L'avvicendamento tra piccole porterà sul mercato i modelli elettrici ID.2 ed Epiq, solo nel 2026. La Polo europea si farà in Sudafrica, dove già nasce la GTI
23.09.2024 ( Aggiornata il 23.09.2024 17:20 )
Da Pamplona a Kariega, tra Johannesburg e Città del Capo. Si sposta la produzione della Volkswagen Polo, dalla Spagna al sito del Gruppo in Sudafrica.
Volkswagen Navarra ha assemblato l'utilitaria dal 1984 fino allo stop della produzione, deciso per adeguare l'impianto all'assemblaggio dei modelli elettrici che arriveranno nel 2026. Si tratta della ID.2all e della corrispondente versione a marchio Skoda , la Epiq. Entrambi, progetti su architettura MEB Entry e proporzioni da piccoli suv urbani.
Per una Volkswagen Polo che "migra" in Sudafrica, restano a Pamplona i B-suv T-Cross e Taigo, progetti gemelli della Polo nella tecnica.
A Kariega, in realtà, la produzione della Polo ha proceduto in parallelo a Pamplona e con l'obiettivo della commercializzazione sui mercati extraeuropei. È l'unico impianto, invece, a produrre la GTI, destinata ai vari mercati globali. Struttura di Volkswagen South Africa che, oltre ad assemblare l'utilitaria, ha realizzato il motore EA111.
Questa riorganizzazione nella localizzazione della produzione avviene con il modello ancora a reggere bene nelle vendite. È l'ottava auto più venduta in Europa nel primi 8 mesi dell'anno, con volumi nell'ordine delle 90 mila unità.
I dubbi che hanno accompagnato il futuro dell'utilitaria erano tutti legati alla normativa Euro 7 in vigore dal 2027. Nella formulazione iniziale prevista dall'Europa, l'adeguamento tecnico necessario per contenere ulteriormente le emissioni inquinanti avrebbe reso la produzione e i margini di profitto insufficienti per Volkswagen (qui trovi i modelli sul mercato dell'usato).
Una posizione assolutamente più morbida sull'Euro 7, a confermare di fatto i limiti degli inquinanti previsti sulla formulazione più recente della normativa Euro 6, ha visto il Gruppo Volkswagen impegnarsi nel dare continuità alla produzione di modelli come la Polo e la Fabia.
Alternative necessarie per affiancare una proposta di utilitarie elettriche sulle quali l'incertezza sul successo commerciale è massima. Perlomeno alle attuali condizioni del mercato, che registra in Europa la stagnazione della domanda di modelli elettrici e l'assoluta dipendenza dalle campagne di incentivazione all'acquisto.
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