Nel 1996 e nel 2000 la Carrozzeria Maggiora propose tre varianti della celebre spider torinese: Coupé, Trofeo e RHD. Non andarono mai in produzione: ecco la loro storia
07.04.2021 ( Aggiornata il 07.04.2021 11:03 )
Il suo aspetto potrebbe ben figurare anche oggi, nonostante sia una figlia dichiarata degli anni '90. Anche le prestazioni: 130 cv, un'accelerazione da 0 a 100 km/h in quasi 9 secondi, sono numeri ottimi per una macchina che non deve correre in pista, quanto semmai far divertire il suo possessore, farsi ammirare e ricevere complimenti. Fiat Barchetta, una delle spider italiane più famose, nel nostro Paese e nel mondo.
Quasi 60mila esemplari realizzati, per la roadster rivale della Mazda MX-5. Un'auto che piace ancora oggi, a distanza di decenni, e che - in pochi sanno - avrebbe potuto aumentare il numero di unità vendute grazie a tre versioni speciali solo presentate, abbozzate ma mai andate in produzione. Tutte e tre portatrici di soluzioni interessanti, tutte e tre scaturite dalla stessa mano, la Maggiora. La Carrozzeria di Moncalieri, che ha chiuso i battenti nel 2003, nel corso degli anni di "carriera" della Barchetta (1994-2005) ha infatti proposto tre varianti che non uscirono mai sul mercato e che vogliamo ricordare.
Fiat Barchetta, le versioni speciali della Carrozzeria Maggiora
Coupé, Trofeo e RHD (guida a destra) sono le tre varianti della spider realizzate dalla Carrozzeria di Moncalieri tra il 1996 e il 2000. Non andarono mai in produzione
Guarda la galleryIl legame tra la Barchetta e la Fiat Coupé è molto stretto. I due modelli vennero commercializzati nello stesso periodo, la stessa Barchetta presenta linee e caratteristiche ispirate alla sorella sportiva carrozzata. La Maggiora però, nel 1996, per mano del direttore Alessandro Sopetti, "osò" proporre una versione praticamente uguale, già a partire dal nome: Fiat Barchetta Coupé.
Venne presentata al Salone di Torino '96, era fondamentalmente la Barchetta carrozzata, molto simile alla Coupé, probabilmente con un aspetto che emanava meno sportività pura, meno dinamismo ma più eleganza e raffinatezza. Gli addetti ai lavori non la bocciarono affatto, peccato però che in Fiat decisero di lasciar perdere il progetto proprio per non mettere in pericolo le vendite della Coupé. E così, nonostante le recensioni positive, la Barchetta Coupé non vide mai la luce.
Maggiora non demorde e, sempre nel 1996, propone una variante stavolta decisamente più particolare. In quel periodo Fiat sta progettando l'istituzione di un trofeo monomarca da far correre ai propri modelli. Da Moncalieri colgono la palla al balzo, e propongono la Fiat Barchetta Trofeo.
Le modifiche sono evidenti, a partire dall'aspetto esterno. La macchina ha infatti un kit aerodinamico sviluppato appositamente per essa: basta guardare il piccolo alettone posteriore. Senza tralasciare alcune componenti della carrozzeria realizzate in fibra di carbonio in modo da alleggerire il peso complessivo. Gli inserti blu, il badge "Trofeo", gli adesivi con i brand collaboratori e il numero di gara sulla fiancata spiccavano, così come i sedili della Sparco. A cambiare era anche la potenza del motore, che da 130 saliva a 160 cavalli.
Di questa Barchetta Trofeo rimase comunque solamente un prototipo. Il progetto venne infatti messo da parte quando Fiat decise di non dare il via a quel campionato monomarca.
"Right-hand drive", "guida a destra". Sì, esiste una versione della Barchetta con guida a destra. La Maggiora la propone nel 2000, e non a torto, dato che la Barchetta aveva un mercato florido soprattutto in Giappone e Regno Unito, nazioni in cui si guida a destra e a cui era rivolto il nuovo modello.
La Barchetta RHD aveva infatti volante e strumentazione a destra. Il prototipo venne mostrato al Salone di Torino di quell'anno, ma venne accantonato poiché Fiat stimò dei costi troppo elevati per spostare la produzione dalla classica posizionoe sinistra a quella opposta.
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Insomma, le idee, alla Carrozzeria Maggiora, non mancarono. Se Barchetta Coupé, Trofeo e RHD avrebbero dato ancora più linfa al mercato del modello, non possiamo saperlo, non essendo mai andate in produzione. Di certo, rimane quel senso di creatività e di fantasia, testimoni di un'epoca in cui si osava di più, per la gioia degli automobilisti, non solo Fiat.
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