Dazi UE, bozza finale. La Cina risponde: “Tuteleremo le nostre aziende”

Dazi UE, bozza finale. La Cina risponde: “Tuteleremo le nostre aziende”

Rilasciata una nota del ministero del Commercio. Ecco cosa è successo

di Redazione

22.08.2024 10:28

La questione sui dazi Ue che mirano a toccare le auto cinesi continua. Oggi la Cina sostiene che prenderà "tutte le misure necessarie per difendere in modo risoluto i diritti e gli interessi legittimi" delle sue imprese in seguito alla bozza ultima dei dazi compensativi sull'import della Commissione Ue sulle e-car "made in China".

In una nota del ministero del Commercio si legge che Pechino ha ribadito più volte che le conclusioni predefinite nell'indagine europea anti-sovvenzioni contravvengono ai principi di “obiettività, equità, non discriminazione e trasparenza” e risultano anche in contrasto con le normative del WTO. In altre parole, si tratta di 'concorrenza sleale in nome della concorrenza leale'.

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La sfida UE-Cina sui dazi

In corso di accertamento, sia il governo che l'industria cinesi, dice il Ministero, "hanno fornito decine di migliaia di pagine di documenti legali e materiale di prova attraverso vari metodi come l'invio di fogli di risposta, commenti scritti e dichiarazioni di udienza, per fornire un'analisi completa e approfondita delle opinioni irragionevoli della parte europea.”

Le limitazioni dell'Unione Europea sulle vetture elettriche cinesi "interromperanno la stabilità della catena dell'industria automobilistica globale e di fornitura, compresa l'Ue, danneggiando gli interessi Ue e dei consumatori, fino a compromettere la trasformazione green europea e la cooperazione globale sul cambiamento climatico". Il comportamento UE, però, "non ha incorporato pienamente le opinioni della Cina" e con un approccio tutto, fuorché giusto, "ha tagliato le aliquote fiscali elevate", falsando i risultati dello studio. La bozza finale, dunque, ha preso come base solo "fatti determinati unilateralmente dalla parte europea e non su fatti reciprocamente riconosciuti da entrambe le parti. La Cina si oppone con fermezza a ciò ed è fortemente preoccupata".

La nota si conclude dicendo che la Cina "è sempre stata sincera e impegnata a gestire adeguatamente le controversie commerciali con l'Ue attraverso il dialogo e la consultazione: ci auguriamo che l'Ue incontri effettivamente la Cina a metà strada, adotti un atteggiamento razionale e pragmatico, acceleri le discussioni sulle soluzioni appropriate e utilizzi azioni pratiche per risolvere il problema, evitando attriti commerciali".

La principale beneficiaria delle nuove tabelle, che mirano a equilibrare le condizioni tra i produttori automobilistici europei e cinesi (inclusi i produttori europei con stabilimenti in Cina), è stata Tesla. La Commissione ha infatti stabilito per lei una nuova tariffa doganale del 9%, certamente molto inferiore inferiore al 20,8% proposto a luglio. A questa imposta si aggiunge sempre il 10% già in vigore, che in Cina è fissato al 15% dal 2018. Secondo la Commissione, Tesla aveva richiesto un ricalcolo dell'aliquota sulla base dei finanziamenti mirati ricevuti dall'azienda, ed è stata quindi eseguita un'altra indagine, con l'invio di un team che si è recato alla fabbrica di Shanghai, per accertarsi che le sovvenzioni fossero realmente.

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