07.05.2015 ( Aggiornata il 07.05.2015 02:10 )
Dopo “di mamma ce n’è una sola”, “il Natale quando arriva, arriva” e “alle svedesi piace l’uomo italiano”, nella hit parade dei luoghi comuni dovremo metterci anche “la Passat è sempre la Passat”.
A Wolfsburg ci hanno preso gusto a vendere icone: la manovra gli è riuscita straordinariamente bene con la Golf e ora con la Passat sta succedendo la stessa cosa. La serie precedente, nata sgraziata come un brutto anatroccolo ha comunque avuto successo. Poi è stata ristilizzata (egregiamente, bisogna riconoscerlo) e le cose sono andate anche meglio.
La nuova generazione, che è ufficialmente l’ottava, ripropone quella stessa idea, ulteriormente riveduta, riequilibrata, nonché attualizzata. Esteticamente è stata la berlina a trarne il maggiore vantaggio, ma i tre volumi, si sa, in Italia sono considerati un retaggio da basso medioevo.
Però anche la Variant ha buoni motivi per ringraziare Walter De’ Silva e i suoi accoliti. Che sia tutta nuova è dimostrabile, però sembra di conoscerla da sempre e questo, al momento di firmare un assegno da quasi 40 mila euro, ha lo stesso potere lenitivo del Maalox. Linee pulite, fiancata filante, proporzioni classiche, dimensioni importanti ma non imbarazzanti: non è esattamente roba da extrasistole, però la prospettiva è quella di un invecchiamento che più lento non si può e di una convivenza felice e duratura come tutte quelle che cominciano dalla testa e non dai feromoni.
L’adozione del pianale modulare MQB ha comportato un risparmio di peso importante e la Passat VIII, a dispetto dei suoi ingombri, può muoversi con una nonchalance anche col 1600 turbodiesel da 120 cv, ma è innegabile che il 2 litri sia il motore più “giusto” già nella configurazione da 150 cv, senza scomodare le variazioni da 190 e 240 cv BiTdi.
I prezzi della Variant 2.0 TDI 150 cv partono da 34 mila euro ma possono crescere parecchio perché il listino degli optional è zeppo sia di accessori utili, sia di gadget del genere “mai più senza”, per cui può essere difficile fermare la biro prima che sia troppo tardi. Certo è che, ancora più che in precedenza, la Passat di oggi punta a salire in una categoria superiore rispetto a quella d’origine, infischiandosene bellamente del rischio di sconfinare nel seminato della cugina Audi A4.
Tanto è vero che i concessionari VW, quando si tratta di preziare un usato da ritirare a fronte dell’acquisto di una Passat, si dimostrano particolarmente “possibilisti” con i transfughi di BMW o Mercedes. E se questo significa sottrarlo alle grinfie dei “quattro anelli”, pazienza.
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VW Passat, maestra d'equilibrio: prova
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