La guerra tra Russia e Ucraina, iniziata a febbraio del 2022, rischia di abbattersi sull’industria dell’automobilismo con una forza molto più dirompente dei due anni di pandemia. Gli effetti economici iniziati con il braccio di ferro tra UE e Russia, con la delibera di sanzioni durissime, si ripercuotono su tutta la filiera, già colpita duramente e alle prese con una situazione di recessione durissima. Alla carenza di semiconduttori, infatti, si aggiunge anche l’incubo dell’approvvigionamento di materie prime per per la realizzazione di veicoli. Dalla Russia, infatti, arrivano nichel, cobalto e palladio - elementi essenziali per i chip - oltre alla forniture di gas e petrolio. I venti di guerra hanno fatto letteralmente impazzire i mercati, facendo schizzare a oltre 100 dollari il prezzo di un barile di petrolio, trascinando verso l’alto i prezzi della benzina. Dunque, con la catena fatta da approvvigionamento, carburanti, trasporti (a rischio con la chiusura di frontiere e spazi aerei) e con l’embargo delle Case che hanno chiuso la produzione in Russia, l’industria automobilistica si prepara a subire un nuovo, durissimo, colpo. Leggi qui tutti gli aggiornamenti