I dazi prepareranno la strada a un aumento dell'inflazione. Sul confronto con governo e sindacati: le parti sociali ci chiedono di non scommettere la casa sulle elettriche
25.07.2024 ( Aggiornata il 25.07.2024 14:16 )
I risultati finanziari di Stellantis, nel primo semestre del 2024, non sono stati soddisfacenti. Utile netto in calo del 48%, ricavi netti a 85 miliardi (-14% sul primo semestre 2023) e un margine operativo rettificato del 10%.
Carlos Tavares non nasconde come siano risultati inferiori alle aspettative, "abbiamo molto lavoro da fare, soprattutto in Nord America, per massimizzare il nostro potenziale a lungo termine”.
Indicatori che si inseriscono in un contesto, di confronto politico e di scelte industriali, all'insegna di una tensione ciclicamente più o meno accesa.
Se, da un lato, Tavares conferma la convergenza sugli obiettivi del Tavolo automotive instaurato con il governo, dall'altro reclama la necessaria indipendenza delle scelte operative. Parla di compagnie che devono poter respirare, l’a.d.
"Non c'è motivo da parte di Stellantis per cui non debba esserci un accordo. Abbiamo ricevuto una lettera dal ministro nei 125 anni di Fiat, con una serie di domande alle quali abbiamo risposto. Sono le risposte che il governo si aspettava e ho sensazioni molto positive quando vedo che stiamo andando nella direzione supportata dall'Italia. Siamo leader del mercato, facciamo profitti in Italia, abbiamo un'importante impronta produttiva e abbiamo ottimi partner nei sindacati.
Per qualsiasi ragione che non capisco, di tanto in tanto ci viene dato un colpo. Il mercato sta diventando estremamente difficile e dobbiamo capirlo. Se non lasceremo respirare le compagnie e lasciarle assumere le decisioni necessarie alla loro sostenibilità, accadrà qualcosa di negativo”.
Approfondisce ulteriormente il concetto, l'a.d. di Stellantis. Contesta la narrativa secondo la quale la strategia del gruppo si basi esclusivamente sui tagli dei costi ma reclama l'indipendenza ad attuare le scelte necessarie per offrire modelli sostenibili. Ricorre spesso il concetto di "affordability" delle auto per la classe media, in contrasto con utilitarie elettriche da 30 mila euro, inaccessibili in Italia come in Portogallo, due mercati non a caso richiamati da Tavares. Appartengono al limite inferiore della forchetta sulla diffusione delle elettriche in Europa, tra il 2% e il 40% di quota. Questione di “affordability” per le tasche degli automobilisti di un panorama assolutamente diversificato nell’Europa dei 27.
"Quando dico che serve lasciare respirare le compagnie, significa lasciare che prendano le decisioni di cui hanno bisogno per garantire la sostenibilità. Una cosa che dovremmo dire ai nostri politici è di garantire la stabilità normativa del campo di gioco". Il tema: i tempi della transizione verso l'elettrico, al 2035.
Sul versante del confronto con i sindacati, Tavares spende toni positivi: "Sono estremamente contento del dialogo avuto nei tre incontri con i sindacati, il loro feedback è che capiscono.
Il più importante tra tutti i riscontri che ci hanno fornito è: per favore, non scommettete la casa sulle elettriche. Per questo motivo abbiamo reagito a queste richieste aggiungendo altri modelli termici elettrificati.
Il problema è il disallineamento esistente tra Paesi europei sull'obiettivo fissato dall'Unione europea”.
Europa costretta a intervenire con la politica sui dazi sul tema della diffusione dell'elettrico, prospettata con il Fit for 55; una reazione "a un errore strategico, che adesso viene corretto nella visione del legislatore. Prova a correggere un deficit di competitività, dei costruttori europei rispetto ai cinesi, sui costi pari al 30%.
La domanda è: quali sono gli effetti collaterali dei dazi. Servirà un'altra decisione, per gli effetti collaterali che sono semplici e che vedevo, quando ho preso la decisione di assemblare Leapmotor in Europa. L'inflazione è il primo effetto collaterale. Con i dazi abbiamo reso più costosi i prodotti cinesi. Se lasceremo crescere l'inflazione all'interno della bolla, pensate che saremo competitivi sulle esportazioni? Cosa pensate che accadrà al 63% di produzione che realizziamo in Italia se non la esportiamo?”.
Sulle vicende politiche intorno all'industria dell'auto e l'inseguimento del governo a nuovi costruttori, cinesi, per centrare l'obiettivo di 1 milione di veicoli prodotti negli stabilimenti italiani, Tavares commenta la possibilità che, per decreto, i marchi Autobianchi e Innocenti possano essere concessi a una produzione cinese in Italia.
"Posso confermarvi che quanto avete detto non si è materializzato e se un giorno dovesse avversarsi, ci sono specifiche parole che potrebbero utilizzarsi per un'azione del genere e lascio a voi trovarle.
Finora non si è materializzata questa cosa e siamo concentrati sul dare attuazione al nostro programma, che è stato sostenuto dalle parti sociali".
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