L'azienda ha ribadito sia la contrarietà nel rivedere i piani europei, sia la centralità di Fiat
14.11.2024 14:23
Al Tavolo Stellantis, convocato dal Ministro delle Imprese e Made In Italy, Alfonso Urso, è stato ribadito come sia finita la stagione dei contributi statali ai privati, ma è stata fatta anche una precisa richiesta ai delegati Stellantis presenti di fare chiarezza su piani e investimenti previsti per l'Italia
La reazione di Stellantis no si è fatta attendere, ribadendo di non trovarsi d'accorod con la proposta del Governo di ritatdare gli obiettivi UE sulle emissioni, proprio per difendere gli investimenti fatti: "Modificare la regolamentazione in corsa non è una buona idea perché il mondo non tornerà indietro sulla elettrificazione e l’Italia è un Paese esportatore".Ha detto Daniela Poggio, vicepresidente Communication & Public Affairs di Stellantis Italia, ricordando le parole del ceo Carlos Tavares, in occasione dell’audizione svoltasi in Parlamento lo scorso 11 ottobre. "In questo momento di transizione - aggiunge -, le politiche che garantiscono la stabilità delle regole sono più importanti che mai e i target del 2025 erano noti fin dal 2019, in quanto sono rimasti gli stessi decisi nella legislazione europea 2014-2019. Modificare ora gli obiettivi avrebbe effetti negativi perché l’industria automobilistica opera su tempi molto lunghi. Il piano strategico 'Dare Forward 2030' prevede la decarbonizzazione entro il 2038 sia dei veicoli sia dei processi produttivi e di raggiungere entro il 2030 la vendita del 100% di veicoli elettrici in Europa e il 50% in Usa. Un investimento di 50 miliardi di euro e quattro piattaforme native elettriche, ma capaci di accogliere le trazioni endotermiche".
Poggio ricorda ancora che "la transizione verso l’elettrificazione è stata indicata dalle istituzioni europee". In generale "la riconversione - ribadisce - comporta un maggiore costo dei veicoli elettrici del 40%, e questo è il principale problema che non abbiamo ancora risolto", mentre "la concorrenza cinese ha il 30% di vantaggio sulla competitività dei costi e la Cina è entrata in una fase di sovraccapacità produttiva (come l’Europa) e oggi è il primo esportatore mondiale"
"Stellantis ha un piano per l'Italia e lotteremo per difendere la nostra leadership". Ha ribadito poi Poggio. Il gruppo "con la sua dimensione internazionale, ha potuto mantenere una posizione di forza all'interno del settore per affrontare le difficoltà del presente e le sfide del futuro. E Fiat, primo marchio all’interno del gruppo, è leader in Brasile, Turchia, Algeria, e in Italia".
Su piano industriale e investimenti, poi è toccato a Giuseppe Manca, responsabile Risorse Umane di Stellantis Italia, illustrare i piani. "Stellantis non intende chiudere nessun stabilimento in Italia, così come non ha nessuna intenzione di fare licenziamenti collettivi", ha detto il manager. In particolare su Melfi Manca ha ricordato che arriveranno cinque modelli precisando cìi tempi dei lanci: nel 2025 uscirà nel primo trimestre la prima Ds e, nel terzo, la nuova Jeep Compass elettrica. Nel 2026 arriverà nel primo trimestre la seconda vettura Ds, nel secondo la Jeep Compass Ibrida e nel terzo la nuova Lancia Gamma.
Infine, sullo stop definitivo agli incentivi: "Visto il mercato dell'automobile e dell'elettrico, è chiaro che lo stop degli incentivi costituisce un problema" ed è "chiaro che è un problema per il mercato italiano". ha proseguito Manca. Ma "la rivisitazione degli incentivi va rivista a livello europeo", ha aggiunto. Manca ha spiegato che "oggi Stellantis produce molto per il mercato estero, la 500 Bev di Mirafiori è fatta soprattutto per il mercato straniero". "I modelli che arriveranno già subito - ha continuato -, nel primo trimestre del 2025, sono appetibili per il mercato straniero. Quindi è chiaro che vale la pena parlare di incentivi, ma a livello europeo. Su questo mi sembra che ci sia un impegno del ministro a rivedere tutte queste posizioni a Bruxelles". Manca ha ribadito che l'impegno di Stellantis per l'Italia "rimane". "Abbiamo, ancora una volta, sottolineato il fatto che non è nostra intenzione, come sta avvenendo nel resto d'Europa, minacciare chiusure di stabilimenti né licenziamenti collettivi", ha concluso.
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