Tavares in Parlamento: “Lotteremo come dannati, Stellantis resta in Italia”

Tavares in Parlamento: “Lotteremo come dannati, Stellantis resta in Italia”© LAPRESSE

Il CEO di Stellantis è stato ascoltato dalle commissioni Attività Produttive della camera e Industria del Senato. Bollente lo scontro con le opposizioni

di Redazione

11.10.2024 ( Aggiornata il 11.10.2024 17:26 )

È una giornata incandescente quella di oggi, 11 ottobre, per Carlos Tavares. Dopo l'annuncio della sua uscita di scena all'inizio del 2026, il CEO di Stellantis è stato ricevuto nella Sala del Mappamondo di Montecitorio, dove ha riferito alle commissioni Attività Produttive della camera e Industria del Senato. Il tema, estremamente spinoso e attuale, era quello della produzione nelle fabbriche italiane nel Gruppo, e le strategie che Stellantis intende intraprendere per scongiurare il declino industriale del settore automobilistico nel nostro Paese.

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Tavares: Stellantis non vuole lasciare l'Italia

“Non è vero che non abbiamo una strategia per l'Italia – ha subito chiarito Tavares alle commissioni parlamentari – Non abbiamo alcuna intenzione di abbandonare l'Italia o che qualcuno sfidi la nostra leadership. Abbiamo la capacità per sostenere un milione di clienti. Mi chiedono se voglio vendere siti: la mia risposta è no. Non abbiamo alcuna intenzione di abbandonare la nostra posizione, lotteremo come dannati per mantenerla".

Poi il passaggio sull'introduzione dei nuovi limiti per le emissioni di CO2, fissati a 95 grammi per chilometro con multe salatissime previste per i trasgressori: Noi non chiediamo il rinvio della scadenza del 2025, siamo pronti. Abbiamo bisogno della stabilità dei regolamenti perché dobbiamo pianificare in anticipo. Ci serve un ambiente stabile e durevole" ha detto Tavares.

Tavares, servono stabilità e bassi prezzi dell'energia

Un tema, quello della stabilità, molto caro al manager portoghese che ha voluto insistere su questo punto: “Abbiamo lavorato molto duramente per fare in modo che le vetture e i componenti che usiamo siano in linea con i requisiti fissati. Vi chiediamo stabilità della regolamentazione perché nel nostro settore i tempi sono lunghi, dobbiamo programmare con largo anticipo. Abbiamo un piano preciso che ho condiviso con i nostri partner, abbiamo assegnato nuovi prodotti a tutti gli stabilimenti italiani fino al 2030, in alcuni casi al 2033”.

Tavares non ha però mancato di sottolineare le difficoltà alle quali deve andare incontro Stellantis in Italia, soprattutto per quello che riguarda i costi di produzione: “Il problema sono i costi troppo alti in Italia, il 40% più alti di quelli che devono sostenere i nostri concorrenti – ha detto il CEO del Gruppo - Ad esempio quello dell'energia è molti elevato, il doppio della Spagna. Non so perché. Questo è un enorme svantaggio perché non permette di difendere i margini. Produrre veicoli che non possono essere acquistati dalla classe media perché costano troppo è inutile" ha attaccato Tavares.

Audizione Tavares, opposizioni insoddisfatte

Le parole dell'amministratore delegato di Stellantis non sono state giudicate pienamente convincenti dai leader dei principali partiti di opposizione, che hanno espresso le proprie perplessità nel corso dell'audizione. Elly Schlein, segretario del Partito Democratico, ha detto: "Ci aspettavamo molto di più da questa audizione. Crediamo che sia interesse dell'Italia salvaguardare la vocazione manufatturiera. Abbiamo bisogno di un'industria moderna. Siamo per questo molto preoccupati della situazione. Condividiamo le ragioni dello sciopero del 18 ottobre e chiediamo che Stellantis si confronti con i lavoratori. Chiediamo chiarezza, molto più di quella che abbiamo sentito qui. Perché invece noi abbiamo visto dei segnali di disimpegno, di disinvestimento".

Sulla stessa linea Giuseppe Conte, presidente del MoVimento 5 Stelle: Il suo intervento è insoddisfacente e deficitario dal punto di vista degli interessi dei cittadini italiani perché non ci ha detto nulla sul futuro dei nostri stabilimenti, niente su investimenti e ricerca, niente sulla gigafactory di Termoli, niente sulle prescrizioni su Comau. Oggi andiamo via senza avere una prospettiva concreta sul destino dei nostri lavoratori" ha detto l'ex premier.

Carlo Calenda, leader di Azione: "Siamo qui a discutere di quello che avete detto e che non state facendo. Come è successo che i dipendenti sono diminuiti di oltre 11mila unità? Come mai siamo arrivati al minimo storico di produzione? Come mai persino la gigafactory di Termoli non c'è più? Le cose dette da lei e da Elkann si sono dimostrate tutte false".

Infine Marco Grimaldi, vicepresidente di AVS alla Camera: “La crisi la pagano i lavoratori, eppure Tavares è venuto a fare la vittima”.

La replica di Tavares sulla gigafactory

Agli attacchi delle opposizioni, Carlos Tavares ha affermato che "la gigafactory di Termoli è nei nostri piani, la capacità dipenderà dalla velocità alla quale riusciamo a crescere da un punto di vista delle celle Bev", ha detto Tavares, che poi ha attaccato: “se non volete elettrificare il mercato non c'è bisogno di nessuna gigafactory, altrimenti c'è bisogno. Questi stabilimenti rappresentano un investimento enorme, ma le capacità sono utili sono c'è una domanda altrimenti non facciamo nessun investimento in un piano che poi rimarrebbe inutilizzato”.

Intanto, resta potenzialmente bollente anche la data del prossimo 18 ottobre, giornata per la quale i sindacati hanno proclamato 8 ore di sciopero per tutti i dipendenti Stellantis. Prevista anche una grande manifestazione a Roma, che terminerà in Piazza del Popolo, a cui sono invitati anche i dipendenti delle aziende dell'indotto.

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