Il progetto parte dalla Germania e immagina postazioni modulari comprensive di servizi premium e postazioni di ricarica ultraveloce, prenotabili. L'impiego di batterie dismesse quali "powerbank" risolve alcuni nodi della creazione di un'infrastruttura con potenze elevate
21.12.2021 ( Aggiornata il 21.12.2021 16:56 )
Da un lato ci sono le criticità di un'infrastruttura di ricarica non al passo con le velleità che l'elettrico nutre. Dall'altro, possibilità di business dalla proposta di spazi di ricarica a valore aggiunto, servizi premium che vanno oltre l'operazione di "pieno di energia".
Il primo Audi Charging Hub è un progetto pilota che dal 23 dicembre sarà operativo a Nuremberg e offrirà ai clienti della Casa tedesca - ma anche a proprietari di altre elettriche, non Audi - l'opportunità di ricaricare l'auto a potenze fino a 320 kW. Sei punti di ricarica complessivamente, con il proprio stallo prenotabile via app. Fin qui la funzione basilare di ricarica, evidentemente pensata per aree sprovviste di soluzioni ultraveloci.
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Audi immagina lo sviluppo degli hub come un'alternativa a quanti non hanno la disponibilità di una soluzione di ricarica domestica. Ecco, immaginare di voler affrontare la transizione all'elettrico senza dotarsi del sistema principale di gestione della ricarica, giacché la pianificazione notturna è la strategia più "conveniente e pratica", appare difficile.
All'infrastruttura di ricarica pubblica andrebbero chieste le caratteristiche di una elevatissima potenza di ricarica, funzionale a rifornimenti rapidi e una capillarizzazione diffusa sulle lunghe distanze, soprattutto. Molti punti di ricarica e dalle potenze elevate. Dall'esperienza italiana, a oggi, lo scenario oltre a latitare del numero è indietro anche sulle potenze di ricarica.
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Tornando all'Audi Charging hub, si tratta di cubi modulari assemblabili in pochi giorni, componibili di più unità e collegati alla rete elettrica "a bassa tensione", con una potenza erogata di 200 kW di energia verde nel caso della soluzione installata a Nuremberg, sufficiente ad alimentare continuamente gli accumulatori di energia.
Qui sta uno dei vantaggi del cubo di ricarica Audi, utilizzare batterie dismesse dalle auto elettriche, quindi batterie alla loro seconda vita, in una sorta di "powerbank" dal quale l'energia è trasmessa in corrente continua ai veicoli.
In aggiunta al collegamento alla rete elettrica standard - il che supera l'esigenza di lavori ad hoc ad alta tensione per veicolare l'energia direttamente dalla rete alle colonnine, mediante trasformatori -, l'hub Audi è dotato anche di pannelli solari il cui apporto vale 30 kW di energia.
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Sono circa 80 le auto che possono essere ricaricare nell'arco di una giornata operativa (dalle 10:00 alle 19:00).
Quel che l'idea Audi introduce, però, è qualcosa in più di una stazione di ricarica. Porta servizi premium, uno spazio di attesa connesso, una sala dove fruire di servizi come la cura del veicolo, dove poter ordinare del cibo, fruire di una tavola calda, effettuare un test drive su un'elettrica Audi, noleggiare uno scooter elettrico, sostituire la batteria della e-bike.
"Vogliamo usare l'hub Audi Charging di Nuremberg per testare l'infrastruttura di ricarica rapida, flessibile e dall'orientamento premium, in uno spazio urbano. Ci posizioneremo là dove i nostri clienti non si svegliano necessariamente al mattino con una macchina elettrica completamente carica e, al tempo stesso, pensando all'incremento della domanda di ricarica in futuro", ha spiegato Ralph Hollmig, project manager di Audi charging hub.
Ai clienti Audi e-tron Charging Service è applicato il costo di ricarica di 31 centesimi di euro per kilowattora, tanto costa la ricarica.
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