Tra i pochi veri fuoristrada sopravvissuti ai giorni nostri, con la serie del '98 ha unito un telaio classico ma accattivante. Fedele all'1.3 a benzina, ha offerto anche motori Diesel
31.07.2020 ( Aggiornata il 31.07.2020 16:58 )
Decisamente rari oggi, i piccoli fuoristrada offrivano ancora una scelta relativamente varia sul finire degli anni '90, anche se iniziavano ad abbandonare la rudezza classica dei loro predecessori e ingentilirsi sia nell'aspetto sia nella sostanza. Suzuki Jimny, codice di progetto JB, ne è stato uno dei più eloquenti esempi, visto che segnava un netto salto rispetto alla celebrata ma più essenziale serie degli SJ/Samurai che l'aveva preceduto.
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La serie di fine anni '90 del piccolo fuoristrada giapponese si rivelò una delle più fortunate per il modello. Presentava un telaio classico abbinato a un design alla moda e accattivante, per una vettura ideale sia per i percorsi off-road che per quelli cittadini. Oltre alla versione standard, c'era anche la cabriolet, oggi quasi introvabile
Guarda la galleryLungo 3,6 metri, con un design tondeggiante e piacevole, abbandonava un po' l'aspetto da macchina da maltrattare suggerendo che si sarebbe trovato a suo agio anche per le strade cittadine senza far sfigurare l'occupante, fosse anche una signora di qualunque età. Sotto quest'abito trendy riproponeva una meccanica classica, con un telaio a longheroni e sospensioni a ponte rigido, aggiornate però con molle elicoidali in luogo delle vecchie balestre, soluzione che Samurai aveva collaudato su una piccola serie a fine carriera. La trazione era inseribile sull’anteriore, senza differenziale centrale con innesto a leva, riduttore non cortissimo (2:1) e nessun bloccaggio ulteriore. Gli interni, semplici ma gradevoli e comunque un po' più curati che in precedenza, avevano quattro posti, pur essendo i posteriori modesti, e un bagagliaio altrettanto esiguo (a patto di non abbattere i corti schienali) a cui si accedeva da un portellone incernierato lateralmente e con la ruota di scorta appesa al centro.
Le carrozzerie sarebbero due, anche se oggi sul mercato si trova soltanto quella chiusa, mentre è quasi introvabile la variante "cabriolet". Questa offriva una soluzione piuttosto in voga sui modelli orientali dell'epoca, con parte posteriore dell'abitacolo con copertura in tessuto e plastica di buona fattura e facile da smontare. Era però caratterizzata da un allestimento particolarmente spartano, tanto che nei primi anni non poteva avere né l'ABS né il climatizzatore nemmeno a richiesta. Versione che è stata definitivamente eliminata dai listini italiani nel 2008.
Per la variante chiusa, nota come "berlina", erano invece disponibili questi optional (poi riassunti insieme ai fendinebbia in un allestimento top chiamato Special, poi Mode e poi JLX+) e i cerchi in lega. Per tutte motore 1.3 16V a iniezione elettronica da 80 CV e cambio manuale a 5 marce. Privo di elettronica, il Jimny ha sempre avuto una guida semplice ma da maneggiare con cautela sul bagnato e sullo sdrucciolo, dove malgrado la potenza non esagerata del motore, il passo corto e la trazione posteriore, unite ad uno sterzo un po' lento, tendevano a renderlo potenzialmente nervosetto specie per chi proveniva da vetture più basse. Caratteristiche che si trasformavano in pregi nel fuoristrada, dove leggerezza e passo corto combinati alla buona escursione dei ponti con molle gli avevano consentito di superare ostacoli anche impegnativi, sopperendo con le ridotte alla coppia modesta del piccolo benzina. Nel 2002 i prezzi partivano da circa 15.000 euro, poi erano lievitati leggermente nel 2004 spingendo la Casa a proporre un nuovo allestimento base JX un po' più essenziale.
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Nel 2005 arrivò un leggero restyling, concentrato sul disegno della parte bassa del frontale, ma più importante all'interno, dove sparì la leva di innesto trazione e ridotte, sostituita da un sistema elettrocomandato con tre pulsati
in plancia. Inoltre, il motore 1.3 venne aggiornato con la fasatura variabile VVT e leggermente potenziato a 85 CV. Nel 2008 si rese finalmente disponibile un cambio automatico a 4 rapporti che però suscitò scarso interesse, al punto che oggi gli esemplari A/T sul mercato son pochissimi e quotati meno di quelli con cambio manuale.
Nel momento di maggior successo per il Diesel, anche Jimny si concesse un'alternativa a gasolio, rappresentata dal valido 1.5 common rail Renault proposto, però, esclusivamente con cambio manuale. La prima soluzione fu quella di base da 65 CV e 140 Nm di coppia, che nel 2006 lasciò il posto alla più potente versione da 86 CV e 200 Nm, aggiornata ad Euro 4 rimasta in listino fino al 2011 e poi abbandonata definitivamente con l'arrivo dell'Euro 5. Tra il 2012 e il 2013 fu la volta di un secondo e più sostanzioso restyling, evidente nel cofano risagomato e nelle modifiche ai fari e ai paraurti, accompagnato da qualche accessorio in più. Tanto è bastato a prolungare la carriera di Jimny di altri 5 anni durante i quali è rimasto quasi del tutto invariato esteticamente, mentre la dotazione di sicurezza ha fatto in tempo ad arricchirsi del controllo di stabilità ESP e del monitoraggio della pressione delle gomme TMPS, arrivati nel 2015 insieme all'aggiornamento a Euro 6 del motore benzina. La reperibilità è buona, anche se con chilometraggi mai troppo ridotti, a riprova del fatto che è stato apprezzato e sfruttato, inoltre bisogna filtrare opportunamente gli esemplari preparati,
magari in modo leggero, per il fuoristrada. Vetture che richiedono un occhio in più per lo stato della meccanica.
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La versione attuale del fuoristrada nipponico debutta sul mercato nel 2018, con un look tradizionale che reinterpreta le linee squadrate del passato insieme a qualche accorgimento come lo sterzo dotato di ammortizzatore - che lo rende meno brusco nel trasmettere le asperità - e un infotainment moderno. Il motore è uno degli ultimi piccoli aspirati disponibili, con cilindrata ora di 1,5 litri e 102 CV
Guarda la galleryNel 2018 ha finalmente debuttato l'erede, di cui esiste già una discreta disponibilità sul mercato dell'usato. Tradizionalista nel look che reinterpreta le linee squadrate del passato, è molto simile al precedente nell'impostazione, nelle misure e nella struttura, con qualche rinforzo e accorgimenti come lo sterzo dotato di ammortizzatore che lo rende
meno brusco nel trasmettere le asperità e un infotainment moderno. Il motore è uno degli ultimi piccoli aspirati sul mercato, con cilindrata ora di 1,5 litri e 102 CV e ancora cambio manuale a 5 marce o a richiesta automatico a 4, mentre per l'innesto di trazione e ridotte si è tornati alla classica leva.
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