Hyundai Seven Concept presenta forme piuttosto pulite nel frontale, con i pixel led che dominano la scena come per Ioniq 5. Le portiere hanno l&rsquo;apertura a libro, chiamate Pillarless Coach Doors, i cerchi in in lega dispongono dello Active Air Flap per raffreddare i freni. Pi&ugrave; caratteristica la coda, con un grande lunotto verticale, che termina nella fascia a led.  Il powertrain &egrave; stato annunciato solo per caratteristiche di autonomia, di 480 km e con la tecnologia a 800 Volt, che permette ricarica a 350 kW per recuperare in 20 minuti dal 10% all&rsquo;80% dell&rsquo;energia.    Interni futuristici  Seven Concept da ammiraglia a ruote alte punto molto sull&rsquo;abitacolo. Ampliando il concerto di comfort e spazio di Ioniq 5. Il grande Suv a batterie propone una lunghe disposta su tre file di poltrone, girevoli, con quella posteriore che di fatto &egrave; una panca.     &nbsp;   &nbsp;  &nbsp;    &nbsp;     Visualizza questo post su Instagram   &nbsp;    &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;    &nbsp;  &nbsp;    &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;     &nbsp;  &nbsp;   Un post condiviso da Carlos Sainz (@carlossainz55)     &nbsp;  Presenti un frigorifero e anche un portascarpe, con il tetto panoramico che ha uno schermo Oled. Coccola anche il climatizzatore con il Hygiene Airflow System, derivato da quello dei jet di linea: una volta parcheggiata la vettura, entra in azione uno sterilizzatore Uvc.  I materiali usati per gli interni, rivestimenti minerali, legno di bamb&ugrave; e moquette, bio-resina e vernice sono derivati da fonti rinnovabili, con uso di rame e di tessuto trattato igienicamente con funzioni antibatteriche.  La plancia, prefigura la guida assistita avanzata, con la quasi totale assenza di comandi fisici. Ioniq 7 che arriver&agrave; sar&agrave; pi&ugrave; ortodossa, ma sempre rivolta la futuro.&nbsp;   When you wake up and remember everyone can finally see this pretty little thing https://t.co/aFzDCeSBaz &mdash; Repsol Honda Team (@HRC_MotoGP) February 23, 2023   Leggi ora: Hyundai Grandeur, restomod elettrico &quot;retro-futuristico&quot; stile anni &#39;80   

Passo di 3,2 metri, tre file di sedili: tecnologia e lusso in abitacolo, votato alla ospitalit&agrave;

Hyundai Seven Concept anticipa l&#39;ammiraglia Ioniq 7

        La HMC, Hydrogen Motive Company, &egrave; un'azienda giovanissima, fondata solamente quest'anno dal pilota francese Olivier Lombard, la cui mission &egrave; diventare la compagnia leader mondiale nella tecnologia a idrogeno. Hopium &egrave; il nome della sezione automobilistica della HMC. E proprio dal reparto a quattro ruote arriver&agrave; quella che, nelle intenzioni dell'azienda, rappresenter&agrave; il primo passo verso la costruzione di una societ&agrave; basata sull'idrogeno. Hyperion XP-1, la hypercar a idrogeno che punta al Sole AERODINAMICA, ESCLUSIVA E A IDROGENO Un primo passo ambizioso e a quattro ruote, chiamato Hopium Machina, quella che vuole diventare la prima auto di lusso al mondo alimentata a idrogeno. Si tratta di una berlina elegantissima, la cui caratteristica di stile distintitiva &egrave; rappresenata dalla particolare forma dei fari sul frontale.  L'esclusivit&agrave; &egrave; il marchio di fabbrica: la carrozzeria &egrave; molto fluida, con un look dinamico e votato all'aerodinamica, dalle ruote al parabrezza, passando per il tettuccio panoramico in vetro e le fiancate "muscolose". Le maniglie delle porte sembrano a filo, mentre gli specchietti laterali sono delle vere e proprie videocamere. La coda tronca, le luci e le prese d'aria caratterizzano la zona posteriore.  493 CV, 1.000 KM D'AUTONOMIA Interessante il capitolo sulle prestazioni. Hopium Machina, a quanto sostiene l'azienda, erogher&agrave; un potenza di 493 cv e un'autonomia di ben 1.000 km. L'alimentazione a idrogeno consentir&agrave; una ricarica che non superer&agrave; i tre minuti di tempo. Il tutto, abbinato a un abitacolo dichiarato sportivo e lussuoso allo stesso tempo.             Visualizza questo post su Instagram  Hopium unveils &laquo; Ma?china &raquo;, the first high-end hydrogen sedan. Hopium pre?sente &laquo; Ma?china &raquo;, la premie?re berline haut-de-gamme a? l&rsquo;hydroge?ne. Un post condiviso da  Hopium (@hopiumofficial) in data: 1 Ott 2020 alle ore 10:02 PDT      Il primo prototipo di questa particolarissima segmento F potrebbe essere presentato entro la fine dell'anno, mentre l'inizio della produzione dovrebbe avvenire entro il 2026. L'auto sar&agrave; costruita in Francia e commercializzata in Europa, Stati Uniti, Cina, Giappone e Corea del Sud.&nbsp;       

Autonomia da 1.000 km e stile extra-elegante per la berlina francese, che avvier&agrave; la produzione entro il 2026

Hopium Machina, lusso e 493 cv spinti dall'idrogeno

        Le immagini della Mercedes W11 di Lewis Hamilton che vince il gran premio di Silverstone nonostante una ruota ormai a brandelli sono entrate di diritto nella storia del motorsport. Ma anche per un sei volte Campione del Mondo la realt&agrave; di tutti i giorni pu&ograve; risultare decisamente meno spettacolare ed entusiasmante, specie se non c'&egrave; una crew di meccanici ad aspettarti ai box. Se ne &egrave; reso conto a sue spese proprio Hamilton, che ha bucato una ruota della sua Mercedes stradale ed &egrave; stato costretto a sostituirla da solo. Binotto fa un incidente con la sua Alfa Romeo Stelvio Quadrifoglio VIDEO Cambio gomma in un minuto Non ha impiegato i 2 secondi necessari per un cambio gomme in Formula 1, ma Lewis Hamilton assicura di averci messo &ldquo;un minuto&rdquo; a sostituire il pneumatico forato della sua Mercedes stradale. Un intervento documentato dallo stesso Campione del Mondo sul suo profilo Instagram, dove lo si vede intento nel cambio della gomma in un'area di servizio su un'autostrada. Inconfondibile nel suo sgargiante outfit abbinato all'ormai imprescindibile mascherina.  &ldquo;Abbiamo avuto uno la foratura di gomma in autostrada &ndash; ha spiegato il pilota inglese nel suo post &ndash; e ci siamo dovuti fermare alla stazione di servizio. Ho impiegato un minuto per cambiare la ruota, ma una volta fatto, ero di nuovo in viaggio con il mio EQC. &Egrave; meglio non dover fare rifornimento&rdquo;.&nbsp; La Mercedes EQC &egrave; infatti il primo Suv 100% elettrico di Stoccarda, nonch&eacute; l'ultima arrivata nel garage da sogno di Lewis Hamilton, che ospita, tra le altre, Ferrari LaFerrari, Pagani Zonda, McLaren P1, Shelby Cobra e ovviamente numerose Mercedes, tra cui la SLS AMG Black Series e AMG GT R. La EQC rappresenta invece la svolta &ldquo;green&rdquo; di Hamilton, deciso a promuovere l'uso delle auto elettriche al posto di quelle a benzina.             Visualizza questo post su Instagram  We had a tyre blow out on the motorway and had to stop at the station. Took a minute to change the wheel but once done, I was back on the road in my EQC. It&rsquo;s the best not having to refuel. Un post condiviso da  Lewis Hamilton (@lewishamilton) in data: 20 Ott 2020 alle ore 10:26 PDT            

Il sei volte Campione del Mondo inglese si &egrave; dovuto improvvisare meccanico per cambiare la gomma alla sua Mercedes elettrica

Lewis Hamilton, pit stop fai da te: ha bucato la sua Mercedes EQC

Progetto quasi mitologico, tanto si &egrave; fatto attendere e lunghi i rumours sulla sua esistenza, finalmente Mercedes-AMG GT R Black Series emerge a ridosso di una presentazione ufficiale che non dovrebbe essere troppo distante. Della pi&ugrave; potente proposta AMG GT si discute da anni, un progetto estremo che, secondo le indiscrezioni, varrebbe un tempo al Nurburgring inferiore ai 7 minuti.  Gli avvistamenti dei muletti sono stati frequenti, ad anticipare alcune novit&agrave; aerodinamiche evidenti, a partire dall&rsquo;enorme calandra Panamericana.  Cerchi un&#39;auto usata? Sfoglia il listino di Auto  Motore, differenze radicali  Adesso, con gli scatti sfuggiti su Instagram e diffusi da race356, si ha un quadro completo sulla veste aerodinamica della Black Series. Sotto al cofano &egrave; previsto il motore&nbsp;V8 4 litri biturbo, in un livello di potenza che dovrebbe collocarsi sui 720 cavalli. Tanti in pi&ugrave; se paragonati con i 585 cv della GT R a listino.     &nbsp;   &nbsp;  &nbsp;    &nbsp;     Visualizza questo post su Instagram   Leaked !! Mercedes AMG GTR Black Series! What do you think ? #mercedes #amg #blackseries #amggt #leaked #spyphoto #spyphotos #spyshot #spyshots #erlk&ouml;nig #mercedesbenz #beast #carporn #instacar #carinstagram @motor1com @carscoop @motorpuntoes @caradvice @autoblog @carbuzz Source: Instagram/ Internet  Un post condiviso da  Andreas Mau (@race356) in data: 8 Lug 2020 alle ore 3:43 PDT      Aerodinamica alla ricerca del massimo carico  Potenza che non andr&agrave; probabilmente tradotta in una velocit&agrave; massima molto pi&ugrave; alta dei 318 km/h della versione pi&ugrave; prestazionale attualmente in gamma; basta osservare la configurazione aero per capirlo.  L&rsquo;incremento di carico aerodinamico sar&agrave; radicale, sviluppato da un nuovo splitter sul muso, passaruota ventilati per ridurre la portanza all&rsquo;avantreno, soglie sottoporta ampliate &ndash; in grado di guidare anche i flussi scaricati dietro le ruote anteriori - e, soprattutto, un retrotreno con ala bi-plano e un diffusore piuttosto elaborato.    Sfoglia il listino Mercedes: tutti i modelli sul mercato  Per generare l&rsquo;ottimale estrazione dei flussi si sono spostati i terminali di scarico ai lati, quattro gemellati, e la fascia &egrave; completata da sfoghi d&rsquo;aria dietro le ruote, anch&rsquo;essi in chiave di efficienza aero.  Secondo quanto riporta CarBuzz, la AMG GT R Black Series verr&agrave; offerta in via prioritaria ai clienti Mercedes che hanno gi&agrave; opzionato una Project One, dopodich&eacute; verr&agrave; aperta la raccolta ordini su un progetto che si attende in tiratura limitata. 

Le prime foto sfuggono online e rivelano l&#39;estrema cura riservata alla GT R per incrementarne il carico aerodinamico, quindi, la prestazione. Il motore V8 avr&agrave; oltre 700 cavalli

Mercedes-AMG GT R Black Series, le prime immagini

In questi giorni si sarebbe dovuto correre il Gran Premio di Monaco di F1. Charles Leclerc lo avrebbe corso a bordo della sua Ferrari. Ma, tra un GP virtuale e una diretta su Twitch, il pilota monegasco ha potuto comunque sfrecciare tra le vie del Principato per girare &quot;Le grand rendez vous&quot;, in uscita il prossimo 13 giugno sul canale francese Canal Plus.    A TUTTO GAS VERSO LA FIDANZATA  &quot;Le grand rendez-vous&quot;, per chi non lo sapesse, &egrave; il sequel di &quot;C&#39;etait un rendez vous&quot;, cortometraggio del 1976 uscito in Italia con il titolo &quot;Un appuntamento&quot;. E un appuntamento &egrave; proprio il tema della pellicola: a Parigi un uomo sale a bordo della sua Ferrari 275 GTB alle prime luci dell&#39;alba e per recarsi a un appuntamento con la sua fidanzata sfreccia per le vie della capitale francese, guidando in maniera super sportiva e sgasando al massimo.     &nbsp;   &nbsp;  &nbsp;    &nbsp;     Visualizza questo post su Instagram   @charles_leclerc becomes the lead actor under @claudelelouch&rsquo;s direction. Don&#39;t miss the #LeGrandRendezVous. #FerrariSF90Stradale  Un post condiviso da  Scuderia Ferrari (@scuderiaferrari) in data: 24 Mag 2020 alle ore 7:08 PDT      CINEMA E AUTO: IL MAESTRO LELOUCH  Nove minuti di adrenalina pura, 9 minuti che costituiscono la goduria di ogni appassionato d&#39;auto: il film infatti non &egrave; nient&#39;altro che una macchina che sfreccia a tutto gas. Diretto da Claude Lelouch, che &egrave; anche il pilota della Ferrari stesso. Lelouch non &egrave; nuovo al rapporto tra cinema e auto. Nel 1966, infatti, il francese diresse il film &quot;Un uomo, una donna&quot;, che racconta la storia d&#39;amore tra un pilota professionista e una giovane segretaria.  Ne &quot;Un uomo, una donna&quot; - che vinse il Festival di Cannes e persino l&#39;Oscar per il miglior film straniero - vi sono molte scene in cui l&#39;attore protagonista Jean-Louis Trintignant collauda le vetture in pista, gareggia alla 24 Ore di Le Mans e addiritturaa vince il Rally di Montecarlo.   Lights, camera, action: @LelouchOfficiel and @Charles_Leclerc together, for an amazing rendez-vous in Monaco. #LeGrandRendezVous #FerrariSF90Stradale pic.twitter.com/i6fm8soBHC &mdash; Scuderia Ferrari (@ScuderiaFerrari) May 24, 2020    Ed &egrave; lo stesso Lelouch ad aver diretto il sequel de &quot;Un appuntamento&quot;. Solo che stavolta il fidanzato a dover sbrigarsi per arrivare puntuale all&#39;incontro &egrave; Charles Leclerc. Aiutato dai 1000 cavalli della SF90 Stradale, che splende in tutto il suo rosso tra le vie di Montecarlo. I video girati e pubblicati durante l&#39;ultimo weekend mettono gi&agrave; l&#39;acquolina in bocca.     &nbsp;   &nbsp;  &nbsp;    &nbsp;     Visualizza questo post su Instagram   The credits roll on a special day in Monaco, @claudelelouch and @charles_leclerc&#39;s glorified cinema. #LeGrandRendezVous #FerrariSF90Stradale  Un post condiviso da  Scuderia Ferrari (@scuderiaferrari) in data: 24 Mag 2020 alle ore 8:00 PDT      Il nuovo cortometraggio automobilistico ha avuto il suo ciak finale. Sar&agrave; riuscito Leclerc ad arrivare puntuale all&#39;appuntamento? Non resta che attendere il 13 giugno.    Cerchi un&#39;auto nuova? Consulta il nostro listino completo! 

Il pilota della scuderia di F1 ha finito di girare il sequel del cortometraggio &quot;Un appuntamento&quot;, diretto ancora una volta da Claude Lelouch, per le vie del Principato

Leclerc e Ferrari SF90 Stradale: riprese finite a Montecarlo

        Chi possiede o colleziona supercar, spesso si lascia trasportare dalla fantasia e procede a farsi customizzare la propria auto. Una delle vetture pi&ugrave; potenti e sportive a &ldquo;subire&rdquo; cambiamenti, anche vistosi, di carrozzeria negli ultimi tempi &egrave; la Ferrari 488 Pista. Ferrari 488 Pista esalta Nico Rosberg: il video AZZURRO DINO E STRISCE RACING Il canale Instagram di &ldquo;Reep Midlands&rdquo;, azienda specializzata in custom e rifinitura delle auto di lusso, ha pubblicato alcuni scatti di un esemplare di 488 Pista dipinta di Azzurro Dino, appartenente a un collezionista britannico che nel suo garage possiede anche altri modelli della Rossa, come la F40, una LaFerrari, o una Enzo.  L&rsquo;Azzurro Dino &egrave; un colore gi&agrave; di per s&eacute; vistoso, ma a rendere la 488 ancora pi&ugrave; attraente sono le strisce da corsa gialle lungo la carrozzeria, con bande sia sottili che pi&ugrave; corpose, a conferire alla Ferrari, come se ce ne fosse bisogno, ancora pi&ugrave; dinamicit&agrave;. Il tuning comprende anche parti in fibra di carbonio lucida e cerchi in lega in argento.             Visualizza questo post su Instagram   Yes! That&rsquo;s another Pista on the road with full car PPF, completed in our state of the art PPF Studio! Pretty little thing isn&rsquo;t she? Midlands based and looking for some essential protection? Get in touch! Un post condiviso da  Reep Midlands (@reepmidlands) in data: 27 Lug 2019 alle ore 10:10 PDT      Presentata al Salone di Ginevra 2018, la Ferrari 488 Pista monta il V8 pi&ugrave; potente della storia Ferrari, capace di erogare 720 CV a 8000 giri al minuto, 770 Nm di coppia, potenza specifica di 185 CV/L e soli 7,6 secondi per arrivare da 0 a 200 km/h. Siamo certi che, pur di sederci in un&rsquo;auto del genere, saremmo disposti anche a colorarla di giallazzurro. I 20 tuning pi&ugrave; estremi di sempre: FOTO       

Un collezionista britannico di esemplari della Rossa si &egrave; fatto dipingere la carrozzeria della supercar di Maranello in Azzurro Dino, rifinendo il tutto con delle strisce da corsa gialle

Ferrari 488 Pista, custom in Azzurro Dino

Auto sportiva o partita di calcio? La questione &egrave; annosa, non solo da bar. Si tratta di due passioni degli italiani e di tantissimi altri. Quale prevale? Nissan con una ricerca scientifica ha provato a misurare le emozioni.  A pochi giorni dalla finale UEFA Champions League, l&#39;attesissima Real Madrid-Juventus, Nissan &ndash; sponsor automotive ufficiale della competizione &ndash; ha effettuato un recente test a sfondo calcistico. Con l&#39;intenzione di stabilire se l&rsquo;entusiasmo suscitato da questo sport sia pi&ugrave; forte di quello provato a bordo della&nbsp;supercar GT-R. In sinergia con esperti in scienza dello sport della Loughborough University, Nissan ha fornito ai partecipanti alcuni dispositivi indossabili, al fine di monitorare e raccogliere una serie di dati incrociati.  Tra i parametri presi in esame: frequenza cardiaca, frequenza respiratoria e attivit&agrave; elettrodermica. In questo modo &egrave; stato possibile analizzare gli effetti fisiologici dell&rsquo;entusiasmo. Per poi decretare l&rsquo;attivit&agrave; pi&ugrave; elettrizzante tra le due.   I test alle partite si sono svolti in tempo reale durante gli incontri pi&ugrave; importanti dellaChampions League. E i dati raccolti sono stati confrontati con le reazioni dei passeggeri che hanno sfrecciato su alcune Nissan GT-R guidate da piloti professionisti, nel Circuito di Spa-Francorchamps (Belgio).    &nbsp;  CALCIO VS AUTO SPORTIVE: I RISULTATI            Reazione fisica    Partite della UEFA Champions League    Giornata in pista a bordo di GT-R          Aumento medio della frequenza cardiaca    39%    37%          Frequenza cardiaca media    91 BPM    100 BPM          Picco medio della frequenza cardiaca    124 BPM    136 BPM          Aumento medio della frequenza respiratoria    140%    144%          Frequenza respiratoria media    15 respiri al minuto    15 respiri al minuto          Picco medio della frequenza respiratoria    35 respiri al minuto    35 respiri al minuto         Confrontando i risultati raccolti nei due diversi esperimenti, il Dott. Dale Esliger della Loughborough University ha commentato. &ldquo;Prima di questo studio, valutavamo in maniera soggettiva l&rsquo;entusiasmo suscitato da una partita di calcio importante o da una corsa elettrizzante a bordo di una supercar come Nissan GT-R&ldquo;.  Ha aggounto. &ldquo;La ricerca, condotta nell&rsquo;ambito del Nissan Excitement Index, ci ha permesso di utilizzare una tecnica innovativa basata su dati elaborati da sensori, in modo da osservare la reazione fisica dei partecipanti in questi momenti adrenalinici e ipotizzare di conseguenza quali potessero essere gli aspetti pi&ugrave; entusiasmanti. Per tutta la durata dei due esperimenti, la frequenza cardiaca dei tifosi di calcio e dei passeggeri di Nissan GT-R &egrave; stata piuttosto simile, con evidenti picchi nei momenti cruciali, ad esempio subito dopo un gol o durante una curva molto stretta. Le differenze principali tra reazioni dei tifosi e dei passeggeri sono emerse nella frequenza respiratoria&rdquo;.  Esliger ha chiosato.. &ldquo;Durante le partite di calcio abbiamo riscontrato un aumento della frequenza respiratoria seguito da una diminuzione, che coincide con i momenti di suspense in cui i tifosi hanno trattenuto il fiato: si &egrave; quindi delineato un andamento altalenante nell&rsquo;arco dei 90 minuti. Per i passeggeri delle GT-R, invece, la frequenza respiratoria &egrave; aumentata in maniera costante, cosa che dimostra un&rsquo;emozione pi&ugrave; intensa e sostenuta&ldquo;. &nbsp; 

Nissan ha misurato le emozioni su una GT-R e a una partita di calcio

Pi&ugrave; emozioni su una GT-R o in Champions League?

C&rsquo;&egrave; una nuova partita Italia-Germania che per&ograve; non si gioca sui campi di calcio, bens&igrave; su quello neutro di Bruxelles in un torneo chiamato Dieselgate. La posta in palio &egrave; dimostrare la tesi che tra i &ldquo;cattivi&rdquo; non ci sia solo la Volkswagen. Da alcuni mesi, infatti, la KBA &ndash; l&rsquo;ufficio tecnico federale per i trasporti &ndash; ha accusato FCA di installare dei &ldquo;defeat device&rdquo; su alcune auto, per ingannare la procedura di omologazione sulle emissioni. Accuse che hanno di fatto chiamato in causa la Commissione UE che sta effettuando le verifiche del caso. Nel frattempo, ieri il responsabile della tecnologia FCA, Harald Wester, si &egrave; presentato dinnanzi alla commissione speciale d&#39;inchiesta (iniziata con i modelli Volkswagen) Emis dell&#39;Europarlamento per rispondere a una lunga serie di domande.  &quot;Primo, non abbiamo nessun &#39;defeat device&#39;, secondo, nel nostro software non c&#39;&egrave; niente che identifichi che la vettura sia sottoposta a test - ha dichiarato Wester - noi non disconnettiamo il dispositivo e non abbiamo niente che si spenga dopo 22 minuti&quot;. Un commento tecnico chiaro e semplice, a cui se n&rsquo;&egrave; aggiunto un altro pi&ugrave; politico. Secondo Wester, infatti, ultimamente c&#39;&egrave; stata una vera e propria moltiplicazione di test sulle emissioni, ma con criteri, metodologie, valori e affidabilit&agrave; da valutare con attenzione. A questo proposito, Wester ha anche spiegato come lo svolgimento dei test da parte dell&rsquo;autorit&agrave; di omologazione italiana negli stessi laboratori del produttore interessato sia &quot;uno standard a livello globale&quot;.  Entrando poi nel merito della disputa relativa alle emissioni di alcuni modelli Fiat, Wester si &egrave; scusato di non poter &quot;fornire alcun dettaglio sino alla conclusione perch&eacute; il processo &egrave; ancora in corso&quot;. Processo in realt&agrave; non &egrave; la parola pi&ugrave; giusta, perch&eacute; si tratta di un &ldquo;incontro tecnico per facilitare una comprensione comune sul rispetto o meno di FCA della legislazione UE sulle omologazione&rdquo; organizzato dalla Commissione UE nel ruolo di mediatore. La questione da dirimere nello specifico &egrave; quella relativa alla 500X e alle sue emissioni che secondo la KBA si alzerebbero fino a 15 volte dopo 22 minuti dall&rsquo;accensione, ovvero 2 minuti dopo la fine del ciclo do omologazione.  Ma, al di l&agrave; di quello che verr&agrave; accertato nelle prossime settimane, le implicazioni economico industriali sono di portata molto pi&ugrave; ampia e le ha spiegate lo stesso Wester. Pur dichiarandosi a favore dei nuovi test UE in condizioni reali di guida che entreranno in vigore nel 2017 ha sottolineato la mancanza di chiarezza delle regole europee in materia rispetto agli Usa. Inoltre, affermato che le nuove misure porteranno sicuramente a un &quot;aumento dei costi significativo che avr&agrave; assolutamente un impatto sui prezzi e le vendite dei modelli diesel per cui vedremo immediatamente un cambiamento&quot;. Tradotto in parole semplici, rendere il diesel realmente eco-compatibile coster&agrave; talmente tanto che potrebbe non essere pi&ugrave; competitivo sul mercato.&nbsp; 

La&nbsp;KBA ha accusato FCA di installare dei &ldquo;defeat device&rdquo; su alcune auto, per ingannare la procedura di omologazione sulle emissioni.

Dieselgate, FCA nega di aver usato &quot;defeat device&quot;

"Fra 15 anni circoleranno oltre 2,5 miliardi di automobili, l&rsquo;80% di esse avr&agrave; un motore termico, a benzina o a gasolio, ma il diesel sar&agrave; preferito perch&eacute; consente di ridurre del 30% la CO2, a parit&agrave; di potenza&rdquo;.&nbsp;Parola di Ulrich Hackenberg, responsabile Audi per ricerca e sviluppo. Ha ragione: se i due propulsori nascessero oggi, il diesel non avrebbe concorrenti: il suo pi&ugrave; elevato rendimento termodinamico - che conduce a minor consumo e a minor inquinamento - lo promuoverebbe a scelta tecnica obbligata. Diesel &uuml;ber alles, appunto. Ma il suo cammino &egrave; stato tutt&rsquo;altro che in discesa. 25 anni di TDI Audi ha celebrato&nbsp;il 25mo compleanno del TDI, il diesel a iniezione diretta del quale sono stati prodotti 7,5 milioni di esemplari. E la ricorrenza &egrave; stata celebrata in un incredibile museo dedicato interamente al motore diesel, nei dintorni di Copenhagen, in Danimarca. Quando nel 1893, 121 anni fa, Rudolf Diesel costru&igrave; il primo &ldquo;motore ad accensione per compressione&rdquo;, mai avrebbe immaginato di poterlo montare su un&rsquo;automobile. E non perch&eacute; l&rsquo;aggeggio esplose dopo pochi minuti di funzionamento, ma perch&eacute; era alto 3 metri, pesava oltre 3 tonnellate e sviluppava meno di 10 cavalli. Era stato concepito come motore stazionario, per produrre lavoro meccanico nelle fabbriche; non importavano il peso e l&rsquo;ingombro, bastava che consumasse poco.  Ma era cos&igrave; poco potente da richiedere cilindrate enormi. Poteva bruciare qualunque olio, anche vegetale, e perfino polvere di carbone. Anzi quest&rsquo;ultimo &egrave; stato il suo primo combustibile, perch&eacute; a quei tempi non c&rsquo;erano pompe capaci di polverizzare e iniettare olio ad alta pressione. Il principio stesso alla base del ciclo Diesel prevedeva, infatti, di introdurre il combustibile in una camera dove l&rsquo;aria era stata fortemente compressa (oltre 35 bar) e ove la temperatura era salita al di sopra di 550 &deg;C, condizione indispensabile per provocare l&rsquo;accensione spontanea del combustibile. La polvere di carbone, invece, si prestava ad essere mescolata e insufflata con un getto di aria compressa. Solo dopo qualche anno si inizi&ograve; a iniettare olio (mescolato ad aria compressa) e a produrre diesel in serie per la marina e le industrie.  Per farsi un&rsquo;idea di quanto fossero alti e pesanti i primi diesel (dotati di giganteschi volani per comprimere l&rsquo;aria nella corsa di risalita), basta osservare la foto nella pagina d&rsquo;apertura, che abbiamo scattato al museo danese: &egrave; un bicilindrico del 1908 con cilindrata di 30.000 cm3, ancora funzionante. Sviluppava 40 cavalli e ruotava a 300 giri al minuto, pesava oltre 5 tonnellate: nessuna speranza di montarlo in una barca o su un&rsquo;auto.  Si dovette attendere fino al 1936 per battezzare il primo, spompato diesel automobilistico: un 2800 della Mercedes con la irrisoria potenza di 45 cv. Nonostante l&rsquo;invenzione della precamera, la rumorosit&agrave; era insopportabile. Tanto che il povero diesel era sinonimo, in tutti i sensi, di &ldquo;rumore della miseria&rdquo;. La precamera consisteva in una nicchia ricavata nella testa ove avveniva l&rsquo;iniezione e iniziava la combustione dei gas, che poi passavano sul pistone attraverso una strozzatura pensata per frenare l&rsquo;espansione, raffreddare i gas e rendere pi&ugrave; silenzioso il motore. Poi, buio fino al 1978, quando VM Motori e Peugeot presentano i primi 2.5 litri&nbsp;sovralimentati, con potenza vicina ai 100 cv. Sempre con precamera, che ne riduceva la rumorosit&agrave; ma anche il rendimento. Da allora tutti i diesel hanno ereditato il turbo come accessorio di serie.   Arriva l&rsquo;elettronica  Il primo vero salto in avanti &egrave; del 1988, quando BMW introduce il controllo dell&rsquo;anticipo d&rsquo;iniezione con sensori elettronici. Poi arriva il Gruppo VW che abbandona la precamera e torna alle origini, con l&rsquo;iniezione diretta e l&rsquo;aggiunta di centraline per la gestione dei tempi d&rsquo;iniezione. Ma le pompe sono sempre quelle di tipo rotativo, che raggiungono 900 bar, ma che a bassi regimi forniscono pressioni limitate. Nascono i TDI, che rivelano subito l&rsquo;enorme potenziale della iniezione diretta in termini di basso consumo.  Il secondo step, decisivo, si gioca nel 1997 con la presentazione di Alfa Romeo 156 e Classe A dotate del primo common rail: la pressione non dipende pi&ugrave; dal regime di rotazione della pompa, ma &egrave; provocata da un sistema separato che immagazzina il gasolio ad alta pressione (1200 bar) in un condotto (il rail); gli iniettori non sono pi&ugrave; valvole a molla che si aprono (una volta sola) sotto la spinta del gasolio, ma rubinetti elettronici che iniettano il gasolio anche 9 volte consecutive, sempre ad alta pressione.  Audi adotta ben presto il common rail, mentre il Gruppo VW insiste per 15 anni con un iniettore-pompa di tipo elettronico, abbandonato solo di recente. Il resto &egrave; storia dei giorni nostri, con le norme europee (e anche quelle americane) che impongono sistemi contraddittori per ridurre di volta in volta gli NOx o il particolato, mortificando la potenza e i consumi del diesel, mentre i tecnici reinventano ogni giorno sistemi per recuperare i vantaggi e mantenere la supremazia sul benzina: intercooler, turbo a geometria variabile, turbo raffreddati a liquido, EGR, Fap, DeNox, iniettori piezoelettrici...  Oggi siamo vicini ai 100 cv/litro, gi&agrave; superati&nbsp;nelle vetture da competizione. Nelle gare di lunga durata il diesel non ha rivali: Audi lo ha portato al trionfo nella 24 Ore di Le Mans nel 2006. Da allora il marchio dei quattro anelli si &egrave; assicurato otto vittorie su nove partecipazioni. L&rsquo;ultima &egrave; la doppietta di quest&rsquo;anno.   Diesel &uuml;ber alles: turbo elettrico  In tema di cavalli, la novit&agrave; &egrave; il turbo a motore elettrico. Audi lo monter&agrave; presto in serie nei motori TDI V6 da 3 litri, sulla A6 e sulla A7 Sportback, che arriver&agrave; in Italia a settembre ad un prezzo oscillante fra i 68 e i 70.000 euro. L&rsquo;innovazione consiste in una seconda turbina azionata a 70.000 giri da un motore elettrico sincrono, gestito elettronicamente. Questa seconda turbina &egrave; posizionata in serie dopo l&rsquo;intercooler col turbo a gas di scarico e funziona dai bassi regimi fino alla coppia massima.  Il motore elettrico &egrave; alquanto potente, ben 7 kW, e ha richiesto un circuito a 48 volt, con una batteria (litio-ioni) separata da quella di servizio (sempre a 12 volt). Con la tensione di 48 volt si potranno alimentare futuri dispositivi elettrici come elementi riscaldanti termoelettrici, freni elettromeccanici e gruppi ausiliari del motore come la pompe dell&rsquo;olio e quella dell&rsquo;acqua, che possono essere gestiti elettronicamente ma hanno bisogno di tensioni elevate. Audi sta pensando di impiegare la rete a 48 V su vari modelli. Tanto per fare un confronto, il turbo a gas di scarico del 3.0 TDI ha una potenza di 35 kW, comprime l&rsquo;aria a 2,0 bar e quando viaggia a pieno carico (200.000 giri/min) spinge nel motore 1,2 tonnellate di aria all&rsquo;ora, pari a 1200 metri cubi nominali. Abbiamo provato in pista, sulla A6, il nuovissimo 3.0 TDI da 272 cv dotato, appunto, del turbo elettrico.  Appena si tocca il gas, l&rsquo;accelerazione diventa bruciante e la disponibilit&agrave; di coppia offerta dalla sovralimentazione stupisce anche i pi&ugrave; scettici sulla sportivit&agrave; del diesel: sono 650 Nm che diventano un calcio nella schiena, davvero sorprendente a regimi cos&igrave; bassi. C&rsquo;&egrave; poi una RS5 TDI concept dotata dello stesso sistema: il motore &egrave; sempre il V6 TDI, ma &egrave; dotato di un compressore per bancata, pi&ugrave; la sovralimentazione elettrica, in totale 385 cavalli. Morale, sono 750 Nm di spinta da gestire in pochi decimi di secondo.  In pista riesce a battersi alla pari &ndash; nello scatto &mdash; con la RS6 Avant, che dispone per&ograve; di un V8 a benzina da 560 cv. Audi ha in programma di offrire in futuro ad ogni cliente una soluzione personalizzata, che comprender&agrave; anche il turbo elettrico, il diesel ibrido e infine il plug-in. Una raffinatezza per i fanatici del suono: la RS5 TDI &egrave; dotata di Active Sound, un sistema acustico integrato nello scarico che modifica la frequenza delle onde: cos&igrave; il sei cilindri acquista il rombo di un &ldquo;otto&rdquo;. Come nelle favole, anche la tecnica pu&ograve; far vivere emozioni: il &ldquo;rumore della miseria&rdquo; diventa musica per le orecchie degli appassionati.  Enrico De Vita  *L'ingegnere De Vita si dissocia da qualunque accostamento tra Audi e il predominio del diesel

Per 100 anni ha faticato ad affermarsi, finch&eacute; non ha sposato l&rsquo;elettronica, con i TDI, ora la grande novit&agrave; della turbina elettrica

Diesel &uuml;ber alles, da lento a miglior motore

Dopo le leggende di Hollywood come Elvis, Steve McQueen, Marlon Brando e Clint Eastwood fino ad alcune stelle dei nostri tempi come Ryan Reynolds, Bradley Cooper, George Clooney e P!nk, ora &egrave; un asso del calcio a salire in sella ad una Triumph Bonneville.  La BBC, infattim ha messo in onda luned&igrave; 9 giugno&nbsp; &ldquo;Beckham into the Unknown&rdquo;, un documentario di 90 minuti in cui il fuoriclasse del pallone David Beckham affronta assieme ad alcuni amici avventure e pericoli nel cuore della foresta amazzonica, in sella a una Triumph Bonneville customizzata.  &nbsp;  La Brazilian Bonneville di Beckham &egrave; stata pensata per adattarsi al traffico caotico di Rio, ma al tempo stesso essere agile e reattiva sui terreni pi&ugrave; impervi della giungla remota ed essere caricato in canoa durante gli attraversamenti fluviali.  Partendo da una Bonneville T100, con dettagli cromati e una verniciatura "two tone", la Brazilian Bonneville &egrave; frutto di un lavoro di squadra tra Triumph e i piloti, che ha preso vita tra il quartier generale Triumph di Hinckley (UK) e il nuovo stabilimento di Manaus, in Brasile.  Lo scarico alto, l&rsquo;assenza di parafanghi e i grossi pneumatici da off-road lascerebbero pensare a un derivato della Scrambler, ma si capisce subito che si tratta di un esemplare unico. Anche il largo manubrio e la posizione di guida rilassata contribuiscono a creare una moto che &egrave; in parte desert sled, in parte Scrambler, in parte Bonneville e in parte qualcosa di completamente nuovo. Anche la sella e il serbatoio personalizzati sono stati realizzati da un preparatore di San Paolo.  La Brazilian Bonneville, fresca di questa avventura amazzonica, ha sicuramente qualcosa da raccontare: dalle riparazioni improvvisate in piena notte nel cuore della foresta, agli spostamenti sul Rio delle Amazzoni in minuscole canoe. Ma su tutte l&rsquo;esperienza incredibile vissuta assieme a David Beckham, uno dei pi&ugrave; famosi fuoriclasse del calcio mondiale.      

In un documentario per la BBC il calciatore affronta avventure e pericoli nel cuore della foresta amazzonica su una Triumph Bonneville  

David Beckham e la Bonneville  

      PAUL NEWMAN. DA HOLLYWOOD A INDIANAPOLIS    AUTORE: Matt Stone EDITORE: Giorgio Nada&nbsp;Paul Newman non &egrave; stato solo un&rsquo;icona del cinema, ma ha vissuto una grande passione per le corse automobilistiche, &egrave; stato pilota e proprietario di team. Quest&rsquo;opera ripercorre la sua vita agonistica attraverso i ricordi di chi l&rsquo;ha conosciuto in questa veste, da&nbsp;S&eacute;bastien Bourdais a&nbsp;Mario Andretti. 101 GOL CHE HANNO CAMBIATO LA STORIA DEL CALCIO ITALIANO AUTORE: Adriano Angelini EDITORE: Newton Compton&nbsp;101 prodezze memorabili, che raccontano un mondo, uno sport, un&rsquo;Italia del costume che cambia, l&rsquo;Italia delle radioline, delle voci di &ldquo;Tutto il calcio minuto per minuto&rdquo; e della&nbsp;Domenica Sportiva, prodezze che restano nella memoria sbiadite nel bianco e nero o con la nitidezza dell&rsquo;alta definizione garantita dalle pay-tv che hanno raccontato le giocate pi&ugrave; recenti. BASTARDI SENZA AMORE AUTORE: Simona Sparaco EDITORE: Newton Compton&nbsp;Svevo Romano &egrave; l&rsquo;uomo che nessuna donna vorrebbe incontrare: ha soldi, una casa perfetta, la macchina sportiva, &egrave; bello, narcisista e pieno di amici playboy con cui va in discoteca e sniffa cocaina. A un certo punto, per&ograve;, incontra il vero amore: con lei la vita riprende significato, lontano dal suo sguardo il tempo &egrave; solo una corsa di cui ha perso il controllo. ANCORA UN GIORNO AUTORE: Ryszard Kapuscinski EDITORE: Feltrinelli&nbsp;Una storia vera con il respiro del romanzo. I reportage del grande giornalista polacco portano i lettori nell&rsquo;Angola del 1975, nei mesi che precedono la dichiarazione di indipendenza dal Portogallo. Raccontano degli ospiti dell&rsquo;albergo, le sentinelle annoiate al fronte, i quartieri dei ricchi con le Jaguar abbandonate e la leggendaria guerriera ventenne Carlotta, che morir&agrave; per proteggere il giornalista. MOLTO PI&Ugrave; DI UN GIOCO AUTORE: Chuck Korr e Marvin Close EDITORE: Iacobelli&nbsp;In occasione dei&nbsp;mondiali del Sudafrica, arriva in Italia il racconto dei prigionieri politici di&nbsp;Robben Island, il carcere simbolo dell&rsquo;apartheid in cui per anni &egrave; stato rinchiuso&nbsp;Nelson Mandela. &Egrave; la storia di un campionato speciale, organizzato dai detenuti in maniera perfetta, con tre serie e seguendo alla lettera il regolamento&nbsp;Fifa. Uomini privati di tutto che grazie a un pallone hanno ritrovato la dignit&agrave; e lottato contro il sistema. DICEMBRE &Egrave; UN MESE CRUDELE AUTORE: Elizabeth George EDITORE: Longanesi&nbsp;Cosa nasconde una tranquilla citt&agrave; di provincia? Perch&eacute; la polizia vuole chiudere in fretta l&rsquo;avvelenamento del vicario come caso di suicidio? E perch&eacute; non vuole interrogare la donna che era a cena con lui la sera prima del delitto? Un&rsquo;altra serie appassionante di interrogativi, un&rsquo;indagine che sonda l&rsquo;inesauribile variet&agrave; dell&rsquo;animo umano.

Libri on the Road

America&rsquo;s Cup che passione! Una delle poche cose, oltre il calcio, che ha tenuto svegli migliaia di italiani, incollati ai televisori per seguire uno sport che affascina, ma del quale forse molti non conoscono i segreti. Bolina, scotta, stramba, gennaker e spinnaker. Termini sconosciuti ai pi&ugrave; che d&rsquo;un tratto entrano a far parte del gergo comune nelle chiacchiere tra sportivi e semplici telespettatori. Uno sport attorno al quale ruotano interessi, visto lo stuolo di legali che sono stati chiamati in causa per l&rsquo;organizzazione della prossima America&rsquo;s Cup. Dalla difesa del titolo da parte di Alinghi alla scelta del campo di regata: se gli equipaggi nautici non sono ancora in acqua, le equipe legali sono al lavoro gi&agrave; da tempo. Ecco un parallelo tra le tappe storiche della pi&ugrave; famosa regata al mondo e gli avvenimenti pi&ugrave; significativi che contemporaneamente hanno segnato il nostro tempo dal 1851 ai giorni nostri. Spiegazione di un fenomeno che, forse, si pu&ograve; svelare ricercandone le motivazioni nelle origini marinare del popolo italiano.America&rsquo;s Cup che passione! Una delle poche cose, oltre il calcio, che ha tenuto svegli migliaia di italiani, incollati ai televisori per seguire uno sport che affascina, ma del quale forse molti non conoscono i segreti. Bolina, scotta, stramba, gennaker e spinnaker. Termini sconosciuti ai pi&ugrave; che d&rsquo;un tratto entrano a far parte del gergo comune nelle chiacchiere tra sportivi e semplici telespettatori. Uno sport attorno al quale ruotano interessi, visto lo stuolo di legali che sono stati chiamati in causa per l&rsquo;organizzazione della prossima America&rsquo;s Cup. Dalla difesa del titolo da parte di Alinghi alla scelta del campo di regata: se gli equipaggi nautici non sono ancora in acqua, le equipe legali sono al lavoro gi&agrave; da tempo. Ecco un parallelo tra le tappe storiche della pi&ugrave; famosa regata al mondo e gli avvenimenti pi&ugrave; significativi che contemporaneamente hanno segnato il nostro tempo dal 1851 ai giorni nostri. Spiegazione di un fenomeno che, forse, si pu&ograve; svelare ricercandone le motivazioni nelle origini marinare del popolo italiano. LA NASCITA (1851)Il mito nasce esattamente il 22 agosto 1851 nello stesso modo in cui spesso nascono le grandi imprese sportive: per sfida. Quella lanciata dal Royal Yacht Squadron, il club nautico pi&ugrave; prestigioso d&rsquo;Inghilterra la cui Direttrice &egrave; nientemeno che la Regina Elisabetta II, al New York Yacht Club. Il percorso prevedeva allora il giro dell&rsquo;Isola di Wight e a vincere furono gli statunitensi con 8 minuti di vantaggio sui britannici. L&rsquo;imbarcazione a stelle e strisce si chiamava America. Ebbe cos&igrave; origine l&rsquo;America&rsquo;s Cup. Qualche decennio pi&ugrave; tardi, su incarico di Re Eduardo VII, Sir Thomas Lipton, il signore del th&eacute;, cerc&ograve; di strappare la coppa agli americani con delle sfide molto pubblicizzate: prov&ograve; cinque volte e perse sempre, meritandosi la definizione di &ldquo;perdente di successo&rdquo;. Contemporaneamente, in Italia, viene emesso il primo francobollo.CronologiaL&rsquo;epoca vittoriana. Basta questo per identificare un periodo storico e culturale tra i pi&ugrave; vivaci non solo per il Regno d&rsquo;Inghilterra ma bens&igrave; per tutta l&rsquo;Europa, trascinata dai venti di modernismo che soffiano dalla terra d&rsquo;Albione. Sotto la pi&ugrave; longeva reggenza (63 anni) che si sia mai registrata, l&rsquo;Inghilterra della Regina Vittoria conosce uno dei periodi pi&ugrave; floridi della suaLA PRIMA IMBARCAZIONE ITALIANA (1983) Inglesi, americani, canadesi, scozzesi, irlandesi e australiani. Mai un&rsquo;imbarcazione italiana aveva partecipato ad una regata dell&rsquo;America&rsquo;s Cup. Il momento opportuno si manifesta nel 1980 quando, per volont&agrave; dell&rsquo;Aga Khan e dell&rsquo;avvocato Gianni Agnelli, viene approntata Azzurra L4, rappresentante dello Yacht Club Costa Smeralda, fondato dallo stesso Aga Khan con sede a Porto Cervo in Sardegna. Lo skipper &egrave; il vecchio lupo di mare riminese Cino Ricci ed il timoniere Mauro Pelaschier, pi&ugrave; volte campione italiano ed olimpico nato a Monfalcone. Azzurra &egrave; da subito protagonista e nelle acque di Newport nel Rhode Island raggiunge le semifinali di Louis Vuitton Cup classificandosi terza dopo Australia II (Australia) e Liberty (Stati Uniti). CronologiaIl 1983 segna l&rsquo;evento degli eventi. Quello che rivoluziona il millennio e lancia la civilt&agrave; in un&rsquo;altra era. Nasce Internet. L&rsquo;Arpanet, il primo gennaio, cambia protocollo e traccia una profonda linea di demarcazione tra il prima ed il dopo. Nulla sar&agrave; pi&ugrave; come in passato in fatto di comunicazione, tecnologia, distribuzione del sapere e democrazia informatica. A livello sportivo il tennis registra il ritiro di Bjorn Borg, campionissimo svedese capace di vincere per ben 5 volte di seguito il prestigioso torneo di Wimbledon. LA PRIMA VITTORIA NON STATUNITENSE (1983) Il 1983 &egrave; una data storica non soltanto per i colori azzurri, per la prima volta nella competizione. E&rsquo; una data storica anche per la competizione stessa, che dopo 132 anni cambia padrone, passando da mani statunitensi a mani australiane. Pi&ugrave; precisamente quelle del team di Australia II, primo vincitore non americano dal 1851. Gli Aussie battono in finale Liberty 4-3 in una serie davvero mozzafiato. Sar&agrave; la prima e anche l&rsquo;ultima vittoria per gli australiani nelle acque di Newport. CronologiaAvanza la tecnologia. Dopo Internet viene lanciato ufficialmente il cd, nuovo supporto per dati, musica e immagini che sostituisce il floppy e rivoluziona l&rsquo;informatica. Data storica per il basket italiano, che a Nantes in Francia, vede la Nazionale trionfare al 23esimo Campionato Europeo Maschile. E&rsquo; la prima medaglia d&rsquo;oro a livello internazionale. Il coach &egrave; Sandro Gamba e sul parquet ci sono Meneghin, Bonamico, Marzorati, Riva e Brunamonti. La Spagna &egrave; battuta in finale 105-96. Madonna pubblica il suo primo disco e al cinema escono il primo Vacanze di Natale ed il terzo episodio della saga di &ldquo;Guerre Stellari&rdquo;. Vince la Svizzera (2003) Se i fondatori dell&rsquo;America&rsquo;s Cup l&rsquo;avessero anche solo immaginato forse non sarebbero rimasti in piedi. Dopo l&rsquo;egemonia statunitense, il lungo digiuno inglese e le vittorie di Australia e Nuova Zelanda, nessuno avrebbe mai potuto immaginare che la Coppa potesse andare, per due edizioni consecutive, nelle mani di un equipaggio&hellip;svizzero. Un Paese senza il mare! E&rsquo; la storia di Alinghi, team il cui proprietario &egrave; Ernesto Bertarelli, ex capo della multinazionale farmaceutica Serono e grande appassionato di vela. Nel 2003 la prima storica vittoria, bissata poi nel 2007. Lo skipper &egrave; Russell Coutts, vincitore gi&agrave; nel 1995 e nel 2000 con la Nuova Zelanda. La finale, senza storia, si disputa contro New Zealand e l&rsquo;eloquente 5-0 di chiusura parla da solo. Nel 2007 Alinghi concede due vittorie nel replay della finale di 4 anni prima, ma il risultato non cambia. La bandiera svizzera garrisce ancora pi&ugrave; in alto delle altre. CronologiaIl 2003 &egrave; anno di grandi eventi. Geografici: la Jugoslavia si scioglie e al suo posto nasce la Serbia-Montenegro; politici: le truppe Usa entrano a Baghdad; culturali: Sky comincia le sue trasmissioni; sportivi: il Milan vince ai rigori la finale di Champions League contro la Juventus in un epilogo tutto italiano. Nello stesso anno esce al cinema il primo film della fortunatissima saga Pirati dei Caraibi: La Maledizione della Prima Luna. Un&rsquo;omonima imbarcazione parteciper&agrave; alla Volvo Ocean Race. ADDIO LOUIS VUITTON CUP (2010) Da quest&rsquo;anno, per parlare della Louis Vuitton Cup bisogner&agrave; coniugare i verbi al passato. Dal 1983 la casa di moda francese ha fatto da sponsor al trofeo che premiava il vincitore delle regate di selezione tra gli sfidanti del detentore dell&rsquo;America&rsquo;s Cup. L&rsquo;edizione 2010 si cambia, poich&eacute; la Louis Vuitton ha deciso di mettere termine alla sponsorizzazione. Si chiude cos&igrave; un&rsquo;era. Tra i vincitori, dal 1983, l&rsquo;Italia figura per ben due volte: nel 1992 (Il Moro di Venezia) e nel 2000 (Luna Rossa Challenge). CronologiaIl calendario 2010 &egrave; gi&agrave; fitto. In primis il mondo si fermer&agrave;, per un mese, a guardare i Campionati Mondiali di calcio in Sudafrica. Un evento che, fin dalla sua nascita, &egrave; stato in grado di attirare sempre pi&ugrave; pubblico. La prossima edizione, la prima nella storia che si disputa nel continente africano, sar&agrave; seguita non solo per i suoi contenuti tecnici, ma anche e soprattutto per i suoi risvolti sociali. Il 2010 sar&agrave; anche l&rsquo;anno della XXIesima edizione dei Giochi Olimpici Invernali. Dopo Torino, la fiamma si sposta di nuovo in Canada. Vancouver succeder&agrave; quindi a Montreal (1976) e Calgary (1988). Entro il 2010 il Trattato di Kyoto dovrebbe ridurre le emissioni di anidride carbonica ai livelli stabiliti. A sinistra Azzurra prima

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