Stellantis, scontro sull'automotive, le reazioni della politica

Stellantis, scontro sull'automotive, le reazioni della politica

Le opposizioni chiedono un intervento del governo, mentre all'interno della maggioranza emergono posizioni divergenti

04.12.2024 ( Aggiornata il 04.12.2024 09:25 )

L’addio tumultuoso dell’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, ha acceso un vivace confronto politico.

I partiti di minoranza chiedono un'informativa urgente in Parlamento alla premier Giorgia Meloni. Nel frattempo, all'interno della maggioranza si registrano visioni contrastanti.

Alberto Gusmeroli, presidente della commissione Attività Produttive della Camera e membro della Lega, riferisce di una conversazione telefonica con il presidente di Stellantis John Elkann. “Ho avuto un colloquio telefonico con lui”, afferma Gusmeroli. “A fronte della mia rinnovata richiesta di audizione, ha ringraziato per l'attenzione che il Parlamento continua a riservare al settore automotive e a Stellantis, ma in questa fase ha tuttavia asserito di attendere la chiusura del tavolo di interlocuzione con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy”.

Tavares e il Futuro di Stellantis: Polemiche e Incertezze

Sarà possibile – riferisce Gusmeroli - individuare un momento successivo di confronto istituzionale, come anche richiesto dalle mozioni presentate in Parlamento". L'attesa per un confronto con Elkann in Parlamento si protrae.

"Venga in Commissione e dimostri l'attaccamento nei confronti dell'Italia che altri pensano lui abbia, e che mai ha dimostrato", sostiene Luca De Carlo di Fratelli d’Italia. Enrico Borghi di Italia Viva sollecita "l'immediata calendarizzazione di un intervento del governo in Aula".

Chiara Appendino del Movimento 5 Stelle aggiunge: "Non possono lavarsi così la coscienza nei confronti di un Paese che ha dato non tanto, ma tantissimo all'azienda".

La Lega coglie l’occasione per criticare l'azienda e la sua proprietà. Il vicepremier Matteo Salvini sferra un attacco a Elkann. "Il problema più che Tavares e le sue esorbitanti richieste è la proprietà. È una proprietà che di italiano ormai ha ben poco, che ha preso soldi in Italia per decenni per aprire fabbriche all'estero", dichiara Salvini.

Le Opposizioni: "Meloni Venga in Parlamento"

"Bisogna convocare i sindacati", aggiunge il ministro. "Il mio pensiero da ministro dei Trasporti è vicino agli operai e alle loro famiglie, faremo di tutto per salvaguardarli", rassicura Salvini, concludendo che Stellantis "è il peggior esempio di come si fa impresa con il denaro pubblico”.

Nel frattempo, le opposizioni chiedono a gran voce l’intervento della premier. Pd, M5s, Avs e Azione sollecitano un'informativa urgente alla premier Giorgia Meloni su Stellantis. Chiara Appendino (M5S) prende la parola sottolineando che Tavares "non ci mancherà" e "cadrà in piedi". "È indecente, come si legge, che abbia una buona uscita da 100 milioni di euro, mentre migliaia di lavoratori faticano ad arrivare a fine mese", aggiunge.

"Sa quanti anni ci metterebbe un operaio di Stellantis con uno stipendio medio a guadagnare 100 milioni? Quattromila anni! Le pare normale? A me no", ribadisce Appendino.

Anche Arturo Scotto del Partito Democratico chiede un'informativa a Meloni sulla "emergenza automotive". "Saranno anche le regole del capitalismo, ma quanto può reggere il patto democratico se l'ad di una grande azienda guadagna 529 volte in più di un suo lavoratore? Quanto può reggere?", si interroga Scotto.

Il futuro dell'automotive: incognite e sfide

Marco Grimaldi (Avs) si unisce alla richiesta: "Chiediamo che Giorgia Meloni venga in quest'Aula per un'informativa su Stellantis e venga" anche John Elkann".

"Vogliamo chiedere a Giorgia Meloni se il suo governo è pronto a sottrarre ogni alibi alla fuga di Stellantis, a partire dalla revoca del taglio di 4,6 miliardi al fondo automotive per la transizione ecologica, vincolandoli alla produzione in Italia di nuovi modelli, e se è pronto per un piano industriale per dare un futuro al paese", prosegue Grimaldi.

Anche Fabrizio Benzoni di Azione si unisce alle richieste. "Mi unisco a questa richiesta e mi stupisce che non ci sia una parola della maggioranza su questa vicenda che tenga unito il Parlamento. Le priorità del Paese sono audire gli azionisti di Stellantis per comprenderne le intenzioni", dichiara Benzoni. "Noi da domani ricombattiamo per una audizione per John Elkann. È vergognoso il rifiuto di venire in commissione", conclude il rappresentante di Azione.

Il futuro di Stellantis in Italia è avvolto da incertezze e da forti tensioni politiche.

La premier Meloni, da parte sua, ha sottolineato l'impegno del governo per rivedere le normative europee sull'automotive. "L'Italia è capofila in Europa di un non paper sull'automotive che chiede di rivedere quelle norme che rischiano di mettere in ginocchio l'industria europea dell'auto, e di riaffermare il principio della neutralità tecnologica. Noi siamo convinti che vadano usate e sostenute tutte le tecnologie che contribuiscono ad abbattere le emissioni, senza chiusure ideologiche e dannose per molte filiere", afferma Meloni.

"Il governo italiano - aggiunge - lavorerà per fare in modo che la transizione ecologica torni a camminare di pari passo con la sostenibilità economica e sociale, semplicemente perché non possiamo inseguire la decarbonizzazione al prezzo della desertificazione economica: banalmente, in un deserto non c'è niente di verde”.

L’incontro previsto per il 17 dicembre tra il governo e Stellantis potrebbe rappresentare un momento cruciale per il futuro dell'automotive in Italia.

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