Oltre 4.200 chilometri attraverso l’Europa con la “piccola” Volvo EX30 per sfidare il luogo comune che vuole le piccole elettriche non adatte a un lungo viaggio.
12.06.2024 ( Aggiornata il 12.06.2024 15:47 )
Come in ogni viaggio, può capitare qualche imprevisto, e viaggiano in elettrico vanno considerati anche quelli legati alla ricarica. A noi personalmente non è successo ma altri colleghi hanno incontrato colonnine “capricciose” che non erogavano: è bastato insistere un paio di volte e in un’occasione cambiare lo stallo per risolvere e proseguire con la carica. A Normiberga l’hotel che ci ha ospitato aveva gli stalli tutti occupati, è stato quindi necessario effettuare una sosta non prevista presso un punto Fastcharge (20-25 minuti) prima di ripartire verso Milano.
Tramite il sistema di infotainment o attraverso l’app Volvo EX30 è possibile tenere sotto controllo i consumi e le prestazioni della vettura. Più che i dati individuali ha senso analizzare quelli medi della piccola flotta. Le tre EX30 hanno consumato 436 kWh all’andata e 366 kWh al ritorno. La differenza è dovuta dalla presenza all’andata di lunghi e lentissimi cantieri in Germania (che penalizzano i consumi) e delle salite sugli assi stradali in Svizzera, salite che al ritorno si sono ovviamente tramutate in agevoli discese. La media totale del consumo delle vetture è stata di 18,4 KWh per 100 Km, un risultato notevole, considerando che le autostrade hanno rappresentato quasi i due terzi del percorso e che i tratti senza limiti in Germania sono stati percorsi a velocità elevate da tutte le auto del gruppo.
Ha poco senso paragonare i costi con quelli corrispondenti di un viaggio con una vettura a motore termico perché quelli sostenuti viaggiando in elletrico sono soggetti a troppe variabili. La maggior parte delle grandi catene di hotel, ad esempio, offre la ricarica gratuita (o a prezzi convenzionati) ai propri ospiti. I costi di ricarica alle colonnine varia in maniera sensibile a seconda del Paese che si attraversa e soprattutto a seconda del tipo di colonnina che si utilizza: quelle Hypercharge e Fastcharge hanno costi ovviamente superiori ma esistono abbonamenti utilizzabili in tutta Europa che consentono di abbatterli. L’elemento che nel nostro caso più di tutti ha sfalsato i dati è stata proprio l’abbonamento che Volvo mette gratuitamente a disposizione dei propri clienti per il primo anno e che permette di pagare al massimo 50 centesimi di euro a kW nei punti di ricarica veloce. Se la tariffa è inferiore (come ad esempio è avvenuto in Danimarca) viene applicato il prezzo più basso. La card funziona in tutta Europa anche se non in tutti i punti di ricarica ma è sufficiente scegliere quelli segnalati dal sistema di infotainment.
Premesso tutto questo, il dato dei costi comunicatoci da Volvo è di 383,5 € per ogni auto per l’intero tragitto (i 4.200 km di andata e ritorno), con una media di 0,09 € a km.
Ne vale la pena? La risposta è soggettiva, qualche piccola scomodità c’è e se si ha tanta fretta va considerato che i tempi si allungano di un 10-15% ma sapere che in tutto il viaggio sono stati emessi zero grammi di CO2 trasmette davvero una piacevole sensazione.
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