Nel 2011 mettevamo alla prova la Ferrari FF, prima Rossa dotata di trazione integrale, e antesignana della nuova Purosangue: ecco il nostro test del 2011
23.09.2022 ( Aggiornata il 23.09.2022 11:42 )
Per il suo debutto nel settore della trazione integrale, la Ferrari non voleva affidarsi alla consuetudine, é tantomeno accettare i compromessi che questa soluzione meccanica impone, almeno nelle forme viste finora. Un sistema convenzionale sarebbe stato complesso e pesante, perché il cambio al retrotreno - soluzione dalla quale non si può prescindere per ottenere il bilanciamento ideale quando il motore sta davanti- avrebbe richiesto due alberi di trasmissione (uno per portare il moto dal V12 al cambio stesso, l’altro per riportarne una parte alle ruote anteriori) come accade, ad esempio, sulla Nissan GT-R. Ma a Maranello hanno ritenuto che gli 80/90 kg supplementari conseguenti a una simile scelta sarebbero stati troppi e neppure volevano che il comportamento della vettura si allontanasse troppo da quello di una normale trazione posteriore.
Così lo studio del sistema 4RM (che sta per 4 Ruote Motrici) è iniziato nel 2004 ed è stato brevettato nel 2005. Per la sua realizzazione pratica sono state interpellate senza successo alcune aziende esterne e, alla fine, a Maranello hanno deciso di sbrigarsela in casa. Nella parte anteriore del V12 è ricavata una presa di forza, collegata direttamente all’albero motore, che invia il movimento alle ruote anteriori tramite un variatore automatico di velocità e due rapporti più retromarcia. Il primo dei due rapporti in avanti è leggermente più lungo della seconda marcia del cambio principale, il secondo è un po’ piu? “disteso” della quarta. L’avantreno viene attivato automaticamente solo se il sistema di gestione della stabilità, che governa anche il differenziale elettronico “E-diff”, rileva che la coppia indirizzata alle ruote posteriori è superiore a quella che queste ultime possono smaltire, mentre la ripartizione della coppia tra le ruote anteriori è determinata da due frizioni in bagno d’olio sui semiassi.
La trazione anteriore, inoltre, è disponibile solo nelle prime quattro marce, quindi dà il suo contributo fino alla velocità massima raggiungibile in quarta col motore a “ limitatore”: 200 km/h a 8.000 giri. Dopodiché viene esclusa, presupponendo che chi si cimenta sulla neve a queste andature di cognome deve fare Latvala o qualcosa del genere, quindi non ha bisogno di “aiutini”. Rispetto alla soluzione Nissan, l’adozione di questo schema insolito ha permesso di eliminare un albero di trasmissione e due differenziali, con un risparmio di peso del 50% che, oltretutto, ha aiutato a mantenere arretrato il baricentro dell’auto, cosicché il 53% del peso della FF grava sul retrotreno.
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