Ecco tutte le reazioni, più morbide e più dure, dei sindacati e dei membri del Parlamento, sull'addio dell'Amministratore Delegato al Gruppo Stellantis
02.12.2024 12:35
Le dimissioni di Carlos Tavares dall'incarico di CEO di Stellantis non scuotono solo il mondo dell'automotive. Come previsto, forti ripercussioni ci saranno anche sul fronte della politica. Durante una delle sue ultime apparizioni ufficiali nel ruolo, aveva dichiarando di aver percepito un clima di “rabbia e livore” tra deputati e senatori. Ma quali sono state le reazioni da parte dei sindacati italiani e dei politici?
Il segretario della Uil, Rocco Palombella ha affermato: "Dopo le dimissioni dell'ad Tavares ci aspettiamo nel tempo più breve possibile un nuovo management che dia discontinuità rispetto al passato, rispetto agli impegni occupazionali, produttivi e industriali nel nostro Paese. Il nuovo ad abbia a cuore gli stabilimenti e i lavoratori italiani. Riporti in Italia la produzione di auto e rilanci il polo del lusso della Maserati . Per gestire la transizione serve responsabilità e tutela dell'occupazione e delle professionalità".
Un intervento immediato è anche richiesto dal numero uno della Fiom-Cgil Michele De Palma, che su Facebook ha commentato: "Tavares si è dimesso. I lavoratori italiani rimangono. E noi vogliamo un piano industriale e occupazionale subito". Un immediato incontro a Palazzo Chigi, questo è invece quello che chiede il collega Ferdinando Uliano: “Ora, più che mai, diventa fondamentale individuare rapidamente un nuovo amministratore delegato che possa rispondere positivamente alle istanze da noi poste e che possa in tempi brevi aprire con noi il confronto necessario per rispondere positivamente alle nostre richieste. Servono investimenti strategici in Italia, a partire dall'introduzione di una nuova piattaforma produttiva small, nuovi modelli, investimenti in ricerca e sviluppo, serve confermare la gigafactory di Termoli, servono garanzie che non ci siano chiusure di stabilimenti e licenziamenti unilaterali, che avrebbero conseguenze devastanti per le famiglie e i territori”.
"Tavares? Più milioni che soluzioni. Non sarà rimpianto", ha detto Maurizio Gasparri, spalleggiato dal capogruppo di Fratelli d'Italia in commissione Attività produttive della Camera, Luca De Carlo, che afferma: "Prendiamo atto delle dimissioni di Tavares, di cui non serbiamo un buon ricordo sicuramente e con cui è stato impossibile improntare un dialogo sul futuro dei lavoratori di Stellatis. Ora, in previsione di un riassetto e confidando nel nuovo corso dell'azienda, è nostro dovere chiedere ancora con più forza che John Elkann venga in Parlamento a svolgere l'audizione precedentemente richiesta in commissione Attività produttive. Il confronto ricordo non è mai a perdere".
Rimanendo nel gruppo Fdi, anche Salvatore Caiata, dice la sua senza tanti filtri: "Con le dimissioni di Tavares per Stellantis e per l'Italia è l'inizio di una nuova pagina della politica industriale italiana. Non rimpiangeremo la sua assenza, con le sue dimissioni si pone fine a una politica scellerata nei riguardi di uno degli asset fondamentali del nostro Paese, non solo da un punto di vista della produzione, ma anche di natura identitaria. Le sue dimissioni rappresentano, speriamo, finalmente il primo gesto di una strategia industriale a lungo troppo attesa".
Ancor più duri i toni utilizzati da Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera: "Era ora che Tavares se ne andasse, ma la transizione al nuovo management richiede responsabilità, tutela dell'occupazione e valorizzazione delle competenze. Diventa quindi ancora più importante che John Elkann si presenti al più presto in Parlamento per riferire sul futuro di Stellantis".
Anche dall'altra parte si sottolinea come le dimissioni di Tavares siano un'occasione per voltare pagina. Questo il commento del responsabile dell’Economia del Pd, Antonio Misiani: "Le dimissioni di Tavares evidenziano quanto sia grave la crisi che ha investito Stellantis e tutto l'automotive europeo. Ora bisogna voltare pagina e tutti devono fare la propria parte. L'azienda, mettendo in campo un piano industriale all'altezza di una fase estremamente difficile. Il governo, ripristinando gli strumenti di politica industriale assurdamente tagliati con la legge di bilancio. Chiederemo nuovamente a John Elkann di venire in Parlamento per confrontarsi sul futuro di Stellantis e del settore".
Della stessa idea è Carlo Calenda, leader di Azione, che non ha mai nascosto la sua "antipatia" per l'ex CEO: "Non rimpiangeremo Tavares. Il sostenitore della teoria ‘darwiniana’ applicata però solo ai lavoratori”. Queste invece le parole di Giuseppe Conte: “Va via un manager, ma resta sul tavolo l'enorme preoccupazione per il futuro degli stabilimenti, dell'indotto, di tanti lavoratori alle prese con stop, commesse che saltano, cassa integrazione. Domani a Pomigliano saremo con loro per ascoltare le loro posizioni e per confrontarci per le possibili soluzioni". E poi all’esecutivo Meloni: “Il governo dovrebbe finalmente battere un colpo: finora lo si è notato per l'assenza. Il futuro dell'automotive non può essere lasciato all'improvvisazione".
Infine, sulla questione si è pronunciata anche Chiara Appendino, vicepresidente del Movimento 5 Stelle ed ex sindaca di Torino: "Tavares non mancherà, la sua gestione è stata drammatica per l'Italia. Ora la proprietà non ha più scuse: presenti un piano industriale serio. Al Paese, alle imprese e ai lavoratori non serve un capro espiatorio ma un'inversione di rotta della linea aziendale".
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