All'indomani dell'annuncio della Commissione Europea sui dazi per la produzione di auto elettriche in Cina, si registrano le voci di sostegno all'iniziativa. L'industria dell'auto è largamente contraria
13.06.2024 ( Aggiornata il 13.06.2024 16:09 )
Sul fronte cinese, la posizione più netta è espressa dal portavoce del ministero degli Esteri: "Questa indagine anti-sussidi è un tipico caso di protezionismo. Per questo motivo, l’Europa ha imposto tariffe sui veicoli elettrici importati dalla Cina, violando i principi dell'economia di mercato e le regole del commercio internazionale, danneggiando la cooperazione economica e commerciale tra Cina e Unione Europea e la stabilità della produzione automobilistica globale e della catena di fornitura. In ultima analisi, ciò comprometterà gli interessi dell'Europa stessa.
Esortiamo l'UE a rispettare il suo impegno a sostenere il libero scambio e a opporsi al protezionismo, a collaborare con la Cina per salvaguardare la situazione generale della cooperazione economica e commerciale tra Cina e Unione Europea. La Cina adotterà tutte le misure necessarie per salvaguardare con fermezza i propri diritti e interessi legittimi".
Si interroga, invece, sulla regolamentazione tra importazione e produzione europea, Chery, che ha annunciato l'impegno a produrre in Spagna - come Byd farà in Ungheria -.
“La cosa più importante, adesso, è chiarire i dettagli dell’attuazione prevista dei dazi, in particolare per quanto riguarda la differenziazione tecnica tra le importazioni e i veicoli prodotti localmente. Le informazioni necessarie non sono ancora disponibili”.
Al 10% di dazi all'importazione già in vigore, si sommeranno ulteriori dazi, differenti per i marchi e gruppi cinesi che esportano in Europa. Byd avrà l’imposizione aggiuntiva del 17,4%, Geely del 20%, SAIC del 38,1%. Subiranno il 21% di dazi - in virtù della collaborazione all'indagine europea - produttori come Aiways, Chery, Faw e le relative joint venture con i costruttori europei. Dazi al 21% anche per Dongfeng, BMW Brilliance, Great Wall, Leapmotor, Nio, Nanjing e Xpeng. Dazi al 38,1% per i costruttori e gruppi che non hanno collaborato.
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