Lotus Emeya: come è fatto e come va il missile elettrico inglese

Lotus Emeya: come è fatto e come va il missile elettrico inglese

Controversa e discussa, la Emeya stupisce per prestazioni esagerate e bontà del progetto. La rinascita di Lotus è iniziata?

di Michele Lallai

02.07.2024 12:02

918 CV di potenza, 985 Nm di coppia e 2,78 secondi da 0 a 100 km/h. Non iniziamo mai una prova dalle prestazioni, ma citarle è necessario per comprendere che questo nuovo modello - potenzialmente quello della rinascita di Lotus - vuole fare sul serio, con numeri importanti e contenuti che sono assolutamente all'altezza della sfida con Porsche Taycan e Tesla Model S Plaid.

Emeya, nei fatti, è l'outsider che non ti aspetti, la berlinona elettrica che ha l'arduo compito di risollevare le sorti del marchio inglese (insieme alla sorella Eletre), cercando di convincere anche gli appassionati storici del marchio che questa è una vera Lotus. Un'impresa non facile per una berlinona da 5,13 metri e 2,5 tonnellate che va in controtendenza alla filosofia del fondatore Colin Chapman, che professava il mantra "Simplify, then add lightness". Ma andiamo per gradi.

Al top della tecnologia attuale

Emeya punta a stupire con un powertrain elettrico al vertice della tecnologia del momento. Due motori elettrici asincroni (uno per asse) con trazione integrale, con il posteriore che nel caso della Emeya R offre un cambio a due rapporti e schema elettrico a 800 V. Questo differenzia le prestazioni fra Emeya S, che si ferma a 612 CV (450 kW) e Emeya R che raggiunge la mostruosa potenza di 918 CV (675 kW). L'accelerazione l'abbiamo scritta a inizio articolo: 2,78 secondi per lo 0-100 della versione R, mentre la S se la cava con un sempre dignitosissimo 4,15 secondi. L'autonomia dichiarata varia fra i 500-610 km della S e i 435-485 km della R in ciclo WLTP. La ricarica può essere effettuata fino a 350 kW di potenza e impiega 18 minuti per passare dal 10 all'80%.

Sospensioni multilink, passo di oltre 3 metri, freni carboceramici e gomme posteriori da 305 di sezione sono caratteristiche necessarie per tenere su strada cotanta esuberanza, anche grazie a un sistema di controllo elettronico di assetto e mappe: cinque modalità di guida (Range, Tour, Sport, Individual e Track) e sospensioni ad aria con controllo idraulico modificabili nell'altezza da terra e rigidità. Settabili sono anche la risposta dell'acceleratore, la rigidità dello sterzo e i sedili che "stringono" il guidatore in modalità Sport.

All'interno, uno schermo centrale di ottima fruibilità domina la plancia, e altri due sottili display offrono le indicazioni di base per il guidatore e funzioni di infotainment per il passeggero. Gli interni sobri ed eleganti sono curatissimi con pelle ovunque, carbonio e alcantara, con finiture curate e un'impostazione di guida bassa e molto sportiva. L'abitabilità a bordo è da vettura di lusso di primo livello, niente da invidiare a Porsche Taycan e decisamente meglio di altre concorrenti.

Tra le caratteristiche principali, e forse unico vero contatto con la tradizione sportiva di Lotus, la cura dell'aerodinamica. Da sempre le vetture di Chapman hanno innovato con soluzioni estreme per sfruttare downforce e penetrazione aerodinamica, e questa vettura non è da meno. L'estetica è funzionale al passaggio dell'aria, crea flussi d'aria ben definiti a partire dall'anteriore "scavato" che fa defluire l'aria sopra e di lato, attraverso air courtains che limitano i fruscii e le turbolenze.

L'abitacolo è spostato in avanti e l'intera sezione frontale muso/parabrezza hanno un'inclinazione perfetta per fendere l'aria, che poi scorre verso il posteriore stile hatchback creando una sorta di ala rovesciata che genera downforce, alla maniera delle supercar Lamborghini (per fare un esempio più concreto). L'aerodinamica attiva vede prese d'aria elettroattuate sul frontale, estrattore con paratie mobili e uno spoiler posteriore retrattile. L'estetica può piacere o meno, ma l'aerodinamica è decisamente curatissima, siamo a livello di hypercar da qualche milionata di euro.

Su strada è una furia

A bordo ci troviamo avvolti dall'abitacolo, seduti su sedili comodi e rivestiti di pelle di ottima qualità, circondati da tecnologia e da un design sobrio ma non troppo minimalista, che appaga vista e sensi. La qualità percepita è altissima sia per materiali che per tecnologia, con un infotainment dalla grafica curatissima e gli schermi sulle portiere che mostrano l'immagine delle telecamere che sostituiscono i retrovisori. Il primo approccio è ovviamente dedicato al testare le prestazioni e - per fortuna - il nostro terreno di prova è l'autobahn tedesca, con le sezioni senza limite di velocità che ci hanno permesso di portare la Emeya S alla velocità limite di 250 km/h in appena una manciata di secondi.

Una ripresa bruciante e una stabilità ad alte velocità che è comparabile solo a quella delle supercar con animo pistaiolo. L'accelerazione da fermo della Emeya R fa trattenere il respiro e incollare al sedile, ma è più morbida e meno violenta rispetto a quella della Model S Plaid, quindi burrosa e tremendamente efficiente, ancora più coinvolgente. In curva, nelle sezioni di strada di montagna che abbiamo affrontato, è quasi impossibile sfruttare tutta la cavalleria, e l'uscita dalle curve lascia senza parole per vigore e regolarità della spinta. La percorrenza a centro curva è forse la cosa "meno Lotus" di questa Lotus, perchè le due tonnellate e mezzo si fanno sentire con un'inerzia notevole. Per fortuna sospensioni e gomme (Pirelli P Zero su cerchio da 20") tengono l'auto bella ferma sulla sua traiettoria, e il torque vectoring ripartisce su ogni ruota la giusta potenza senza tagliare l'erogazione, in maniera efficiente mantenendo l'assetto neutro.

Benchè l'Emeya sia una berlinona emozionale che punta tutto sul coinvolgimento alla guida, è giusto anche dare spazio ai passeggeri, e al posteriore l'accoglienza è da berlina sportiva di lusso, con schermo dedicato, prese di ricarica e bocchette d'aerazione, nonchè schienale reclinabile elettricamente e bracciolo centrale nella versione 5 posti, con la 4 posti invece ci sono sedili comodi e avvolgenti. Lo spazio è abbondante per le ginocchia e c'è la stessa qualità di materiali dell'anteriore. Solo il pavimento è un po' alto, ma è caratteristca tipica delle elettriche con piattaforma skateboard. Il bagliaio è di facile acesso con il portellone bello lungo e offre 509 litri di capienza. Niente male davvero.

Conclusioni

La Emeya è fatta per stupire, a partire dalle prestazioni che porta con sè ma anche dalla concretezza dei contenuti tecnologici e dalla bontà della costruzione che tradisce l'appartenenza al gruppo Geely, con alcuni pellami che ricordano il top di gamma di Volvo, per esempio. L'aerodinamica è senza dubbio il suo pezzo forte, e l'ispirazione sportiva che i tecnici Lotus hanno voluto inserire in questo missile giallo è chiara emanazione della storia del brand.

Dopotutto qualcosa della "vecchia scuola" doveva rimanere per non tradire in modo totale la tradizione. Tra i contro mettiamo gli schermi delle telecamere retrovisori, scomodi da guardare perchè posizionati troppo in basso, e un sistema di guida autonoma di livello 2 non proprio precisissimo, in attesa di vedere cosa riuscirà a fare con il livello 4 per cui è equipaggiata (con lidar su tetto e posteriore e telecamere perimetrali)

Emeya, come Eletre, è un modello che fa discutere i petrolhead ed è giusto che sia così, perchè lo "switch" di filosofia e storia è radicale. Ma chi grida allo scandalo deve considerare che senza questo passaggio, Lotus potrebbe essere oggi un marchio defunto, e magari la presenza di questa gamma di elettriche tutt'altro che leggere potrebbe essere il primo passo verso la rinascita anche di quella parte più sportiva, leggera e tradizionale tanto cara alla buonanima di Colin.

In conclusione, come sempre, i prezzi: Emeya "base", Emeya S ed Emeya R.Si parte da 111.190 euro per passare a 132.560 euro della S per concludere 157.200 euro della R. Già ordinabili in tutta Europa.

 

 

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