Il nome di una vettura a volte cambia in base al Paese in cui è venduta. Non crederai mai a qual è il reale motivo di questa scelta.
02.12.2022 ( Aggiornata il 02.12.2022 14:35 )
Per quanto possa apparire strano, ci sono alcuni modelli di auto che in un determinato Paese sono chiamate in un modo e in un altro con un nome totalmente differente. Non ci credete? Pensiamo all’esempio forse più eclatante. Alla Volkswagen Maggiolino. Già, questo è il nome italiano. In altri stati però ha un nome diverso (anche se magari la traduzione è sempre la stessa). In Germania infatti si chiama Kafer, in Francia Coccinelle, negli Stati Uniti e in UK è la Beetle mentre in Messico è Vocho e in Brasile Fusca. Insomma, proprio una bella confusione.
Come probabilmente avrete già capito questo non avviene solo con le auto ma con mille altri prodotti e non solo. Pensiamo ad esempio allo store di elettronica Mediaworld. Negli altri Paesi in cui è presente l’insegna si chiama Mediamarkt. Un altro esempio potrebbe essere quello del detersivo Mastro Lindo che in altri Paesi si chiama Mr Clean. E gli esempi si potrebbero moltiplicare.
E allora veniamo ai motivi. Il primo e più immediato è dato da questioni di marketing. Il nome di un prodotto se “suona” male in qualche Paese viene subito cambiato. Ne va del suo successo commerciale. Pensate se Volskwagen avesse immesso in Italia il Kafer… Sembra quasi krapfen, come la buonissima brioche, non certo un’auto. Maggiolino è certamente più adatto, anche perché ben si accorda alle linee curve della carrozzeria.
L’altro elemento è la lingua: a volte una parola in una determinata lingua può risultare strana in un’altra, se non addirittura difficile da pronunciare. Cambiando la parola, il nome, ecco che il problema è subito risolto. Ma c’è anche un’altra questione legata alla lingua: una stessa parola può avere significati diversi in altre lingue, alcuni anche imbarazzanti se non addirittura volgari. Facciamo un altro esempio: la Fiat Ritmo (ve la ricordate?) nei Paesi anglofoni si chiamava Fiat Strada, perché la parola rhythm poteva indicare il ciclo mestruale.
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