È un fuoristrada non un Suv. Preferisce la meccanica all'elettronica. Si adatta ad ogni condizione di marcia possibile... e impossibile
08.02.2023 09:02
Un fuoristrada duro e puro come non si vedeva da tempo. L'Ineos Grenadier nasce con l'esclusivo intento di portarvi ovunque vogliate. E se la forma squadrata di britannica memoria si sovrappone a quello che fu il veicolo off-roader di sua maestà, oggi diventato un Suv, poco importa ai fini del risultato. Dopotutto la forma sposa giustamente la funzione. E per quello che deve fare l'Ineos Grenadier, meglio presentarsi come squadrati e massicci. Non mancano potenziali competitor, ma per come è stato sviluppato e realizzato, può essere considerato a tutti gli effetti un unicum dell'ambiente fuoristradista. E poco male se qualche influencer o YouTuber deciderà di spendere i proprio guadagni per alimentare la quota di veicoli off-road all'ora dell'aperitivo, perché il Grenadier è davvero come si presenta. E se non vi avesse ancora convinto la sua forma, meglio scorrere la lista dei fornitori.
Ineos Grenadier, a prova di tutto
Ecco come va, tra fango e sterrato, l'Ineos Grenadier il fuoristrada vecchia scuola
Guarda la galleryIngegnerizzato insieme a “quelli” di Magna Steyr (vedi Classe G), adotta assali Carraro, cambio ZF e motori BMW , mentre lo sterzo servoassistito idraulicamente è di Bosch. Non è pensato per essere efficiente alla voce consumi ed emissioni, me per essere adeguato ai possibili scenari che la guida in fuoristrada potrebbe offrire. Per questo è pesante e ancorato a terra, costruito partire da un telaio a longheroni, la cui sezione d'acciaio può essere spessa fino a 3,5 mm.
Ovviamente lo schema delle sospensioni è ad assali rigidi e, volendo, si può disporre di tre differenziali bloccabili. A seconda della versione e dell'allestimento potrebbe cedere in qualche modo alle richieste del pubblico più fashion, dettagli adatti ad attirare nuovi appassionati. Ma di fatto una volta a bordo si è travolti dal minimalismo più assoluto.
C'è solo un display touch da 12,3 pollici al centro della plancia, posto nella porzione superiore. Accompagnato però da una serie di tasti fisici da far impallidire qualunque vettura nata prima dell'era digitale. Belli, solidi, peccato (forse) siano in plastica e non in metallo (ma il peso va comunque limitato) danno accesso a tutte le funzione dell'Ineos Grenadier. La parte più caratteristica è il quadro sopra il tetto, che comprende tutte le funzionalità legate al fuoristrada. Potete inserire il modo di guida off-road, bloccare i differenziali anteriore e posteriore e inserire la modalità destinata ad affrontare i corsi d'acqua. Senza l'ausilio di uno snorkel potete superare guadi di 80 centimetri di profondità (cosa che abbiamo fatto con successo). Davanti al guidatore, oltre al volante a due razze, presenza un quadro per le spie. In questo caso quando bloccate i differenziali o inserite le ridotte, si accende il segnale luminoso dedicato. A proposito di volante, dispone di un tasto rosso decisamente singolare: è quello che aziona il clacson dedicato ai ciclisti, meno intenso di quello tradizionale (comunque di serie). Tra le tante chicche, ma qui si torna al tema fuoristrada, la leva per passare alle marce ridotte. Non un bottone o un tasto touch, ma una vera e propria leva come si faceva una volta. Che piacere!
Ma sia che siate dei fuoristradisti di primo pelo oppure viaggiatori navigati, ci sono una serie di informazioni che dovete assolutamente annotare: l'angolo di attacco è pari a 35,5°, quello di dosso è di 28,2°, l'angolo di uscita di 36,1°, mentre il limite angolo laterale massimo è 45°. Rilevante pure la capacità di traino, che arriva fino a 3,5 tonnellate. Utili per sistemare oggetti funzionali all'off-road (come le pedane per la sabbia) i binari posti lungo i lati dell'Ineos Grenadier. La portiera posteriore può sostenere carichi sino a 35 kg, quella anteriore fino a 45. E comunque la lista di accessori annovera una serie di optional pronti per essere i più attrezzati ad un eventuale raid. Non si tratta di vezzi del costruttore, ma di scelte funzionali a quel tipo di attività.
Lo sterzo servoassistito idraulicamente è l'ideale per transitare da una roccia all'altra. E non fatevi intimorire dai colpi che riceve la scocca, perché sa resistere meglio di un pugile esperto. Lo ZF si commenta da solo, mentre benzina e diesel se la giocano al pari livello. Dipende dall'uso che ne fate. Trainate molto e tanto, meglio il secondo, me pure il primo non ha remore nel “sporcarsi” le mani. E se non volete sgarrare con il superbollo, quello a gasolio ha “soli” 249 cavalli (il benzina 286). Naturalmente la gommatura targata BF Goodrich ha fatto il resto. Però non ci sono dubbi circa il potenziale dell'auto. Che per quanto evoluta è rimasta di fondo molto “meccanica”.
In strada ovviamente è tutta un'altra storia, con lo sterzo che tende a navigare, rendendo necessarie continue correzioni. Ma questo è un fuoristrada vero e un tale peccato risulta essere davvero veniale. L'assetto è morbido ma “frenato”, per questo l'auto risulta sempre ben piantata a terra. E se siete pronti per imbarcarvi per una vita di avventure, sappiate che ci vogliono quasi 80mila euro.
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