Con "She drives a Lambo" si va alla scoperta delle donne di Sant'Agata Bolognese: quelle professioniste, dietro le dream car, che lavorano con eleganza e determinazione
30.09.2024 08:31
Dentro e dietro l’appuntamento “She drives a Lambo” c’è un universo declinato al femminile plurale e tutto da raccontare. Perché se le dream car, firmate Lamborghini, si possono descrivere come “muscolose”, “aggressive”, “potenti” - aggettivi tipici di un approccio maschile - del processo creativo che le genera fanno parte professioniste attente, preparate, con indole che guarda al lusso come cura del dettaglio, armonia di sensi e bellezza applicata a innovazione e tecnologia. Quella femminilità che sa imporsi con eleganza e determinazione.
Non è un mondo maschile, è un insieme di specializzazioni ed eccellenze che lavorano per raggiungere traguardi e soddisfare i clienti. Soprattutto in un periodo storico veloce, nel quale per anticipare il cambiamento la visione deve essere ancora più ampia.
Dagli esordi, che per Lamborghini hanno avuto il significato di una sorta di sfida, il marchio ha vissuto innumerevoli fasi e profondi mutamenti, tutti accolti con un’apertura quasi rivoluzionaria. Il risultato è stato posizionamento e percezione differenti, che ne hanno decretato un successo a livello mondiale, confermato dal mercato.
L’impegno? Cambiare senza tradire l’essenza costruita su design, piacere di guida e dinamismo, che sono la formula perfetta che rende tale Lamborghini.
L’azienda emana un’energia contemporanea, a partire dal capitale umano che riveste una importanza primaria. E questo è uno degli aspetti sorprendenti di “She drives a Lambo”: un viaggio concreto e sensoriale all’interno del Costruttore di Sant’Agata Bolognese, tra linee di produzione, possibilità di personalizzazione, in selleria, nel reparto finizione, tra le icone esposte al museo e con una esperienza di guida sulla Revuelto, tra le colline toscane, talmente bella che descriverla è un’impresa complicata.
Dagli incontri e confronti tra donne per le donne, sono emerse storie di routine lavorativa e curiosità difficili da immaginare se non si ha il privilegio dell’ascolto.
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Elena Del Monte, Head of Body in White, Trims and Composites è un ingegnere meccanico, in Lamborghini del 2010. Dalla sua ha la passione per i motori nel DNA, essendo nata a Modena e cresciuta nella Motor Valley. Il percorso scolastico è stato da subito improntato nella giusta direzione e lo affianca, ogni giorno, all’incremento delle proprie competenze professionali, la vera sfida del suo mestiere. Dal punto di vista personale ha dovuto conquistare rispetto e credibilità, in un mondo che per tradizione si pensa maschile. Si occupa di sviluppo del telaio, carrozzeria esterni, interni e performance, in più in azienda c’è un centro di eccellenza all’avanguardia per la ricerca e lo sviluppo dei materiali compositi: sono stati solo il tempo e la sua preparazione ad abbattere piccoli sedimenti di eventuali pregiudizi.
Carine Schweitzer, che lavora da 4 anni in Lamborghini all’interno del settore Color and Trim del Centro Stile, ci accoglie nella Sala Olimpo, che ospita una Temerario e una Urus (della quale si può ammirare la linea di produzione dall’ampia vetrata di questa stanza “mitologica”). La sua squadra è formata da 7 donne e un uomo e sviluppano progetti tenendo in considerazione 5 pillar: touch & feel, position, sustainability, personalization, iconic details. La sensibilità, che è una caratteristica più femminile, contraddistingue questo dipartimento. Creare un colore è un processo impegnativo e lungo che richiede diversi approcci e che rappresenta per l’azienda un punto di forza primario. I clienti hanno infatti la possibilità di scegliere in una palette di oltre 400 nuance. Se il design definisce le linee, il colore le esalta e le personalizza. La sfida più grande è trovare materiali innovativi, e sostenibili, dunque tessuti che riescano ad essere il compromesso perfetto tra sportività e lusso.
Configurare una Lamborghini non è un gioco da ragazzi, vista le infinite possibilità legate alla personalizzazione sia degli esterni, sia degli interni. Un prodotto unico ed esclusivo richiede una conoscenza approfondita sia dei modelli sia della moda, delle tendenze, delle texture e dello stile. Capacità che si riconoscono in Camilla Keim, referente della Ad Personam Room, la “boutique” all’interno della quale il singolo cliente può scegliere ogni dettaglio per la sua auto. Non è un semplice lavoro di ascolto, ma un viaggio alla scoperta di quale sia la soluzione migliore in base al gusto, la cultura di provenienza, i desideri e i capricci di ciascuno. In questo show-room, che assomiglia alla stanza dei sogni dove tutto è possibile, la configurazione deve suscitare il “wow effect". Si parte dall’osservazione dei colori a disposizione e, in caso nessuno corrisponda a quanto il futuro proprietario immagina, se ne può creare uno ad hoc, anche addizionato di particelle di diamante. L’esperienza physically procede poi con l’analisi dell’abitacolo, all’interno del quale la fantasia si può sbizzarrire.
Durante il giro negli stabilimenti, passiamo tra le linee di assemblaggio e in selleria. Quest’ultimo uno spazio dove regnano cura e precisione. Il pellame, italiano, viene scrupolosamente controllato, lavorato e personalizzato. E anche ci sono tante le donne che prestano servizio in questa area.
Prima della consegna al cliente o al dealer, l’auto sosta nello spazio Finizione in media per 2 giorni e mezzo. La responsabile ci racconta che tutti i controlli vengono effettuati dal personale senza ausilio di macchinari.
Salendo a bordo della Revuelto per un percorso memorabile non si hanno dubbi: dietro modelli così seducenti, performanti, curati, eleganti si sente la presenza di una sensibilità più ampia. Quella femminile, quella di professioniste che sanno fare squadra e mettere in luce che l’unico passaporto per la parità di genere è la conoscenza profonda del mestiere e l’esperienza costruita un giorno dopo l’altro.
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