Rispetto a un anno fa, le vendite sono calate del 9,1%. La fine degli incentivi e il taglio governativo al fondo automotive hanno mandato in stallo il settore
04.11.2024 ( Aggiornata il 04.11.2024 18:33 )
Altro risultato negativo per il mercato auto in Italia. Nel mese di ottobre sono state immatricolate 126.488 vetture, il 9,1% in meno rispetto alle alle 139.078 di un anno fa, nonostante un giorno lavorativo in più. Nei primi 10 mesi del 2024, sono state vendute 1.328.663 unità, appena lo 0,96% in più rispetto alle 1.316.001 dello stesso periodo 2023, un volume comunque inferiore del 18,3% rispetto al pre-pandemia. Situazione negativa che ha spinto l’Unrae a rivedere a ribasso le stime fatte a luglio di circa 30.000 unità. Il volume totale di immatricolazioni è previsto ora in 1,59 milioni di vetture, con un modesto incremento dell’1,5% sul 2023, ancora in forte deficit (-17,0%) rispetto al pre-Covid, dovuto anche ad un persistente indebolimento del potere d’acquisto delle famiglie.
Le prospettive indicano un mercato sostanzialmente piatto anche per il 2025, a 1,6 milioni, ben lontani dai circa 2 milioni del 2019, una crescita dello 0,6% appena rispetto a quanto previsto per l’anno in corso.
Nello specifico, l’andamento del mercato vede la quota di mercato BEV ferma a ottobre al 4,0% - in arretramento rispetto al 5,2% di settembre – e PHEV stabili al 3,4%, per un totale di ECV pari al 7,4%. motore a benzina, con una flessione in linea con il mercato complessivo, conferma il 27,5% di quota, 29,2% nel cumulato (+1,1 p.p.). Il diesel perde altri 2,1 punti in ottobre scendendo al 13,1% e al 14,0% nei 10 mesi (-4,3 p.p.), mentre il Gpl perde 0,7 punti, fermandosi al 9,2% nel mese e al 9,4% nel cumulato (+0,4 p.p.); il metano immatricola appena 3 autovetture nel mese, nei 10 mesi copre lo 0,1%. Le vetture ibride salgono al 42,8% di share (+3,8 p.p.) e al 39,9% nel cumulato (+3,8 p.p.), con un 13,5% per le “full” hybrid e 29,3% per le “mild” hybrid in ottobre.
Ai dati negativi, si aggiunge anche la forte preoccupazione del settore per la governativa di ridurre di 4,6 mld di euro (80% del totale) il Fondo automotive per il periodo 2025-30. Un drastico abbattimento che per l’Italia significa arrestare il processo di transizione ecologica, già in ritardo rispetto ad altri Paesi europei, e compromettere in modo forse irreversibile il raggiungimento degli obiettivi dell’UE.
“I risultati del mese sono una chiara conferma della necessità di attenzione al percorso di transizione nel nostro Paese verso la sostenibilità”, commenta Michele Crisci, Presidente di UNRAE. “Emerge con chiarezza l'urgenza di rifinanziare l'Ecobonus per i prossimi anni. Risulta prioritario revocare la decisione di tagliare il Fondo automotive, ma anche individuare nuove misure che consentano di raggiungere gli sfidanti obiettivi fissati dall'UE per il settore”.
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