Il settore dei combustibili puliti, che siano gli e-fuels o il diesel ottenuto da biomasse, può essere una risposta per l'abbattimento delle emissioni carboniose in una proposta che conviva con altre tecnologie come l'elettrico
16.12.2021 ( Aggiornata il 16.12.2021 15:29 )
È caduto sotto i colpi di una battaglia politica miope, incapace di distinguere fatti, tecnologie superate e progressi evidenti. Il motore diesel è oggetto da anni della campagna di demonizzazione originata da quel che fu il Dieselgate. Un fatto.
Un fatto sono anche gli sforzi tecnologici compiuti per rendere le ultime generazioni di motori a gasolio estremamente puliti e ben al di là delle richieste previste dalle normative in materia di emissioni di sostanze inquinanti. Una tecnologia costosa, con trattamenti SCR dei gas di scarico per l'abbattimento totale o quasi degli NOx.
Che ne sarà del diesel? I numeri sul mercato europeo rappresentano il crollo delle immatricolazioni del nuovo, da leggere in combinato disposto con la strategia europea che punta a imporre motori a zero emissioni dal 2035. Una fase di massima incertezza per l'acquirente che guarda al mercato del nuovo e, nel dubbio, snobba in molti casi a priori una motorizzazione diesel.
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In prospettiva futura si fa un gran parlare di carburanti sintetici, e-fuels di terza generazione, prodotti interamente per sintesi, da energia verde con l'impiego di idrogeno e cattura della CO2 nell'aria per ottenere un combustibile a zero emissioni carboniose.
Sul fronte diesel, Volkswagen ha confermato di aver adattato la produzione dei propri motori turbodiesel 4 cilindri, già dallo scorso giugno, all'utilizzo con biocarburante diesel paraffinico.
Si tratta di una soluzione grazie alla quale l'abbattimento delle emissioni di CO2, se confrontato con l'attuale combustibile diesel presente sul mercato, arriva a toccare valori tra il -70% e -95%.
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CO2, vale ricordarlo, come sia direttamente legata al consumo di carburante del veicolo e, su questo fronte, il diesel - per la maggiore efficienza insita nella tipologia di combustibile - ha sempre garantito a parità di caratteristiche (cubatura, frazionamento, tecnologia) consumi ed emissioni di CO2 inferiori a un motore benzina. Il limite dei motori diesel è stato, piuttosto, nelle emissioni di inquinanti NOx, oggi trattati dai moderni sistemi SCR.
Un piccolo ripasso tecnico prima di raccontare cosa sia il diesel paraffinico già presente sul mercato da parte di alcuni marchi petroliferi. Si tratta di un combustibile prodotto utilizzando residui biologici e materiali di scarto, come ad esempio l'olio vegetale idrotrattato.
Quelli che sono gli HVO, idrocarburi paraffinici a catena lineare, non contengono ossigeno, zolfo, aromatici e sono carburanti a elevato numero di cetano, possono essere prodotti utilizzando materiali biologici che abbiano acidi grassi e trigliceridi.
"Attraverso l'utilizzo di carburanti 'amici dell'ambiente' sui modelli Volkswagen certificati, stiamo rendendo possibile per i clienti in Europa ridurre sostanzialmente le loro emissioni di CO2 non appena verrà reso disponibile il combustibile sul mercato. L'utilizzo ad esempio di combustibili paraffinici è un'opzione aggiuntiva valida, specialmente per quelle aziende che hanno una flotta mista di veicoli, composta di modelli con motori elettrici e convenzionali", è il commento del prof. Thomas Garbe, responsabile dei combustibili benzina e diesel in Volkswagen.
Secondo le stime della casa tedesca, che continuerà a sviluppare gli attuali motori per l'utilizzo futuro con carburanti sostenibili, la quota di diesel paraffinico e di biocombustibili potrà aumentare nei prossimi 10 anni fino al 20-30% del mercato destinato al trasporto su gomma in Europa.
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