Nella storia del brand, è questa la sigla dei modelli più sfidanti, dai primi concept, alla roadster MX-5, fino al crossover full-electric MX-30
14.08.2020 ( Aggiornata il 14.08.2020 12:16 )
La capacità di andare controcorrente sfidando le convenzioni, ma anche la voglia di innovare e regalare ai propri utenti nuovi standard in termini tecnologici e di piacere i guida. Dalle concept, alle vetture di serie, fino a quelle da competizione, la sigla MX, in casa Mazda, è sempre stata, in un certo senso, l’avanguardia dei valori del brand. Ancora di più oggi, che nell’anno del centenario, accompagna l’uscita della Mazda MX-30, innovativo crossover full-electric pronto ad affrontare le nuove sfide imposte dai tempi moderni.
Una sigla che, per la Casa nipponica, è sinonimo di innovazione e sfide coraggiose: tutte le MX che hanno fatto la storia
Guarda la gallerySicuramente la MX più celebre nella storia del marchio è la roadster campione di vendite MX-5 presentata nel 1989; ma già nel 1981 la sigla esordiva con un concept futuristico dal fascino assoluto, la MX-81 Aria progettata dai designer dell’italiana Bertone. La base era la Mazda 323 mentre le linee erano caratterizzate da un’avveniristica forma a cuneo, rivestita da una livrea dorata. Tanti gli elementi di fascino, dall’ampia superficie vetrata, ai fari a scomparsa, passando per il volante rettangolare incassato, il cockpit a schermo TV e i sedili anteriori oscillanti.
Il “capitolo successivo” fu la concept MX-02 del 1983, con le ruote posteriori sterzanti. Un vero concentrato di innovazione, che comprendeva anche un sofisticatissimo (per l’epoca) head-up display sul parabrezza. Nel 1985 è invece la volta del concept MX-03, una sportiva dal fascino non convenzionale, e dal caratteristico design frontale, equipaggiata con un motore a triplo rotore da 315 CV. Caratteristiche tecniche peculiari erano le 4 ruote sterzanti e la trazione integrale, mentre al posto del classico volante aveva una cloche da aereo e non mancavano display digitali e l’head-up display. Notevole il Cx aerodinamico pari a solo 0,25.
Svelata al Motor Show di Tokyo del 1987, infine, la MX-04, ancora una sportiva, si caratterizzava per la trazione posteriore e il motore (un rotativo) in posizione anteriore. Un modello che poteva essere trasformato da coupé (con la parte superiore interamente vetrata) a roadster, con fiancate aperte stile buggy da spiaggia.
Ma è nel 1989 che la sigla MX esplode, grazie all’arrivo di uno dei modelli globalmente più apprezzati di Mazda, oltre ad essere la roadster più venduta al mondo. La Mazda MX-5 vedeva la luce in un periodo in cui l’industria automobilistica si era allontanata dall’auto sportiva economica; ma la decisione era ormai presa: sfidare le convenzioni per creare una perfetta reinterpretazione moderna della classica roadster a trazione posteriore. Una scommessa decisamente vinta.
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Guarda la galleryAnche i due modelli successivi contraddistinti da questa sigla furono di serie, entrambi realizzati partendo dal successo della MX-5, ma offrivano stili da coupé molto diversi. Commercializzata dal 1992 al 1993, la Mazda MX-3 è stata una coupé hatchback a quattro posti che accantonò la consuetudine delle normali berline a due volumi per offrire agli acquirenti qualcosa di molto più elegante e sportivo, meritandosi ancor di più la sigla MX, visto che disponeva del più piccolo motore V6 al mondo. La più grande MX-6 coupé a due posti offriva lo stile di una grande coupé premium al prezzo di una berlina da famiglia
Nata negli anni ‘90 come “erede” dei rotativi giapponesi in ambito racing, almeno sul piano prestazionale, la MXR-01 è stata la più estrema delle MX. Pronta a scatenarsi nel Campionato Mondiale Vetture Sport del 1992, era basata sulla Jaguar XJR-14 delle precedenti stagioni, ed era dotata di un motore V10 Judd a marchio Mazda. Nota per grip e deportanza straordinari, venne costruita in soli cinque esemplari; purtroppo, però, il crollo del Campionato Mondiale Vetture Sport alla fine del 1992 segnò la fine dei programmi sportivi a livello mondiale di Mazda e negò alla MXR-01 la possibilità di vincere.
Sono molti i concept che, a partire dai primi anni 2000, con la sigla MX hanno aperto la strada a modelli cardine della produzione più recente del brand. Basti pensare a quanto, nella monovolume Mazda5, ci fosse della MX-Sport Tourer del 2001 e della MX-Flexa del 2004 (in particolare, da quest'ultima, aveva ereditato le caratteristiche porte scorrevoli posteriori).
La concept MX-Sport Runabout del 2002 ha invece anticipato il moderno aspetto della seconda generazione della Mazda2, mentre la MX-Sportif del 2003 è stata la concept che prefigurava la prima generazione della Mazda3.
SUV e crossover Mazda: di che CX-Sei? VIDEO
Il mondo corre sempre più veloce e non è facile riuscire a star dietro a tutto. Per andare incontro alle tante esigenze della mobilità quotidiana, quindi, occorrono i giusti alleati. Mazda ha deciso di riunire sotto un unico prefisso, CX, un’intera famiglia di suv-crossover capaci di soddisfare le aspettative di un pubblico ampio ed eterogeneo: CX-3, CX-30 e CX-5. Oltre a posizionarsi in segmenti diversi - che si tratti di stile, praticità o spazio a disposizione - ognuno di loro sa mettere in tavola qualcosa di unico. Tre modi differenti di interpretare l’universo SUV Crossover, ma nonostante ciò, tutti uniti da uno stesso comune denominatore: quella capacità profondamente Mazda di riuscire a dar vita a mezzi dalla spiccata personalità - estetica, tecnologica e prestazionale - che li rende immediatamente distinguibili da qualunque altro. In questo video andremo alla scoperta delle loro caratteristiche principali e peculiarità, per scoprire… di che CX-Sei.
Guarda il videoDopo la MX-MicroSport, concept di hatchback studiata per gli Stati Uniti, la MX che ha indirizzato il brand sulla strada di un’altra “storia importante” è stata la MX-Crossport del 2005. Il concept si ispirava alla sportiva RX-8 ma, anticipando quello che poi sarebbe stato un vero e proprio trend, la reinterpretava in chiave SUV sportivo. Elementi caratteristici erano i fari aggressivi, i passaruota scolpiti e linee audaci, che anticipavano la Mazda CX-7, primogenita di una stirpe sfociata nelle attuali CX-5 e CX-30. E ora, con l’arrivo della rivoluzionaria MX-30, è giusto che la sigla MX ritorni a un modello di serie, come degno “titolo” di un nuovo capitolo nella storia del marchio.
Prova Mazda MX-30: la Grande Bellezza incontra l'elettrico FOTO
Una Roma deserta, straordinariamente ancora più bella e mozzafiato è stata la cornice perfetta per la prova del crossover elettrico della Casa di Hisroshima. Il rombo da V6,il motore e-SkyActiv con un pacco batterie Panasonic da 35 kWh, capace di garantire 145 cv, 270 Nm e no a 262 km di autonomia: ecco la filosofia tanto amata dello Jinba Ittai (cavallo e cavaliere)nel teste drive della Grande Bellezza
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