Dazi sulle auto elettriche cinesi, le reazioni contrarie e le (poche) favorevoli

Dazi sulle auto elettriche cinesi, le reazioni contrarie e le (poche) favorevoli

All'indomani dell'annuncio della Commissione Europea sui dazi per la produzione di auto elettriche in Cina, si registrano le voci di sostegno all'iniziativa. L'industria dell'auto è largamente contraria

13.06.2024 ( Aggiornata il 13.06.2024 16:09 )

Reazioni a parole e nei fatti, i primi, annunciati, dopo la definizione dei dazi sull'importazione di auto elettriche prodotte in Cina.

Parole che, dalle case auto, sottolineano una posizione diffusamente contraria al provvedimento assunto dalla Commissione europea. I gruppi europei e quelli cinesi, senza tralasciare chi, vedi Tesla, ha una produzione importante in Cina e, da lì, procede con l'esportazione globale.

Tesla, prezzi della Model 3 in aumento

Il primo fatto arriva proprio da Tesla, che ha annunciato - per i clienti in Germania, Francia, Irlanda, Belgio e Ungheria - il prossimo aumento dei prezzi di listino della Model 3. "Prevediamo di dover aumentare i prezzi della Model 3 a partire dal 1° luglio 2024. Questo è dovuto agli ulteriori dazi all'importazione che probabilmente verranno imposti ai veicoli elettrici prodotti in Cina e venduti nell'UE". Tesla che negli ultimi 6 mesi ha rincorso i ribassi dei prezzi di listino attuati dai costruttori cinesi.

L'Europa sceglie il pugno duro: pesanti dazi per le auto cinesi

Tesla la cui posizione può considerarsi avvantaggiata, non solo per l'applicazione dei dazi provvisori al 21%, come molti altri costruttori e gruppi, per essere stati collaborativi con l'investigazione europea sui sussidi alla produzione, alle operazioni e all'approvvigionamento di materie prime da parte dello Stato cinese.

Il vantaggio sulla definizione dei dazi permanenti, che andranno fissati entro 4 mesi dall'entrata in vigore di quelli provvisori (entro il 4 luglio), sarà in una percentuale differente, individuale, per la casa statunitense.

Italia e Spagna favorevoli a tutelare l'Europa

Scorrendo le reazioni all'annuncio dei dazi, per un fronte di costruttori allineato dalla contestazione del provvedimento - al pari di quanto ha fatto il governo di Pechino -, vi sono le posizioni di Stati europei favorevoli al provvedimento la cui logica è nel tentativo di una tutela, diretta e indiretta, dell'industria dell'auto europea e dei relativi posti di lavoro. Scenario che tralascia, tuttavia, il divario competitivo dell'Europa sull'auto elettrica in materia, soprattutto, di approvvigionamento delle materie prime necessarie alle celle per le batterie.

Tornando alle reazioni, in Italia, il ministro Urso ha accolto "con soddisfazione l'annuncio che la Commissione Ue ha fatto oggi dei dazi sull'ingresso delle auto elettriche cinesi in Europa per tutelare la produzione europea nella piena consapevolezza che abbiamo anche noi: la possibilità di riaffermare in Italia l'industria automobilistica italiana, uno dei settori trainanti dello sviluppo industriale del nostro paese a cui non vogliano assolutamente rinunciare"

Favorevole alla strategia europea è anche la ministra spagnola per l'Energia, Teresa Ribera: "Credo che l'industria automobilistica europea sia un'industria estremamente importante che deve recuperare il ritardo in termini di trasformazione dei modelli, di proposte di mobilità e di passaggio alle auto elettriche.

Ovviamente, se si verifica questa violazione delle regole del commercio internazionale, dobbiamo appoggiare la proposta della Commissione e ovviamente è anche nostro obbligo sostenere l'industria automobilistica europea nel suo complesso e, in particolare, quella spagnola, affinché rimanga un'industria competitiva, moderna, aggiornata e con un peso significativo sui mercati internazionali".

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