Chevrolet Corvette C5, top del divertimento. In europa c’è la
Porsche 911, fra le sportive immortali che hanno scritto la storia dell’automobile, mentre negli
USA c’è la Corvette.
Un culto per svariate generazioni di americani,
nato addirittura dieci anni prima della sportiva tedesca (è datata
1953 la prima
Vette), che oggi è giunto alla sua settima edizione,
quella che abbiamo provato il mese scorso e che si chiama Stingray. La protagonista di Auto Story, invece, è la C5, ossia la quinta generazione. Un modello piuttosto recente (è stata prodotta dal 1997 al 2004), scelto per il semplice motivo che è stata la prima Corvette ad essere stata ufficialmente importata in Italia attraverso una selezionata rete di concessionarie Opel.
La C5 segnava anche un notevole salto generazionale dalla precedente C4, che era strettamente imparentata con le Vette anni Ottanta e Settanta. Su questa edizione, sempre restando fedeli al concetto originario, sono stai migliorati parecchi componenti tecnici. Come ad esempio il motore, naturalmente il classico Small Block di GM a 8 cilindri, ma per la prima volta nella sua storia realizzato interamente in alluminio. Con 5.7 litri di cilindrata e distribuzione fedele alle aste e bilancieri, sulla Corvette C5 il V8 erogava 344 cavalli (122 meno dell’attuale Small Block 6.2) e un bel po’ di coppia, quasi 50 kgm.
Il motore andava a braccetto con un cambio automatico non propriamente moderno, un convertitore di coppia a 4 rapporti più overdrive che fortunatamente era rimpiazzabile, a richiesta, con il meccanico a 6 rapporti. Erano poi nuovi il telaio, più rigido e moderno, nonché le sospensioni a gestione elettronica, le prime versioni delle attuali magnetoreologiche che troviamo ancora sulla Vette Stingray.
Dalla sua la Corvette aveva, come del resto oggi continua ad avere, un ottimo rapporto fra prezzo e prestazioni: nel 1998, epoca in cui la C5 arrivò presso la nostra redazione, la Vette costava 112 milioni di lire. Per fare un paragone, una 911 Carrera ne costava 155 di milioni e le prestazioni erano del tutto paragonabili, per non dire quasi identiche. Nei 112 milioni della Corvette erano poi compresi tantissimi accessori solitamente a richiesta, ma per contro la qualità degli assemblaggi e dei materiali impiegati non rendeva affatto giustizia al prezzo e al nome della vettura.
Su strada, tra i punti di forza della C5 c’erano sicuramente l’esuberanza del V8, sia in termini di coppia, sia di tonalità vocale. Come pure l’handling, che era migliorato notevolmente rispetto alle generazioni precedenti. Per contro l’assetto risultava sempre piuttosto secco nelle reazioni, anche impostando la modalità più confortevole, penalizzando sia la comodità, sia la direzionalità alle andature più elevate. Anche i consumi, per dirla tutta, non erano da record assoluto, specie in città dove difficilmente era possibile coprire più di 5 km al litro. C’è di buono che oggi, sul mercato dell’usato, la C5 è facilmente reperibile a prezzi da vettura media: fra 15 e 25 mila euro a seconda dello stato di conservazione.
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