Emissioni 2025, tra crediti ed equilibri nelle vendite di termiche ed elettriche

Emissioni 2025, tra crediti ed equilibri nelle vendite di termiche ed elettriche

Gli obiettivi fissati dall'Europa sulla media delle emissioni inquinanti di CO2 della flotta di ciascun Gruppo rischiano di produrre multe milionarie. Ecco le strade alternative percorribili dai costruttori

21.08.2024 16:28

Variare il mix di vendite

La possibilità che venga tagliata la produzione di alcuni modelli termici e limitati i volumi è un'opzione reale, per far incidere maggiormente i volumi di vendita dell'elettrico qualora nel 2025 non dovessero intervenire fattori in grado di spingerne le vendite. Altre vie percorribili, la necessità di raggiungere, per i gruppi che non hanno in gamma auto full hybrid, una quota di vendite pari al 37% di modelli PHEV ed elettrici. Per quei costruttori che hanno puntato sull'ibrido, invece, la quota di vendite da realizzare con elettriche e ibride plug-in, potrebbe limitarsi al 23% a fronte di un 55% di volumi mediante le full hybrid.

Le emissioni medie di CO2 delle case automobilistiche

Scendendo nel dettaglio dei Gruppi automobilistici oggetto dell'analisi Dataforce, la media di emissioni di Co2 nel primo semestre 2024 vede il Gruppo Ford (125 g/km) e il Gruppo Volkswagen (124 g/km) in cima alla classifica, seguiti da Renault-Nissan-Mitsubishi (114 g/km), Stellantis (113 g/km), Hyundai e Daimler (108 g/km), Gruppo BMW (106 g/km) e Gruppo Toyota (105 g/km).

Gli imminenti obiettivi di CO2 per il 2025 provocheranno sconvolgimenti nel mercato europeo dei veicoli leggeri. Il brusco inasprimento richiederà un'ampia accelerazione della diffusione dei veicoli elettrici, in una situazione in cui gli acquirenti di auto sono diventati più scettici e i dazi sulle elettriche di produzione cinese faranno lievitare i costi.

Gli acquirenti devono prepararsi a un aumento dei prezzi delle auto a benzina e Diesel, mentre le elettriche diventeranno più accessibili con l'introduzione di nuovi modelli", commenta Benjamin Kibies, senior automotive analyst, con riferimento al contenimento dei costi possibile soprattutto dalla più diffusa adozione di batterie LFP anzich NMC.

"Dal punto di vista degli OEM, il monitoraggio mensile delle emissioni di CO2 tornerà ad essere una parte cruciale dell'analisi e della strategia di mercato”.

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