Alfa Romeo 75 6V 3.0 America

Alfa Romeo 75 6V 3.0 America
Con la 4C, Alfa Romeo torna alla trazione posteriore e negli Stati Uniti. Un film già visto, quasi trent’anni fa, con la mitica 75 per di più in versione America

di Redazione

11.03.2014 ( Aggiornata il 11.03.2014 07:11 )

L’Alfa 4c sta infiammando il cuore degli appassionati. Perché è affascinante, sportiva, ma soprattutto è un’Alfa a trazione posteriore. E il bello è che di Biscioni che spingeranno dietro, in un futuro non lontano, ce ne saranno molti altri, grazie alle sinergie con la nuova acquisita Chrysler e alla volontà del management del Gruppo Fiat di elevare l’immagine del marchio e spingerlo fortemente fuori da nostri confini, Stati Uniti soprattutto. Questi eventi recenti che riguardano Alfa ci hanno riportato alla mente una vettura particolarmente cara agli appassionati, tra l’altro in una versione che sposa alla perfezione il concetto di trazione posteriore e Stati Uniti. È l’Alfa 75, una delle più apprezzate dagli alfisti proprio perché considerata “l’ultima vera Alfa a trazione posteriore”, per di più in versione America e con motore V6 3 litri. Commercializzata in Italia nel 1987, questo allestimento speciale si chiamava così in omaggio allo sbarco negli USA della 75 (che là era battezzata “Milano”) ed esteriormente si distingueva soprattutto per i paraurti in classico stile americano, cioé con i soffietti — obbligatori negli USA — per assorbire l’energia di un eventuale impatto. La 75 America era proposta con il 4 cilindri 1.8 turbo da 155 cavalli e anche con il V6 3 litri da 188 cv. Quest’ultima, oggetto del nostro AutoStory, è certamente la più rara da trovare sul mercato dell’usato per un semplice motivo: oggi abbiamo il superbollo, mentre negli anni ‘80 c’era un’altrettanto assurda norma che imponeva l’IVA raddoppiata al 38% sui cosiddetti beni di lusso, nella fattispecie i motori a benzina oltre 2 litri. Ecco allora che la 6V 3.0 America costava circa 34 milioni di lire contro i 27 milioni della 1.8 turbo, che difatti è molto più diffusa e facilmente reperibile sul mercato. Con questo propulsore, però, era tutta un’altra musica. E non ci riferiamo solo a quella del V6 Alfa, ma soprattutto all’effettiva godibilità di quel propulsore. Che era estremamente elastico (25 kgm di coppia, ma già 22 a soli 1000 giri), grintoso e con una potenza che allora risultava piuttosto elevata: 188 cavalli. Viene da sè che le prestazioni fossero molto interessanti, sempre rapportate al periodo storico. La velocità massima dichiarata era di 220 km orari (ma noi raggiungemmo i 215,3 effettivi) e per lo 0-100 bastavano 8,2 secondi. Nel quadro prestazionale spiccavano le riprese, grazie appunto alla notevole elasticità del V6, e svettavano in negativo i consumi: 7,4 km/litro in città e 9 in autostrada, con la consolazione che il serbatoio del carburante era aumentato da 49 a 68 litri a scapito però del baule il cui volume scendeva da 500 a 380 litri, con limitazioni soprattutto in profondità. Su strada la America 6V 3.0 riproponeva il comportamento sano e divertente di tutte le 75, con sottosterzo in ingresso curva e sovrasterzo in uscita. L’assetto era ben riuscito, mentre il cambio pativa i soliti problemi di sempre: era un’evoluzione di quello della Giulietta e la posizione transaxle non aiutava la manovrabilità. Alfa Romeo 75 6V 3.0 America  

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