Da luglio 2024 sono previsti consistenti aggiornamenti sul fronte sicurezza: alcuni modelli potrebbero terminare la loro carriera

Direttive ADAS 2024: quali modelli saranno tolti dai listini

Luglio 2022 ha rappresentato una svolta significativa per la sicurezza stradale in Europa. Da allora, tutte le nuove omologazioni di auto e furgoni (e, <a href="https://www.auto.it/news/attualita/2024/06/07-7286131/il_7_luglio_scatta_l_obbligatorieta_degli_adas_ecco_cosa_sono">da luglio 2024, ogni veicolo di prima immatricolazione) devono includere di serie un insieme di </a><a href="https://www.auto.it/news/attualita/2024/06/07-7286131/il_7_luglio_scatta_l_obbligatorieta_degli_adas_ecco_cosa_sono">sistemi di assistenza alla guida ( i cosiddetti ADA</a>S, acronimo di Advanced Driver Assistance Systems) e una "scatola nera", oltre a conformarsi a rigorose norme a tutela dei pedoni. Questi requisiti sono delineati nel General Safety Regulation 2 (GSR2), che stabilisce dotazioni di sicurezza minime anche per veicoli commerciali, camion e camper. L'obiettivo principale è aumentare la sicurezza e ridurre il numero di morti e feriti sulle strade. Le stime indicano che, nel lungo periodo, si potranno risparmiare 72,8 miliardi di euro grazie alla diminuzione dei costi (diretti e indiretti) legati agli incidenti, oltre a una riduzione dei premi assicurativi. L'obiettivo è di scendere al di sotto delle attuali 51 vittime per milione di abitanti (121 in Nord America), facendo dell'Europa il continente più sicuro.
<h2>L’elenco dei sistemi richiesti per legge</h2>
Tra tutti spicca in primis l’Alcolock, ovvero un piccolo dispositivo capace di rilevare il tasso alcolemico nel sangue. Se questo dovesse superare il valore soglia, impedirebbe alla vettura di avviarsi. Le nuove auto dovranno prevederlo di serie o essere predisposte ad un’installazione successiva all’acquisto. Riconfermata la frenata automatica d’emergenza, capace di attivarsi in maniera automatica tra 10 e 60 km/h, nel caso si rischiasse di tamponare un altro veicolo o ostacolo. Non manca poi una voce che raccomanda alle case costruttrici di trovare sistemi aggiuntivi per ridurre la forza d’impatto nel caso si investisse un pedone (es: parabrezza deformabili e/o cofani retrattili).

Riconfermato l’alert sui limiti di velocità: una telecamera rileva il limite massimo consentito su un tratto e se la velocità della vettura dovesse superarlo, si attiverebbe un allarme sonoro, non disinseribile in maniera definitiva. Si passa al mantenitore della corsia, capace di imprimere forza sullo sterzo per riportare l’auto al centro della corsia. Il rilevatore della stanchezza del conducente monitora la soglia di attenzione in base ad alcuni algoritmi, segnalando al conducente nel caso si rilevasse una certa lentezza nei riflessi o una guida particolarmente distratta. L’UE cita poi un monitoraggio dell’area posteriore, facilmente risolvibile con sensori di parcheggio o retrocamera. Riproposta anche l’introduzione di una scatola nera, indispensabile per controllare i movimenti e le azioni effettuate dal conducente prima di un impatto. Non è disattivabile o rimovibile. Infine le luci di frenata intermittenti, atte a segnalare un violento arresto del veicolo, magari dovuto a situazioni di emergenza o di panico.
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<h2>Smart Fortwo</h2>

Sembra ormai confermata la voce che vede la piccola di casa Smart abbandonare i listini a partire dal 2024. Le basse richieste del nuovo modello elettrico e gli elevati costi di ammodernamento avrebbero scoraggiato il costruttore tedesco a dare seguito all'iconica Smart ForTwo. I nuovi veicoli 100% elettrici come Smart #1 e #3 continueranno indisturbati, ma lo stesso non si può dire della più piccola delle citycar, molto amata in Italia. Nemmeno l’ultimo aggiornamento di gamma alla versione EQ elettrica sembra aver modificato le sorti del modello. Tuttavia, c’è ancora chi ipotizza un ultimo restyling (o, più probabilmente, <a href="https://www.auto.it/news/anteprime/2024/04/09-7130370/smart_2_quando_arriva_l_erede_della_fortwo">l'avvento di un modello due posti denominato Smart #2</a>) volto ad introdurre i sistemi di assistenza mancanti.
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<h2>Fiat 500</h2>

Passiamo a un’altra icona delle nostre strade. La piccola e sfiziosa Fiat 500 (quella con motore a benzina) potrebbe non avere un seguito. Infatti, la casa italiana ha già predisposto una <a href="https://www.auto.it/news/attualita/2024/06/06-7284500/fiat_500_ibrida_arrivera_a_fine_2025_e_si_fara_a_mirafiori">linea di produzione a Mirafiori per installare un motore mild-hybrid sulla piattaforma della nuova 500 elettrica</a>, più moderna e sicura sotto tutti i punti di vista. Sarebbe controproducente aggiornare la “classica” Fiat 500 per poi affiancarla ad un modello praticamente simile su moltissimi punti di vista. Tuttavia, sembra che la produzione del modello possa essere trasferita in Algeria, per venire poi distribuita su mercati extra-UE, non soggetti alle nuove normative.
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<h2>Fiat 500X</h2>

La stessa sorte di Fiat 500 sembra essere scritta anche per la sua versione "suvvizzata", Fiat 500X. Il crossover italiano, ormai giunto a 10 anni di onorata carriera, sembra essere pronto a dire addio ai mercati europei. Con <a href="https://www.auto.it/news/anteprime/primo-test/2024/05/23-7245104/nuova_fiat_600_hybrid_come_va_su_strada">l’avvento della nuova Fiat 600</a>, 500X occuperebbe un posto molto simile a quello del nuovo modello scaturito dalle sinergie di Stellantis. Anche per lei si potrebbe seguire la stessa via tracciata da 500, con una nuova linea produttiva extra-UE per poi venire commercializzata su altri mercati emergenti, come Africa, India e Sud America.
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<h2>Jeep Renegade</h2>

Parallelamente a quanto visto per 500X, anche Jeep Renegade dovrebbe venire rimossa dai listini nei prossimi mesi, sebbene l’ultimo aggiornamento sembra averle donato una bella boccata d’ossigeno. Anche per lei si sono da poco spente le dieci candeline di onorato servizio, essendo in pochi anni diventata uno dei B SUV più amati dagli italiani e dagli europei. La piattaforma di cui è dotata, però, non offre ampi margini di miglioramento in ottica sicurezza, risultando inoltre poco vantaggioso l’aggiornamento per motivi economici. C’è chi ipotizza possa arrivare un nuovo modello nei prossimi anni, destinato ad occupare lo spazio tra Avenger e Compass, ma ancora non vi è alcuna ufficialità.
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<h2>Gamma DR</h2>

<a href="https://www.auto.it/marche/dr-automobiles/modelli">Molti modelli di casa DR</a> - importati dal brand italiano ma in realtà costruiti in Cina dal colosso Chery - non sono predisposti per assecondare le nuove normative europee in ottica sicurezza. Soprattutto i modelli più compatti ed economici del listino (come DR 3.0, 4.0 e 5.0) potrebbero venire rimossi dalla gamma. Resta da capire se il costruttore cinese provvederà a rivedere le logiche costruttive dei modelli per continuare la commercializzazione nel Bel Paese. Non sono ancora giunte informazioni circa le future mosse commerciali.
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<h2>Lancia Ypsilon</h2>

Continuiamo con un altro modello made in Italy come Lancia Ypsilon. La piccola citycar molto amata dagli italiani è ormai quasi giunta al termine del suo ciclo di vita. Il lancio del nuovo modello – realizzato grazie alle sinergie del Gruppo Stellantis – ha sancito il destino della compatta lanciata sul mercato a partire dal lontano 2011. Sebbene fossero stati introdotti nuovi motori ibridi, nuovi aggiornamenti e versioni, non ci sono dubbi che abbandonerà il listino nelle prossime settimane, lasciando spazio al nuovo modello, più tecnologico e avanzato sotto tutti i punti di vista. 
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<h2>Toyota GR86 / Subaru BRZ</h2>

Un’auto molto ambita dagli appassionati, pensata per il piacere di guida ed in puro stile giapponese. <a href="https://www.auto.it/news/speciali/migliori-auto/2023/09/26-6710092/top_5_le_migliori_auto_sportive_senza_superbollo/4">La coupè di casa Toyota</a> e Subaru è destinata ad abbandonare definitivamente i listini europei. Non che rappresenti un grande vincolo per i costruttori, ormai già “abituati” ad esportare solo un limitato numero di esemplari per ogni mercato. Tuttavia, non è stato contemplato alcun aggiornamento di gamma, lasciando perciò che vengano esauriti gli ultimi stock di modelli previsti per il Vecchio Continente. I brand continueranno però a produrre e commercializzare i modelli nei mercati americani e asiatici. Sono perciò previsti ulteriori aumenti delle quotazioni per i modelli destinati al mercato dell’usato.

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