Dacia Duster, una stora fatta anche di prezzi

Il marchio Dacia ha democratizzato l'auto, prendendo il posto di brand che, perseguendo l'agognato “premium” hanno snaturato la propria storia perdendo anche clienti. Quando invece il marchio rumeno di proprietà del Gruppo Renault i clienti li ha conquistati giorno dopo giorno. Diventando il punto di riferimento tra i privati, ovvero quel genere di clientela che rappresenta il miglior “reddito” per una casa automobilistica e la sua rete. E Duster ha liberalizzato gli Sport Utility Vehicle.

Un genere di vetture che all'inizio del loro sviluppo era destinata per i segmenti di mercato più ricchi e le poche versioni compatte avevano comunque prezzi sopra la media rispetto ai modelli berlina di pari segmento. Duster ha completamente rivoluzionato il settore, piazzando sul mercato un Suv ad un prezzo di partenza di poco più di 11mila euro. Ovviamente stiamo parlando della prima edizione del modello rumeno. Sono passati quasi quindici anni e oggi tante cose sono cambiate.

Essere abbordabile

Negli anni, sino ad arrivare alla più recente terza generazione, il prezzo è mutato adeguandosi al mercato, ma vantando comunque la migliore competitività del segmento. Quando nel 2011 gli euro da sborsare erano soltanto 11mila, la versione d'ingresso era motorizzata con un propulsore da 1,6 litri di cilindrata, aspirato, alimentato a benzina. La potenza era di 110 cavalli, ed era abbinato ad un cambio manuale a 5 rapporti.

La vettura, pur non vantando finiture e specifiche dell'attuale terza generazione, aveva un corredo di serie di tutto rispetto, tra cui anche il doppio airbag frontale. Cosa che che oggi potrebbe forse far sorridere, ma dobbiamo sempre rapportarci ad un mercato di 15anni fa. Un tempo in cui certi dispositivi, diventati oggi imprescindibili (anche per ragioni normative), non erano ancora nel radar dei clienti. Quindi una vettura semplice, certamente spartana, ma che offriva a chiunque la possibilità di “farsi” un Suv.

I prezzi si evolvono

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La seconda generazione è di fatto una grande lavoro di affinamento della prima. La piattaforma è la stessa, ma le migliorie di sterzo e assetto rendono Duster una vettura completamente nuova. E anche la qualità dei materiali fa un grande passo avanti. A non mutare è invece il prezzo, che assicura un accesso al mondo Duster ad una quota di 11.900 euro.

Anche in questo caso è sempre il 1.6 aspirato ad essere assoluto protagonista. Il climatizzatore è pagamento sull'allestimento d'ingresso, l'Access, ma per chi volesse una vettura full-optional sono sufficienti 15.550 euro (sempre con il “millesei”).

Il successivo restyling vede l'aspirato uscire dal listino, lasciando spazio al motore 1.0 TCe turbo da 90 cavalli. La variante d'ingresso si chiama Essential, il corredo di bordo è decisamente più ricco e completo, ma il prezzo di partenza sale a quota 17.750 euro.

Arrivando poi sino al 2024. Anno in cui debutta sul mercato una generazione completamente nuova, realizzata sul pianale CMF del Gruppo, che rimescola nuovamente le carte alla voce listino. Il prezzo d'attacco parte da 19.700 euro e si declina in 4 allestimenti, 3 motorizzazioni, 2 tipi di trazione e 2 trasmissioni. Ad aprire le danze è sempre il motore tre cilindri turbo, ma con doppia alimentazione benzina/GPL. Allo stesso modo la versione d'ingresso è l'Essential, ma offre di serie dispositivi che la Duster da 11mila euro non si poteva permettere, come il Lane departure warning e lane keep assist. Il costo sale, ma la democratizzazione rimane.