Uno studio del World Energy Council quantifica il volume di veicoli a zero emissioni necessari per centrare gli obiettivi sempre più stringenti legati ai consumi
22.08.2016 16:49
Stati Uniti, Europa e Cina. Tre mercati che valgono qualcosa come 40 milioni di auto vendute ogni anno e, conseguentemente, una fetta importantissima delle emissioni inquinanti derivanti dai veicoli a motore per il trasporto privato. Il World Energy Council ha condotto uno studio approfondito per quantificare il volume di auto elettriche necessario affinché si possano rispettare i limiti sempre più stringenti imposti dagli enti regolatori in materia di consumi ed emissioni inquinanti. Da qui al 2020, le norme definite negli USA, in Europa e in Cina obbligheranno a un miglioramento dei consumi pari al 30%, obiettivo perseguibile, secondo lo studio dell'organismo impegnato nella promozione di sistemi energetici sostenibili e accessibili, incrementando notevolmente il volume di vendite delle auto elettriche.
La quota di mercato attuale è inferiore all'1% e da qui si dovrà impartire un'accelerazione che appare clamorosa, valutando il lasso di tempo disponibile: nel 2020, servirà una quota di mercato nei tre mercati presi in riferimento pari al 16%: un'auto su sei tra quelle vendute dovrà essere elettrica. Per ciascuna delle aree esaminate, è stato determinato un Divario di auto elettriche da colmare. In Europa è pari a 1,4 milioni di veicoli, circa il 10% del volume complessivo stimato di auto per trasporto privato vendute nel 2020. Negli Stati Uniti la quota è dell'11%, un gap di elettriche pari a 900 mila veicoli, mentre in Cina dovrà colmarsi un "vuoto" di 5.3 milioni di auto, pari al 22% di quota di mercato.
Un ruolo essenziale lo avranno gli Stati nazionali, chiamati a definire programmi di incentivazione all'acquisto per i consumatori, strumenti di tipo finanziario ma anche operativi, basti pensare alla capillarizzazione della rete di ricarica. Per il World Energy Council, un'impennata delle vendite di auto elettriche non solo abbatterebbe la quota di emissioni di Co2 ascrivibili al settore automotive, ma creerebbe anche nuove opportunità di crescita economica in quella che è l'infrastruttura energetica, a fronte di un incremento ritenuto gestibile, in termini di fornitura aggiuntiva di energia elettrica.
I dati, a tal proposito, dicono di un adeguamento in Europa pari a 3,7 TWh (Terawattora) extra, equivalente alle richieste energetiche di 734 mila abitazioni, negli USA andrebbe incrementata la fornitura di 4,5 TWh e in Cina di 26 TWh. Numeri che sembrano enormi, ma in realtà equivalenti a una crescita dello 0,5% annuo sulll'energia generata nel 2014 per tutti i tre mercati esaminati dallo studio E-Mobility, che guarda al 2020 ma anticipa una sfida per i costruttori valutata in un lasso temporale di medio-lungo periodo, a 10 anni: spalmata su questa durata è la sfida per la riduzione dei consumi delle auto. Elettriche e ibride a batteria rappresentano una via obbligata, dimostrando il World Energy Council di credere relativamente a ulteriori progressi nella tecnologia dei motori endotermici senza un'assistenza elettrica.
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