Le spider compatte di prestigio e le decapottabili con tetto metallico retrattile sono due novità arrivate a fine Anni ’90 e destinate a riscuotere molto successo nei due decenni seguenti. Entrambi i filoni hanno preso il via con un unico modello, la Mercedes SLK, che ancora oggi conserva un certo fascino sia per il pubblico più giovane che per quello maturo. Pubblico che in ciascuna delle tre generazioni può trovare diversi motivi di interesse: oltre al design, infatti, ciascuna serie si è distinta per le specifiche caratteristiche di stile, approccio alla guida e anche motori particolari.
Mercedes SLK, le caratteristiche della prima generazione
La prima generazione, R170, arrivò nel 1996, due anni dopo una concept car già molto vicina al modello definitivo: disegnata da Bruno Sacco, di cui è ancora considerata una delle opere più innovative; nasceva sul pianale accor- ciato della prima Classe C (la W202), con passo di 2,4 metri e lunghezza di 4 metri esatti. Inizialmente offriva soltanto motori a 4 cilindri, tre in tutto, di cui due sovralimentati. La suggestione di poter avere finalmente una roadster Mercedes accessibile fece in modo che il modello base SLK 200, spinto da un 2.0 con appena 136 cv, riscuotesse un notevole successo. La SLK piaceva per lo stile all’avanguardia ma pulito, le misure urbane e il tetto metallico ripiegabile, che da abbassato lasciava poco spazio nel vano di carico ma trasformava la roadster in una coupè dall’aspetto altrettanto gradevole. A distanza di oltre 25 anni, la SLK 200 è ancora un’auto che si fa apprezzare e la buona diffusione fa sì che ce ne siano in circolazione ancora molte, sebbene con parecchi km alle spalle, quasi mai meno di 150.000. La gamma, poi, includeva anche la 230 Kompressor da 193 cv, altrettanto gradita ma più costosa, anche perchè la maggior parte era ordinata con il cambio automatico a 5 rapporti. In più, per alcuni mercati, tra cui l’Italia, c’era una variante 200 Kompressor, con prestazioni però vicinissime a quelle della 230, che quindi finiva per essere preferita. Le quotazioni sono irregolari, perché i pochi esemplari con percorrenza alzano parecchio le quotazioni medie, ma in generale fino al 2002 si riescono a trovare esemplari non troppo sfruttati sotto i 10.000 euro. Il restyling arrivato nel 2000 fu leggero ma alzò l’asticella: esteticamente si riconosce soprattutto per gli indicatori di direzione laterali spostati dai parafanghi agli specchi retrovisori, mentre sul piano motoristico vide l’uscita di scena della 200 e l’aggiornamento dei due modelli sovralimentati (Kompressor Evo) ora con potenze di 163 e 197 cv. Al di sopra di queste versioni, arrivò la 320 spinta da un V6 3.2 da 218 cv. Su questa venne realizzata la prima AMG , la SLK 32 AMG, che montava il V6 con l’aggiunta del compressore per 354 cv.
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