I progetti di un raddoppio dell'offerta Bugatti sono da tempo sul campo. Serve sbloccare l'investimento su un modello in grado di incrementare la produzione e specializzare il marchio nella nicchia di mercato del lusso estremo
19.11.2019 ( Aggiornata il 19.11.2019 17:51 )
Il “nodo” è aperto dalla scorsa primavera, quando Stephan Winkelmann, a.d. Bugatti, sollevava il punto cruciale intorno al quale si sarebbe scritto il futuro del marchio e di un secondo modello: garantirsi il supporto finanziario dal Gruppo Volkswagen, ovvero, chi garantirebbe l'investimento.
Intervistato da Bloomberg, quel dettaglio resta ancora sul tavolo, più della tipologia di progetto da affiancare a Bugatti Chiron. Il marchio di Molsheim dovrà puntare la direzione del lusso estremo, piuttosto di una rincorsa alle prestazioni difficilmente sostenibile, molto meno redditizia e con specificità tecniche tali da ridurre i margini di profitto.
L'elettrico, a tal proposito, apre una via ancora relativamente da esplorare nella nicchia di modelli artigianali. E se le difficoltà nel garantire l'investimento su un tale progetto sono reali, pensarlo da una via alternativa, con ancora un motore termico, sembra del tutto da escludere.
Ultra-lusso, prestazioni elevatissime e un progetto che sia redditizio. Sono i punti fermi intorno ai quali dovrà gravitare il secondo modello Bugatti. Un crossover sui generis o una grande GT quattro posti, così è immaginata una proposta in grado di innalzare i volumi produttivi, dai 100 esemplari annui di Chiron, la ancor più esclusiva Divo e le edizioni speciali, a una produzione che potrebbe “volare” alle 600 unità annue con un nuovo modello.
Nel tratteggiare l’identikit del prodotto, dall’intervista a Bloomberg emergono anche gli estremi del posizionamento sul mercato, da “entry level” se non fosse per le cifre assolute in gioco: un progetto di granturismo o crossover da collocare tra i 500 mila e il milione di euro, ben al di sotto delle richieste legate a Chiron, prossima ai 3 milioni di euro. Anche da questa leva passa l'incremento dei volumi.
Leggi anche: Bugatti, una storia di primati di velocità
E se è facile immaginare sinergie tecniche in un grande polo del lusso tra i brand del Gruppo Volkswagen, tornano d’attualità le parole dello stesso Winkelmann, lo scorso aprile, quando escluse il ricorso a un’architettura condivisa: una Bugatti deve conservare un'indentità unica, che sia anche tecnica.
Link copiato