Con la nuova “
Thema-Chrysler” che è appena approdata nelle concessionarie, questo mese vogliamo proporvi la più esclusiva e raffinata versione della tre volumi Lancia
: la 8.32, meglio nota come
Thema- Ferrari.
Sì perché la
sigla, per chi non lo ricordasse, indicava il numero dei cilindri e delle valvole del propulsore in questione, che era esattamente lo stesso che spingeva le
Ferrari 328 dell’epoca.
Per ovvi motivi tecnici, il V8 3.2 è stato depotenziato da 270 a
215 cavalli (che scendevano a 205 nella versione catalitica), perché alla fine degli anni Ottanta risultava un po’ difficile gestire, con una trazione anteriore, potenze superiori ai ducento cavalli.
La Thema-Ferrari faceva dunque scalpore per la potenza esorbitante da trasmettere al suolo attraverso le sole ruote anteriori. Ed era il sogno di molti proprio per la sua grandissima esclusività. Oltre al propulsore di Maranello, infatti, la Thema 8.32 vantava una tiratura d’esemplari molto limitata: poco più di duemila pezzi per la prima serie (dal 1987 al 1989) e un migliaio circa per la seconda serie prodotta dal
1989 al 1992 (la protagonista di questa prova), dunque da qui il prezzo estremamente elevato per l’epoca: 65 milioni e mezzo di lire. T
anto per darvi una misura, per una Thema Turbo 16V, con 185 cv e prestazioni non troppo distanti, bastavano 40 milioni. Ma potevate scordarvi
l’alettone posteriore estraibile, le sospensioni a gestione elettronica, la griglia anteriore con elementi cromati, le esclusive coloraziola vettura.
E un
abitacolo davvero sontuoso, rivestito da cima a fondo con pregiata pelle Frau, inserti in radica, strumentazione specifica in stile Ferrari e regolazioni elettriche in abbondanza. Su strada la 8.32 convinceva per le
prestazioni elevate (oltre 233 orari effettivi, 7”17 sullo scatto breve) ma
soprattutto per l’efficacia dell’avantreno nello scaricare al suolo la potenza elevata. Non si segnalavano infatti reazioni anomale e la motricità era più che adeguata. Naturalmente occorreva dosare il gas durante l’uscita dalle curve più strette perché l’elettronica, all’epoca, era confinata unicamente all’ABS.
Utile, a questo fine, anche la presenza degli
ammortizzatori a controllo elettronico, che volendo potevano essere settati anche in una posizione confort da impiegare quando si voleva viaggiare in relax oppure sul bagnato per rendere più morbide le risposte dell’assetto. Un setup che si dimostrava efficace anche sui lunghi curvoni autostradali, con una stabilità rassicurante, sebbene oltre i 200 orari bisognasse prestare attenzione ad alcuni oscillamenti della scocca.
Uno dei lati negativi della Thema-Ferrari erano però i
consumi: sfruttando a fondo i 7200 giri del V8 di Maranello e snocciolando tutte e cinque le marce non era difficile attestarsi su medie attorno ai 5 km/litro. Ma d’altronde, con un motore così sotto il cofano, chi riusciva a trattenersi?