Un'auto, una sigla, che più di trent'anni fa ha ridefinito i canoni delle berline sportive e che ancora oggi stupisce per prestazioni, tecnologia e successo commerciale
08.07.2020 ( Aggiornata il 08.07.2020 12:07 )
Forme decodificate per il tempo in cui nascono, ma che rimangono perpetue anche negli anni a venire. Ci sono auto, nell'infinita storia delle quattro ruote, in grado di farsi riconoscere a prima vista anche a distanza di anni, tanto è forte la loro importanza nell'immaginario collettivo di appassionati e addetti ai lavori. Se poi quest'auto è anche portatrice di un'innovazione filosofica mai vista fino al suo arrivo, allora la storia assume tutto un altro significato.
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Alla fine degli anni '70, a Monaco di Baviera osano. Nessuno fino ad allora ha ottenuto buoni risultati provando a creare una versione sportiva di una stradale. O meglio: il mercato delle sportive a due posti secchi era già fiorente, ma nessun Marchio era riuscito a proporre una quattro porte con delle prestazioni da supercar. BMW ci lavora su, e al Salone di Amsterdam 1984 presenta la prima generazione della M5, sigla E28.
Un'auto, una sigla, che più di trent'anni fa ha ridefinito i canoni delle berline sportive e che ancora oggi stupisce per prestazioni, tecnologia e successo commerciale
Guarda la galleryGli uomini BMW, per riuscire nell'intento, si fanno dare una mano dalla divisione Motorsport, prendono la berlina più potente della gamma, la 535i, donandole un aspetto più "spartano", che punta alla sostanza, e inseriscono il motore della M1, che all'epoca rientra a pieno diritto nella lista delle supercar. La nuova auto viene così spinta da un 6 cilindri 3.4 capace di erogare 286 CV. BMW M5 è appena nata: raggiunge i 245 km/h di velocità massima e accelera da 0 a 100 in 6,5 secondi. Prestazioni top, aiutate da una trasmissione dotata di differenziale autobloccante e impianto frenante potenziato ad hoc.
Il successo è netto. M5 strizza l'occhio a coloro che vogliono divertirsi alla guida, provare sensazioni adrenaliniche al volante, ma che allo stesso tempo devono trasportare fino a quattro-cinque persone o mettere le valigie nel bagagliaio in previsione del viaggio per le vacanze. E se il mercato sorride, vuol dire che presto arrivano le nuove generazioni. La seconda di M5, sigla E34, esce nel 1989. Rispetto alla prima, è ancora più potente (315 CV) e ancora più cattiva nell'aspetto. Cambiano assetto, sospensioni, c'è uno spoiler sul paraurti, prese d'aria e cerchi da 17", per un'auto che trasuda sportività e che viene offerta anche nella versione Touring, che altro non è che la station wagon.
La terza serie della M5, la E39, lanciata nel 1998, abbandona il 6 cilindri e introduce un V8 derivato dal 4.4 litri della 540i. Ancora più performante - 400 CV, da 0 a 100 in 5,3 secondi -, la E39 si mostra meno estrema della precedente e più elegante, proposta nella sola configurazione berlina con alcuni tratti da granturismo.
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Ma nel 2004 è tempo di quarta generazione. Rispetto a vent'anni prima, quando debuttò la E28, è cambiato il mondo dell'automotive, si sono diversificati gli stili, è aumentata la tecnologia. BMW M5 E60 sostituisce il V8 con il primo V10 ad essere montato su una BMW di serie. Un propulsore in basamento e testate d'alluminio capace di vincere per tre volte consecutive il titolo di miglior motore dell'anno e derivato dall'esperienza del Marchio bavarese nella Formula 1. Cilindrata di 5 litri, sprigiona 507 CV dai due doppi scarichi, lo 0-100 viene performato in 4,7 secondi.
Quinta generazione nel 2011: è una svolta. M5 F10 abbandona l'aspirato e i dieci cilindri per un V8 biturbo sovralimentato (prima M5 ad adottare tale soluzione). Il risultato sono i 560 CV erogati. Cambia però anche la trasmissione: il cambio sequenziale a 7 rapporti in dotazione alla E60 viene rimpiazzato da un doppia frizione, anch'esso 7 rapporti.
La trazione integrale, denominata M xDrive, debutta invece nella sesta e ultima generazione, la M5 F90, commercializzata a partire dal 2018. Le tre diverse modalità di guida possono sfruttare nuovamente il biturbo che vede diminuire la cilindrata a 4.4 litri ma aumentare i cavalli a quota 600, abbinati a un cambio automatico a convertitore di coppia otto rapporti. Prestazioni? 3,4 secondi per accelerare da 0 a 100 km/h.
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Numeri ordinari per BMW M5: un'auto, una sigla, che in oltre vent'anni ha saputo ridefinire i canoni delle berline sportive e offerto un'alternativa a chi non può permettersi di spendere per acquistare una Ferrari o una Lamborghini. E il nuovo restyling della gamma, presentato da BMW nelle ultime settimane, non può che confermare la tradizione.
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