Tanti cavalli in più rispetto alla Cooper SE, il peso è importante ma in rapporto alla potenza fa meglio della Cooper S termica. I dettagli, diffusi in Cina, del top di gamma elettrico Mini
18.09.2024 ( Aggiornata il 18.09.2024 09:39 )
Precedono il debutto ufficiale, atteso in autunno - anche nella proposta turbo benzina -, le anticipazioni diffuse in Cina sulla Mini John Cooper Works elettrica. Il consueto processo di omologazione svela le prime caratteristiche tecniche e lo stile della versione più sportiva tra le alternative elettriche Mini (qui trovi i modelli sul mercato dell'usato).
John Cooper Works elettrica sarà anche la Aceman, con le medesime specifiche di motore elettrico. Diverso, oltre che per le dimensioni, il crossover lo sarà per i 1.768 kg di peso contro i 1.670 kg della Mini JCW a batteria.
Con una versione approntata per correre la 24 Ore del Nurburgring in Classe SP 3T, Mini rivela la nuova generazione della John Cooper Works 2.0 turbo benzina. Appuntamento in autunno per la presentazione del modello di serie
Guarda la gallerySotto al cofano monta un'unità da 258 cavalli, 40 cavalli in più se paragonata alla Cooper SE. Quanto basta per migliorare le prestazioni e avvicinare i 6" in accelerazione sullo 0-100 km/h, contro il dato di 6"7 attualmente della Cooper SE. La batteria non cambierà nella capacità di 51,5 kWh e, in virtù della maggior potenza, l'autonomia di marcia potrebbe riposizionarsi appena sotto i 400 km.
Con i dati emersi, la Mini John Cooper Works elettrica può vantare un rapporto peso-potenza di 6,47 kg/cv. Paragonato alla Cooper S termica, 2 litri, da 204 cavalli ma 1.360 kg di peso (6,66 kg/cv), è più favorevole di un'inezia.
La caratterizzazione estetica della John Cooper Works incide sul paraurti anteriore nella zona inferiore e alle estremità, con un bodykit che prosegue sotto le portiere con soglie lavorate davanti alle ruote posteriori in stile deviatori di flusso. Ruote che sono da 18 pollici.
Interessante l'integrazione dell'ala posteriore, con paratie laterali pronunciate e molto rastremate verso il centro del lunotto. Spicca l'integrazione delle superfici con le vetrature, mentre le forme sono ottimizzate per staccare i flussi dietro l'auto e ridurre le turbolenze. Specifica è sia la fascia paraurti con un elemento stile diffusore, che il trattamento del portellone tra i gruppi ottici, a contrasto.
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