L&#39;elettrico puro sar&agrave; I.D., famiglia di prodotti che conter&agrave; almeno tre diverse varianti di carrozzeria: dalla berlina compatta al crossover, fino al van. Accanto, diversi, i vantaggi dell&#39;elettrificazione dei motori endotermici, nella visione Volkswagen pronta a entrare in scena gi&agrave; dal prossimo anno. Appuntamento fissato con l&#39;ottava generazione della Golf, che porter&agrave; al debutto lo schema mild-hybrid a 48 volt, primo passo di una progressiva espansione a tutti i modelli che comporranno la futura offerta del marchio.  Mild-Hybrid &egrave; l&#39;ibridizzazione leggera, mancano le autonomie da plug-in elettrica, in compenso i benefici si contano nella semplicit&agrave; del sistema, la leggerezza, l&#39;economicit&agrave; di realizzazione e un supporto effettivo alla riduzione dei consumi. Pro spendibili tanto sui benzina che sui Diesel. Motorino d&#39;avviamento e alternatore a cinghia, funzionano con una tensione di 48 volt e sono alimentati da una batteria agli ioni di litio, ovviamente a 48 volt. Non rimpiazza l&#39;impianto a 12 volt, sempre presente e incaricato di alimentare i sistemi di bordo.  E&#39; un vero e proprio motore elettrico ultracompatto, quello che assimila alternatore e starter, cruciale per la possibilit&agrave; che offre di estendere le fasi di guida con acceleratore in rilascio per sfruttare l&#39;effetto veleggiamento dell&#39;auto, in una parola: il coasting. Il motore termico viene spento completamente e la riattivazione da parte del motorino di avviamento &egrave; pressoch&eacute; impercettibile.  Un altro, importante, vantaggio del mild-hybrid &egrave; la possibilit&agrave; di recuperare energia nelle fasi di decelerazione, convertita in corrente stoccata nella batteria a 48 volt. Quella stessa quota di energia che viene messa a disposizione, ancora del motorino-alternatore, per produrre una spinta supplementare, elettrica, in fase di ripartenza dell&#39;auto.  &laquo;Elettrificare i propulsori convenzionali ci consentir&agrave; di ridurre ulteriormente consumi ed emissioni, al contempo incrementer&agrave; la dinamica e la comodit&agrave;. Iniziamo questa campagna estesa di elettrificazione con il modello a oggi pi&ugrave; venduto di Volkswagen, la Golf. Il nuovo, economico, sistema mild hybrid a 48 volt preparer&agrave; la via all&#39;introduzione di questo tipo di tecnologia alla produzione di massa&raquo;, il commento di Frank Welsch, componente del CdA di Volkswagen Auto responsabile dello sviluppo tecnico.  Volkswagen I.D. R, l&#39;elettrica per scalare il cielo  La presentazione del mild-hybrid Volkswagen &egrave; avvenuta al Vienna Motor Symposium e, in soldoni, il risparmio di carburante prospettato dalla soluzione vale 0,3 litri/100 km. 

Al Vienna Motor Symposium, presentato il sistema con batteria a 48 volt e motorino d&#39;avviamento-alternatore a cinghia. Consumi gi&ugrave; di 0,3 litri/100 km, spinta elettrica supplementare e coasting esteso. Si parte dalla Golf 8

Volkswagen, non solo elettriche: il 2019 sar&agrave; della Golf mild hybrid

        Rivoluzione nella sostanza e anche nella forma. La lunga marcia, senza una data certa di approdo, di Volkswagen&nbsp;verso l&rsquo;elettrico&nbsp;continua a essere costellata di colpi di scena, l&rsquo;ultimo dei quali l&rsquo;avvicendamento alla testa del Gruppo, con Diess nuovo Ceo al posto di Muller. A due anni e mezzo, era a settembre 2015, dal Dieselgate&nbsp;parecchio bolle in pentola. Il piano da miliardi di euro, gli ottanta modelli elettrificati. Il 2025 come prossimo traguardo e soprattutto l&rsquo;arrivo dellafamiglia I.D. Dalla ammiraglia&nbsp;in gi&ugrave;: ma il primo modello la&nbsp;I.D. compatta a cinque porte&nbsp;concorrente diretta di Tesla Model 3, &egrave; attesa per il 2019. E qualcosa dovr&agrave; cambiare subito a livello formale. Bloomberg&nbsp;ha anticipato che il logo attuale, concepito nel 2012&nbsp;&egrave; sulla strada del pensionamento. Esodatoc ausa l&rsquo;incombente onda verde di modelli. Con la nuova vettura elettrica arriver&agrave; un nuovo logo. Quello in dotazione, per parola del capo del marketing&nbsp;di VW, Jochen Sengpiehl, sarebbe &ldquo;troppo tedesco&rdquo;. Troppo austero di fronte alla rivoluzione elettrificata. Il desiderio sarebbe quello di proporre un&rsquo;immagine pi&ugrave; dinamica e meno ingessata. Non resta che attendere il risultato.       

Nel 2019, con l'esordio del primo modello della famiglia di I.D., arriver&agrave; il nuovo simbolo

Rivoluzione Volkswagen, anche il logo sarà “elettrico”

        Semmai servisse l'ispirazione per una versione GTI, in Volkswagen potrebbero guardare alla soglia raggiunta da ABT con l'elaborazione elettronica applicata al crossover T-Roc. Una sportiveggiante declinazione da 190 cavalli e quattro ruote motrici 4Motion &egrave; nell'offerta della casa di Wolfsburg, un 2 litri turbo benzina che non lesina prestazioni vivaci e accelera in 7"7 da 0 a 100 km/h. L'adozione della centralina elettronica firmata ABT modifica i valori di potenza e coppia, consente un incremento del 20% sul primo fronte e 40 Nm in pi&ugrave; di spinta, per arrivare a 228 cavalli e 360 Nm. Numeri per delineare un carattere ancor pi&ugrave; acceso, che non si mostra in modifiche stilistiche, eccezion fatta per tre diversi set di cerchi in lega, peraltro T-Roc Edition 190 offre gi&agrave;, di serie, ruote da 19 pollici. Le alternative ABT passano da una ruota da 18 e una da 20 pollici, nelle versioni DR, FR ed ER-C. Volkswagen T-Roc, primo contatto: 100% crossover Dai 157 centimetri che rappresentano l'altezza complessiva del modello di serie, ABT modifica l'altezza da terra, interviene sulle molle e abbassa il corpo vettura di 35 millimetri all'anteriore e 40 millimetri al posteriore, variazioni sensibili nella dinamica di marcia.       

Il tuning elettronico proposto da ABT spinge il 2 litri turbo benzina ben oltre i 200 cavalli, con un incremento di potenza del 20% e 40 Nm di coppia in pi&ugrave;. Tre diverse opzioni di cerchi in lega per variare il look

Volkswagen T-Roc ABT(te) quota 200 cavalli

I pick-up da svariati decenni dominano le classifiche di vendita del mercato USA. Atlas Tanoak &egrave; la visione di Volkswagen per il prossimo pick-up. Mezzo fondamentale per salire nell&rsquo;apprezzamento della fetta pi&ugrave; larga di clienti d&rsquo;oltreoceano. Al Salone di New York VW ha presentato il prototipo, che prende nome da un robusto albero diffuso dalla California, all&rsquo;Oregon alla Sierra Nevada.  La sinergia viene ovviamente dal SUV Atlas, quindi dalla piattaforma modulare MQB. Il motore &egrave; in linea con gli standard USA. Benzina V6 di 3.6 litri da 276 cavalli e 360 Nm. Atlas Tanoak &egrave; dotato di trazione integrale, la 4Motion di Volkswagen e di cambio automatico a otto marce.  Un pacchetto necessario per spostare un mezzo lungo ben 5,44 metri, dotato di un cassone lungo 1,63 metri e largo 1,45: si possono caricare due moto da cross. La carrozzeria ha la configurazione dual-cab a cinque posti. Rispetto al crossover anche l&rsquo;assetto &egrave; ben diverso: ben 5 centimetri di altezza in pi&ugrave;.  L&rsquo;estetica &egrave; in linea con la vocazione. Molto decisa, con prese d&rsquo;aria, dettagli &ldquo;muscolari&rdquo;, doppia striscia di led sul frontale. Passaruota con plastica grezza e led anche al posteriore. L&rsquo;abitacolo presenta il Digital Cockpit e un touch screen da otto pollici. Un ambiente tipico delle ultime generazioni Volkswagen. 

Lungo ben 5,44 metri, prefigura la tipologia di vettura pi&ugrave; apprezzata dagli americani

Volkswagen Atlas Tanoak, il pick-up di domani

L&rsquo;avvento dell&rsquo;ammiraglia-SUV Touareg &egrave; il simbolo del rinnovato e storico impegno di Volkswagen in Cina. Il primo mercato mondiale di VW ha un&rsquo;importanza decisiva, presente e futura. In meno di tre anni saranno offerte agli automobilisti cinesi dieci SUV Volkswagen, una flotta senza precedenti per ribadire la presenza sul questa regione nevralgica. Entro il 2020 il piano sar&agrave; completato.  La certezza ferrea del costruttore tedesco &egrave; stata ribadita dal Ceo del Marchio, Herbert Diess. &ldquo;I clienti cinesi si fidano della Volkswagen. Noi onoreremo questa fiducia&rdquo;.  Touareg alla presentazione al Salone di Pechino s&rsquo;&egrave; presentata dopo un tour di 16.000 chilometri con partenza da Bratislava, sede della fabbrica di produzione, attraversando, tra gli altri, gli Urali, il Kazakistan e la Mongolia. Da oltre 33 anni, con la prima VW prodotta a Shanghai, la Santana (Quantum negli USA) berlina a 3 volumi, il brand ha un rapporto strettissimo con la Cina. Che le ha permesso, grazie alla sinergia con i costruttori locali Faw e Saic, di vendere 27 milioni di auto. Grazie a una presenza il loco di ben 19 stabilimenti.  Nel 2017 le autovetture vendute in Cina sono state 3,2 milioni, per una quota del 13% del mercato. Dei quali 400.000 sono stati sport utility vehicle, come Tiguan e Teramont, modello realizzato espressamente per il gigante asiatico. Ma l&rsquo;accelerazione di offerta &egrave; dietro l&rsquo;angolo, con almeno dieci modelli in poco pi&ugrave; di trenta mesi. Uno a stagione. Una corsa davvero a tavoletta. 

VW entro il 2020 intende rafforzare il suo primato nel mercato pi&ugrave; importante

Sindrome cinese, 10 Suv in 3 anni per Volkswagen

Touareg &egrave; la nuova ammiraglia Volkswagen. La terza generazione del grande SUV arriver&agrave; sul nostro mercato dopo l&rsquo;estate. Con rinnovate ambizioni, simboleggiate da un design decisamente pi&ugrave; dinamico, e da un carico di novit&agrave; hi-tech che la pongono al vertice della categoria.  Sostanza e forma, con qualche effetto speciale d&rsquo;impatto. Nuova Touareg pi&ugrave; lunga di quasi otto centimetri (4,88 metri) e pi&ugrave; bassa di uno. La silhouette &egrave; decisamente pi&ugrave; filante: il cofano &egrave; lungo, quasi sportivo. Interessante anche la coda a sviluppo orizzontalel. La vettura &egrave; realizzata sulla piattaforma MLB Evo, quella di Audi Q7, Bentley Bentayga e Porsche Cayenne. Va a completare un poker molto prestigioso di maxi sport utility.  Dotata ovviamente di trazione integrale, con interessanti angoli di attacco e di uscita (sempre 31&deg;) mostra una calandra indiscutibilmente pi&ugrave; importante. Dove dominano le linee orizzontali, con nervature che arrivano sino ai gruppi ottici. La prima grande novit&agrave; tecnologica &egrave; costituita da un sola centralina che coordina tutti i sistemi di assistenza alla guida.  Touareg si presenta diversa dal passato e dalla categoria anche nell&rsquo;abitacolo. Con gli interni che possono essere personalizzati in tre stili: Atmosphere, Elegance, R-Line. Un florilegio di materiali nobili, persino il legno a pori aperti. I sedili con funzione massaggio e quelli posteriori con inclinazione dello schienale variabile, per adattarsi ad ogni viaggio.  Ma quello che fa la differenza &egrave; la plancia. Interamente digitale con un display da 12 pollici per la strumentazione e uno schermo &ndash; giusto chiamarlo cos&igrave; &ndash; da 15 pollici al centro. Enorme. Tutto &egrave; orientato verso il conducente: Volkswagen lo chiama Innovision cockpit, un grande elemento curvo che si comanda come uno smartphone.  Touareg propone una guida al top, composta da retrotreno sterzante, ammortizzazioni ad aria e compensazione attiva del rollio, con barre stabilizzatrici a regolazione elettromeccanica. Per essere pi&ugrave; agile in manovre il retrotreno sterza in direzione opposta all&rsquo;anteriore fino a 37 km orari. A velocit&agrave; superiore sterza nella stessa direzione per dare maggiore stabilit&agrave;. Le sospensioni ad aria hanno un&rsquo;escursione fino a 70 millimetri. (a 120 km/h si ribassano di 25 o 35 mm).  I motori inizialmente disponibili per il mercato italiano saranno i V6 Diesel di 3 litri, rispettivamente da 231 e 286 cavalli. Successivamente sar&agrave; la volta del benzina, sempre V6 3.0, in grado di erogare 340 cv.  Last but not least, anzi, arriver&agrave; la versione plug-in ibrida da 367 cv (con V6 termico a benzina). Enorme infine la capacit&agrave; del bagagliaio, che parte da 870 litri con lo schienale posteriore alzato. Per non farsi mancare niente, Touareg &egrave; omologata per il massimo consentito da un&rsquo;autovettura: 3,5 tonnellate di carico rimorchiabile. L&rsquo;ideale per la barca o trailer per cavalli. 

Design pi&ugrave; filante, ruote posteriori sterzanti e plancia spettacolare per la terza generazione dello sport utility Volkswagen che arriva dopo l&#39;estate 2018, con un prezzo di partenza di circa 60 mila euro

Volkswagen Touareg, atto terzo dell&#39;ammiraglia Suv

Golf, portabandiera di Volkswagen, mette in campo il turbo benzina 1.5 TSI ACT, alternativa reale al Diesel, ma anche alle altre alimentazioni.  Il quattro cilindri, ovviamente della famiglia virtuosa Bluemotion, ha una potenza nota, 130 cavalli e dichiara un consumo concorrenziale coi propulsori a gasolio, gli ibridi e anche quelli a gas.  Su Golf il 1.5 TSI ACT &egrave; accreditato (nel &ldquo;vecchio&rdquo; ciclo Nedc) di 4,8 litri/100 km, che scendono a 4 nel percorso urbano (con cambio manuale, 4,1 litri/100 km col DSG). Una percorrenza sorprendente per un benzina in citt&agrave;, dove di solito paga dazio.  Al risultato virtuoso concorrono varie tecnologie. La disattivazione dei cilindri, il coasting (veleggiamento), il ciclo Miller, che porta il rapporto di compressione a 12,5:1 (ridotto ritardando o anticipando la chiusura della valvola di aspirazione) e la turbina VGT, a geometria variabile. L&rsquo;eco-coasting &egrave; generato da un sistema micro-ibrido, se abbinato al cambio DSG a doppia frizione. Quando si rilascia il gas il motore si scollega dalla trasmissione e si spegne: una piccola batteria agli ioni di litio alimenta gli strumenti di bordo.  Due cilindri si disattivano quando non c&rsquo;&egrave; bisogno di eccessiva potenza, tra 1.400 e 4.000 giri e fino a 130 km/h. La sinergia di tutti questi fattori permette percorrenze da utilitaria.  Giocoforza il 1.5 TSI ACT sar&agrave; protagonisti di powertrain plug-in hybrid, altri mild-hybrid a benzina, ma anche a metano, come anticipato dalla Skoda Vision X. Probabilmente finir&agrave; anche su tutta la gamma a CNG del gruppo, andando a sostituire l&rsquo;attuale 1.4 TGI da 110 cavalli. La tecnologia sar&agrave; esportata anche su altri propulsori, pi&ugrave; grandi e pi&ugrave; piccoli. 

Disattivazione dei cilindri, coasting micro ibrido, ciclo Miller e turbina VGT aumentano l&#39;efficienza

Volkswagen 1.5 TSI ACT, il benzina virtuoso

        I.D. R Pikes Peak, completa la famiglia del futuro di Volkswagen. Ma sar&agrave; realt&agrave; marciante, a fortissima velocit&agrave;, gi&agrave; il prossimo 24 giugno. Ovvero quando si cimenter&agrave; nella celeberrima cronoscalata, la Pikes Peak International Hill Climb. Venti chilometri nell'ascesa in Colorado: cercando di battere il primato elettrico detenuto dalla e0 PP100 dal 2016.&nbsp;E forse non solo quello. VW ha svelato le forme del modello, un'auto da corsa elettrica frutto della sinergia dei reparti Motorsport e R. Il francese Romain Dumas, gi&agrave; vincitore tre volte della salita, uomo Porsche, specialista dell'Endurance (due volte vincitore della 24 Ore di Le Mans) porter&agrave; il bolide nella competizione. I numeri della I.D. R Pikes Peak non sono stati comunicati. La propulsione sar&agrave; elettrica e la trazione integrale. Possibile quindi la scelta, tipica fino ad oggi di molte concept, di un motore elettrico piazzato su ogni ruota. Alettoni e altri dettagli evidenziano un'aerodinamica sviluppatissima. Questo incrocio tra esperienza nel WEC, powertrain a batterie e gara molto particolare pare destinato a stupire.       

Svelato il bolide elettricon che tenter&agrave; il record nella cronoscalata in Colorado: al volante Romain Dumas

Volkswagen I.D. R, la supercar elettrica per scalare la Pike's Peak

Volkswagen intende puntellare la sua nuova vocazione elettrica con record di prestigio. La pubblicazione del secondo teaser del bolide a batteria che competer&agrave; nella Pikes Peak Hill Climb, ne &egrave; la conferma. La celeberrima cronoscalata del Colorado &egrave; uno storico appuntamento per gli appassionati e per chi vuole mettere in vetrina il top prestazionale della propria produzione.  VW punta chiaramente al record per auto elettriche (del prototipo e0 PP100 in 8 minuti e 57 secondi) a Pikes Peak e probabilmente fa pi&ugrave; di un pensiero al primato assoluto. Ci sarebbe da spodestare un certo Sebastien Loeb sulla Peugeot 208 T16 Pikes Peak, capace di fermare il&nbsp;cronometro&nbsp;a 8&rsquo;13&rdquo;. Anche se il peso delle batterie, nonostante l&rsquo;accelerazione e la potenza, rimane una discriminante importante nelle gare in salita.  Il primo bozzetto presenta una parte del frontale molto particolare, inedita del Gruppo VW. La presenza di Led simili a quelli della concept I.D. Le premesse sono notevoli. Non rimane che attendere il &ldquo;mostro&rdquo;. 

Nuovo teaser del bolide che punter&agrave; a vincere la mitica Pikes Peak, cronoscalata statunitense anche per vetture elettriche

Volkswagen, la belva elettrica per tentare il record

        Oltre l'espansione dell'offerta in ogni segmento. Dettata, peraltro, dai riscontri dei dati sulle vendite globali. Suv di taglia compatta, urbana, media, full size. Finanche con le proporzioni della citycar. Resta ancora una nicchia da esplorare, ha iniziato a farlo Range Rover Evoque cabrio, lo far&agrave;, dal 2020, Volkswagen con T-Roc Cabriolet. La conferma della produzione &egrave; arrivata dal Consiglio di sorveglianza del marchio, riunitosi venerd&igrave; 23 febbraio. Un impegno quantificato in 80 milioni di euro per l'aggiornamento del sito produttivo di Osnabruck, in Bassa Sassonia, da modernizzare la produzione, la logistica e il reparto assemblaggio, per garantire il futuro dell'impianto che conta 2.300 persone, al lavoro fino a oggi su Volkswagen Tiguan, a supporto della produzione di Porsche Cayman e, in parte, sulla preparazione di Skoda Fabia, nel dettaglio la fase di verniciatura. L'assemblaggio di Volkswagen T-Roc cabriolet inizier&agrave; nella prima met&agrave; del 2020, una variante anticipata da un bozzetto, che ne tratteggia i contenuti principali. Anzitutto, dalle cinque porte del suv lanciato sul finire del 2017 &ndash; e gi&agrave; a quota 40 mila unit&agrave; vendute &ndash; si passa alla configurazione tre porte. La novit&agrave; del tetto, rimpiazzato da un elemento mobile, &egrave; destinata a seguire una realizzazione in tessuto, anzich&eacute; una costruzione rigida. L&agrave; dove storicamente, per dimensioni, si &egrave; collocata Volkswagen Golf Cabriolet, in quota 4 metri e 25 centimetri di lunghezza, la proposta futura con la capote sar&agrave; un suv. E l'ideale passaggio di consegne avviene nello stabilimento che nel 2011 ha avviato la produzione - a seguito dell'investimento Volkswagen realizzato nel 2009, subentrata alla propriet&agrave; della carrozzeria Karmann - proprio con Golf cabrio. &laquo;Volkswagen si sta evolvendo in un marchio SUV. Il T-Roc sta gi&agrave; marcando nuovi standard nel segmento compatto. Con la cabriolet sviluppata sul T-Roc andremo ad aggiungere un modello altamente emozionale alla gamma. Sono particolarmente lieto di notare che potremo fare affidamento sulla squadra di Osnabruck, con un'esperienza decennale sulle versioni convertibili, adesso l'impianto ha prospettive limpide per il futuro&raquo;, ha commentato Herbert Diess, amministratore delegato del marchio. Volkswagen T-Roc, primo contatto Numeri e orizzonti, per tracciare un obiettivo di 20.000 unit&agrave; di T-Roc cabrio prodotte ogni anno, a pieno regime. Una gamma di suv che, per Volkswagen, conter&agrave; ben 20 modelli entro il 2020, anno nel quale la composizione del volume di vendite vedr&agrave; il 40% del totale coperto da veicoli con carrozzeria sport utility.       

L'ampliamento dell'offerta T-Roc passa da una versione con la capote e carrozzeria tre porte. Nel 2020 il 40% del volume di vendite Volkswagen &egrave; atteso con carrozzeria suv

Volkswagen T-Roc, scoperta Cabrio: arriva nel 2020

Tra la teoria e la pratica qualcosa cambia sempre. Ci permettiamo di proporre un parallelo tra auto ibride e auto a metano. Le seconde non hanno praticamente emissioni di particolato e di polveri sottili. Le prime, circolando almeno il 50% del tempo a benzina, s&igrave;. Le emissioni di anidride carbonica delle vetture alimentate a gas naturale sono molto vicine a quelle delle pari classe &ldquo;verdi&rdquo;.  Alla pratica crede Volkswagen. Che su Golf propone quasi tutte le alimentazioni disponibili &ndash; benzina, diesel, metano, ibrid plug-in, elettrico &ndash; ma punta moltissimo sul gas naturale. Con la best seller Golf, offerta fino a marzo allo stesso prezzo di partenza del benzina (17.900 euro), con la citycar up! e da poco anche con la Polo. Queste versioni a metano, &egrave; bene ricordarlo, in Italia rappresentano circa un terzo delle vendite dei rispettivi modelli.  Polo TGI&nbsp; &egrave; la grande novit&agrave; delle VW a metano, che la Casa madre produce al 90% per il mercato italiano. Uno sforzo importante e significativo: l&rsquo;impianto &egrave; realizzato in fabbrica e i motori sono stati sviluppati per la doppia alimentazione. Un progetto importante, supportato da una rete in crescita, oltre 1200 stazioni di rifornimento, quasi la met&agrave; delle quali (550) per&ograve; concentrate in Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto.  Polo TGI, che ha un prezzo di partenza di 16.600 euro, si presenta col 1.0 tre cilindri turbo pronto per il gas naturale. In grado di erogare 90 cavalli e una coppia di 160 Nm da 1.900 giri. Cambio a cinque marce e prestazioni, velocit&agrave; massima di 183 km/h e 11,9 secondi nello 0-100, pi&ugrave; che accettabili. I consumi dichiarati invece sono imbattibili per qualsiasi altra alimentazione. Occorrono 3,2 kg per fare 100 km: ovvero solo 3 euro. Il che porta l&rsquo;autonomia a gas (c&rsquo;&egrave; anche il serbatoio &ldquo;normale&rdquo; a benzina, come sulla Golf) a 390 km.  Al nostro contatto su strada Polo TGI ha mostrato un buon temperamento. Buon approccio, guida precisa. Rilassante, anche abbastanza dinamica, a patto di stare sopra i 2.000 giri. Adeguata in ogni situazione di viaggio. Il tre cilindri non ha complessi di inferiorit&agrave;, anche se fa sentire il suo rombo in accelerazione. La percorrenza rilevata in un percorso misto &egrave; stata di 3,6 kg per 100 km. Con le bombole (in acciaio) dotate di una capacit&agrave; di circa 12,5 kg di metano significa avere un&rsquo;autonomia &ldquo;verde&rdquo; di circa 340 km.  Certo, ad esempio la Polo 1.6 TDI (che costa 350 euro in pi&ugrave;) permette meno soste per il rifornimento e una risposta pi&ugrave; pronta. E&rsquo; pur vero che i motori a metano necessitano di manutenzione ogni 15.000 km: pi&ugrave; frequente rispetto a quelli a gasolio. Una spesa superiore in questo caso. Ma il vantaggio economico del metano rimane. Specie per chi non &egrave; un macinatore di chilometri e di lunghissime distanze. Questo a patto di avere una stazione di rifornimento nei paraggi. Unico vero neo, la capacit&agrave; del bagagliaio scende a 251 litri (da 351).    Golf TGI rimane una certezza, nel suo genere. Il 1.4 TGI da 110 cavalli e 200 Nm di coppia (da 1.500 giri) ha una superiore elasticit&agrave;, anche se non paragonabile a quella del 1.6 diesel. Il quattro cilindri &egrave; pi&ugrave; silenzioso del tre. Anche le prestazioni sono giocoforza pi&ugrave; brillanti, ma non &egrave; su questo che si gioca la partita. Con un po&rsquo; di attenzione si possono tenete consumi di 4 kg di metano per 100 km. Per una spesa inferiore ai 4 euro. Il serbatoio del gas naturale &egrave; in fibra composita (quindi per il collaudo &egrave; sottoposto a ispezione visiva, non a smontaggio come quelli in acciaio) che fa risparmiare circa 60 kg di peso.  Disponibile in versione berlina e wagon (Variant) Golf a metano &egrave; un ottimo compromesso per chi viaggia con medie percorrenze e soprattutto in percorsi extraurbani. L&rsquo;autonomia a gas reale &egrave; di circa 300/350 km. 

Il tre cilindri a gas da 90 cv permette grandi economie senza mortificare le prestazioni, con un&#39;autonomia a metano prossima ai 350&nbsp;km

Volkswagen Polo TGI, metano senza rinunce: prova su strada

Poser&agrave; la prima pietra nel 2020. Taglia compatta, propulsione a batteria. La storia elettrica di Volkswagen, che dovr&agrave; portare a un 2025 con 20 modelli a zero emissioni su strada da parte del Gruppo, scrive le ultime righe della prefazione, poi sar&agrave; il racconto dei contenuti pronti per la grande produzione in serie. Una famiglia di modelli che dalla I.D. berlina due volumi partir&agrave; per svilupparsi nella forma suv (I.D. Crozz l&#39;anteprima di stile), van (I.D. Buzz. Il concept del Bulli in chiave moderna) e, quarta proposta che scopriremo appieno al Salone di Ginevra, I.D. Vizzion. In comune, la piattaforma modulare dedicata.  Una berlina importante, per dimensioni e avanguardia tecnologica, si presenta come veicolo del tutto autonomo, scenario che rende superflui i comandi a bordo e riscrive funzione e stile dell&#39;abitacolo. Anticipa misure da ammiraglia, i 5 metri e 11 centimetri di ingombro complessivo potranno essere sfruttati molto pi&ugrave; a fondo di quanto non accada su un veicolo con propulsore endotermico. Non rivela, ancora, la misura del passo, I.D. Vizzion annuncia, invece, la configurazione quattro posti e l&#39;interazione con l&#39;assistente virtuale tramite comandi vocali o gestuali, sar&agrave; un quinto passeggero con una conoscenza totale delle preferenze di ciascun occupante a bordo, con le relative possibilit&agrave; di personalizzazione dei contenuti.  I bozzetti firmati dal capo dello stile Volkswagen, Michael Mauer, anticipano una coda allungata e quasi tronca, linea di cintura alta, frontale ridotto nel volume, lasciando che sia l&#39;arco della cellula abitacolo a occupare la quasi totalit&agrave; della lunghezza.  Volkswagen, la Roadmap E traccia il piano di elettrificazione  Emergono i dettagli tecnici del gruppo motopropulsore elettrico. Una batteria da ben 111 kWh assicura 665 km di autonomia di marcia e alimenta i due motori collocati sui due assi, per una potenza complessiva di 306 cavalli e una velocit&agrave; massima limitata a 180 km/h. 

Al Salone di Ginevra debutta un quarto concept della famiglia di modelli elettrici Volkswagen I.D. con la medesima piattaforma. E&#39; una grande berlina del tutto autonoma e un pacco batterie dalla capacit&agrave;&nbsp;

Volkswagen I.D., Vizzion elettrica formato ammiraglia

Che volto ha la sportivit&agrave; poco sopra i 3,5 metri di lunghezza? Ad esempio, quello di Volkswagen up! GTI, alternativa all&#39;accoppiata Renault Twingo GT/smart forfour Brabus, spinta da un tre cilindri che quasi raddoppia la potenza delle unit&agrave; solitamente installate sotto al cofano della citycar tedesca, per arrivare a esprimere 115 cavalli e 200 Nm di coppia massima dal turbo benzina 1.0. La personalizzazione del look e gli insistenti richiami ai contenuti delle Volkswagen GTI del passato (e del presente) segnano la differenza rispetto ad altri modelli del medesimo segmento, pure allineati per potenza massima, vedi Fiat 500 S o Opel Adam.&nbsp;  Volkswagen up! GTI va a listino con un prezzo sul mercato italiano di 17.400 euro nella configurazione tre porte, 17.900 euro per la cinque porte. Oltre al motore pi&ugrave; vivace, che assicura prestazioni gagliarde, con 8&quot;8 nel passaggio da zero a cento orari e una velocit&agrave; massima di 196 km/h, la up! in allestimento sportivo introduce un assetto con altezza da terra ridotta di 15 millimetri e cerchi in lega da 17 pollici, validissimo aiuto nel riempire completamente i passaruota e trasformare il look della citycar. Le bande nere sopra le minigonne, lo spoiler pi&ugrave; pronunciato, le pinze freno rosse, per proseguire con lo scarico cromato, i paraurti specifici, il profilo rosso sfoggiato tanto sulla calandra che sul portellone, rientrano tra i particolari unici della GTI.  Non mancano le targhette d&#39;ordinanza dietro ai passaruota anteriori, come a bordo &egrave; sinonimo di GTI il motivo Clark dei sedili. Un effetto tartan che potrebbe, per alcuni, risultare superato. Un abitacolo nel quale spicca il trattamento riservato alla plancia, il volante multifunzione di serie, rivestito in pelle come la leva del cambio 6 marce. La dotazione si pu&ograve; arricchire di contenuti aggiuntivi, come il Climatronic - di serie &egrave; presente il climatizzatore manuale -, il sedile regolabile in altezza dal lato del passeggero, l&#39;impianto stereo Beats da 300w o la telecamera di parcheggio.&nbsp;  Un primato appannaggio della up! GTI &egrave; l&#39;essere il primo modello Volkswagen ad aver affiancato agli obbligatori test di omologazione secondo il ciclo NEDC la procedura armonizzata globale WLTP. Ed &egrave; interessante registrare le differenze di consumo omologato. Per un ciclo misto NEDC che rileva 4,8 litri/100 km, il WLTP registra un consumo di 5,7 litri/100 km.&nbsp; 

Va a listino la pi&ugrave; piccola delle proposte con la sigla sportiva. Motore 1.0 TSI da 115 cavalli e look che richiama le sorelle maggiori. E&#39; il primo modello Volkswagen a essere omologato anche con i dati del ciclo WLTP

Volkswagen Up! Gti, sportivit&agrave; formato citt&agrave;

Passat GT, al Salone di Detroit arriva un allestimento sportivo della berlina tedesca. Che cerca di guadagnare prestigio in un mercato storicamente non facile per Volkswagen, anche prima del Dieselgate.  Le berline sono ancora popolari negli USA, Passat GT propone un design pi&ugrave; dinamico e presenta anche soluzioni per essere pi&ugrave; godibile su strada. Di fatto si tratta del modello di serie che discende direttamente dalla concept mostrata allo scorso Salone di Los Angeles. Gli aggiornamenti, venti quelli che riguardani il look, sono pi&ugrave; evidenti nel paraurti anteriore R-Line e nella doppia linea rossa agli estremi della calandra. Ma spiccano anche prese d&#39;aria laterali. Al posteriore un piccolo spoiler nero, stesso colore di altri dettagli nel retro e nella fiancata. I cerchi sono da 19 pollici con pinze freno rosse.  Nell&#39;abitacolo ci sono sedili in pelle con impunture grigie a contrasto, la plancia con finitura effetto fibra di carbonio. Sotto il cofano Passat GT esibisce il sei cilindri aspirato di 3.6 litri, il VR6 che eroga 280 cavalli e 350 Nm di coppia. Lavora con il cambio automatico a doppia frizione, il noto DSG. Per essere pi&ugrave; efficace su strada &egrave; dotata di un assetto pi&ugrave; rigido e siccome anche l&#39;orecchio vuole la sua parte, c&#39;&egrave; un impianto di scarico sportivo. 

Al Salone di Detroit la berlina Volkswagen si aggiorna con un allestimento sportivo

Provaci ancora Passat, ecco la GT per gli USA

La Volkswagen Jetta non &egrave; mai stata un successo in Italia. Cambi&ograve; anche il nome, in Bora, per qualche anno. Ma, complici prima l&#39;iniziale scarso appeal del modello e poi il declino delle berline nel gradimento degli automobilisti, &egrave; sparita dai listini. Da cinque anni, correva infatti il 2012.  Nel Nord America invece la Jetta &egrave; sempre stata un successo. Un&#39;auto che &egrave; giunta alla settima generazione non pu&ograve; essere considerata un buco nell&#39;acqua. Una delle poche Volkswagen apprezzate oltreoceano: piccola berlina compatta, funzionale e con un prezzo non eccessivo. La nuova generazione, non a caso, &egrave; stata anticipata dal sito canadese di VW.  Con un teaser e una indicazione chiara: cinquanta giorni all&#39;esordio. Il che significa che sar&agrave; mostrata al Salone di Detroit. Secondo la sua indole non presenter&agrave; caratteristiche rivoluzionarie. Ma quello che si vedr&agrave; prossimo 14 gennaio in Michigan sar&agrave; un modello completamente nuovo. Realizzato sulla piattaforma MQB, assumendo quindi lo status dei prodotti di punta di Volkswagen. E tutti i benefici che conseguono dall&#39;adozione della&nbsp;Modularer QuerBaukasten. Ovvero guidabilit&agrave;, confort, spazio a bordo e capacit&agrave; di ospitare vari tipi di motori e trasmissioni.&nbsp;  La nuova Jetta, che sar&agrave; costruita, secondo tradizione, in Messico a Puebla, lascia intravedere dal teaser un design filante. Non particolarmente originale, ma proporzionato. Molti dettagli sono chiaramente ispirati ai modelli pi&ugrave; recenti di Volkswagen. Non resta che attendere il reveal. 

Fuori dal listino dal 2012 in Italia, la nuova generazione, da sempre un successo oltreoceano, sar&agrave; presentata al Salone di Detroit

Nuova Volkswagen Jetta, trover&agrave; ancora l&#39;America?

Volkswagen e Google, in occasione del &ldquo;Web Summit 2017&rdquo; a Lisbona, hanno annunciato una collaborazione nella ricerca nel campo dell&rsquo;informatica quantistica. l&#39;obiettivo &egrave; di sviluppare competenze specifiche ed effettuare ricerca applicata. L&rsquo;accordo prevede che esperti dei due colossi lavorino fianco a fianco, utilizzando un computer quantistico di Google. Che &egrave; in grado di risolvere compiti ad elevata complessit&agrave; molto rapidamente rispetto ai super computer tradizionali.  Volkswagen vuole fare progressi in tre aree di sviluppo. Gli esperti si occuperanno di sviluppare ulteriormente l&rsquo;ottimizzazione del traffico, di simulare strutture per nuovi materiali, in particolare per batterie altamente performanti per veicoli elettrici, e lavoreranno sull&rsquo;intelligenza artificiale con nuovi processi di machine learning.  Martin Hofmann, CIO del Gruppo Volkswagen, ha detto: &ldquo;La tecnologia legata all&rsquo;informatica quantistica apre nuove frontiere e rappresenta una rampa di lancio per temi legati al futuro. In Volkswagen vogliamo essere fra i primi a usare computer quantistici nelle procedure aziendali, non appena questa tecnologia sar&agrave; disponibile sul mercato. Grazie alla collaborazione con Google abbiamo fatto un importante passo in questa direzione&rdquo;.  La sinergia si concentrer&agrave; sulla ricerca con applicazioni pratiche. Gli esperti dei Volkswagen Information Technology Center (IT lab) di San Francisco e Monaco svilupperanno algoritmi, simulazioni e ottimizzazioni insieme ai colleghi di Google e porteranno avanti il loro lavoro utilizzando computer quantistici universali dell&rsquo;azienda di Mountain View, la cui architettura &egrave; adatta a molte operazioni di calcolo sperimentali.  L&rsquo;ottimizzazione del traffico. Partendo da un progetto di ricerca gi&agrave; completato con successo, oltre alla riduzione dei tempi di viaggio, terranno in considerazione variabili aggiuntive, come sistemi di assistenza nel traffico urbano, stazioni di ricarica disponibili o posti auto vacanti.  Batterie altamente performanti. Gli specialisti del reparto Ricerca e Sviluppo del Gruppo si aspettano che questo approccio fornisca nuove informazioni per la costruzione dei veicoli e per la ricerca sulle batterie.  Machine learning. Si tratta di una tecnologia chiave per il progresso dei sistemi di intelligenza artificiale avanzati, che sono un requisito fondamentale per la guida autonoma. 

Per l&#39;ottimizzazione del traffico e per batterie altamente performanti

Volkswagen e Google, sinergia sui computer quantistici

        Volkswagen torner&agrave; ai rally nella seconda met&agrave; del 2018 con la&nbsp;Polo GTI R5, anticipata dal bozzetto che vedete. Sar&agrave; una vettura a disposizione&nbsp;dei team professionisti e degli aspiranti piloti per permettere loro di competere nei campionati di tutto il mondo, incluso il FIA World Rally Championship (WRC). I primi test si svolgeranno entro il 2017. Nasce sotto mani espertissime, quelle del&nbsp;Direttore Tecnico della Volkswagen Motorsport,&nbsp;Fran&ccedil;ois-Xavier Demaison. Ovvero il padre della Polo R WRC che ha dominato in lungo e in largo, con un poker di titoli WRC. Demaison&nbsp;&egrave; responsabile dello sviluppo della Polo GTI R5. Il&nbsp;senior project engineer &egrave;&nbsp;Gerard-Jan de Jongh,&nbsp;ingegnere di gara di S&eacute;bastien Ogier, il protagonita dei trionfi iridati della&nbsp;Polo R WRC. "Vogliamo mettere la nostra esperienza al servizio dei clienti. Offrendo una macchina competitiva nei numerosi campionati rally, dalle&nbsp;serie nazionali al mondiale&rdquo;.&nbsp;Queste le parole di Sven Smeets,&nbsp;Direttore della Volkswagen Motorsport. La Polo GTI R5, che ha un cambio&nbsp;sequenziale da gara a cinque marce,&nbsp;deriva dalla nuova Polo&nbsp;GTI da 200 cavalli, adotta il quattro cilindri turbo. Per l'occasione la potenza &egrave; stata alzata a 270 cavalli e soprattutto c'&egrave; la trazione integrale. Potrebbe a sua volta nascere da quest'auto da corsa la chiaccherata Polo R?       

Torner&agrave; alle corse nella seconda met&agrave; del 2018. Con un quattro cilindri benzina da 270 cv a trazione integrale: lecito attendersi una versione stradale

Polo GTI R5, pronta per i rally: poi sarà la R da strada?

        Polo R, &egrave; in fase di sviluppo la versione estrema della nuova utilitaria di Volkswagen. E' vero che ci sarebbe gi&agrave; la GTI, con il suo 2 litri turbo benzina da 200 cavalli, la la corsa verso l'alto pare continuare. VW infatti sta valutando l'ipotesi di una versione ancora pi&ugrave; potente. I prototipi stanno girando, ma la produzione non &egrave; ancora stata decisa. Per il propulsore non ci sarebbe problema, il 2.0 litri lo monta anche la Golf R&nbsp;capace di 310 cv.&nbsp;Arrivare a 300 cavalli, un'enormit&agrave; per una segmento B, &egrave; nelle piene possibilit&agrave; del Marchio.&nbsp; Anche le quattro ruote motrici non dovrebbero essere un ostacolo insormontabile, essendo la nuova Polo concepita sul pianale MQB,&nbsp;MQB A0 per l'esattezza. Nella sostanza sarebbe un modello molto vicino alla Golf R, per tecnologia e prestazioni. Oltre ai costi di sviluppo ci sarebbe da valutare anche un'ipotetica cannibalizzazione all'interno della gamma sportiva. E' anche vero che Seat e Skoda stanno, da tempo, portanto sul mercato vetture con potenze simili. E le dimensioni accresciute della Polo, assieme alla qualit&agrave; e alle doti stradali, comunque giustificano un modello estremo. Ed &egrave; probabile che la gamma si arrichisca anche di una nuova entrata: la T-Roc R, il crossover da corsa.       

Molti indizi portano a una versione estrema della nuova generazione della citycar tedesca

Volkswagen Polo R, in rampa di lancio una versione da 300 cavalli

        Ducati continuer&agrave; a far parte della galassia di marchi del gruppo Volkswagen. E' quanto emerso dall'ultimo Consiglio di sorveglianza del gruppo, che silenzia cos&igrave; le indiscrezioni circolate in estate su una possibile vendita della casa emiliana, acquisita nel 2012 da Investindustrial per 860 milioni di euro e in ottima salute, come testimoniano le vendite e la crescita ininterrotta da 7 anni a questa parte. Un 2016 chiuso a +1,2% con un volume di 55.451 moto vendute in tutto il mondo, un +20% registrato sul mercato italiano, il secondo per importanza, dopo gli Stati Uniti e davanti al mercato tedesco.&nbsp; L'ipotesi di una vendita Ducati era stata pavanetata quale leva da attivare per semplificare la struttura del gruppo, far cassa e fronteggiare i costi collegati al dieselgate, recentemente saliti fino a 25 miliardi di dollari. Il contributo potenziale di una cessione della casa di Borgo Panigale sarebbe stato tra il miliardo e 200 milioni e il miliardo e mezzo di euro, tra i nomi interessati a rilevare l'azienda erano circolati quelli di Investindustrial di Andrea Bonomi, gi&agrave; nella propriet&agrave; Aston Martin, nonch&eacute; della famiglia Benetton. Da quanto emerso, il potere nel Consiglio di sorveglianza dei rappresentanti dei lavoratori ha avuto un ruolo decisivo al no alla vendita, anzi, a chiedere nuovi investimenti oltre quelli in programma su Ducati e Lamborghini. Opposizione alla vendita chiara anche in Ducati, che &egrave; presente in 90 paesi con 783 punti vendita e assistenza e pu&ograve; contare su 1.594 lavoratori.&nbsp;       

Decisivo il peso delle sigle sindacali all'interno del Consiglio di sorveglianza del gruppo. Le manifestazioni di interesse all'acquisto valutavano fino a 1,5 miliardi il marchio di Borgo Panigale

Ducati resta di proprietà del Gruppo Volkswagen

Una progettazione sempre pi&ugrave; digitalizzata, che fa ricorso agli strumenti offerti dalla realt&agrave; virtuale per confrontare molteplici soluzioni in fase di definizione delle caratteristiche di un modello. E&#39; l&#39;attualit&agrave;, che porter&agrave;, ad esempio, alla nascita dell&#39;ottava generazione di Volkswagen Golf. Non una semplice raffigurazione grafica, quanto la possibilt&agrave; concreca di replicare fedelmente il funzionamento di specifici elementi del veicolo.&nbsp;  I vantaggi sono anzitutto di tempo, poich&eacute; non serve la materiale realizzazione del prototipo per esaminare determinate caratteristiche. Vantaggi economici, vista la necessit&agrave; di un numero minore di prototipi fisici. Grazie all&#39;impiego di visori di realt&agrave; aumentata, &egrave; possibile avere una rappresentazione in scala reale e perfettamente funzionante del veicolo da sviluppare.  Al Virtual Engineering Lab Volkswagen di Wolfsburg si lavora alla futura Golf e, per rappresentare le potenzialit&agrave; della realt&agrave; virtuale, gli ingegneri hanno simulato il funzionamento dell&#39;impianto di climatizzazione e il direzionamento dei flussi d&#39;aria nell&#39;abitacolo.&nbsp; La progettazione virtuale nasce su dati&nbsp; realistici, valori che vengono simulati da motori grafici avanzati per essere rappresentati a quanti sono dotati del visore di realt&agrave; aumentata.&nbsp;  Se lo scenario della progettazione attuale fa diffuso affidamento alle simulazioni con possibilit&agrave; di interagire con il modello grafico ricostruito, il futuro nel quale investe Volkswagen passa dalla creazione delle esatte sensazioni che si avrebbero al tatto. Pi&ugrave; semplicemente: toccare una superficie che non esiste per scoprire forme&nbsp; e bordi degli interni. Un progetto di ricerca lanciato presso l&#39;Universit&agrave; di Stanford (California) ha l&#39;obiettivo di trasformare in &quot;realt&agrave;&quot;, tramite un sistema di punti sensibili, uno scenario virtuale.&nbsp;  In senso pi&ugrave; ampio, si tratta di replicare su una scala e dimensioni maggiori, le funzionalit&agrave; dei sistemi di comando a gesti pi&ugrave; avanzati, in grado di offrire la sensazione del tocco di un tasto pur in assenza di qualsiasi pulsante fisico.&nbsp; 

La progettazione della prossima generazione fa diffuso ricorso alla digitalizzazione. Le simulazioni su modelli di realt&agrave; virtuale sono possibili grazie alla ricostruzione grafica del prototipo

Volkswagen

Volkswagen, non solo elettriche: il 2019 sarà della Golf mild hybrid