Dalla futura Alfa Romeo Milano alla Ferrari Roma, passando per la Ford Torino e tante altre: ecco le auto che portano il nome di città italiane

Milano, Roma e le altre: tutte le auto ispirate alle città italiane

Milano è il nome scelto da Alfa Romeo per battezzare il suo nuovo B-Suv, che vedrà alla luce ad aprile 2024 e segnerà il debutto del Biscione nel mondo delle vetture full electric. Ma Alfa Romeo non è la prima Casa automobilistica a dedicare un modello al capoluogo lombardo.

E sono tanti i Costruttori, spesso stranieri, che hanno voluto battezzare una delle loro auto con il nome di una città italiana. Dalle metropoli a piccoli centri di provincia, passando per città che ospitano circuiti leggendari.

Ecco le auto che hanno preso il nome di città italiane:

Sfoglia le pagine per leggere l'articolo

<div style="page-break-after: always"> </div>

<h2>Alfa Romeo Milano</h2>



Come detto, il nuovo B-Suv del Biscione sarà svelato ufficialmente solo nei prossimi mesi. Ma <a href="https://www.auto.it/marche/alfa-romeo/modelli">Alfa Romeo</a> ha già sfruttato il nome della propria città per identificare uno dei suoi modelli. Siamo nel 1986, anno del debutto dell'Alfa 75 negli Stati Uniti: sul mercato americano la vettura venne ribattezzata appunto Milano, per sottolineare il legame con l'Italia.

La Milano su base 75 era equipaggiata con l'iconico V6 Busso da 2,5 litri e 156 cavalli, diventati poi 3 litri e 185 cv per la versione Quadrifoglio Verde in edizione limitata a 900 esemplari. L'avventura della Milano si concluse dopo pochi anni con poco più di 12mila unità vendute sul mercato USA. Oggi quel nome si prepara a tornare per il B-Suv che, nelle intenzioni di Stellantis, punta a far segnare al Biscione un nuovo record di vendite. 

Da segnalare, in casa Alfa Romeo, anche diversi altri modelli dedicati a luoghi geografici italiani: da Brera (quartiere di Milano) a Tonale e Stelvio (passi Alpini) fino a MiTo (sintesi di Milano e Torino).

Sfoglia le pagine per continuare a leggere

<div style="page-break-after: always"> </div>

<h2>Ferrari Roma</h2>



Il Cavallino Rampante ha una lunga tradizione di vetture con nomi ispirati a città e località italiane, da Maranello a Modena, passando per Fiorano, Monza e Portofino. Per uno dei suoi modelli più recenti, <a href="https://www.auto.it/marche/ferrari/modelli">Ferrari</a> ha deciso di sfruttare il nome della Capitale d'Italia, andando così a mettere a listino, nel 2020, la <a href="https://www.auto.it/marche/ferrari/modelli/roma">Roma</a>.

Modello del tutto inedito nella gamma della Casa emiliana, la Ferrari Roma è una coupé dallo schema meccanico estremamente tradizionale, con motore anteriore, trazione posteriore e abitacolo a 2+2 posti. Sotto al cofano, trova spazio un V8 biturbo da 3,9 litri e 620 cavalli con 760 Nm di coppia. Le prestazioni? Da zero a cento in 3,4 secondi, velocità massima di 320 km/h.

La Roma coupé è affiancata dalla Spider, che ha segnato il ritorno del tetto in tela su una Ferrari a motore anteriore dalla 365 GTS del 1971. Per mettere in garage una Ferrari Roma è necessario staccare un assegno di almeno 219mila euro, cifra che sale a 250mila per la Spider.

Sfoglia le pagine per continuare a leggere

<div style="page-break-after: always"> </div>

<h2>Ford Torino</h2>



Tra le grandi città italiane a cui è stata dedicata una vettura, oltre a Milano e Roma, c'è anche Torino. Il capoluogo piemontese è stato infatti fonte d'ispirazione per l'americana <a href="https://www.auto.it/marche/ford/modelli">Ford</a> per uno dei suoi modelli più noti degli anni '60.

La prima generazione della Ford Torino uscì nel 1968 come coupé, ma venne declinata in variante berlina, station wagon e cabriolet. La scelta del nome era un omaggio alla natura “industriale” della città piemontese, che era vista dagli americani come la capitale italiana dell'auto come Detroit lo era per gli Stati Uniti.

Caratterizzata da dimensioni decisamente generose – almeno per gli standard europei – la Torino non arrivò mai da questa parte dell'oceano, ma questo non le impedì di diventare una vera e propria star a livello globale. La Ford Torino infatti era la vettura protagonista della popolare serie televisiva Starsky & Hutch, andata in onda per la prima volta nel 1975.

Sfoglia le pagine per continuare a leggere 

<div style="page-break-after: always"> </div>

<h2>Fiat Siena </h2>



Non sono solo le grandi città ad aver ispirato le Case automobilistiche per i propri modelli. <a href="https://www.auto.it/marche/fiat/modelli">Fiat</a>, che solo di rado ha usato nomi di luoghi per identificare le sue vetture, battezzò Siena una berlina lanciata negli anni '90 in Sud America.

Presentata nel 1996, la Siena faceva parte di una famiglia di vetture che comprendeva anche la berlina Albea, il pick-up Strada e la hatchback Palio, quest'ultima venduta anche in Europa. Tutte nascevano su una piattaforma derivata dalla Fiat Uno, con motori Fire a benzina e 1.9 Diesel. Della Siena sono state prodotte due serie, la seconda dal 2012 al 2021 e proposta anche con motore a benzina ed etanolo. 

Oltre alla berlina Fiat, la città di Siena ha dato ispirazione anche a <a href="https://www.auto.it/marche/toyota/modelli">Toyota</a> per una sua monovolume, che però è stata denominata Sienna.

Sfoglia le pagine per continuare a leggere

<div style="page-break-after: always"> </div>

<h2>KG Mobility Tivoli </h2>



A volte accade che una piccola città del Lazio salti all'occhio di un Costruttore sudcoreano, trovandosi così, inaspettatamente, alla ribalta internazionale. È quello che è successo a Tivoli, comune italiano di circa 50mila abitanti poco distante da Roma. Ma cosa ha spinto la Casa asiatica a optare proprio per questo nome? A quanto pare, la scelta è caduta su Tivoli perché al contrario suona come “I lov it” (“lo amo”).

La Tivoli rappresenta un modello molto importante per quella che allora si chiamava SsangYong: è infatti la prima vettura lanciata dopo l'acquisizione da parte di Mahindra & Mahindra. Sul mercato dal 2015, è in vendita anche in Italia e ha dimensioni da Suv compatto, con una lunghezza inferiore ai 4,2 metri. Aggiornata nel 2019, è offerta in Italia con il solo motore a benzina da 1,5 litri e 135 cavalli, a un prezzo che parte da 22.900 euro. 

Sfoglia le pagine per continuare a leggere

<div style="page-break-after: always"> </div>

<h2>Chevolet e Opel Monza </h2>



Quello di Monza è un nome sfruttato da tanti Costruttori nel corso del tempo, a riprova del fascino che l'Autodromo Nazionale esercita nei confronti delle Case auto di tutto il mondo. Oltre a Ferrari, che ha battezzato Monza SP1 e SP2 le sue barchette del 2018, anche alcuni produttori stranieri hanno dato il nome della città lombarda ai propri modelli.

La prima è l'americana Chevrolet, che nel 1974 lanciò, appunto, la Monza. Nata come coupé 2+2, fu declinata anche in versione Towne Coupé, una sorta di tre volumi con bagagliaio separato dall'abitacolo, famigliare con carrozzeria shooting brake e Spyder. Per il suo design che ricordava quello della Ferrari 365 GTC/4, venne soprannominata da John DeLorean “La Vega italiana” (Vega era la coupé Chevrolet in commercio prima della Monza). nel 2019, il nome Monza è stato ripreso dalla Chevrolet per una berlina venduta sul mercato cinese.



Al di qua dell'oceano, anche <a href="https://www.auto.it/marche/opel/modelli">Opel</a> ha voluto sfruttare il nome Monza per una sua vettura, una coupé lanciata nel 1978 e rimasta in commercio fino a metà degli anni '80. Versione sportiva della Opel Senator, la Monza era caratterizzata da un'architettura a motore anteriore e trazione posteriore. Sotto al cofano ospitava propulsori 2 a 3 litri, con potenze fino a 180 cavalli. Nel 2013 Opel ha recuperato il nome Monza per una concept car ibrida (nella foto sopra, la Monza degli anni '70 insieme all'omonima concept)

Sfoglia le pagine per continuare a leggere

<div style="page-break-after: always"> </div>

<h2>Lancia Artena, Astura, Ardea e Aprilia </h2>



Sin dai suoi albori, Lancia ha sempre attinto a piene mani dalla storia e dalla geografia italiana per battezzare i propri modelli. Con una predilezione, nonostante la patria torinese dell'aziende, per tutto ciò che riguardava Roma e i suoi dintorni. Così, negli anni '30, Lancia diede vita a una serie di modelli i cui nomi si ispiravano ad alcune località del Lazio. 

Nel 1931, per sostituire la Lambda, la Casa volle mettere in commercio due modelli: la Artena e la Astura, varianti della stessa vettura che si distinguevano principalmente per le dimensioni del passo e del motore, rispettivamente 4 cilindri e 299 cm per la Artena, 8 cilindri e 318 cm per la Astura. Nel '37 fu poi la volta della grande berlina Aprilia, erede della Artena e venduta anche oltralpe con il nome di Ardennes, seppur con scarso successo commerciale. Nel 1939, infine, fu il turno della Ardea: erede della Appia, rappresentava la versione “in scala” dell'Aprilia, di cui riprendeva sostanzialmente lo stile con dimensioni più ridotte. 

Artena, Astura, Ardea e Aprilia, come detto, sono tutte località del Lazio poco distanti da Roma: la prima nella zona dei Castelli Romani, la seconda sul mare poco a Sud di Nettuno, la terza vicino al litorale a metà strada da Ostia e Anzio. Quanto ad Aprilia, sorge nella Pianura Pontina e all'epoca del lancio dell'omonimo modello era stata appena fondata. Tra i più appassionati estimatori della Lancia Aprilia c'è da segnalare anche il Cavalier Alberto Beggio, che nel 1945 fondò una Casa motociclistica tuttora in attività: la Aprilia, appunto. 

Sfoglia le pagine per continuare a leggere

<div style="page-break-after: always"> </div>

<h2>Pagani Imola </h2>



Dopo Monza, Imola. Anche la città sul Santerno, sede dell'Autodromo intitolato a Enzo e Dino Ferrari, ha dato ispirazione per una vettura sportiva: la Pagani Imola. 

Prodotta in appena 5 esemplari dal 2020, rappresenta la più potente, veloce ed esclusiva tra le auto che hanno preso il nome di una città italiana. Derivata direttamente dalla Huayra, la Imola rappresenta una sorta di vettura-laboratorio con cui la Casa di San Cesario sul Panaro ha voluto portare su strada la tecnologia della pista. 

Sulla Imola, il V12 AMG eroga la potenza di 827 cavalli, mentre la coppia si attesta a ben 1.100 Nm. Il peso, ridotto al appena 1.246 kg, permette prestazioni da brivido, così come da brivido è anche il prezzo di questa serie super esclusiva. Per portare a casa una Pagani Imola erano infatti necessari ben 5 milioni di euro, tasse escluse. 

Sfoglia le pagine per continuare a leggere

<div style="page-break-after: always"> </div>

<h2>Mercury Milan </h2>



Non solo Alfa Romeo. Il nome Milano (o meglio, la sua versione anglosassone “Milan”) è stato sfruttato recentemente anche dall'americana Mercury per una berlina commercializzata a partire dal 2005. 

Realizzata sulla stessa piattaforma e con la stessa meccanica della Ford Fusion americana (modello che non ha nulla in comune con la Fusion hatchback europea) la Milan è stato uno degli ultimi modelli del brand Mercury, soppresso poi nel 2011. Lunga 4,8 metri, era proposta esclusivamente con carrozzeria berlina a tre volumi e quattro porte, e montava motori a 4 cilindri da 2,3 e 2,5 litri, oltre a un V6 3.0 che erogava fino a 240 cavalli. Nel 2010, con l'ultimo aggiornamento, venne introdotta anche una versione ibrida.

Leggi anche: <a href="https://www.auto.it/news/attualita/2023/12/19-6938644/i_5_suv_piu_attesi_per_il_2024">I 5 Suv più attesi per il 2024</a>

Non è la prima volta che un'Alfa si chiama Milano. La Casa lombarda, in passato, ha già battezzato altre sue creazioni con questo speciale tributo alla sua città natle

Alfa Romeo, la storia del nome Milano

Ecco le foto del primo test fatto con la Ferrari Roma, la GT di Maranello pensata per un utilizzo diverso da tutte le altre vetture prodotte dal Cavallino. Non una sportiva che mangia asfalto e cordoli, ma una Gran Turismo da vivere tutti i giorni anche passando inosservati.

Ferrari Roma, la prova: FOTO

Nata negli stabilimenti di Detroit, la Torino statunitense, per sostituire l'ormai obsoleta Ford Fairlane, la Gran Torino è stata in produzione tra il 1968 e il 1976. 5769 cc di cilindrata, 265 CV e una velocità massima di 190 km/h, la Gran Torino ha goduto nel tempo di una gran fama, in particolare grazie alla tv (pur senza uguagliare la popolarità dell'iconica Ford Mustang) dove era l'auto utilizzata dai 
 protagonisti della serie televisiva Starsky & Hutch e più recentemente al cinema con i film Il grande Lebowski (è l'auto di Drugo) e Gran Torino, il film di Clint Eastwood che prende il titolo proprio dall'auto guidata dal protagonista.  

Ford Gran Torino - Tutte le foto più belle

Il crossover coreano si rinnova adottando un nuovo motore turbo di 1,2 litri e nuove soluzioni tecnologiche

Ssangyong Tivoli G1.2T FOTO

La Pagani Imola è la nuova hypercar da 827 cavalli prodotta dal genio di Horacio Pagani. Guardate qui tutte le foto

Pagani Imola: FOTO

Dalla futura Alfa Romeo Milano alla Ferrari Roma, passando per la Ford Torino e tante altre: ecco le auto che portano il nome di città italiane