Auto cinesi prodotte in Italia, Urso: la componentistica dev'essere italiana

Auto cinesi prodotte in Italia, Urso: la componentistica dev'essere italiana© LaPresse

Il Ministro delle Imprese ribadisce le condizioni perché l'esecutivo accolga una presenza di Costruttori cinesi in Italia. Non solo assemblaggio di veicoli ma produzione di componenti. Il nodo batterie

30.05.2024 16:56

Quando, dopo la fase Covid più acuta, la crisi della fornitura di microchip investì il mondo dell'auto, si prospettarono soluzioni semplici senza avere bene il polso del “problema” e l’Europa si sollevò (a parole) per attrezzarsi e produrre da sé i chip. Realizzare microchip, però, richiede know-how, strutture avanzate e tempo per avviarle. Il mercato, allora come oggi nelle mani di pochissimi player con sede a Taiwan, è rimasto inalterato e la crisi è alle spalle.

Sul fronte della produzione di auto elettriche, il dettaglio cruciale dell'approvvigionamento delle batterie non riguarda tanto l'assemblaggio in sé, quanto la produzione vera e propria delle celle: Catl, Byd, Panasonic, LG, Samsung, detengono le chiavi di questo specifico mercato, con i relativi accordi di approvvigionamento delle materie prime.

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Dazi USA e tutela dell'Europa dalla concorrenza sleale

Parlando a Catania, all'inaugurazione della Casa del Made in Italy, di produzione auto in Italia, il Ministro delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso, ha chiarito la posizione del suo dicastero sulla possibilità che un costruttore cinese produca in Italia.

"Gli Stati Uniti, per tutelare il mercato interno dall'invasione di prodotti cinesi a basso costo, hanno messo dazi altissimi sulle loro auto elettriche. La sovrapproduzione cinese finirà per invadere il mercato europeo spazzando via anche le imprese e il lavoro nel nostro Continente. Per questo condividiamo la richiesta di realizzare una politica di tutela dalla concorrenza sleale anche dall'Europa, e mi aspetto ci siano presto misure in questo senso", le parole riportate dall'agenzia Ansa. 

Un'imposizione di dazi vista negativamente dai Costruttori europei, molti dei quali producono auto elettriche in Cina e le importano nel Vecchio Continente.

Produzione cinese in Italia oltre il ruolo di assemblatori

Da un anno, intorno alla scena della produzione di auto in Italia, si registra l'intenzione del governo di arrivare a oltre 1 milione di auto prodotte. Un livello da raggiungere partendo dalle oltre 700 mila unità realizzate da Stellantis nel 2023. Una soglia successivamente portata all'obiettivo del milione e 300 mila veicoli. Per raggiungere il quale sono stati intrattenuti colloqui con altre case costruttrici, un secondo costruttore che si impegni nella produzione in Italia oltre a Stellantis. Finora, nessuna manifestazione concreta di interesse né impegno. Byd, Chery, Tesla, Great Wall sono i nomi circolati nei mesi scorsi tra i rumours.

"Noi siamo aperti alle case automobilistiche cinesi - che hanno una tecnologia all'avanguardia nel settore della transizione energetica -: vengano a produrre nel nostro Paese, ma a due condizioni, e lo abbiamo detto chiaramente a loro.

Devono produrre in Italia con componenti italiane e non assemblare; tutte le parti 'intelligenti' dell'auto deve essere realizzata in Italia sotto il controllo della Golden power italiana. Con queste condizioni anche queste auto potrebbero essere definite sotto tutti i punti di vista auto italiane”.

Componentistica intorno alla quale, per i veicoli elettrici, servirebbe affiancare non solo un sito di produzione italiano delle auto ma una gigafactory che quantomeno assembli i pacchi batterie

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