Il restyling del modello che in tre anni ha incantato Europa e Italia migliora nelle forme e con il nuovo motore ibrido 2.0 litri da 184 cv
11.11.2019 10:32
La corsa all’ oro verde, pardon all’ibrido, all’elettrificazione della mobilità, non conosce soste. Non può, non deve. La scure dell’Unione Europea, il tetto alle emissioni di CO2 calerà tra un mese e mezzo. Così, anche chi non ne avrebbe bisogno come Toyota , probabilmente l’unico costruttore in regola con la media per gamma di 95 gr/km di CO2, non perde tempo, e per completare il percorso rilancia la sua scommessa, quella già abbondantemente vinta con il Suv compatto C-HR.
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Guarda la galleryÈ una sorta di occupazione del mercato ibrido dopo le altre novità presentate quest’anno dal costruttore di Nagoya: prima nuova Corolla, poi il nuovo Rav4, il recente rinnovamento di Yaris (che arriverà a metà 2020) e ora, appunto, il CH-R. Tutti modelli resi più raffi nati stilisticamente grazie alla piattaforma TNGA, nelle sue varie declinazioni che regalano scocca più rigida e baricentro ribassato. E soprattutto dotati dell’ibrido di quarta generazione. L’ennesimo scatto in avanti, la fuga sulla salita fi nale mentre i rivali sono appena alla prima rampa. E così il “fenomeno” C-HR è destinato a proseguire la sua giovane storia di successo.
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Guarda il videoA tre anni dal lancio ha già venduto 400.000 unità (8 su 10 ibride), 270.000 in Europa (150.000 il primo, 120.000 il secondo anno) con una quota del 10% nel segmento e un mix di 87% di ibrido. L’Italia ha contribuito con 50.000 unità vendute, l’ibrido più venduto del segmento: vale un quarto della gamma Toyota, secondo modello più venduto dopo Yaris. Su C-HR Toyota ha investito altri 50 milioni e un team di 300 persone. E il risultato fi nale è una vettura perfettamente riconoscibile, con un design più raffi nato nella parte anteriore, prese d’aria laterali e luci integrate.
Mentre sul posteriore spicca lo spoiler “Glossy Black” che unisce i fari a led, elemento caratterizzante come su nuova Yaris. Dentro migliora la qualità di materiali e fi niture, con sedili anche in pelle e Alcantara. E se la connettivà si arricchisce anche di un app (MyT. Hybrid Coach) capace di analizzare lo stile di guida e sfi dare il guidatore a usare acceleratore e Spoiler Si chiama Glossy Black, ed è un elemento di design che unisce i due fari a led posteriori. Si vedrà ache sulla nuova Yaris Sedili Migliora la qualità degli interni di C-HR. I sedili ci sono anche in pelle e Alcantara In ozpione c’è la regolazione elettrica di quelli anteriori Sospensioni La nuova piattaforma monta sull’anteriore sospensioni indipendenti Mac Pherson, sul posteriore quelle a doppio braccio oscillante Bagagliaio La capacità di carico di base del nuovo C-HR varia con la motorizzazione: sull’1.8 Hybrid è di 377 litri su 2.0 scende a 358 litri freno in maniera sfi dante da raggiungere nel percorso scelto gli obiettivi di consumo, è indubbio che la chiave di tutto è l’ibrido di quarta generazione che arriva sotto forma di doppia proposizione ibrida. Migliora anche il cambio (ma non è perfetto), il solito planetario a variazione continua.
Così, all’1.8 Hybrid da 122 cv, reso ancora più performante grazie a nuove batterie agli ioni di litio (86 gr/km di Co2 nel ciclo NEDC), si aggiunge il 2.0 litri Hybrid Dynamic Force da 184 cv che garantisce un 41% in più di efficienza termica, il 50% in più di potenza e solo un +10% di consumi (fa anche 25 km con un litro di benzina!). Come? Utilizzando intanto batterie al nichel metallo idruro (da 92 gr/km CO2 sempre ciclo NEDC) e poi il sistema Dual VVT-i con VVT-iE. Una valvola di aspirazione che si innesta in maniera intelligente quando serve incrementare potenza. Qui il motore benzina è da 152 cv, l’elettrico da 109 cv e 202 Nm di coppia. In realtà i propulsori elettrici sono due, su assi diversi.
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