Il reparto sportivo di Alfa Romeo spegne 60 candeline e celebra il proprio compleanno esponendo due modelli iconici a MIlano AutoClassica
18.11.2023 ( Aggiornata il 18.11.2023 10:41 )
Buon compleanno Autodelta! Il Marchio sportivo italiano, che per un ventennio ha accompagnato Alfa Romeo nelle sue avventure in pista, compie 60 anni. Un traguardo che Stellantis Heritage ha deciso di celebrare a Milano AutoClassica esponendo due modelli che hanno fatto la storia sportiva del brand del Biscione: la Giulia TZ del 1963 e la Alfasud Sprint 6C dell’83.
Autodelta Giulia TZ e Alfasud Sprint 6C a MIlano AutoClassica
I due modelli di Autodelta, del 1963 e 1983, celebrano i 60 anni del reparto sportivo di Alfa Romeo
Guarda la galleryLa Giulia TZ è proprio il primo modello a essere contraddistinto dal marchio Autodelta, fondato in quel 1963 dagli ingegneri Carlo Chiti e Lodovico Chizzola. All’epoca, Autodelta aveva sede a Udine, prima di spostarsi a Milano nel ’65, pur mantenendo un certo livello di indipendenza dalla Casa madre. Giuseppe Luraghi, allora presidente dell’Alfa Romeo, affidò a Chiti e Chizzola il ritorno del Biscione delle corse. Fu una scommessa vincente: la Giulia TZ all’esordio si piazzò nei primi quattro posti nella Coppa Fisa del 1963 a Monza. Per poi raccogliere vittorie una lunga serie di vittorie in competizioni nazionali e internazionali come il Tour de Corse, la Targa Florio e altre ancora. Il nome TZ derivava dalla struttura tubolare del telaio (la sigla stava appunto per Tubolare Zagato) mentre sotto al cofano trovava posto un motore 1.570 a quattro cilindri bialbero in alluminio.
La seconda Alfa Romeo Autodelta esposta a Milano AutoClassica da Stellantis Heritage è nata esattamente vent’anni dopo la Giulia TZ: l’Alfasud Sprint 6C del 1983. Progettata da Carlo Chiti, avrebbe dovuto essere omologata per il Mondiale Rally FIA nel Gruppo B, ma alla fine il progetto venne accantonato per concentrarsi sulle gare su pista, così di questa Alfasud Sprint 6C rimasero solo due esemplari a livello prototipale.
Riconoscibile sin da subito grazie alle carreggiate allargate e alla configurazione a due soli posti, la Sprint 6C era equipaggiata con un motore V6 da 2,5 litri, lo stesso della GTV6, che erogava 158 cavalli. Grazie anche al peso inferiore alla tonnellata, l’auto era in grado di esibire prestazioni di primo piano, tra cui una velocità di punta di 215 km/h. Prestazioni che però non potè mai dimostrare, vista la decisione dei vertici di interrompere il progetto.
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