Il catamarano da corsa dei Cantieri Lucini è spinto dal glorioso V12 della Casa di Sant'Agata, propulsore che ha dominato la scena delle gare off-shore
23.11.2021 12:00
C’è un motore Lamborghini, un V12 del 1992 per la precisione, che non scalpita sotto il cofano di una supercar di Sant’Agata, ma nello scafo di un catamarano da corsa. Ed è all’asta… e non vede l’ora di planare a tutto gas, sull’acqua, ancora una volta.
Premessa. La storia dei motori marini Lamborghini iniziò 35 anni fa, quando il mitico Ferruccio “prestò” il V12 della Espada per i catamarani da corsa dei Cantieri Molinari. Il Toro decise di continuare a spingere sull’acceleratore per volare anche sull’acqua e realizzò poi il proprio offshore, il Quetzal, spinto da un propulsore derivato dal V12 della LM, modificato nella cubatura portata da 5,2 a 8,000 cc. Poi, nel 1984, la svolta, con la decisione di affidare all’ingegner Giulio Alfieri lo sviluppo di un’unità specifica per l’utilizzo marino, un V12 da 8,200 cc e circa 850 cavalli di potenza, il gioiello che ha dominato la Calsse 1 dei campionati offshore, portando a casa qualcosa come 8 titoli mondiali e 6 europei.
Un vero portento che ha fatto la storia delle competizioni marine, usato anche in altre classi e per portare al successo tipi di scafi diversi come, appunto, quello all’asta. L’idroplano preparato dai Cantieri Lucini per la Classe R00 tra il 1992 e il 1997 ha trionfato per tre volte alla Centomigla del Lario. La versione all’asta è quella in livrea rossa, pilotata dallo svizzero Stefano Muller fino al 2017.
Stima tra i 90.000 e 140.000 euro: un affare.
Tecnonmar Lamborghini, hypercar dei mari
Lucini Lamborgihni 88, l'idroplano del Toro all'asta
L'idroplano, costrutito nel 1992, è uno scafo realizzato dal cantiere Lucini spinto dal V12 Lamborghini da 850 cavalli. All'asta, l'esemplare con il numero di gara 88, pilotato da Stefano Muller
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