Elezione Trump, BMW non teme la minaccia dei dazi

Elezione Trump, BMW non teme la minaccia dei dazi

La produzione a Spartanburg, la domanda di modelli prevalentemente suv, il lento procedere dell'elettrico, sono fattori favorevoli a BMW per contenere l'effetto dei possibili dazi sulle auto fatte in Europa

06.11.2024 ( Aggiornata il 06.11.2024 18:15 )

Donald Trump è nuovamente presidente eletto degli Stati Uniti. Una vittoria che giunge al termine di una campagna elettorale nella quale ha espresso concetti forti e chiari sulla produzione automobilistica e la protezione del mercato interno dall'importazione di auto costruite in Europa.

Il rischio di una barriera commerciale agli scambi con il Vecchio Continente, la possibilità dell'incremento ulteriore dei dazi, di 10 punti percentuali per un totale del 20%, è concreto e passerà alla prova dei fatti dall'insediamento del prossimo gennaio.

Nuova BMW X3: la prova

Nuova BMW X3: la prova

La BMW X3 arriva alla quarta generazione con un design massiccio e moderno, caratterizzato da una grande presa d'aria e fari LED adattivi. La gamma motori include un benzina da 208 CV, un diesel da 197 CV e un ibrido plug-in con 299 CV e autonomia elettrica di oltre 80 km. Gli interni sono stati semplificati, con un grande touchscreen da 14,9”. In prova, il modello X3 20 xDrive offre buone prestazioni, mentre la versione top di gamma M50 xDrive da 398 CV raggiunge i 250 km/h

Guarda la gallery

BMW ridimensiona il rischio 

Se già l'amministrazione Biden è intervenuta nell'erigere muri commerciali sull'importazione negli USA di auto prodotte in Cina, Trump guarda anche al Messico quale porta d'ingresso della produzione automobilistica destinata agli USA. E le misure potrebbero essere ben più stringenti rispetto all'innalzamento delle tariffe doganali sulla produzione europea.

Chi negli USA ha il più grande sito produttivo del Gruppo è BMW. I risultati nel terzo trimestre sono stati in flessione, anche per le vicende legate a campagne di richiamo di alcuni modelli.

A sentire Oliver Zipse, a.d. del Gruppo, BMW ha gli "anticorpi" per superare una politica di chiusura degli USA ai prodotti, alle auto, realizzate fuori dal Paese. Due terzi delle vendite BMW negli Stati Uniti sono ottenute attraverso modelli realizzati a Spartanburg, impianto che supporta anche l'esportazione di modelli in Cina e Regno Unito. Diversa è l'analisi sui modelli prodotti a San Luis de Potosi, in Messico, come la Serie 2 Coupé e M2. 

Zipse ha commentato l'ipotesi di maggiori tariffe doganali al limite di "un vantaggio per BMW. Perché abbiamo un'impronta negli USA molto, molto ampia. A tal proposito, non dovremmo essere particolarmente nervosi su ciò che potrà accadere", le parole riportate dall'agenzia di stampa Bloomberg.

L'elevata capacità produttiva di BMW a Spartanburg, in South Carolina, è valsa nel 2023 oltre 410 mila auto prodotte. Il Gruppo ha i margini per riorganizzare la produzione e concentrare in loco parte dei modelli attualmente importati dall'Europa.

BMW, i Suv a Spartanburg e le batterie a Woodruff

Spartanburg ha celebrato lo scorso giugno 30 anni di attività ed è stato annunciato un investimento di 200 milioni di dollari. Le elettriche verranno prodotte, dal 2026, presso l'impianto che assembla la nuova X3. 

Complessivamente, sulle operazioni negli USA il Gruppo ha annunciato nel 2022 investimenti per 1,7 miliardi di dollari. Settecento milioni andranno alla produzione di batterie, un nuovo impianto a Woodruff. Batterie destinate alle elettriche prodotte a Spartanburg dal 2026.

Da Michelin a Schaeffler: le ultime imprese automotive pronte a chiudere

  • Link copiato

Commenti

Leggi auto.it su tutti i tuoi dispositivi

Auto, copertina del meseAuto, copertina del meseAuto, copertina del mese