Giorgetto Giugiaro racconta la sua Panda: "Ho disegnato un frigorifero”

Giorgetto Giugiaro racconta la sua Panda: "Ho disegnato un frigorifero”

"Non pensate che sia stato semplice: è più difficile disegnare una Panda di una Ferrari"

di Adriano Torre

11.07.2024 ( Aggiornata il 11.07.2024 08:41 )

Chi dice Fiat dice Panda, binomio imprescindibile, storia dell’auto ma anche delle abitudini sociali degli italiani. Ma chi dice Panda dice anche Giugiaro, il cognome del designer che tra imprevisti e colpi di scena, modifiche di programmi e qualche confronto tipo braccio di ferro, ne delineò lo stile della prima edizione del modello vincente (e longevo) della Casa torinese.

Giorgetto Giugiaro ha più volte (e di recente al Mauto) svelato numerosi aneddoti e raccontato la complessità e le vicissitudini che hanno accompagnato la genesi della Panda. Il cui nome nulla ha a che fare col simpatico simbolo per eccellenza degli animali in via di estinzione: in origine la vettura era identificata dal nome/numero 141, alla fine uscì il nome Panda, derivato dalla divinità romana protettrice delle strade e dei viaggiatori. Insomma, una Dea per… proteggere una piccola Dea viaggiante, la prima Fiat contraddistinta da un nome anziché un numero.

Nato nel cuneese (Garessio) e cresciuto in una famiglia di artisti pittori, chiamato già da giovanissimo a mostrare le sue doti di designer, a soli 17 anni Giugiaro entrò in Fiat come apprendista designer, voluto da Dante Giacosa. A 21 anni, poi, gli fu affidata da Nuccio Bertone la gestione del Centro Stile della Carrozzeria Bertone, prima di passare in Ghia per andare poi a fondare la sua storica Italdesign, fucina di modelli storici ed esaltanti, nel 1968 con Aldo Mantovani.

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Le origini di Fiat Panda 

Panda ha rischiato di non nascere…Carlo De Benedetti mi aveva chiesto di dettare lo stile di un’auto innovativa, compatta ma spaziosa e che venisse a costare poco. Stavo partendo per le vacanze, era l’estate 1976, e la voleva subito. Lavorai giorno e notte, poi cercai De Benedetti ma non mi rispondeva al telefono. Tornai a Torino per scoprire che non faceva più parte della Fiat. Telefonai a Mantovani, dicendogli che avevamo lavorato a vuoto, per niente”.

Ma il nuovo ad Tufarelli salvò il progetto, con la sola condizione di non pesare sui costi. Grande sfida… “Doveva essere essenziale e… rustica, utilitaria ma spaziosa, economica. Durante lo sviluppo i costi erano aumentati per diversi imprevisti esterni che mi avevano costretto a intervenire sul progetto. Come il lunotto da ingrandire, o la soluzione per i vetri piatti perché non c’erano più attrezzature adeguate per produrli, in particolare per il parabrezza, e di conseguenza servivano nuovi investimenti”.

Una vettura che esibiva grande innovazione, un’utilitaria che in confronto al passato non era più né piccola né scomoda… “Interni funzionali, semplici, sedili ridotti, forma squadrata per avere più spazio interno, soluzioni particolari, per gli alzacristalli e altro, una vettura molto utile, con un peso leggero da rispettare…”.

 Alla fine dopo vari passaggi e confronti, facendo i conti con le esigenze tecniche, ecco che Giugiaro riesce a tradurre la visione in realtà. Per la produzione ci furono i vari confronti e passaggi ingegneristici, non semplici, tra studi, prove e variazioni per arrivare alle soluzioni definitive.

Il segreto di Giugiaro

Ripensando a quel progetto il designer di nascita cuneese e di adozione torinese regala sempre cornici di ironia e genialità. Lo ha ribadito apertamente in pubblico, tra sorrisi e applausi. “Ho sempre detto di aver disegnato un… frigorifero, perché per ottenere il massimo dello spazio Panda era squadrata”. E ancora: “A guardarla sembra tutto semplice, ma non è così… Ho pensato più volte che fosse più semplice disegnare una Ferrari piuttosto di questa Panda viste le difficoltà e i tanti vincoli imposti…”.

Il segreto di Giorgetto Giugiaro, padre di modelli che lo hanno portato a ricevere numerose lauree honoris causa ma soprattutto il premio di Car designer del Secolo, ricevuto a Las Vegas nel 1999? “La passione per il disegno dell’automobile, la visione di quello che poi diventa un progetto che mette assieme pittura e ingegneria”.

Nella sua grande carriera Giugiaro ha realizzato progetti che hanno scritto la storia e la leggenda dell’automobile. Per Fiat ha firmato oltre alla Panda anche modelli come Punto, Uno, Croma, Grande Punto, Sedici, Idea.

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