Auto elettriche, Acea: segnali preoccupanti dalle vendite

Auto elettriche, Acea: segnali preoccupanti dalle vendite

Sulla scorta dei dati di vendita nel mese di agosto, Acea rende pubblica la posizione verso l'Europa di revisione degli obiettivi sulle emissioni di CO2 e un confronto anticipato 

19.09.2024 ( Aggiornata il 19.09.2024 15:45 )

I numeri del tracollo sono la palla al balzo che l'Acea coglie per ufficializzare uno scenario già circolato nei giorni scorsi, precedenti ai dati di vendita in Europa ad agosto. La richiesta di rinviare gli obiettivi sulle emissioni di CO2 previsti nel 2025.

Nel mese, le vendite sono calate del 18,3% rispetto all'anno precedente e i principali mercati sono tutti con il segno meno. Il crollo delle vendite ad agosto in Germania stona più di ogni altro, con il -27,8%, seguito dal -24% della Francia, il -13,4% del mercato italiano e il -6,5% dei volumi di vendita in Spagna.

I numeri dell'elettrico in Europa

È il quadro complessivo, da approfondire osservando l'andamento delle auto elettriche. Perde terreno l'alimentazione, che non va oltre il 14,4% di quota di mercato, contro il 21% dell'agosto di un anno fa. In volumi, nel mese di agosto sono state vendute solo 92.627 auto elettriche, ovvero, -43,9% rispetto alle 165.204 unità dell'agosto '23. 

Ancora numeri per segnalare il -68,8% di vendite di elettriche in Germania, il -33,1% in Francia. 

Allargando l'obiettivo agli 8 mesi del 2024, le vendite totalizzano 902.022 unità di veicoli elettrici, pari a una quota di mercato in Europa di appena il 12,6%. 

È la forma di una diffusione insufficiente, perlomeno nel peso necessario che le elettriche devono avere nel portafoglio di vendite di ciascuna casa automobilistica, in vista dei futuri obiettivi sulle emissioni di CO2 nel 2025. Acea chiara nella sua posizione di un rinvio degli obiettivi (media di CO2 emessa a 95 g/km). Altrettanto chiara quella di Stellantis, di una tabella di marcia da rispettare e sulla quale non si può fare dietrofront.

Vendite delle elettriche in calo, segnale preoccupante

"Una tendenza continua di restringimento della quota di mercato delle auto elettriche in Europa manda un segnale estremamente preoccupante all'industria e al legislatore", commenta l'asso-costruttori europei dell'auto. 

"Perciò, i costruttori europei riuniti in Acea invitano le istituzioni europee a presentare misure urgenti di soccorso, prima che i nuovi obiettivi sulla CO2 per auto e veicoli commerciali entrino in vigore nel 2025.

Chiediamo alla Commissione Europea di anticipare al 2025 la revisione dei regolamenti sulle emissioni di CO2 per i veicoli leggeri e pesanti, attualmente previste rispettivamente per il 2026 e il 2027".

Revisione programmata nel 2026 con il Fit for 55 nel mirino, ovvero, cosa fare del 2035 e l'ambizione irrealistica di una mobilità esclusivamente a zero emissioni. Le attenzioni agli e-fuels dedicate dalla nuova Commissione sono uno dei terreni di confronto, verosimilmente non potrà essere l'unica concessione - visti i limitati volumi produttivi - per rispondere a una mobilità da milioni di nuove auto immesse sul mercato ogni anno nel Continente. Di neutralità tecnologica si finirà per parlarne aprendo necessariamente alle ibride.

Il contesto e gli obiettivi 

"Stiamo mancando condizioni cruciali per raggiungere la necessaria spinta nella produzione e adozione di veicoli a emissioni zero: l'infrastruttura di ricarica e di rifornimento dell'idrogeno, come un ambiente produttivo competitivo, la disponibilità di energia green accessibile, incentivi all'acquisto e sulla tassazione. Oltre a garantire la fornitura di materie prime, idrogeno e batterie. 

Nemmeno la crescita economica, l'accettazione (dell'auto elettrica; ndr) da parte del consumatore e la fiducia nell'infrastruttura, si sono sviluppati a sufficienza", analizza il direttivo Acea.

"Siamo pronti a discutere un pacchetto di sgravi a breve termine per gli obiettivi di CO2 del 2025 per auto e furgoni, nonché una revisione rapida, completa e solida dei regolamenti sulle emissioni di CO2 sia per le auto che per i camion.

Oltre a una legislazione secondaria mirata, per mettere saldamente in pista la transizione verso le emissioni zero e garantire il futuro industriale dell'Europa". 

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