Dopo Pittsburgh, San Francisco. Uber si appresta a offrire corse con una flotta di veicoli automatizzati, delle Volvo XC90 vendute dalla casa svedese e modificate con hardware e software realizzati da Uber per l&#39;automazione delle funzioni di marcia. La cooperazione tra le due case vede un impegno finanziario di 600 milioni di dollari investiti complessivamente ed equamente ripartiti.  Diversamente da Google, Tesla, NVIDIA e altre case, Uber non ha le autorizzazioni per l&#39;utilizzo su strade pubbliche della tecnologia di guida autonoma, da qui il ricorso a un &quot;escamotage&quot;, ovvero, la presenza a bordo di ogni XC90 destinata al servizio UberX di un tecnico incaricato di controllare il funzionamento del sistema di automazione. Formalmente, Anthony Levandowski, ingegnere capo del progetto &quot;self-driving&quot; di Uber (e la terminologia &egrave; importante), ha spiegato al Financial Times come la flotta Uber non vada considerata a guida autonoma. Siamo nello step pi&ugrave; evoluto dell&#39;assistenza alla guida, quindi, che prevede&nbsp;la sorveglianza di un essere umano sulle operazioni. &laquo;La nostra tecnologia non &egrave; in grado di guidare senza il monitoraggio umano o un controllo fisico attivo. Non &egrave; ancora sufficiente per considerarsi un veicolo autonomo&raquo;, le parole di Levandowski.&nbsp;  E&#39; evidente, per&ograve;, il contrasto tra forma e funzione, nonch&eacute; l&#39;assenza di un obbligo imposto dal Dipartimento dei veicoli a motore della California per le aziende che sviluppano sistemi di guida autonoma e possiedono l&#39;autorizzazione allo svolgimento dei test su strada: comunicare statistiche sugli incidenti, sulla sicurezza o sul numero di interventi che il guidatore ha dovuto effettuare per prendere il controllo dell&#39;auto dal sistema di automazione.  Per la legge californiana, infatti, i sistemi autonomi sono quelli in grado di operare senza controllo fisico attivo o monitoraggio umano. Di fatto, per&ograve;, le XC90 di Uber si muovono senza l&#39;intervento del guidatore, che si limita a monitorare.&nbsp;  Tornando alle Volvo XC90 modificate, l&#39;intervento pi&ugrave; evidente &egrave; l&#39;adozione dell&#39;hardware con le telecamere, i laser e sensori - necessari all&#39;analisi dell&#39;ambiente circostante - posizionati sul tetto. La prossima tappa verso lo sviluppo di soluzioni di guida autonoma per la casa svedese passa dal lancio del progetto Drive Me, da gennaio 2017, quando a Gothenburg (Svezia) 100 auto saranno consegnate al pubblico per la guida autonoma su strada, sperimentazione che consentir&agrave; di accumulare ulteriori dati nell&#39;utilizzo reale. Ulteriore pilastro, lo sviluppo della partnership con Autoliv, ovvero, la creazione di una nuova societ&agrave; incaricata della progettazione e realizzazione di soluzioni software per la guida autonoma e l&#39;assistenza al guidatore, da vendere a terzi. Le operazioni inizieranno dai primi mesi del 2017.&nbsp;   

<p>Le XC90 sono state adattate con hardware e software di Uber, che sottolinea: non &egrave; guida autonoma. Distinzione dettata dalle norme californiane sulle autorizzazioni per i &nbsp;test su strade pubbliche</p> 

Uber, corse "autonome" con Volvo a San Francisco